Recensione stilografica Ero
Inviato: mercoledì 5 marzo 2014, 2:12
"PRESENTAZIONE" MARCHIO
Ero è un marchio tedesco minore di penne stilografiche, probabilmente fallito poco tempo dopo l' ingresso sul mercato delle penne a sfera. Le origini del marchio sono misteriose e, nonostante io abbia fatto alcune ricerche, ho reperito solo poche informazioni al riguardo, comunque non supportate da alcun documento ufficiale dell' epoca.
La conoscenza che ho dei modelli prodotti dalla casa la devo al fatto che, attraverso i siti di e-commerce, capita a volte di trovarne alcuni in vendita.
Ecconi alcuni:
ERO-201 "UNSER BESTER"
ERO MINOR
Un modello dal nome sconosciuto che ho posseduto per breve tempo. Stantuffo in sughero, pennino in oro 14kt molto flessibile e cappuccio con singolo foro da aerazione, laminato in oro.
MATERIALI, DESIGN, FINITURE
Ecco il mio modello nella sua scatola originale:
La stilografica che sto per recensirvi è probabilmente una scolastica degli anni 60, con caricamento a stantuffo e pennino in acciaio rigido.
Sono consapevole di non recensire un modello dal particolare interesse storico ma sarei lo stesso felice se qualcuno trovasse delle informazioni in merito.
E' una stilografica di piccole/medie dimensioni, molto simile ad una Pelikan M120. Il corpo penna è lungo quanto quello di una Pelikan M200 ma il cappuccio ha una lunghezza maggiore, facendola risultare più lunga da chiusa.
La veretta del cappuccio presenta la scritta "Ero Germany" e la testina è a forma di cupola. Il modello è realizzato in resina nera mentre le finiture sono dorate.
L' alberello dello stantuffo è di dimensioni considerevoli, il più grande che mi sia capitato di vedere, tanto da poter affermare, senza timore di cadere in errore, che questo sia almeno tre volte più grande di quello Pelikan, un vero tronco d'albero! La testa dello stantuffo ha due "labbri" invece che tre delle moderne Pelikan. I tre labbri dovrebbero garantire(in teoria) una maggior tenuta del tempo, evitando che l' inchiostro passi dietro e trafili dal fondello.
Il pennino è fine e presenta la scritta "ERO-1" in stampato.
Il fondello presenta presenta una zigrinatura sulla base. Il gruppo scrittura e il cappuccio sono a vite.
STATO DI CONSERVAZIONE
La stilografica(di cui purtroppo non conosco il nome preciso) è assolutamente identica alla famosa e tanto citata Ero di Vikingo60. L' unica differenza è relativa al colore della resina e al fatto che il suo modello, pur montando lo stesso pennino, scrive con tratto medio abbondante a causa delle punte allargate.
Nonostante il venditore la spacciasse per nuova, questa era in realtà usata ma in discrete condizioni, venduta in una scatoletta nera di plastica assieme ad una penna a sfera marchiata Ero, compatibile con i moderni refil Pelikan.
Giunta a casa, mi sono immediatamente accorto che questa era completamente intasata da inchiostro verde, con buona probabilità lo stesso 4001 vintage che tengo a casa in un cassetto.
La penna era cosi' intasata che ho impiegato un giorno intero per pulirla, utilizzando ultrasuoni, varechina e ogni altro genere di sistema che conoscevo per pulire una stilografica.
Dopo essere riuscito a togliere le incrostazioni, questa comunque scriveva fermandosi dopo poche righe, facendomi imbestialire. Alla fine il problema si è rivelato banale, relativo alle punte semplicemente troppo strette; è bastato allargarle per risolvere ogni problema relativo alla scrittura.
La doratura del pennino, già quasi del tutto consumata, è scomparsa completamente a seguito della mia pulizia.
La tenuta dello stantuffo è perfetta e il fondello non presenta alcun gioco.
Sono presenti solo piccoli graffietti superficiali sul corpo in resina e due, poco più profondi, su cappuccio e sezione.
La punta in acciaio è ancora molto spessa ma è opaca, quindi presenta delle microabrasioni che influiscono sulla scorrevolezza. Se valutando se lucidarla con micromesh oppure tenerla cosi' com'è.
La sezione è stata sigillata con il noto collante di Ottorino, composto da pece per violini e olio di ricino. Ciò è stato fatto per evitare perdite d'inchiostro dalla sezione in quanto questa avrebbe dovuto avere sulla base una guarnizione in gomma per evitare il fenomeno. Questa è stata di certo persa dal vecchio proprietario ma so che è possibile sostituirla con un o-ring di piccolo diametro, acquistabile nei negozi di articoli subaquei.
SCRITTURA
La stilografica scrive con tratto fine e flusso abbondante che tende ad aumentare per il fatto che l' alimentatore, non essendo calibrato come quello Pelikan, è suscettibile alle variazioni di pressione dovute all' aumento dell' aria del serbatoio quando la penna comincia a scaricarsi.
Il flusso abbondante riesce a camuffare una punta che purtroppo non è perfettamente liscia; nonostante questo è abbastanza scorrevole e sto valutando se valga la pena lucidarla come si deve con micromesh.
Nonostante il "problema" relativo alla compensazione della pressione, l' alimentatore secondo me è straordinario. Pur scrivendoci numerose pagine in modo continuativo, non ho mai avuto la benchè minima riduzione di flusso e le lamelle dell' alimentatore sono rimaste sempre zuppe d'inchiostro a differenza di ciò che fanno altri conduttori che si asciugano scrivendo, pur mantenendo un flusso abbastanza regolare e costante.
Altro aspetto che mi ha fatto valutare positivamente il sistema di alimentazione è l' esperienza di Vikingo60.
Capita infatti che, allargando le punte, questo provochi sì un aumento del flusso e del tratto, ma allo stesso tempo si abbiano false partenze oltre che un altro problema insidioso:
una stilografica con punte molto larghe può scrivere con flusso abbondante salvo poi fermarsi dopo una pagina o poco più perchè l' alimentatore non è in grado di sostenerlo.
Ho verificato il problema per caso su una giapponese Sailor e poi ho replicato l' esperimento su una pennetta cinese da pochi euro a cui ho allargato le punte in modo poco ortodosso.
Confronto con Pelikan M205:
CONCLUSIONI
Credo di aver già parlato abbastanza. E' una stilografica che consiglio per affidabilità e robustezza(e per il prezzo a cui è possibile trovarla).
Sto considerando la possibilità di montare un pennino Pelikan a punta media al posto dell' originale Ero. Sono molto simili ma quello Ero ha le alette leggermente più sporgenti.
Ci tengo a fare un pubblico ringraziamento all' immenso(non in termini di massa
) Ottorino; se non fosse stato per lui questa penna probabilmente non avrebbe mai scritto. Ringrazio anche il maestro e amico Vikingo60 che mi ha fatto conoscere il marchio di cui non avevo mai sentito parlare.
Ciao a tutti!
Raffaele
Ero è un marchio tedesco minore di penne stilografiche, probabilmente fallito poco tempo dopo l' ingresso sul mercato delle penne a sfera. Le origini del marchio sono misteriose e, nonostante io abbia fatto alcune ricerche, ho reperito solo poche informazioni al riguardo, comunque non supportate da alcun documento ufficiale dell' epoca.
La conoscenza che ho dei modelli prodotti dalla casa la devo al fatto che, attraverso i siti di e-commerce, capita a volte di trovarne alcuni in vendita.
Ecconi alcuni:
ERO-201 "UNSER BESTER"
ERO MINOR
Un modello dal nome sconosciuto che ho posseduto per breve tempo. Stantuffo in sughero, pennino in oro 14kt molto flessibile e cappuccio con singolo foro da aerazione, laminato in oro.
MATERIALI, DESIGN, FINITURE
Ecco il mio modello nella sua scatola originale:
La stilografica che sto per recensirvi è probabilmente una scolastica degli anni 60, con caricamento a stantuffo e pennino in acciaio rigido.
Sono consapevole di non recensire un modello dal particolare interesse storico ma sarei lo stesso felice se qualcuno trovasse delle informazioni in merito.
E' una stilografica di piccole/medie dimensioni, molto simile ad una Pelikan M120. Il corpo penna è lungo quanto quello di una Pelikan M200 ma il cappuccio ha una lunghezza maggiore, facendola risultare più lunga da chiusa.
La veretta del cappuccio presenta la scritta "Ero Germany" e la testina è a forma di cupola. Il modello è realizzato in resina nera mentre le finiture sono dorate.
L' alberello dello stantuffo è di dimensioni considerevoli, il più grande che mi sia capitato di vedere, tanto da poter affermare, senza timore di cadere in errore, che questo sia almeno tre volte più grande di quello Pelikan, un vero tronco d'albero! La testa dello stantuffo ha due "labbri" invece che tre delle moderne Pelikan. I tre labbri dovrebbero garantire(in teoria) una maggior tenuta del tempo, evitando che l' inchiostro passi dietro e trafili dal fondello.
Il pennino è fine e presenta la scritta "ERO-1" in stampato.
Il fondello presenta presenta una zigrinatura sulla base. Il gruppo scrittura e il cappuccio sono a vite.
STATO DI CONSERVAZIONE
La stilografica(di cui purtroppo non conosco il nome preciso) è assolutamente identica alla famosa e tanto citata Ero di Vikingo60. L' unica differenza è relativa al colore della resina e al fatto che il suo modello, pur montando lo stesso pennino, scrive con tratto medio abbondante a causa delle punte allargate.
Nonostante il venditore la spacciasse per nuova, questa era in realtà usata ma in discrete condizioni, venduta in una scatoletta nera di plastica assieme ad una penna a sfera marchiata Ero, compatibile con i moderni refil Pelikan.
Giunta a casa, mi sono immediatamente accorto che questa era completamente intasata da inchiostro verde, con buona probabilità lo stesso 4001 vintage che tengo a casa in un cassetto.
La penna era cosi' intasata che ho impiegato un giorno intero per pulirla, utilizzando ultrasuoni, varechina e ogni altro genere di sistema che conoscevo per pulire una stilografica.
Dopo essere riuscito a togliere le incrostazioni, questa comunque scriveva fermandosi dopo poche righe, facendomi imbestialire. Alla fine il problema si è rivelato banale, relativo alle punte semplicemente troppo strette; è bastato allargarle per risolvere ogni problema relativo alla scrittura.
La doratura del pennino, già quasi del tutto consumata, è scomparsa completamente a seguito della mia pulizia.
La tenuta dello stantuffo è perfetta e il fondello non presenta alcun gioco.
Sono presenti solo piccoli graffietti superficiali sul corpo in resina e due, poco più profondi, su cappuccio e sezione.
La punta in acciaio è ancora molto spessa ma è opaca, quindi presenta delle microabrasioni che influiscono sulla scorrevolezza. Se valutando se lucidarla con micromesh oppure tenerla cosi' com'è.
La sezione è stata sigillata con il noto collante di Ottorino, composto da pece per violini e olio di ricino. Ciò è stato fatto per evitare perdite d'inchiostro dalla sezione in quanto questa avrebbe dovuto avere sulla base una guarnizione in gomma per evitare il fenomeno. Questa è stata di certo persa dal vecchio proprietario ma so che è possibile sostituirla con un o-ring di piccolo diametro, acquistabile nei negozi di articoli subaquei.
SCRITTURA
La stilografica scrive con tratto fine e flusso abbondante che tende ad aumentare per il fatto che l' alimentatore, non essendo calibrato come quello Pelikan, è suscettibile alle variazioni di pressione dovute all' aumento dell' aria del serbatoio quando la penna comincia a scaricarsi.
Il flusso abbondante riesce a camuffare una punta che purtroppo non è perfettamente liscia; nonostante questo è abbastanza scorrevole e sto valutando se valga la pena lucidarla come si deve con micromesh.
Nonostante il "problema" relativo alla compensazione della pressione, l' alimentatore secondo me è straordinario. Pur scrivendoci numerose pagine in modo continuativo, non ho mai avuto la benchè minima riduzione di flusso e le lamelle dell' alimentatore sono rimaste sempre zuppe d'inchiostro a differenza di ciò che fanno altri conduttori che si asciugano scrivendo, pur mantenendo un flusso abbastanza regolare e costante.
Altro aspetto che mi ha fatto valutare positivamente il sistema di alimentazione è l' esperienza di Vikingo60.
Capita infatti che, allargando le punte, questo provochi sì un aumento del flusso e del tratto, ma allo stesso tempo si abbiano false partenze oltre che un altro problema insidioso:
una stilografica con punte molto larghe può scrivere con flusso abbondante salvo poi fermarsi dopo una pagina o poco più perchè l' alimentatore non è in grado di sostenerlo.
Ho verificato il problema per caso su una giapponese Sailor e poi ho replicato l' esperimento su una pennetta cinese da pochi euro a cui ho allargato le punte in modo poco ortodosso.
Confronto con Pelikan M205:
CONCLUSIONI
Credo di aver già parlato abbastanza. E' una stilografica che consiglio per affidabilità e robustezza(e per il prezzo a cui è possibile trovarla).
Sto considerando la possibilità di montare un pennino Pelikan a punta media al posto dell' originale Ero. Sono molto simili ma quello Ero ha le alette leggermente più sporgenti.
Ci tengo a fare un pubblico ringraziamento all' immenso(non in termini di massa
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Ciao a tutti!
Raffaele