Carbon Ink
Inviato: mercoledì 8 maggio 2013, 16:33
Non trattandosi di una vera e propria recensione e per l’uso eminentemente calligrafico che ne faccio (con cannuccio e pennino, per intendersi) inserisco qui questo argomento: se ai moderatori appare più opportuno spostarlo nella sezione inchiostri, a loro disposizione.
Parlo di un inchiostro, quindi, e per la precisione dell’ Higgins Eternal Permanent Black.
Prodotto in America, è diffusissimo negli Stati Uniti e nel Regno Unito; purtroppo, per quanto di mia conoscenza, non è importato in Italia. Per chi fosse interessato all’acquisto suggerisco di cercare qualche rivenditore on-line comunitario: ordinarlo negli States espone al rischio (non alla certezza, però) di doverci pagare sopra le tasse doganali.
E’ un “carbon ink”, un inchiostro di nerofumo, modo di produzione tradizionale alternativo al ferrogallico: questa composizione lo rende molto stabile nel tempo ed esente da qualsiasi forma di viraggio del colore che appare di un nero intenso, forse solo un po’ opaco.
Avevo un po’ paura di fenomeni di “spolvero” una volta asciutto: timore rivelatosi infondato in quanto, sia su carta comune che su pergamino, sia dopo tre ore di asciugatura “nature” sia dopo mezz’ora con aiutino di colpetto di phon, non ha mostrato segni di sbavature neppure a seguito di sana sgommata. Alcuni calligrafi USA suggeriscono, per maggiore garanzia, di aggiungere alcune gocce di gomma arabica al flacone me , personalmente, non ritengo ce ne sia bisogno. Magari potrebbero servire a rendere più brillante il colore ma non sono sicuro degli effetti che potrebbero avere sulla fluidità che, di per se, è veramente ottima e garantisce una buonissima scorrevolezza.
Assolutamente non waterproof: quindi se avete le mani che si inumidiscono facilmente e dovete lavorare (per eseguire un decoro, per esempio) su un pezzo già scritto, provvedete a mascherarlo onde evitare danni. Penso sia inutile raccomandare precauzioni particolari nella conservazione degli esemplari completati: dubito che qualcuno di noi abiti in una casa con un tasso di umidità paragonabile a quello di una biblioteca di un monastero medievale nelle Midlands!
In conclusione, un ottimo inchiostro calligrafico: insisto sul calligrafico perché, nonostante sia pubblicizzato sia sul sito ufficiale che sul flacone anche per l’uso con tutte le penne stilografiche, i depositi (non eccessivi, in verità, ma comunque ci sono) che si trovano sul fondo del flacone mi lasciano perplesso. O forse sono io che ingigantisco la problematica?
Parlo di un inchiostro, quindi, e per la precisione dell’ Higgins Eternal Permanent Black.
Prodotto in America, è diffusissimo negli Stati Uniti e nel Regno Unito; purtroppo, per quanto di mia conoscenza, non è importato in Italia. Per chi fosse interessato all’acquisto suggerisco di cercare qualche rivenditore on-line comunitario: ordinarlo negli States espone al rischio (non alla certezza, però) di doverci pagare sopra le tasse doganali.
E’ un “carbon ink”, un inchiostro di nerofumo, modo di produzione tradizionale alternativo al ferrogallico: questa composizione lo rende molto stabile nel tempo ed esente da qualsiasi forma di viraggio del colore che appare di un nero intenso, forse solo un po’ opaco.
Avevo un po’ paura di fenomeni di “spolvero” una volta asciutto: timore rivelatosi infondato in quanto, sia su carta comune che su pergamino, sia dopo tre ore di asciugatura “nature” sia dopo mezz’ora con aiutino di colpetto di phon, non ha mostrato segni di sbavature neppure a seguito di sana sgommata. Alcuni calligrafi USA suggeriscono, per maggiore garanzia, di aggiungere alcune gocce di gomma arabica al flacone me , personalmente, non ritengo ce ne sia bisogno. Magari potrebbero servire a rendere più brillante il colore ma non sono sicuro degli effetti che potrebbero avere sulla fluidità che, di per se, è veramente ottima e garantisce una buonissima scorrevolezza.
Assolutamente non waterproof: quindi se avete le mani che si inumidiscono facilmente e dovete lavorare (per eseguire un decoro, per esempio) su un pezzo già scritto, provvedete a mascherarlo onde evitare danni. Penso sia inutile raccomandare precauzioni particolari nella conservazione degli esemplari completati: dubito che qualcuno di noi abiti in una casa con un tasso di umidità paragonabile a quello di una biblioteca di un monastero medievale nelle Midlands!
In conclusione, un ottimo inchiostro calligrafico: insisto sul calligrafico perché, nonostante sia pubblicizzato sia sul sito ufficiale che sul flacone anche per l’uso con tutte le penne stilografiche, i depositi (non eccessivi, in verità, ma comunque ci sono) che si trovano sul fondo del flacone mi lasciano perplesso. O forse sono io che ingigantisco la problematica?