WATERMAN’S Inks: “CORRESPONDENCE INKS” BOTTLE — New York, 1933 // Waterman’s “SOCIALLY CORRECT CORRESPONDENCE” 1929
Inviato: mercoledì 19 febbraio 2025, 8:55
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Questo articolo è l’ultimo di una serie di quattro che hanno preso in esame la produzione di calamai Waterman’s negli anni dal 1933 al 1936.
• Nel primo di essi
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è anche disponibile una breve presentazione di tutti i modelli oggetto della mia ricerca, seguita da una recensione del calamaio “Well-Top” [n. ④].
• Nel secondo articolo pubblicato ho trattato del primo calamaio “Tip-Fill” [n. ②], successivamente denominato “De Luxe Tip-Fill”, disegnato da G.Larsen:
viewtopic.php?t=30441
• Nel terzo articolo ho recensito il celeberrimo calamaio coricabile [n. ③] anch’esso denominato “Tip-Fill”, disegnato da T.J. Piazzoli, anche nella sua versione francese:
viewtopic.php?t=30599
• Oggi concludo la panoramica con il primo in ordine cronologico tra questi specialissimi calamai, quello dedicato ai Waterman’s “Correspondence Inks” nel 1933 [n. ①]. Waterman’s Catalog 1936 (fonte PCA)
L’Introduzione seguente (I) è quella comune alla serie.
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I) Lo stato dell’arte dei calamai Waterman’s negli USA nell’anno 1936
Vi fu un anno di grazia, il 1936, in cui la Waterman americana si trovò a proporre al pubblico ben 4 diversi “calamai da tavolo” di nuova concezione contemporaneamente.
Erano stati introdotti uno dopo l’altro nel triennio 1933-1936 (gli ultimi due, il ③ e il ④, addirittura contemporaneamente nell’estate del 1936), con lo scopo prima di affiancare e poi di sostituire i tradizionali quanto gloriosi, ma oramai commercialmente vetusti “flaconi cilindrici”.
Nel 1936 i nuovi “calamai da tavolo individuali” (tutti dalla capacità di 2 once eccetto il ② che ne conteneva il doppio) venivano così a distinguersi
• dalle bottiglie per ricariche, di grande capacità, destinate a uffici e scuole (ad esempio), che permettevano di riempire tutti i singoli calamai più piccoli attraverso un sistema di rabbocco (“pour-out device”, un versatore a cannuccia, anch’esso mostrato nella pagina di catalogo sopra allegata),
• e dai “calamai da viaggio”, che erano invece ancora e sempre cilindrici, di piccole dimensioni e inseriti in contenitori protettivi in legno, metallo (alluminio) o bachelite.
Dopo la definitiva fuoriuscita dai cataloghi americani delle penne eyedropper e delle safety (e perciò anche delle “pipette contagocce” loro dedicate e, conseguentemente dei caratteristici tappi che potevano comodamente alloggiarle in altezza, come quello visibile nell’immagine seguente tratta da una delle mie recensioni) i tradizionali calamai cilindrici multiuso (da 2 e 4 once) continuarono comunque ad essere venduti richiusi con “tappi bassi” ancora fino alla seconda metà degli anni Trenta, ma come flaconi entry level, sotto la definizione di “Regular individual desk size containers” (contenitori standard individuali da tavolo).
Tuttavia, la loro storia ormai trentennale non li rendeva più adatti ad affrontare, se non quella qualitativa dell’inchiostro, almeno la “battaglia di immagine” contro l’agguerritissima concorrenza.
La situazione era stata complicata dalla Waterman stessa, che aveva avviato anzitempo la dismissione (inopinata, vista la loro grande bellezza ed eleganza) dei calamai su stelo a forma di “globo” (o “cardioide”), prodotti in cinque varianti successive a partire dal 1912, e destinati alle penne con caricamento “automatico” (ossia, dopo il 1915 in casa Waterman esclusivamente alle lever filler), rimanendo così già all’inizio degli anni Trenta senza una vera alternativa commerciale alla ormai “sorpassata” impostazione cilindrica.
La situazione cambiò dal 1933, sicuramente anche in vista del cinquantesimo anniversario di attività della Casa (1883/4-1934), e nel 1936, per promuovere più efficacemente la vendita dei quattro nuovi flaconi di inchiostro mostrati in apertura (stilisticamente tutti così pienamente quanto irresistibilmente Art Déco), il marketing della Waterman decise di presentarli come dotati di “special features” (caratteristiche speciali), non solo evidentemente per il design, ma anche per il tipo di impiego per ciascuno di essi suggerito.
II) I Waterman’s “Correspondence Inks” – New York, 1933
Il calamaio
WATERMAN’S “CORRESPONDENCE INKS” calamaio, produzione USA, 1933. Capacità: 1 ¼ oz. = 37 cc [= 37 ml]
Altezza: 6,85 cm
Larghezza massima: 4,87 cm
Larghezza minima: 4,2 cm
Base (quadrata): ca. 4,2 x 4,2 cm
Imboccatura, Ø utile: 1,82 cm
Ø esterno del tappo: 4,13 cm
Altezza del tappo: 1,71 cm
Peso a vuoto: 147 g
Peso all’origine (stimato): ca. 185 g
Peso del tappo: 11 g
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Cronologia
I “Correspondence Inks” di Waterman sono letteralmente “inchiostri per la corrispondenza”, la “social correspondence” come più correttamente specificato in alcune Ads, quella che potremmo definire la “corrispondenza privata”.
I 6 colori disponibili (5 + il nero) vennero battezzati con nomi evocativi, per venire incontro alla nuova voga, definita «tutta femminile», di abbinare la tonalità dell’inchiostro ai variegati colori della “carta da lettera” offerti sul mercato. Il consiglio del Produttore che potessero essere usati anche a scuola (visto il prezzo salatissimo!) o negli studi di ingegneria o commerciali per sottolineare con colori vividi alcuni aspetti del loro lavoro, passò subito in secondo piano…
Il calamaio era modernissimo e ricercato, prezioso, in vetro bombato con tappo in bachelite di diversi colori.
La linea di questi inchiostri venne addirittura lanciata come “delicatamente profumata”!
Essendo un prodotto “alla moda” e di design, costava ben più del prezzo medio richiesto comunemente per gli inchiostri anche colorati, e si attirò persino (è la prima volta che mi è capitato di vederlo) alcuni ironici commenti sulla stampa quotidiana… The_Birmingham_News_Sun__Mar_26__1933
I “Correspondence Inks” debuttarono nella prima metà del 1933, con i primi test di vendita documentabili già alla fine di gennaio. The_Morning_Call_1933_01_28 pag.8
La particolarità di questa Ad è che è tra le pochissime da me ritrovate che accennino al non trascurabile dettaglio della delicata profumazione degli inchiostri («delicately scented inks», in un’altra Ad anche definiti «the new perfumed ink») che, tuttavia, era una caratteristica certamente presente, almeno all’inizio (e probabilmente solo per un certo periodo): sulla confezione in cartoncino (che, ahimè!, non possiedo, ma che ho potuto consultare in rete quando avevo perso l’asta perché ero al mare…) tale caratteristica è esplicitamente dichiarata. (Fonte Ebay)
Ma non lo sarà certamente più solo pochi mesi dopo, come risulta dalle «Informazioni per i Rivenditori» della Waterman del maggio 1933! Waterman Information for Dealers - May 1, 1933 (fonte PCA)
La mia ipotesi è che questa caratteristica sia stata abbandonata dalla produzione (e dunque del tutto trascurata nelle pubblicità) già dalla metà del 1933, ovvero dal momento del lancio ufficiale, per un motivo al momento sconosciuto (forse problemi di compatibilità delle essenze profumate con la celluloide?).
Nel giugno del 1933 lo splendido calamaio fece il suo debutto “ufficiale” su una rivista generalista a diffusione nazionale, contribuendo con le sue forme moderne ed eleganti a rafforzare le idee di progresso veicolate dal messaggio della Casa che lanciava il nuovissimo alimentatore “Tip-Fill” per la ricarica “pulita” (https://www.fountainpen.it/Tip-Fill), WATERMAN - 1933.06 – Improved No. 7 Pen with Tip-Fill Feed & Correspondence Inks - Collier's magazine - pag.3 (mio conferimento al Wiki)
montato sulla altrettanto nuova stilografica alto di gamma <Number Seven “migliorata”> in celluloide nera.
Continua…