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La penna italiana e la poesia giapponese

Inviato: lunedì 8 aprile 2024, 21:53
da Enbi
Buonasera carissimi! Volevo condividere con voi una bella poesia in cui mi sono imbattuto studiando un racconto storico del XII secolo, lo Ōkagami 大鏡 (Grande Specchio).
La poesia è già attestata in raccolte precedenti, e il testo gli costruisce attorno un racconto.
Ho voluto trascriverla usando una delle penne che mi danno più soddisfazioni dal punto di vista della scrittura: la Astura Nova n. 108. Ha un pennino con cui riesco ad avvicinarmi al tratto "da pennello".
La carta è Rhodia, l'inchiostro è il Waterman Serenity Blue.
La carta è Rhodia, l'inchiostro è il Waterman Serenity Blue.
Una mia traduzione molto approssimativa e che non rende giustizia alla bellezza dei versi è:
Quando spira il freddo vento che scende dal monte Ogura e dal monte Arashi [due alture vicino Kyoto poste una di fronte all'altra, n.d.t.], le foglie rosse si spandono attaccandosi sulle vesti della gente, e sembra che tutti indossino vesti di broccato
La grafia richiede ancora tanto lavoro, ma ho molto tempo per fare esercizio :roll:
Trovo interessante coniugare la passione stilografica e quella per la poesia giapponese.
E voi quali connubi "strani" (che non siano cioè la pura calligrafia) fate?

La penna italiana e la poesia giapponese

Inviato: lunedì 8 aprile 2024, 21:59
da RisottoPensa
La mia professoressa di Tecnica delle medie adorava le poesie giapponesi, e ricordo vagamente ancora che usò 2-3 lezioni per farci scrivere queste poesie giapponesi da 3 versi.
Interessante, ma la traduzione ( non la tua ) in italiano non rende giustizia al significato originale, credo sia necessario sapere il giapponese per comprendere a pieno la loro bellezza.

La penna italiana e la poesia giapponese

Inviato: lunedì 8 aprile 2024, 22:07
da novainvicta
E' un Haiku ? Comunque bella e raffinata .

La penna italiana e la poesia giapponese

Inviato: lunedì 8 aprile 2024, 22:15
da maumau
Caro Enrico,
la stilografica per me è il sismografo delle emozioni, traccia lo stato d'animo nel tratto, tanto più è vero quanto più personali e sentite sono le parole da scrivere. Mi dedico sporadicamente a segnare i mie pensieri, dedico attenzione nel tratto per il piacere di scorgere poi la bellezza nel segno oltre che nel significato. Ci riesco? non lo so :problem: , ci provo ;)

La penna italiana e la poesia giapponese

Inviato: lunedì 8 aprile 2024, 22:23
da Enbi
Entrambi vi state riferendo allo haiku, che è una forma moderna (non contemporanea) di poesia; qui si tratta di un waka, che è il metro classico della poesia giapponese, è composto da 5 versi, rispettivamente di 5-7-5-7-7 more.
Effettivamente ci sono delle figure retoriche molto difficilmente traducibili in italiano: quella che più mi salta all'occhio (e che è notata dai curatori dell'edizione critica del testo) è il fatto che la parola "arashi" sia usata nel doppio senso di nome proprio di un monte (il monte Arashi appunto) e del termine che indica il vento impetuoso di montagna, spesso frammisto a pioggia e/o neve.

La penna italiana e la poesia giapponese

Inviato: lunedì 8 aprile 2024, 22:41
da Enbi
maumau ha scritto: lunedì 8 aprile 2024, 22:15 la stilografica per me è il sismografo delle emozioni, traccia lo stato d'animo nel tratto, tanto più è vero quanto più personali e sentite sono le parole da scrivere. Mi dedico sporadicamente a segnare i mie pensieri, dedico attenzione nel tratto per il piacere di scorgere poi la bellezza nel segno oltre che nel significato. Ci riesco? non lo so :problem: , ci provo ;)
Adesso capisco la tua predilezione per il mondo del pennino "flessibile-elastico-soft", decisamente più in grado di trasferire sulla carta in modo visibile gli stati d'animo ;)

La penna italiana e la poesia giapponese

Inviato: sabato 13 aprile 2024, 21:36
da Enbi
Buonasera a tutti!
Ho deciso di scrivere un altro waka con un'altra fidata penna italiana: in questo caso una Omas Extra ogivale in celluloide.
IMG_20240413_212911.jpg
La traduzione riportata nell'edizione del Wakanrōeishū a cura di Andrea Maurizi e Ikuko Sagiyama (Edizioni Ariele, 2016) è la seguente:
Il palpito della primavera,
Invero, avverto in me stesso:
Nell'apice della fioritura
Nessun potrà mai avere
L'animo quieto

La penna italiana e la poesia giapponese

Inviato: sabato 13 aprile 2024, 21:54
da Koten90
La coincidenza tra meteo nelle poesie che scrivi e quello attuale mi fa pensare che vivi qui vicino: lunedì tirava vento e si preparava alla pioggia, anche se i 31ºC di oggi fanno più pensare all’estate.

Se già non l’hai provato, ti consiglio tantissimo il videogame “Ghost of Tsushima” che la tua passione per la cultura giapponese apprezzerà tantissimo ;)
C’è anche una sorta di minigioco di composizione di haiku

La penna italiana e la poesia giapponese

Inviato: sabato 13 aprile 2024, 22:00
da Enbi
In verità le poesie di questa antologia sono già divise in argomenti stagionali, e io ne ho scelta una dalla sezione "Atmosfere primaverili" :D
Si conosco il gioco, io non sono (più) un videogiocatore, ma sono sicuro che mio fratello ci abbia giocato, anche se non mi ricordo il suo parere. Mi pare sia considerato molto bene.

La penna italiana e la poesia giapponese

Inviato: sabato 13 aprile 2024, 22:20
da RisottoPensa
Koten90 ha scritto: sabato 13 aprile 2024, 21:54 La coincidenza tra meteo nelle poesie che scrivi e quello attuale mi fa pensare che vivi qui vicino: lunedì tirava vento e si preparava alla pioggia, anche se i 31ºC di oggi fanno più pensare all’estate.

Se già non l’hai provato, ti consiglio tantissimo il videogame “Ghost of Tsushima” che la tua passione per la cultura giapponese apprezzerà tantissimo ;)
C’è anche una sorta di minigioco di composizione di haiku
Con 31 gradi il 13 di aprile ci credo che non hai l'animo quieto , che per poco non ti viene una vampata di calore appena esci di casa. :lol:

( 27* da me , settimana scorsa 17 )

La penna italiana e la poesia giapponese

Inviato: sabato 13 aprile 2024, 23:41
da Koten90
RisottoPensa ha scritto: sabato 13 aprile 2024, 22:20 Con 31 gradi il 13 di aprile ci credo che non hai l'animo quieto , che per poco non ti viene una vampata di calore appena esci di casa. :lol:

( 27* da me , settimana scorsa 17 )
Qui ha fatto temporali con 11° 3 giorni fa… ieri e oggi sono uscito in bici e si bolliva.

La penna italiana e la poesia giapponese

Inviato: martedì 28 maggio 2024, 18:02
da Enbi
Rinfresco l'argomento con una waka appena trascritto con la mia fidata Astura Nova.
IMG_20240528_174806.jpg
La traduzione della poesia di Ikuko Sagiyama recita:

Nel cielo immenso
Il chiaro di luna
È sì gelido e diafano
Che l'acqua che lo mirava
Si è ghiacciata per prima


Non è molto in sintonia con il clima attuale, è quella che mi è capitata sotto mano :D.

La penna italiana e la poesia giapponese

Inviato: martedì 28 maggio 2024, 21:43
da sansenri
non capisco nulla di giapponese...
ma rimango affascinato dal tratto
mi sembra quasi un peccato che quei bei segni siano imprigionati dai quadretti...
lo dico con ammirazione
meriterebbero un foglio bianco

La penna italiana e la poesia giapponese

Inviato: martedì 28 maggio 2024, 21:48
da fufluns
Enrico: I tuoi "segni" (non posso ahimè vedervi altro) sono molto belli, così come le penne con le quali li hai scritti.

Però, mi chiedevo, ha per te qualche irrinunciabile utilità usare fogli di carta a quadretti? In quel rado equilibrio di segni, nella raffinata dolcezza del loro significato, i quadretti stonano come qualcosa di totalmente fuori posto, privo di grazia. E che cosa é la bella scrittura, se non grazia dell'inchiostro?

La carta definisce lo spazio dove la mano addestrata piega la penna e l'inchiostro per raggiungere l'equilibrio tra scritto, detto e dipinto. Una buona carta, magari di quelle fatte a mano, tipo amalfitana, e il rispetto rigoroso degli spazi marginali che corrisponde al tuo "progetto" di scrittura, potrebbero fare dei tuoi waka delle piccole opere di grande soddisfazione.

La penna italiana e la poesia giapponese

Inviato: martedì 28 maggio 2024, 22:21
da sansenri
fufluns ha scritto: martedì 28 maggio 2024, 21:48 Enrico: I tuoi "segni" (non posso ahimè vedervi altro) sono molto belli, così come le penne con le quali li hai scritti.

Però, mi chiedevo, ha per te qualche irrinunciabile utilità usare fogli di carta a quadretti? In quel rado equilibrio di segni, nella raffinata dolcezza del loro significato, i quadretti stonano come qualcosa di totalmente fuori posto, privo di grazia. E che cosa é la bella scrittura, se non grazia dell'inchiostro?

La carta definisce lo spazio dove la mano addestrata piega la penna e l'inchiostro per raggiungere l'equilibrio tra scritto, detto e dipinto. Una buona carta, magari di quelle fatte a mano, tipo amalfitana, e il rispetto rigoroso degli spazi marginali che corrisponde al tuo "progetto" di scrittura, potrebbero fare dei tuoi waka delle piccole opere di grande soddisfazione.
Il fuso è diverso ma la percezione è la stessa...

Pensiero identico!