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22 febbraio 2025 - Hotel Hilton, via Galvani 12
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Recensione Keigelu 316
- Silente
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- Messaggi: 418
- Iscritto il: mercoledì 10 aprile 2013, 23:55
- La mia penna preferita: Pelikan M800/M200
- Il mio inchiostro preferito: Quink Parker nero
- Misura preferita del pennino: Fine
- Arte Italiana FP.IT M: 107
- Località: Venezia
- Gender:
Recensione Keigelu 316
Come l'ho trovata
Mi sono imbattuto per caso in un'immagine della penna, in un sito estero, scambiandola, a prima vista per una Parker Dufold, ma il fermaglio della clip non mi convinceva... Attratto dalla sua linea, la cercai in rete e, visti i 22 dollari richiesti, spese di spedizione comprese, non esitai ad ordinarla all'istante.
Dopo un'attesa di quasi un mese, la penna arrivò a casa in una semplice busta rinforzata e all'interno di un sacchettino in plastica...
Il marchio
Contrariamente a quanto dichiarato in alcune pubblicità, dove il marchio viene dichiarato essere australiano, seppur le penne prodotte in Cina (Shangai), credo che di australiano il marchio Kaigelu abbia soltanto il nome: “Kai-Ge-Lu”, “Canguro”, appunto, in una delle varie lingue del continente australiano.
D'altra parte, basta accedere al sito della Casa per rendersene conto.
La penna
La penna, in una consistente resina acrilica semitrasparente, è chiaramente ispirata alla Parker Dufold international, le differenze, a prima vista, sono davvero minime. E' una penna piuttosto pesante, circa 46 grammi, dalle dimensioni generose, ma non eccessive: 13.6 cm chiusa, 12.8 aperta e senza cappuccio, diametro massimo di circa 12mm. Più o meno le dimensioni di una Pelikan M600.
La casa produttrice propone questa penna in tre livree marmorizzate carbone, ambra e bianca con venature scure. La penna, a mio avviso, ha una certa eleganza di linee e di forma.
Il cappuccio a vite non calza agevolmente sul fondello della penna e, comunque, la renderebbe piuttosto lunga (circa 17.5 cm) e sbilanciata.
La clip in metallo è solidale con un anellino, mediante il quale è fissata al cappuccio, sotto la testina. Non riproduce la freccia della Parker (come si trova in genere nelle Duke), è molto rigida, ma, grazie alla sua lunghezza e alla forma della parte finale, l'inserimento nel taschino non risulta difficoltoso.
Alla base del cappuccio, si trovano due verette, anche se sarebbe più il caso di definirle due anellini, di egual spessore (la Parker presenta, invece una veretta ed una fascetta di spessori diversi).
La testina del cappuccio, di colore nero e di forma tronco – conica (cilindrica nella Parker), presenta sulla sommità il logo del canguro stilizzato inscritto in una coroncina di foglioline, il tutto di colore dorato e la testina è sormontata una calottina di plastica trasparente.
Personalmente, ritengo che la testina non sia elegantissima e che la scelta della riproduzione del logo e, soprattutto, della calottina in plastica appesantiscano le forme, dando oltretutto l'idea di un qualcosa di “plasticoso”, pesante e, al contempo, “giocattoloso”.
Una testina della stessa forma e senza alcun fregio, come nella Dufold, si sarebbe abbinata perfettamente al fondello, che ne avrebbe richiamato la forma ed il colore, basando in questo modo l'eleganza sulla simmetria dell'anellino della clip e di quello tra fondello e fusto...
Altri anellini si trovano al raccordo tra fusto e puntale, in materia plastica nera, e alla sommità del puntale stesso, a ridosso del pennino.
Il pennino bicolore, come quello di molte penne cinesi, richiama nelle decorazioni e negli abbinamenti di bande gialle e bianche i fregi dei pennini Montblanc.
In posizione centrale vi è il foro di sfiato circolare e sotto il canguro stilizzato della testina con, a seguire, la misura del pennino: “M”.
L'alimentazione è a cartuccia/converter (in dotazione). La misura della cartuccia è quella internazionale (tipo Pelikan), il converter è a vite.
Il gruppo scrittura mostra una filettatura metallica, una interna per fissare il converter ed una esterna per il raccordo al fusto. Sulla parte finale, viene riportato il numero del modello: 316, inciso nella fascetta del converter.
Il converter, pur dando l'idea di una costruzione attenta, appare piuttosto fragile al tatto, tuttavia, la sua tenuta e la sua resa sono ottimi. Un altro particolare interessante dell'oggetto, è che è completamente smontabile, e che le sue parti sono avvitate. Lo smontaggio consente un'accurata pulizia del converter ed una manutenzione della doppia guarnizione di tenuta con grasso al silicone.
Dalla prova di scrittura, si può notare che il tratto medio non è eccessivamente spesso e che il flusso dell'inchiostro è regolare e ben calibrato, grazie anche al grande alimentatore.
Il pennino non è per nulla flessibile, anzi, lo definirei molto rigido e particolare, in questo senso si distingue molto dai pennini Jinhao e Duke delle penne cinesi che ho provato finora e che, personalmente mi sembrano tutti uguali.
La scorrevolezza sulla carta è comunque ottima, grazie alle caratteristiche del flusso. Nessuna falsa partenza e nessun impuntamento, anche se la penna sta un po' senza cappuccio o rimane ferma in posizione verticale per qualche giorno.
Nonostante il peso, la penna si adatta subito alla mano e la sua impugnatura è confortevole. Ho sperimentato sessioni di scrittura di un paio d'ore senza accusare stanchezza o fastidi al polso.
Conclusioni
Ritengo che questa penna, per come scrive e come si presenta, valga quanto è stata pagata, e forse anche un po' di più, e che, rispetto ad altre cinesi, sia dotata di una certa eleganza e personalità... Peccato la testina (vedrò di modificarla)
Da segnalare la trasformazione eseguita da Dibattersi (si può trovare nella sezione Tecnica e Riparazioni al topic “trasformazione del sistema di caricamento”), dove viene modificato il sistema di caricamento di questa penna trasformandolo nel tipo a depressione... Un'operazione che vorrei tentare...
Saluti a tutti
Andrea
Mi sono imbattuto per caso in un'immagine della penna, in un sito estero, scambiandola, a prima vista per una Parker Dufold, ma il fermaglio della clip non mi convinceva... Attratto dalla sua linea, la cercai in rete e, visti i 22 dollari richiesti, spese di spedizione comprese, non esitai ad ordinarla all'istante.
Dopo un'attesa di quasi un mese, la penna arrivò a casa in una semplice busta rinforzata e all'interno di un sacchettino in plastica...
Il marchio
Contrariamente a quanto dichiarato in alcune pubblicità, dove il marchio viene dichiarato essere australiano, seppur le penne prodotte in Cina (Shangai), credo che di australiano il marchio Kaigelu abbia soltanto il nome: “Kai-Ge-Lu”, “Canguro”, appunto, in una delle varie lingue del continente australiano.
D'altra parte, basta accedere al sito della Casa per rendersene conto.
La penna
La penna, in una consistente resina acrilica semitrasparente, è chiaramente ispirata alla Parker Dufold international, le differenze, a prima vista, sono davvero minime. E' una penna piuttosto pesante, circa 46 grammi, dalle dimensioni generose, ma non eccessive: 13.6 cm chiusa, 12.8 aperta e senza cappuccio, diametro massimo di circa 12mm. Più o meno le dimensioni di una Pelikan M600.
La casa produttrice propone questa penna in tre livree marmorizzate carbone, ambra e bianca con venature scure. La penna, a mio avviso, ha una certa eleganza di linee e di forma.
Il cappuccio a vite non calza agevolmente sul fondello della penna e, comunque, la renderebbe piuttosto lunga (circa 17.5 cm) e sbilanciata.
La clip in metallo è solidale con un anellino, mediante il quale è fissata al cappuccio, sotto la testina. Non riproduce la freccia della Parker (come si trova in genere nelle Duke), è molto rigida, ma, grazie alla sua lunghezza e alla forma della parte finale, l'inserimento nel taschino non risulta difficoltoso.
Alla base del cappuccio, si trovano due verette, anche se sarebbe più il caso di definirle due anellini, di egual spessore (la Parker presenta, invece una veretta ed una fascetta di spessori diversi).
La testina del cappuccio, di colore nero e di forma tronco – conica (cilindrica nella Parker), presenta sulla sommità il logo del canguro stilizzato inscritto in una coroncina di foglioline, il tutto di colore dorato e la testina è sormontata una calottina di plastica trasparente.
Personalmente, ritengo che la testina non sia elegantissima e che la scelta della riproduzione del logo e, soprattutto, della calottina in plastica appesantiscano le forme, dando oltretutto l'idea di un qualcosa di “plasticoso”, pesante e, al contempo, “giocattoloso”.
Una testina della stessa forma e senza alcun fregio, come nella Dufold, si sarebbe abbinata perfettamente al fondello, che ne avrebbe richiamato la forma ed il colore, basando in questo modo l'eleganza sulla simmetria dell'anellino della clip e di quello tra fondello e fusto...
Altri anellini si trovano al raccordo tra fusto e puntale, in materia plastica nera, e alla sommità del puntale stesso, a ridosso del pennino.
Il pennino bicolore, come quello di molte penne cinesi, richiama nelle decorazioni e negli abbinamenti di bande gialle e bianche i fregi dei pennini Montblanc.
In posizione centrale vi è il foro di sfiato circolare e sotto il canguro stilizzato della testina con, a seguire, la misura del pennino: “M”.
L'alimentazione è a cartuccia/converter (in dotazione). La misura della cartuccia è quella internazionale (tipo Pelikan), il converter è a vite.
Il gruppo scrittura mostra una filettatura metallica, una interna per fissare il converter ed una esterna per il raccordo al fusto. Sulla parte finale, viene riportato il numero del modello: 316, inciso nella fascetta del converter.
Il converter, pur dando l'idea di una costruzione attenta, appare piuttosto fragile al tatto, tuttavia, la sua tenuta e la sua resa sono ottimi. Un altro particolare interessante dell'oggetto, è che è completamente smontabile, e che le sue parti sono avvitate. Lo smontaggio consente un'accurata pulizia del converter ed una manutenzione della doppia guarnizione di tenuta con grasso al silicone.
Dalla prova di scrittura, si può notare che il tratto medio non è eccessivamente spesso e che il flusso dell'inchiostro è regolare e ben calibrato, grazie anche al grande alimentatore.
Il pennino non è per nulla flessibile, anzi, lo definirei molto rigido e particolare, in questo senso si distingue molto dai pennini Jinhao e Duke delle penne cinesi che ho provato finora e che, personalmente mi sembrano tutti uguali.
La scorrevolezza sulla carta è comunque ottima, grazie alle caratteristiche del flusso. Nessuna falsa partenza e nessun impuntamento, anche se la penna sta un po' senza cappuccio o rimane ferma in posizione verticale per qualche giorno.
Nonostante il peso, la penna si adatta subito alla mano e la sua impugnatura è confortevole. Ho sperimentato sessioni di scrittura di un paio d'ore senza accusare stanchezza o fastidi al polso.
Conclusioni
Ritengo che questa penna, per come scrive e come si presenta, valga quanto è stata pagata, e forse anche un po' di più, e che, rispetto ad altre cinesi, sia dotata di una certa eleganza e personalità... Peccato la testina (vedrò di modificarla)
Da segnalare la trasformazione eseguita da Dibattersi (si può trovare nella sezione Tecnica e Riparazioni al topic “trasformazione del sistema di caricamento”), dove viene modificato il sistema di caricamento di questa penna trasformandolo nel tipo a depressione... Un'operazione che vorrei tentare...
Saluti a tutti
Andrea
Twice the pride, double the fall [Count Dooku]
- fabri00
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Recensione Keigelu 316
Ce l'ho anche io, a seguito di un acquisto abbastanza massiccio di penne cinesi che ho eseguito negli ultimi mesi.
E' una delle poche cinesi con corpo in acrilico, e non in metallo verniciato, e quindi è molto bilanciata e relativamente leggera.
In effetti è una penna di qualità notevole rapportata al cossto, del tutto irrisorio.
Avrei voluto presentarla anche io nel forum, facendo il coinfronto fra la Duofold degli anni 20, quella degli anni 90, e la copia cinese di adesso.....
E' una delle poche cinesi con corpo in acrilico, e non in metallo verniciato, e quindi è molto bilanciata e relativamente leggera.
In effetti è una penna di qualità notevole rapportata al cossto, del tutto irrisorio.
Avrei voluto presentarla anche io nel forum, facendo il coinfronto fra la Duofold degli anni 20, quella degli anni 90, e la copia cinese di adesso.....
Neofita a chi ?
- piccardi
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Recensione Keigelu 316
Beh, allora aspettiamo anche la tua recensione!fabri00 ha scritto:Avrei voluto presentarla anche io nel forum, facendo il coinfronto fra la Duofold degli anni 20, quella degli anni 90, e la copia cinese di adesso.....
Nel frattempo un grazie ad Andrea per la sua, la penna mi pare davvero interessante, il peso però, visto che i tratta di acrilico, mi pare molto elevato.
Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
viewtopic.php?f=19&t=3123
e per aiutare chi non trova un termine:
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Recensione Keigelu 316
Bella recensione. Complimenti e grazie.
La penna sembra molto interessante. A me non dispiacciono affatto questi prodotti, bistrattati da alcuni perché non di marca, ma che io trovo assolutamente dignitosi sia come qualità, sia come estetica e sia, soprattutto, come prezzi.
Una domanda, ma dove le trovate tutte queste penne? solo sul web? si deve andare sempre...."alla cieca"?
Un saluto.
La penna sembra molto interessante. A me non dispiacciono affatto questi prodotti, bistrattati da alcuni perché non di marca, ma che io trovo assolutamente dignitosi sia come qualità, sia come estetica e sia, soprattutto, come prezzi.
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Una domanda, ma dove le trovate tutte queste penne? solo sul web? si deve andare sempre...."alla cieca"?
Un saluto.
Fabio
Recensione Keigelu 316
Complimenti per la recensione l'ho letta tutto d 'un fiato, la penna mi sembra molto interessante, la decorazione del pennino mi piace molto, è quella trasformata da dibattersi(come si firma qui sul forum)?
- Silente
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Recensione Keigelu 316
Anch'io vorrei invitare, come ha giustamente fatto Simone, Fabri00 a produrre una recensione. Se, come mi sembra di aver capito dalle tue parole, hai le due Dufold, sarebbe interessantissimo confrontare anche le diverse impressioni di scrittura che danno le tre penne. A volte, queste penne che costano poco, riservano delle piacevoli sorprese, il fatto, poi, che la penna non sia di metallo laccato, come sono molte cinesi, ma di una resina acrilica, probabilmente ci salva anche da rapidi deterioramente futuri.
... Acquistare in rete può essere un rischio... Strapagare una certezza... Non so cosa sia peggio, ma diciamo che a me è sempre andata bene...
Saluti a tutti.
Andrea
Per quanto riguarda il peso, l'ho verificato personalmente con la bilancia della cucina (sensibilità 2g). Va notato che vi sono molte parti in metallo: tutta il gruppo scrittura, dalla filettatura al fusto, fino al raccordo della cartuccia/converter è in metallo, cosi come pure la parte del fondello che si inserisce nel fusto.piccardi ha scritto:la penna mi pare davvero interessante, il peso però, visto che i tratta di acrilico, mi pare molto elevato.
L'avevo vista, ma non "notata", forse a causa del prezzo che mi sembrava esoso, anche sulle bancarelle che qui a Venezia, ma immagino anche in altre città, proliferano nei periodi prenatalizio e prepasquale... a 50 euroFabilus ha scritto:Una domanda, ma dove le trovate tutte queste penne? solo sul web? si deve andare sempre...."alla cieca"?
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Sì, è quella trasformata da Dibattersi, le indicazioni (in inglese) le trovate nella sezione "Tecnica e riparazioni" al topic "trasformazione del sistema di caricamento" (non so come si faccia a mettere il link diretto... Ma studiando nei meandri del forum prima o poi ci riuscirò).Andrea_R ha scritto: è quella trasformata da dibattersi(come si firma qui sul forum)?
Saluti a tutti.
Andrea
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Recensione Keigelu 316
Grazie ad Andrea_R, il collegamento al topic sulla trasformazione del sistema di caricamento realizzata da Dibattersi, è il seguente:
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Recensione Keigelu 316
Appena riesco faccio una comparativa Duofold anni 20, copia italiana anni 20, Duofold anni 90, copia cinese.....Silente ha scritto:Anch'io vorrei invitare, come ha giustamente fatto Simone, Fabri00 a produrre una recensione. Se, come mi sembra di aver capito dalle tue parole, hai le due Dufold, sarebbe interessantissimo confrontare anche le diverse impressioni di scrittura che danno le tre penne. A volte, queste penne che costano poco, riservano delle piacevoli sorprese, il fatto, poi, che la penna non sia di metallo laccato, come sono molte cinesi, ma di una resina acrilica, probabilmente ci salva anche da rapidi deterioramente futuri.
Io la mia l'ho pagata 10/15 euro su ebay.Silente ha scritto: L'avevo vista, ma non "notata", forse a causa del prezzo che mi sembrava esoso, anche sulle bancarelle che qui a Venezia, ma immagino anche in altre città, proliferano nei periodi prenatalizio e prepasquale... a 50 euro... Acquistare in rete può essere un rischio... Strapagare una certezza... Non so cosa sia peggio, ma diciamo che a me è sempre andata bene...
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- piccardi
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Aspettiamo impazienti!
Simone
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La cosa si fa interessante... Io intanto ho studiato tutta la sera la trasformazione di Dibattersi... Non immediata, ma neanche impossibile. Vedo di procurarmi il materiale necessario e poi ci provo!!
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Eccola:piccardi ha scritto:Beh, allora aspettiamo anche la tua recensione!fabri00 ha scritto:Avrei voluto presentarla anche io nel forum, facendo il coinfronto fra la Duofold degli anni 20, quella degli anni 90, e la copia cinese di adesso.....
Nel frattempo un grazie ad Andrea per la sua, la penna mi pare davvero interessante, il peso però, visto che i tratta di acrilico, mi pare molto elevato.
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Arrivata da poco una Kaigelu 316 Amber (non ho saputo resistere...Silente ha scritto:...Il pennino non è per nulla flessibile, anzi, lo definirei molto rigido e particolare, in questo senso si distingue molto dai pennini Jinhao e Duke delle penne cinesi che ho provato finora e che, personalmente mi sembrano tutti uguali.
La scorrevolezza sulla carta è comunque ottima, grazie alle caratteristiche del flusso. Nessuna falsa partenza e nessun impuntamento, anche se la penna sta un po' senza cappuccio o rimane ferma in posizione verticale per qualche giorno.
Nonostante il peso, la penna si adatta subito alla mano e la sua impugnatura è confortevole. Ho sperimentato sessioni di scrittura di un paio d'ore senza accusare stanchezza o fastidi al polso.
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Recensione Keigelu 316
Questa penna mi attrae.. Esteticamente non mi dispiace, e dopo la buona esperienza con la Kaigelu 356 sarei davvero curioso di provarla... Vediamo se riesco a trattenermi o la compro nei prossimi giorni.. 
