Recensione Keigelu 316
Inviato: giovedì 25 aprile 2013, 0:33
Come l'ho trovata
Mi sono imbattuto per caso in un'immagine della penna, in un sito estero, scambiandola, a prima vista per una Parker Dufold, ma il fermaglio della clip non mi convinceva... Attratto dalla sua linea, la cercai in rete e, visti i 22 dollari richiesti, spese di spedizione comprese, non esitai ad ordinarla all'istante.
Dopo un'attesa di quasi un mese, la penna arrivò a casa in una semplice busta rinforzata e all'interno di un sacchettino in plastica...
Il marchio
Contrariamente a quanto dichiarato in alcune pubblicità, dove il marchio viene dichiarato essere australiano, seppur le penne prodotte in Cina (Shangai), credo che di australiano il marchio Kaigelu abbia soltanto il nome: “Kai-Ge-Lu”, “Canguro”, appunto, in una delle varie lingue del continente australiano.
D'altra parte, basta accedere al sito della Casa per rendersene conto.
La penna
La penna, in una consistente resina acrilica semitrasparente, è chiaramente ispirata alla Parker Dufold international, le differenze, a prima vista, sono davvero minime. E' una penna piuttosto pesante, circa 46 grammi, dalle dimensioni generose, ma non eccessive: 13.6 cm chiusa, 12.8 aperta e senza cappuccio, diametro massimo di circa 12mm. Più o meno le dimensioni di una Pelikan M600.
La casa produttrice propone questa penna in tre livree marmorizzate carbone, ambra e bianca con venature scure. La penna, a mio avviso, ha una certa eleganza di linee e di forma.
Il cappuccio a vite non calza agevolmente sul fondello della penna e, comunque, la renderebbe piuttosto lunga (circa 17.5 cm) e sbilanciata.
La clip in metallo è solidale con un anellino, mediante il quale è fissata al cappuccio, sotto la testina. Non riproduce la freccia della Parker (come si trova in genere nelle Duke), è molto rigida, ma, grazie alla sua lunghezza e alla forma della parte finale, l'inserimento nel taschino non risulta difficoltoso.
Alla base del cappuccio, si trovano due verette, anche se sarebbe più il caso di definirle due anellini, di egual spessore (la Parker presenta, invece una veretta ed una fascetta di spessori diversi).
La testina del cappuccio, di colore nero e di forma tronco – conica (cilindrica nella Parker), presenta sulla sommità il logo del canguro stilizzato inscritto in una coroncina di foglioline, il tutto di colore dorato e la testina è sormontata una calottina di plastica trasparente.
Personalmente, ritengo che la testina non sia elegantissima e che la scelta della riproduzione del logo e, soprattutto, della calottina in plastica appesantiscano le forme, dando oltretutto l'idea di un qualcosa di “plasticoso”, pesante e, al contempo, “giocattoloso”.
Una testina della stessa forma e senza alcun fregio, come nella Dufold, si sarebbe abbinata perfettamente al fondello, che ne avrebbe richiamato la forma ed il colore, basando in questo modo l'eleganza sulla simmetria dell'anellino della clip e di quello tra fondello e fusto...
Altri anellini si trovano al raccordo tra fusto e puntale, in materia plastica nera, e alla sommità del puntale stesso, a ridosso del pennino.
Il pennino bicolore, come quello di molte penne cinesi, richiama nelle decorazioni e negli abbinamenti di bande gialle e bianche i fregi dei pennini Montblanc.
In posizione centrale vi è il foro di sfiato circolare e sotto il canguro stilizzato della testina con, a seguire, la misura del pennino: “M”.
L'alimentazione è a cartuccia/converter (in dotazione). La misura della cartuccia è quella internazionale (tipo Pelikan), il converter è a vite.
Il gruppo scrittura mostra una filettatura metallica, una interna per fissare il converter ed una esterna per il raccordo al fusto. Sulla parte finale, viene riportato il numero del modello: 316, inciso nella fascetta del converter.
Il converter, pur dando l'idea di una costruzione attenta, appare piuttosto fragile al tatto, tuttavia, la sua tenuta e la sua resa sono ottimi. Un altro particolare interessante dell'oggetto, è che è completamente smontabile, e che le sue parti sono avvitate. Lo smontaggio consente un'accurata pulizia del converter ed una manutenzione della doppia guarnizione di tenuta con grasso al silicone.
Dalla prova di scrittura, si può notare che il tratto medio non è eccessivamente spesso e che il flusso dell'inchiostro è regolare e ben calibrato, grazie anche al grande alimentatore.
Il pennino non è per nulla flessibile, anzi, lo definirei molto rigido e particolare, in questo senso si distingue molto dai pennini Jinhao e Duke delle penne cinesi che ho provato finora e che, personalmente mi sembrano tutti uguali.
La scorrevolezza sulla carta è comunque ottima, grazie alle caratteristiche del flusso. Nessuna falsa partenza e nessun impuntamento, anche se la penna sta un po' senza cappuccio o rimane ferma in posizione verticale per qualche giorno.
Nonostante il peso, la penna si adatta subito alla mano e la sua impugnatura è confortevole. Ho sperimentato sessioni di scrittura di un paio d'ore senza accusare stanchezza o fastidi al polso.
Conclusioni
Ritengo che questa penna, per come scrive e come si presenta, valga quanto è stata pagata, e forse anche un po' di più, e che, rispetto ad altre cinesi, sia dotata di una certa eleganza e personalità... Peccato la testina (vedrò di modificarla)
Da segnalare la trasformazione eseguita da Dibattersi (si può trovare nella sezione Tecnica e Riparazioni al topic “trasformazione del sistema di caricamento”), dove viene modificato il sistema di caricamento di questa penna trasformandolo nel tipo a depressione... Un'operazione che vorrei tentare...
Saluti a tutti
Andrea
Mi sono imbattuto per caso in un'immagine della penna, in un sito estero, scambiandola, a prima vista per una Parker Dufold, ma il fermaglio della clip non mi convinceva... Attratto dalla sua linea, la cercai in rete e, visti i 22 dollari richiesti, spese di spedizione comprese, non esitai ad ordinarla all'istante.
Dopo un'attesa di quasi un mese, la penna arrivò a casa in una semplice busta rinforzata e all'interno di un sacchettino in plastica...
Il marchio
Contrariamente a quanto dichiarato in alcune pubblicità, dove il marchio viene dichiarato essere australiano, seppur le penne prodotte in Cina (Shangai), credo che di australiano il marchio Kaigelu abbia soltanto il nome: “Kai-Ge-Lu”, “Canguro”, appunto, in una delle varie lingue del continente australiano.
D'altra parte, basta accedere al sito della Casa per rendersene conto.
La penna
La penna, in una consistente resina acrilica semitrasparente, è chiaramente ispirata alla Parker Dufold international, le differenze, a prima vista, sono davvero minime. E' una penna piuttosto pesante, circa 46 grammi, dalle dimensioni generose, ma non eccessive: 13.6 cm chiusa, 12.8 aperta e senza cappuccio, diametro massimo di circa 12mm. Più o meno le dimensioni di una Pelikan M600.
La casa produttrice propone questa penna in tre livree marmorizzate carbone, ambra e bianca con venature scure. La penna, a mio avviso, ha una certa eleganza di linee e di forma.
Il cappuccio a vite non calza agevolmente sul fondello della penna e, comunque, la renderebbe piuttosto lunga (circa 17.5 cm) e sbilanciata.
La clip in metallo è solidale con un anellino, mediante il quale è fissata al cappuccio, sotto la testina. Non riproduce la freccia della Parker (come si trova in genere nelle Duke), è molto rigida, ma, grazie alla sua lunghezza e alla forma della parte finale, l'inserimento nel taschino non risulta difficoltoso.
Alla base del cappuccio, si trovano due verette, anche se sarebbe più il caso di definirle due anellini, di egual spessore (la Parker presenta, invece una veretta ed una fascetta di spessori diversi).
La testina del cappuccio, di colore nero e di forma tronco – conica (cilindrica nella Parker), presenta sulla sommità il logo del canguro stilizzato inscritto in una coroncina di foglioline, il tutto di colore dorato e la testina è sormontata una calottina di plastica trasparente.
Personalmente, ritengo che la testina non sia elegantissima e che la scelta della riproduzione del logo e, soprattutto, della calottina in plastica appesantiscano le forme, dando oltretutto l'idea di un qualcosa di “plasticoso”, pesante e, al contempo, “giocattoloso”.
Una testina della stessa forma e senza alcun fregio, come nella Dufold, si sarebbe abbinata perfettamente al fondello, che ne avrebbe richiamato la forma ed il colore, basando in questo modo l'eleganza sulla simmetria dell'anellino della clip e di quello tra fondello e fusto...
Altri anellini si trovano al raccordo tra fusto e puntale, in materia plastica nera, e alla sommità del puntale stesso, a ridosso del pennino.
Il pennino bicolore, come quello di molte penne cinesi, richiama nelle decorazioni e negli abbinamenti di bande gialle e bianche i fregi dei pennini Montblanc.
In posizione centrale vi è il foro di sfiato circolare e sotto il canguro stilizzato della testina con, a seguire, la misura del pennino: “M”.
L'alimentazione è a cartuccia/converter (in dotazione). La misura della cartuccia è quella internazionale (tipo Pelikan), il converter è a vite.
Il gruppo scrittura mostra una filettatura metallica, una interna per fissare il converter ed una esterna per il raccordo al fusto. Sulla parte finale, viene riportato il numero del modello: 316, inciso nella fascetta del converter.
Il converter, pur dando l'idea di una costruzione attenta, appare piuttosto fragile al tatto, tuttavia, la sua tenuta e la sua resa sono ottimi. Un altro particolare interessante dell'oggetto, è che è completamente smontabile, e che le sue parti sono avvitate. Lo smontaggio consente un'accurata pulizia del converter ed una manutenzione della doppia guarnizione di tenuta con grasso al silicone.
Dalla prova di scrittura, si può notare che il tratto medio non è eccessivamente spesso e che il flusso dell'inchiostro è regolare e ben calibrato, grazie anche al grande alimentatore.
Il pennino non è per nulla flessibile, anzi, lo definirei molto rigido e particolare, in questo senso si distingue molto dai pennini Jinhao e Duke delle penne cinesi che ho provato finora e che, personalmente mi sembrano tutti uguali.
La scorrevolezza sulla carta è comunque ottima, grazie alle caratteristiche del flusso. Nessuna falsa partenza e nessun impuntamento, anche se la penna sta un po' senza cappuccio o rimane ferma in posizione verticale per qualche giorno.
Nonostante il peso, la penna si adatta subito alla mano e la sua impugnatura è confortevole. Ho sperimentato sessioni di scrittura di un paio d'ore senza accusare stanchezza o fastidi al polso.
Conclusioni
Ritengo che questa penna, per come scrive e come si presenta, valga quanto è stata pagata, e forse anche un po' di più, e che, rispetto ad altre cinesi, sia dotata di una certa eleganza e personalità... Peccato la testina (vedrò di modificarla)
Da segnalare la trasformazione eseguita da Dibattersi (si può trovare nella sezione Tecnica e Riparazioni al topic “trasformazione del sistema di caricamento”), dove viene modificato il sistema di caricamento di questa penna trasformandolo nel tipo a depressione... Un'operazione che vorrei tentare...
Saluti a tutti
Andrea