... nisi optimus: lo stub della mia Montegrappa Extra 1930
Inviato: lunedì 4 settembre 2023, 0:10
Nella mia esperienza, i pennini "tagliati" sono sempre un terno al lotto.
Quelli che alcuni definiscono come "italico" (e punto), altri come "italico formale", hanno spesso i bordi così affilati da rendere impossibile scrivervi normalmente e alquanto difficile utilizzarli anche a fini calligrafici.
Gli "italici corsivi" dovrebbero in teoria avere gli spigoli leggermente arrotondati, per mantenere il netto rapporto largo/stretto tra verticali e orizzontali, ma agevolare le manovre in curva, grazie allo spigolino più tondeggiante. Non ne ho ancora provato nessuno che abbia davvero questa caratteristica. Di solito, questi "corsivi" sono semplicemente più "cicciotti" e il bordo più spesso s'impunta meno sulla carta, ma riduce anche la variazione tra il tratto orizzontale (che dovrebbe essere un filetto) e quello verticale.
Per dirla altrimenti, la maggior parte dei "corsivi" dovrebbero in realtà essere catalogati nella categoria "stub". Che cosa é e che cosa fa uno stub? E' un pennino a punta quadra, ma con la copertura di iridio piuttosto spessa, il che permette di arrotondare gli spigoli laterali. Ciò consente al pennino di scorrere sulla carta anche nelle curve e nelle linee ascendenti, senza sacrificare del tutto la variazione di tratto tra verticali e orizzontali. Quest'ultima, però, é ovviamente meno marcata, così che il pennino stub non si presta ottimamente per l'esercizio calligrafico negli stili che richiederebbero un vero pennino italico.
Ci vorrebbe proprio l'italico corsivo...
Io, in modo del tutto casuale, ne ho uno montato su una delle mie penne in assoluto preferite, la Montregrappa Extra 1930 in celluloide Bambù Nero. Montegrappa me lo vendete come "stub", ma ha tutta la magia di un italico corsivo, più una piacevolissima elasticità. É un pennino marcato <★2670VI>, il che ne fa un prodotto della "seconda gestione Aquila", posteriore al 2005, ma ancora di quelli bicolori, con la bellissima greca palladiana che fa gioco con con il disegno dell'anello sul cappuccio. Il pennino più bello di Montegrappa, a mio avviso.
Sulla scia dell'esperienza di questo pseudo "stub", ne comprai un altro che feci montare sulla mia Extra Otto Linee Brillanti. É anch'esso un <★2670VI> ed é buon pennino, ma rigido, con una incisione filigree anziché a greca palladiana, e davvero stub: le linee orizzontali sono quasi il doppio, in spessore, di quelle che rilascia il pennino della mia "Acque del Sile".
Comunque, ecco qua il lavoro dello stub "italico corsivo" della Extra 1930 Nero Bambú:
Dice la massima in latino: "Niente abbastanza se non l'ottimo" o, insomma, ""Nulla é sufficiente se non il meglio". Non potrebbe essere più vero per il mio buon pennino...
Quelli che alcuni definiscono come "italico" (e punto), altri come "italico formale", hanno spesso i bordi così affilati da rendere impossibile scrivervi normalmente e alquanto difficile utilizzarli anche a fini calligrafici.
Gli "italici corsivi" dovrebbero in teoria avere gli spigoli leggermente arrotondati, per mantenere il netto rapporto largo/stretto tra verticali e orizzontali, ma agevolare le manovre in curva, grazie allo spigolino più tondeggiante. Non ne ho ancora provato nessuno che abbia davvero questa caratteristica. Di solito, questi "corsivi" sono semplicemente più "cicciotti" e il bordo più spesso s'impunta meno sulla carta, ma riduce anche la variazione tra il tratto orizzontale (che dovrebbe essere un filetto) e quello verticale.
Per dirla altrimenti, la maggior parte dei "corsivi" dovrebbero in realtà essere catalogati nella categoria "stub". Che cosa é e che cosa fa uno stub? E' un pennino a punta quadra, ma con la copertura di iridio piuttosto spessa, il che permette di arrotondare gli spigoli laterali. Ciò consente al pennino di scorrere sulla carta anche nelle curve e nelle linee ascendenti, senza sacrificare del tutto la variazione di tratto tra verticali e orizzontali. Quest'ultima, però, é ovviamente meno marcata, così che il pennino stub non si presta ottimamente per l'esercizio calligrafico negli stili che richiederebbero un vero pennino italico.
Ci vorrebbe proprio l'italico corsivo...
Io, in modo del tutto casuale, ne ho uno montato su una delle mie penne in assoluto preferite, la Montregrappa Extra 1930 in celluloide Bambù Nero. Montegrappa me lo vendete come "stub", ma ha tutta la magia di un italico corsivo, più una piacevolissima elasticità. É un pennino marcato <★2670VI>, il che ne fa un prodotto della "seconda gestione Aquila", posteriore al 2005, ma ancora di quelli bicolori, con la bellissima greca palladiana che fa gioco con con il disegno dell'anello sul cappuccio. Il pennino più bello di Montegrappa, a mio avviso.
Sulla scia dell'esperienza di questo pseudo "stub", ne comprai un altro che feci montare sulla mia Extra Otto Linee Brillanti. É anch'esso un <★2670VI> ed é buon pennino, ma rigido, con una incisione filigree anziché a greca palladiana, e davvero stub: le linee orizzontali sono quasi il doppio, in spessore, di quelle che rilascia il pennino della mia "Acque del Sile".
Comunque, ecco qua il lavoro dello stub "italico corsivo" della Extra 1930 Nero Bambú:
Dice la massima in latino: "Niente abbastanza se non l'ottimo" o, insomma, ""Nulla é sufficiente se non il meglio". Non potrebbe essere più vero per il mio buon pennino...