Rotring 600 prima serie
Inviato: mercoledì 23 ottobre 2013, 9:39
Ho appena preso una Rotring 600. Trattasi della prima serie. Le prime uscite erano caratterizzate dalle sezioni col grip (knurled grip) su tre parti: a penna chiusa, le prima due sono alle estremità della medesima. A penna aperta, la terza è in linea col gruppo scrittura.
Una penna tipicamente tedesca, risente della lezione del Bauhaus, solida, perfettamente bilanciata.
Di ottima qualità il metallo utilizzato, che non è cosa secondaria: c'è metallo e metallo.
Ve ne sono di due tipi: con pennino in acciaio e col pennino in oro 18 carati. La mia è col pennino in acciaio. Mia modesta opinione è che se il pennino in oro 18 carati migliora (suppongo) la scrittura, ne penalizza enormemente il design, che nasce volutamente 'industriale', tant'è che le Rotring 600 col pennino in oro giallo hanno anche la parte superiore del cappuccio in giallo laminato, che deturpa la linea e nulla ha a che fare con la concezione originale della penna. Questione di scelte
Il tratto è M: interessante la possibilità di ruotare la parte terminale del cappuccio sino a selezionare la lettera M.
Come scrive? Benissimo. Ho quasi 40 stilografiche e questa scrive con una fluidità notevole: niente false partenze, niente inceppamenti in corsa.
Il caricamento è a cartuccia (vanno bene le pelikan) o a converter (ok quelli international standard).
Credo sia una penna che si ama o si odia.
E' lo scotto che pagano le penne in acciaio. Io la amo e l'ho voluta fortemente. Preciso: di Rotring chiamate impropriamente 600 ce ne sono diverse: Lava, Newton. La prima serie, col grip su tre parti, è l'originale vera, quella concepita per essere esattamente così com'è.
Nulla a che fare con l'ebanite o la celluloide, sia chiaro: è estrema. Lo è assai più di una Hastil dell'Aurora, ad esempio, e scordatevi le linee sinuose della Parker 75 tassellata in argento.
Una penna difficile, molto difficile nel design (che trovo fantastico). Se ne parlerà col tempo poiché nasce giovane, ha una trentina d'anni.
Una penna tipicamente tedesca, risente della lezione del Bauhaus, solida, perfettamente bilanciata.
Di ottima qualità il metallo utilizzato, che non è cosa secondaria: c'è metallo e metallo.
Ve ne sono di due tipi: con pennino in acciaio e col pennino in oro 18 carati. La mia è col pennino in acciaio. Mia modesta opinione è che se il pennino in oro 18 carati migliora (suppongo) la scrittura, ne penalizza enormemente il design, che nasce volutamente 'industriale', tant'è che le Rotring 600 col pennino in oro giallo hanno anche la parte superiore del cappuccio in giallo laminato, che deturpa la linea e nulla ha a che fare con la concezione originale della penna. Questione di scelte
Il tratto è M: interessante la possibilità di ruotare la parte terminale del cappuccio sino a selezionare la lettera M.
Come scrive? Benissimo. Ho quasi 40 stilografiche e questa scrive con una fluidità notevole: niente false partenze, niente inceppamenti in corsa.
Il caricamento è a cartuccia (vanno bene le pelikan) o a converter (ok quelli international standard).
Credo sia una penna che si ama o si odia.
E' lo scotto che pagano le penne in acciaio. Io la amo e l'ho voluta fortemente. Preciso: di Rotring chiamate impropriamente 600 ce ne sono diverse: Lava, Newton. La prima serie, col grip su tre parti, è l'originale vera, quella concepita per essere esattamente così com'è.
Nulla a che fare con l'ebanite o la celluloide, sia chiaro: è estrema. Lo è assai più di una Hastil dell'Aurora, ad esempio, e scordatevi le linee sinuose della Parker 75 tassellata in argento.
Una penna difficile, molto difficile nel design (che trovo fantastico). Se ne parlerà col tempo poiché nasce giovane, ha una trentina d'anni.