Serwex. Il pennino semi-flessibile per il corsivo
Inviato: venerdì 1 novembre 2013, 14:55
Recensione pennino semiflessibile Serwex
Per prima cosa ringrazio di cuore Giovanni Paolo - GPMP - che è stato così gentile da offrirmi in dono il pennino di cui sto per raccontarvi.
Tutto è nato da un argomento della sezione Calligrafia, in cui ci si interrogava sulla possibilità di reperire penne o pennini attualmente in produzione, adatti a scrivere in Copperplate (ma sarebbe meglio dire, più genericamente, in corsivo con un'apprezzabile variazione di tratto).
Purtroppo la scelta oggi è piuttosto limitata. Fra i pochi in produzione ci sono i pennini indiani Serwex, un marchio di stilografiche con pennini intercambiabili.
Giovanni Paolo come dicevo, è stato così generoso da donarmene uno, dandomi anche delle indispensabili informazioni sulle penne adatte da utilizzare e sulle precauzioni d'uso, in quanto per far flettere molto significativamente il pennino, bisogna esercitare una certa pressione e la sezione della penna utilizzata, se troppo sottile e in plastica, rischia di rompersi. Naturalmente avevo preparato qualche penna per le prove; il pennino si adatta perfettamente a molte stilografiche e le mie candidate erano una Waterman Laureat, una Maestro, entrambe in metallo ma con sezione in plastica, una più economica Waterman Forum interamente in plastica, una Hero 832, una Cross ATX e una Duke 209 tutte e tre completamente in metallo. I risultati sono stati sorprendentemente differenti in funzione della penna utilizzata. Prima ho iniziato con la Hero 832 ma nonostante il pennino si adattasse benissimo alla sezione, il flusso era scarso e anche scrivendo molto lentamente, facendo pressione riuscivo solo ad ottenere due linee che divergevano e diventavano parallele, per poi riunirsi. Non fluiva insomma abbastanza inchiostro da ottenere il tratto uniforme e corposo che caratterizza le linee eleganti di un buon corsivo. Il probelma è stato risolto in seguito, cambiando inchiostro (sostituendo il bel rosso Malvenrot di Standardgraph con l'impeccabile Aurora nero). Passata alla Duke 209, il problema era l'opposto. Il flusso eccessivo dell'alimentatore, studiato per un fude nib, faceva in modo che si ottenesse con facilità un bel tratto omogeneo e largo facendo pressione, anche con una scrittura più veloce, ma il tratto normale della penna, senza pressione alcuna, era davvero enorme e le differenze fra tratto sottile e tratto spesso quasi si annullavano! Invece la bellezza del corsivo copperplate-style è data non tanto dalla larghezza del tratto ottenibile, ma dalla sua grande variabilità, passando da linee filiformi a tratti spessi e carichi di inchiostro.
Ho quindi provato il pennino sulla Waterman Forum. E in meno di un minuto la sorpresa...una variabilità impressionante, una scorrevolezza notevole, tratto pieno e uniforme facendo pressione, e tratto sottilissimo e continuo senza esercitare pressione! Un risultato fantastico! Gli alimentatori Waterman di quelle penne sono progettati per lavorare esattamente con pennini di questo genere, perchè i pennini originali non sono rigidi, ma direi - almeno tutti gli F ed EF in mio possesso - quanto meno “molleggiati”. Allora ho pensato che fosse logico cambiare ancora penna. E passare ad una stilografica in metallo, optando per la Laureat. Stesso fantastico risultato! Infine ho deciso di installarlo su una Waterman Maestro che adoro e che mi ha tenuto compagnia per tanti anni, superando indenne zaini e banchi di scuola. Stesso risultato! La penna si adatta alla perfezione ed il flusso è quello giusto. Poi lo sguardo è caduto sulla Cross ATX che essendo interamente in metallo, compresa la sezione, ed essendo dotata di uno degli alimentatori più resistenti che mi sia capitato di utilizzare, col suo flusso esagerato sembrava la candidata ideale per un'ultima prova...altra piacevole sorpresa! Ho finalmente trovato il pennino giusto da usare sulla mia Cross, in sostituzione di un M davvero dilagante e smisurato. Il pennino Serwex, installato sulle penne adatte, si è rivelato ben più flessibile di quanto osassi sperare e versatile, grazie ad un design che lo rende adattabile a svariati modelli e marche di stilografiche. Naturalmente si può optare per una Serwex MB o ancora per le penne Serwex 1362, 101 o 162, tutte adatte allo straordinario pennino. Non ha la flessibilità di un pennino vintage in oro, non ne ha la lucentezza, forse nemmeno l'eleganza, eppure ha un carisma tutto suo, a partire dal colore: opaco, scuro, sembra forgiato dal metallo di un'armatura medievale! E quel suo design essenziale, scarno e minimalista, può essere facilmente abbinato a penne dallo stile più vario. Si sostituisce in un baleno, si adatta a meraviglia a molte penne, e calzata quella giusta, come una vera Cenerentola si trasforma prodigiosamente e varia di tratto senza una pressione eccessiva. Nulla di paragonabile come dicevo ad un superflex dei tempi che furono, ma è più flessibile dei pennini Noodler's contemporanei, cui somiglia nella forma e nell'estetica, anche a causa della linea verticale incisa sul dorso, pur essendo il pennino Serwex di dimensioni molto più contenute e con finitura opaca piuttosto che cromata. L'essenziale è trovare la penna - e l'alimentatore - adatto a farlo rendere al meglio con il minimo della pressione.
Non ho dovuto solcare fogli e incidere il legno per ottenere i risultati che si possono osservare nelle foto (mi scuso per il pessimo corsivo, non ero concentrata sulla resa grafica quanto sul feeling di scrittura) e il blocco Rhodia utilizzato è uscito indenne e pronto per nuove avventure calligrafiche...
Il pennino Serwex mi ha anche stupita per la sua scorrevolezza. Non il minimo sintomo di graffiatura-grattatura; certo è un pennino che “si sente” nel senso che scrive facendo rumore, l'attrito con il foglio si percepisce ma non incide sulla scorrevolezza e sulla scioltezza del tratto, anche “in curva” come in un buon corsivo dev'essere.
Inchiostri usati: Standardgraph Malvenrot e Aurora nero in calamaio; Jean Herbin Violette Pensée in cartucce.
Il pennino Serwex è riuscito a farmi piacere anche il Jean Herbin Violette Pensée, in cartucce occultate tempo fa e riesumate per l'occasione, e anche per questo non posso che ringraziare ancora Giovanni Paolo.
Per prima cosa ringrazio di cuore Giovanni Paolo - GPMP - che è stato così gentile da offrirmi in dono il pennino di cui sto per raccontarvi.
Tutto è nato da un argomento della sezione Calligrafia, in cui ci si interrogava sulla possibilità di reperire penne o pennini attualmente in produzione, adatti a scrivere in Copperplate (ma sarebbe meglio dire, più genericamente, in corsivo con un'apprezzabile variazione di tratto).
Purtroppo la scelta oggi è piuttosto limitata. Fra i pochi in produzione ci sono i pennini indiani Serwex, un marchio di stilografiche con pennini intercambiabili.
Giovanni Paolo come dicevo, è stato così generoso da donarmene uno, dandomi anche delle indispensabili informazioni sulle penne adatte da utilizzare e sulle precauzioni d'uso, in quanto per far flettere molto significativamente il pennino, bisogna esercitare una certa pressione e la sezione della penna utilizzata, se troppo sottile e in plastica, rischia di rompersi. Naturalmente avevo preparato qualche penna per le prove; il pennino si adatta perfettamente a molte stilografiche e le mie candidate erano una Waterman Laureat, una Maestro, entrambe in metallo ma con sezione in plastica, una più economica Waterman Forum interamente in plastica, una Hero 832, una Cross ATX e una Duke 209 tutte e tre completamente in metallo. I risultati sono stati sorprendentemente differenti in funzione della penna utilizzata. Prima ho iniziato con la Hero 832 ma nonostante il pennino si adattasse benissimo alla sezione, il flusso era scarso e anche scrivendo molto lentamente, facendo pressione riuscivo solo ad ottenere due linee che divergevano e diventavano parallele, per poi riunirsi. Non fluiva insomma abbastanza inchiostro da ottenere il tratto uniforme e corposo che caratterizza le linee eleganti di un buon corsivo. Il probelma è stato risolto in seguito, cambiando inchiostro (sostituendo il bel rosso Malvenrot di Standardgraph con l'impeccabile Aurora nero). Passata alla Duke 209, il problema era l'opposto. Il flusso eccessivo dell'alimentatore, studiato per un fude nib, faceva in modo che si ottenesse con facilità un bel tratto omogeneo e largo facendo pressione, anche con una scrittura più veloce, ma il tratto normale della penna, senza pressione alcuna, era davvero enorme e le differenze fra tratto sottile e tratto spesso quasi si annullavano! Invece la bellezza del corsivo copperplate-style è data non tanto dalla larghezza del tratto ottenibile, ma dalla sua grande variabilità, passando da linee filiformi a tratti spessi e carichi di inchiostro.
Ho quindi provato il pennino sulla Waterman Forum. E in meno di un minuto la sorpresa...una variabilità impressionante, una scorrevolezza notevole, tratto pieno e uniforme facendo pressione, e tratto sottilissimo e continuo senza esercitare pressione! Un risultato fantastico! Gli alimentatori Waterman di quelle penne sono progettati per lavorare esattamente con pennini di questo genere, perchè i pennini originali non sono rigidi, ma direi - almeno tutti gli F ed EF in mio possesso - quanto meno “molleggiati”. Allora ho pensato che fosse logico cambiare ancora penna. E passare ad una stilografica in metallo, optando per la Laureat. Stesso fantastico risultato! Infine ho deciso di installarlo su una Waterman Maestro che adoro e che mi ha tenuto compagnia per tanti anni, superando indenne zaini e banchi di scuola. Stesso risultato! La penna si adatta alla perfezione ed il flusso è quello giusto. Poi lo sguardo è caduto sulla Cross ATX che essendo interamente in metallo, compresa la sezione, ed essendo dotata di uno degli alimentatori più resistenti che mi sia capitato di utilizzare, col suo flusso esagerato sembrava la candidata ideale per un'ultima prova...altra piacevole sorpresa! Ho finalmente trovato il pennino giusto da usare sulla mia Cross, in sostituzione di un M davvero dilagante e smisurato. Il pennino Serwex, installato sulle penne adatte, si è rivelato ben più flessibile di quanto osassi sperare e versatile, grazie ad un design che lo rende adattabile a svariati modelli e marche di stilografiche. Naturalmente si può optare per una Serwex MB o ancora per le penne Serwex 1362, 101 o 162, tutte adatte allo straordinario pennino. Non ha la flessibilità di un pennino vintage in oro, non ne ha la lucentezza, forse nemmeno l'eleganza, eppure ha un carisma tutto suo, a partire dal colore: opaco, scuro, sembra forgiato dal metallo di un'armatura medievale! E quel suo design essenziale, scarno e minimalista, può essere facilmente abbinato a penne dallo stile più vario. Si sostituisce in un baleno, si adatta a meraviglia a molte penne, e calzata quella giusta, come una vera Cenerentola si trasforma prodigiosamente e varia di tratto senza una pressione eccessiva. Nulla di paragonabile come dicevo ad un superflex dei tempi che furono, ma è più flessibile dei pennini Noodler's contemporanei, cui somiglia nella forma e nell'estetica, anche a causa della linea verticale incisa sul dorso, pur essendo il pennino Serwex di dimensioni molto più contenute e con finitura opaca piuttosto che cromata. L'essenziale è trovare la penna - e l'alimentatore - adatto a farlo rendere al meglio con il minimo della pressione.
Non ho dovuto solcare fogli e incidere il legno per ottenere i risultati che si possono osservare nelle foto (mi scuso per il pessimo corsivo, non ero concentrata sulla resa grafica quanto sul feeling di scrittura) e il blocco Rhodia utilizzato è uscito indenne e pronto per nuove avventure calligrafiche...
Il pennino Serwex mi ha anche stupita per la sua scorrevolezza. Non il minimo sintomo di graffiatura-grattatura; certo è un pennino che “si sente” nel senso che scrive facendo rumore, l'attrito con il foglio si percepisce ma non incide sulla scorrevolezza e sulla scioltezza del tratto, anche “in curva” come in un buon corsivo dev'essere.
Inchiostri usati: Standardgraph Malvenrot e Aurora nero in calamaio; Jean Herbin Violette Pensée in cartucce.
Il pennino Serwex è riuscito a farmi piacere anche il Jean Herbin Violette Pensée, in cartucce occultate tempo fa e riesumate per l'occasione, e anche per questo non posso che ringraziare ancora Giovanni Paolo.