La poesia è già attestata in raccolte precedenti, e il testo gli costruisce attorno un racconto.
Ho voluto trascriverla usando una delle penne che mi danno più soddisfazioni dal punto di vista della scrittura: la Astura Nova n. 108. Ha un pennino con cui riesco ad avvicinarmi al tratto "da pennello".
Una mia traduzione molto approssimativa e che non rende giustizia alla bellezza dei versi è:
Quando spira il freddo vento che scende dal monte Ogura e dal monte Arashi [due alture vicino Kyoto poste una di fronte all'altra, n.d.t.], le foglie rosse si spandono attaccandosi sulle vesti della gente, e sembra che tutti indossino vesti di broccato
La grafia richiede ancora tanto lavoro, ma ho molto tempo per fare esercizio
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Trovo interessante coniugare la passione stilografica e quella per la poesia giapponese.
E voi quali connubi "strani" (che non siano cioè la pura calligrafia) fate?