AURORA Selene a stantuffo - II Guerra Mondiale
Inviato: martedì 7 ottobre 2014, 23:52
Il Prologo
Secondo la mitologia greca, Selene - la Luna - è sorella del Sole e dell'Aurora.
Era destino, quindi, che prima o poi le due sorelle si incontrassero... in una stilografica.
Notizie storiche
Quando nel 1939, con l'Europa già in guerra, la "Fabbrica Italiana di Penne a Serbatoio" Aurora di Torino mise in produzione una penna di fascia economica, senza un solo milligrammo di oro, forse non inconsapevolmente si orientò su un corpo celeste che brilla (solo) di luce riflessa, astro "vago" eppur modesto, silenzioso e pudico e, almeno per noi Italici, di genere femminile: Selene, la Luna...
Per essa, e per il suo pennino in Platiridio, Aurora lanciò una campagna pubblicitaria imponente: con lo slogan "La Penna di Tutti", la Selene fu presentata come l'ultima creazione della tecnica autarchica. Il motto, sovrapposto nelle pubblicità alla fotografia di un'adunata oceanica, stava ad indicare che tutti avrebbero potuto permettersi una penna stilografica buona ed affidabile, ma anche bella, straordinaria addirittura, contribuendo al risparmio su scala industriale dell'(oramai superfluo) oro, grazie alla rivoluzione della tecnica operata dal genio italico ed alla conseguente "notevole riduzione di costo" per la Nazione.
La Selene era venduta al prezzo di Lire 40 al momento del lancio, mentre le penne "con l'oro dentro" si continuava comunque a farle, e costavano il triplo: l'alto di gamma, la Novum faccettata, costava, infatti, Lire 120...
La penna AURORA SELENE terza serie, misura media (taglia unica) in celluloide nera e ambra semi-trasparente con disegno a "tela di ragno" o "rete" (web), parti metalliche cromate, caricamento a stantuffo e pennino in platiridio #3. Inizio produzione dopo il 1940; cessazione della produzione nel 1945. Le misure
Chiusa: cm. 12,5
Cappuccio: cm. 5,9
Fusto: cm. 9,5
Con cappuccio calzato: cm. 13,8
Diametro massimo: cm. 1,3
Peso: gr. 16
Cappuccio gr. 6
Fusto gr. 10
Le varie parti della penna più in dettaglio
Il cappuccio L'estremità superiore è un disco piatto di ebanite spesso soltanto 3 mm. che trattiene il fermaglio (clip).
Coronata da uno smussato trapezoide, la clip ha impianto triangolare, è piuttosto corta (non raggiungendo i 2/3 della lunghezza del cappuccio) e termina con una pallina con funzione di fermaglio.
Sono presenti 3 buchi in linea per l'aerazione all'altezza della pallina (che ne nasconde uno).
Come elemento decorativo sono presenti solo due semplici anellini cromati in corrispondenza dei quali la penna raggiunge il suo massimo diametro.
Il cappuccio termina con un restringimento (labbro) per ricondurre il diametro del cappuccio stesso al diametro del fusto.
L'avvitamento sulla filettatura si compie in un solo giro.
Il fusto
Il fusto è privo di scritte.
Risalendo dal fondello troviamo dapprima una parte opaca nera, leggermente più larga del fondello e dal diametro pressoché regolare, seguita da una parte semi-trasparente con disegno a "tela di ragno" o "rete" (web) che si restringe verso la sezione.
Sulla sezione, dalla forma a tronco di cono che termina con una repentina incurvatura concava (onde delimitare con decisione la zona di presa delle dita), è impresso il cartiglio:
AURORA
SELENE
Sulla parte opposta della sezione rispetto al cartiglio c'è una minuscola stampigliatura che sembra riportare
3C Il sistema di caricamento
Il sistema di caricamento è a stantuffo (dopo la guerra, adeguatamente adattato, lo stesso sistema andrà ad equipaggiare la mitica Aurora 88 di Nizzoli...).
Il fondello di ebanite è cilindrico e richiama con la sua forma piatta il dettaglio della testina del cappuccio: spesso solo 5 mm. rispetta i canoni del flat-top completandone la forma funzionale. Nonostante la zigrinatura per una presa più salda, tuttavia, le ridotte dimensioni rendono non agevolissima la manovra dello stantuffo per chi abbia mani medio-grandi.
La guarnizione della testa del pistone è realizzata in sughero.
Nella foto il fondello completamente svitato, pronto a caricare l'inchiostro. Il pennino Sul pennino in Platiridio Aurora impostò una parte considerevole della campagna pubblicitaria, anzi la pubblicità recita che proprio attorno al pennino in Platiridio è stata progettata e costruita la penna Selene: "per celebrare l'invenzione del Platiridio, che recherà indubbi vantaggi all'autarchia italiana togliendo all'uso industriale una ragguardevole quantità di oro, abbiamo creato la Penna Selene Aurora."
Il pennino in Platiridio, la punta del quale è "costituita da una sferetta di iridio che garantisce una lunghissima durata" è così pubblicizzato e garantito: "il pennino dell'avvenire", "insensibile all'azione degli acidi, non si ossida, non si distrugge", in grado di eseguire sia "la scrittura calligrafica" che quella "da ricalco (7 copie)", così come la "scrittura filiforme" e "l'uso esagerato dei pieni".
Sul pennino è inciso:
platiridio
aurora
3
Molto particolare ed elaborata la conformazione del conduttore in ebanite che garantisce sempre una perfetta alimentazione, del tutto esente da incertezze e salti di tratto. Devo riconoscere (ed è un vero piacere) l'eccellenza di questo pennino in Platiridio tanto decantato dalla pubblicità Aurora: pur con qualche imperfezione estetica (non è "inattaccabile" come l'oro, come promesso o meglio auspicato nelle migliori intenzioni autarchiche...), il pennino non ha perso in 70 anni la sua perfetta funzionalità, rivelandosi preciso ed affidabile nell'uso normale, ma anche sorprendentemente flessibile e capace di una notevole escursione di tratto, risultando piacevolissimo nel più disinvolto uso "decorativo-calligrafico"! Una piccola nota a margine sull'inchiostro usato nella prova. Dopo il ritrovamento della penna in un mercatino del Milanese, trovandomi "fuori sede" per le vacanze ho utilizzato questo inchiostro con la Selene nelle scorse settimane: l'avevo lasciato in un cassetto a casa dei miei genitori una trentina di anni or sono... W il Blu Reale Pelikan!
Considerazioni conclusive
La bellezza e la varietà delle celluloidi impiegate in aggiunta ai tre (3!) sistemi di caricamento disponibili sulle diverse versioni della Selene prodotte durante l'ultima Guerra (il pulsante di fondo per le prime due serie, la levetta laterale per la Selene sfaccettata - tutti i modelli sono rinvenibili sul nostro Wiki - oltre allo stantuffo della terza serie che vi ho presentato): come al momento del lancio nel 1940, anche oggi un'Aurora Selene con pennino in Platiridio risulta un'ottima scelta e un eccellente compromesso fra prezzo e qualità!
Grazie per l'attenzione.
Giorgio
Secondo la mitologia greca, Selene - la Luna - è sorella del Sole e dell'Aurora.
Era destino, quindi, che prima o poi le due sorelle si incontrassero... in una stilografica.
Notizie storiche
Quando nel 1939, con l'Europa già in guerra, la "Fabbrica Italiana di Penne a Serbatoio" Aurora di Torino mise in produzione una penna di fascia economica, senza un solo milligrammo di oro, forse non inconsapevolmente si orientò su un corpo celeste che brilla (solo) di luce riflessa, astro "vago" eppur modesto, silenzioso e pudico e, almeno per noi Italici, di genere femminile: Selene, la Luna...
Per essa, e per il suo pennino in Platiridio, Aurora lanciò una campagna pubblicitaria imponente: con lo slogan "La Penna di Tutti", la Selene fu presentata come l'ultima creazione della tecnica autarchica. Il motto, sovrapposto nelle pubblicità alla fotografia di un'adunata oceanica, stava ad indicare che tutti avrebbero potuto permettersi una penna stilografica buona ed affidabile, ma anche bella, straordinaria addirittura, contribuendo al risparmio su scala industriale dell'(oramai superfluo) oro, grazie alla rivoluzione della tecnica operata dal genio italico ed alla conseguente "notevole riduzione di costo" per la Nazione.
La Selene era venduta al prezzo di Lire 40 al momento del lancio, mentre le penne "con l'oro dentro" si continuava comunque a farle, e costavano il triplo: l'alto di gamma, la Novum faccettata, costava, infatti, Lire 120...
La penna AURORA SELENE terza serie, misura media (taglia unica) in celluloide nera e ambra semi-trasparente con disegno a "tela di ragno" o "rete" (web), parti metalliche cromate, caricamento a stantuffo e pennino in platiridio #3. Inizio produzione dopo il 1940; cessazione della produzione nel 1945. Le misure
Chiusa: cm. 12,5
Cappuccio: cm. 5,9
Fusto: cm. 9,5
Con cappuccio calzato: cm. 13,8
Diametro massimo: cm. 1,3
Peso: gr. 16
Cappuccio gr. 6
Fusto gr. 10
Le varie parti della penna più in dettaglio
Il cappuccio L'estremità superiore è un disco piatto di ebanite spesso soltanto 3 mm. che trattiene il fermaglio (clip).
Coronata da uno smussato trapezoide, la clip ha impianto triangolare, è piuttosto corta (non raggiungendo i 2/3 della lunghezza del cappuccio) e termina con una pallina con funzione di fermaglio.
Sono presenti 3 buchi in linea per l'aerazione all'altezza della pallina (che ne nasconde uno).
Come elemento decorativo sono presenti solo due semplici anellini cromati in corrispondenza dei quali la penna raggiunge il suo massimo diametro.
Il cappuccio termina con un restringimento (labbro) per ricondurre il diametro del cappuccio stesso al diametro del fusto.
L'avvitamento sulla filettatura si compie in un solo giro.
Il fusto
Il fusto è privo di scritte.
Risalendo dal fondello troviamo dapprima una parte opaca nera, leggermente più larga del fondello e dal diametro pressoché regolare, seguita da una parte semi-trasparente con disegno a "tela di ragno" o "rete" (web) che si restringe verso la sezione.
Sulla sezione, dalla forma a tronco di cono che termina con una repentina incurvatura concava (onde delimitare con decisione la zona di presa delle dita), è impresso il cartiglio:
AURORA
SELENE
Sulla parte opposta della sezione rispetto al cartiglio c'è una minuscola stampigliatura che sembra riportare
3C Il sistema di caricamento
Il sistema di caricamento è a stantuffo (dopo la guerra, adeguatamente adattato, lo stesso sistema andrà ad equipaggiare la mitica Aurora 88 di Nizzoli...).
Il fondello di ebanite è cilindrico e richiama con la sua forma piatta il dettaglio della testina del cappuccio: spesso solo 5 mm. rispetta i canoni del flat-top completandone la forma funzionale. Nonostante la zigrinatura per una presa più salda, tuttavia, le ridotte dimensioni rendono non agevolissima la manovra dello stantuffo per chi abbia mani medio-grandi.
La guarnizione della testa del pistone è realizzata in sughero.
Nella foto il fondello completamente svitato, pronto a caricare l'inchiostro. Il pennino Sul pennino in Platiridio Aurora impostò una parte considerevole della campagna pubblicitaria, anzi la pubblicità recita che proprio attorno al pennino in Platiridio è stata progettata e costruita la penna Selene: "per celebrare l'invenzione del Platiridio, che recherà indubbi vantaggi all'autarchia italiana togliendo all'uso industriale una ragguardevole quantità di oro, abbiamo creato la Penna Selene Aurora."
Il pennino in Platiridio, la punta del quale è "costituita da una sferetta di iridio che garantisce una lunghissima durata" è così pubblicizzato e garantito: "il pennino dell'avvenire", "insensibile all'azione degli acidi, non si ossida, non si distrugge", in grado di eseguire sia "la scrittura calligrafica" che quella "da ricalco (7 copie)", così come la "scrittura filiforme" e "l'uso esagerato dei pieni".
Sul pennino è inciso:
platiridio
aurora
3
Molto particolare ed elaborata la conformazione del conduttore in ebanite che garantisce sempre una perfetta alimentazione, del tutto esente da incertezze e salti di tratto. Devo riconoscere (ed è un vero piacere) l'eccellenza di questo pennino in Platiridio tanto decantato dalla pubblicità Aurora: pur con qualche imperfezione estetica (non è "inattaccabile" come l'oro, come promesso o meglio auspicato nelle migliori intenzioni autarchiche...), il pennino non ha perso in 70 anni la sua perfetta funzionalità, rivelandosi preciso ed affidabile nell'uso normale, ma anche sorprendentemente flessibile e capace di una notevole escursione di tratto, risultando piacevolissimo nel più disinvolto uso "decorativo-calligrafico"! Una piccola nota a margine sull'inchiostro usato nella prova. Dopo il ritrovamento della penna in un mercatino del Milanese, trovandomi "fuori sede" per le vacanze ho utilizzato questo inchiostro con la Selene nelle scorse settimane: l'avevo lasciato in un cassetto a casa dei miei genitori una trentina di anni or sono... W il Blu Reale Pelikan!
Considerazioni conclusive
La bellezza e la varietà delle celluloidi impiegate in aggiunta ai tre (3!) sistemi di caricamento disponibili sulle diverse versioni della Selene prodotte durante l'ultima Guerra (il pulsante di fondo per le prime due serie, la levetta laterale per la Selene sfaccettata - tutti i modelli sono rinvenibili sul nostro Wiki - oltre allo stantuffo della terza serie che vi ho presentato): come al momento del lancio nel 1940, anche oggi un'Aurora Selene con pennino in Platiridio risulta un'ottima scelta e un eccellente compromesso fra prezzo e qualità!
Grazie per l'attenzione.
Giorgio