... nisi optimus: lo stub della mia Montegrappa Extra 1930

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fufluns
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... nisi optimus: lo stub della mia Montegrappa Extra 1930

Messaggio da fufluns »

Nella mia esperienza, i pennini "tagliati" sono sempre un terno al lotto.

Quelli che alcuni definiscono come "italico" (e punto), altri come "italico formale", hanno spesso i bordi così affilati da rendere impossibile scrivervi normalmente e alquanto difficile utilizzarli anche a fini calligrafici.

Gli "italici corsivi" dovrebbero in teoria avere gli spigoli leggermente arrotondati, per mantenere il netto rapporto largo/stretto tra verticali e orizzontali, ma agevolare le manovre in curva, grazie allo spigolino più tondeggiante. Non ne ho ancora provato nessuno che abbia davvero questa caratteristica. Di solito, questi "corsivi" sono semplicemente più "cicciotti" e il bordo più spesso s'impunta meno sulla carta, ma riduce anche la variazione tra il tratto orizzontale (che dovrebbe essere un filetto) e quello verticale.

Per dirla altrimenti, la maggior parte dei "corsivi" dovrebbero in realtà essere catalogati nella categoria "stub". Che cosa é e che cosa fa uno stub? E' un pennino a punta quadra, ma con la copertura di iridio piuttosto spessa, il che permette di arrotondare gli spigoli laterali. Ciò consente al pennino di scorrere sulla carta anche nelle curve e nelle linee ascendenti, senza sacrificare del tutto la variazione di tratto tra verticali e orizzontali. Quest'ultima, però, é ovviamente meno marcata, così che il pennino stub non si presta ottimamente per l'esercizio calligrafico negli stili che richiederebbero un vero pennino italico.

Ci vorrebbe proprio l'italico corsivo...

Io, in modo del tutto casuale, ne ho uno montato su una delle mie penne in assoluto preferite, la Montregrappa Extra 1930 in celluloide Bambù Nero. Montegrappa me lo vendete come "stub", ma ha tutta la magia di un italico corsivo, più una piacevolissima elasticità. É un pennino marcato <★2670VI>, il che ne fa un prodotto della "seconda gestione Aquila", posteriore al 2005, ma ancora di quelli bicolori, con la bellissima greca palladiana che fa gioco con con il disegno dell'anello sul cappuccio. Il pennino più bello di Montegrappa, a mio avviso.

Sulla scia dell'esperienza di questo pseudo "stub", ne comprai un altro che feci montare sulla mia Extra Otto Linee Brillanti. É anch'esso un <★2670VI> ed é buon pennino, ma rigido, con una incisione filigree anziché a greca palladiana, e davvero stub: le linee orizzontali sono quasi il doppio, in spessore, di quelle che rilascia il pennino della mia "Acque del Sile".

Comunque, ecco qua il lavoro dello stub "italico corsivo" della Extra 1930 Nero Bambú:


Nisi optimus_2.jpg

Dice la massima in latino: "Niente abbastanza se non l'ottimo" o, insomma, ""Nulla é sufficiente se non il meglio". Non potrebbe essere più vero per il mio buon pennino...
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Messaggio da Musicus »

Caro Franco, sono sinceramente contento che tu tragga grande soddisfazione da questo pennino, di bellezza e prestazioni non comuni!, anche per la gioia degli occhi di chi potrà ammirare le tue creazioni. :clap:

Nell'aprile 1930 così veniva definito dal traduttore italiano lo "stub" montato sulle penne top di gamma di Waterman:
«[Punta] quadrata taglio diritto per scrittura rotonda:D
Mi sono interessato alla cosa essendo venuto in possesso di un pennino di questo genere, che però proprio a metà di quel decennio la Casa americana decise di dotare di un'ulteriore caratteristica:
«Blunt — An improved stub, slightly oblique. Makes thick or thin characteristic stub strokes as desired.»
Ovviamente, non ci sarebbe nemmeno bisogno di aggiungerlo, il pennino è anche decisamente flessibile...
Siccome l'ho ricevuto con i rebbi un po' "a sventola" :mrgreen: , sto cercando, ma solo con l'imposizione delle mani :angel: , di ricreare l'ircocervo decantato dalla pubblicità...
Credo di essere ormai a buon punto: a breve un test di scrittura. :P

Grazie per la "massima", e un caro saluto!!

Giorgio
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Messaggio da Ste003 »

Stub, corsivi, calligrafici o fini, sei sempre il n’1.
Enhorabuena cabellero!
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fufluns
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Messaggio da fufluns »

Musicus ha scritto: lunedì 4 settembre 2023, 23:22 Caro Franco, sono sinceramente contento che tu tragga grande soddisfazione da questo pennino, di bellezza e prestazioni non comuni!, anche per la gioia degli occhi di chi potrà ammirare le tue creazioni. :clap:

Nell'aprile 1930 così veniva definito dal traduttore italiano lo "stub" montato sulle penne top di gamma di Waterman:
«[Punta] quadrata taglio diritto per scrittura rotonda:D
Mi sono interessato alla cosa essendo venuto in possesso di un pennino di questo genere, che però proprio a metà di quel decennio la Casa americana decise di dotare di un'ulteriore caratteristica:
«Blunt — An improved stub, slightly oblique. Makes thick or thin characteristic stub strokes as desired.»
Ovviamente, non ci sarebbe nemmeno bisogno di aggiungerlo, il pennino è anche decisamente flessibile...
Siccome l'ho ricevuto con i rebbi un po' "a sventola" :mrgreen: , sto cercando, ma solo con l'imposizione delle mani :angel: , di ricreare l'ircocervo decantato dalla pubblicità...
Credo di essere ormai a buon punto: a breve un test di scrittura. :P

Grazie per la "massima", e un caro saluto!!

Giorgio
Carissimo amico di penna: certo non ti sarà sfuggito che quella "scrittura rotonda" non si riferiva, in quegli anni, alla sagoma inferiore del pennino, ma a un vero e proprio stile calligrafico, che fu particolarmente in voga nell'Italia degli anni Trenta e inizi degli anni Quaranta. Così si chiamava: "Scrittura rotonda" e a volte, su alcuni manuali stranieri, veniva definita anche come "scrittura italiana".

Ne copio, per tutti i lettori, un esempio, un'immaginetta brutta presa dalla rete, ma che dà l'idea. Come si può vedere, per eseguire la "scrittura rotonda" era in effetti necessario un pennino a punta tronca.

Scrittura rotonda.jpg

Quanto all'obliquitá dei pennini tronchi, é un tema sul quale si sono scritti fiumi d'inchiostro. Aumenta il contrasto tra tratti fini e grossi, no, lo riduce, ha un "punto dolce" ridotto oppure no...

Io, Giorgio, con il pennino obliquo faccio molta fatica a scrivere. Quando vi riesco, mi pare che il rapporto fine/grosso sia minore che con un pennino tronco dritto, ma come ti dico, può ben essere la mia mano che non va d'accordo con gli obliqui.

Detto ció, attendo una bella prova dell'improved stub della tua Waterman.

Io ho riscritto la massima, intorno a un tondo. Gotica rotonda... ha ha ha!

Nil satis rotondo.jpg
Ste003 ha scritto: lunedì 4 settembre 2023, 23:32 Stub, corsivi, calligrafici o fini, sei sempre il n’1.
Enhorabuena cabellero!
Grazie, gentilissimo!

La varietà dei pennini é il sale della scrittura...
Ultima modifica di fufluns il martedì 5 settembre 2023, 5:33, modificato 2 volte in totale.
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Messaggio da Musicus »

fufluns ha scritto: martedì 5 settembre 2023, 1:58
Musicus ha scritto: lunedì 4 settembre 2023, 23:22 Caro Franco, sono sinceramente contento che tu tragga grande soddisfazione da questo pennino, di bellezza e prestazioni non comuni!, anche per la gioia degli occhi di chi potrà ammirare le tue creazioni.

Nell'aprile 1930 così veniva definito dal traduttore italiano lo "stub" montato sulle penne top di gamma di Waterman:
«[Punta] quadrata taglio diritto per scrittura rotonda
Mi sono interessato alla cosa essendo venuto in possesso di un pennino di questo genere, che però proprio a metà di quel decennio la Casa americana decise di dotare di un'ulteriore caratteristica:
«Blunt — An improved stub, slightly oblique. Makes thick or thin characteristic stub strokes as desired.»
Ovviamente, non ci sarebbe nemmeno bisogno di aggiungerlo, il pennino è anche decisamente flessibile...
Siccome l'ho ricevuto con i rebbi un po' "a sventola" :mrgreen: , sto cercando, ma solo con l'imposizione delle mani :angel: , di ricreare l'ircocervo decantato dalla pubblicità...
Credo di essere ormai a buon punto: a breve un test di scrittura.

Grazie per la "massima", e un caro saluto!!

Giorgio
Carissimo amico di penna: certo non ti sarà sfuggito che quella "scrittura rotonda" non si riferiva, in quegli anni, alla sagoma inferiore del pennino, ma a un vero e proprio stile calligrafico, che fu particolarmente in voga nell'Italia degli anni Trenta e inizi degli anni Quaranta. Così si chiamava: "Scrittura rotonda" e a volte, su alcuni manuali stranieri, veniva definita anche come "scrittura italiana".

Ne copio, per tutti i lettori, un esempio, un'immaginetta brutta presa dalla rete, ma che dà l'idea. Come si può vedere, per eseguire la "scrittura rotonda" era in effetti necessario un pennino a punta tronca.

Scrittura rotonda.jpg

Quanto all'obliquitá dei pennini tronchi, é un tema sul quale si sono scritti fiumi d'inchiostro. Aumenta il contrasto tra tratti fini e grossi, no, lo riduce, ha un "punto dolce" ridotto oppure no...

Io, Giorgio, con il pennino obliquo faccio molta fatica a scrivere. Quando vi riesco, mi pare che il rapporto fine/grosso sia minore che con un pennino tronco dritto, ma come ti dico, può ben essere la mia mano che non va d'accordo con gli obliqui.

Detto ció, attendo una bella prova dell'improved stub della tua Waterman.

Io ho riscritto la massima, intorno a un tondo. Gotica rotonda... ha ha ha!

Nil satis rotondo.jpg

...
Carissimo,
come promesso ecco il pennino Waterman’s BLUE del 1935* al lavoro in un omaggio alle tue ispirate creazioni!! :clap:
53. NIL SATIS NISI OPTIMUM.jpg



Giorgio

* BLUE «Blunt — An improved stub, slightly oblique. Makes thick or thin characteristic stub strokes as desired.»
qui viewtopic.php?t=31049 da me fin troppo estesamente recensito... :D
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fufluns
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Messaggio da fufluns »

Musicus ha scritto: venerdì 15 settembre 2023, 16:51 Carissimo,
come promesso ecco il pennino Waterman’s BLUE del 1935* al lavoro in un omaggio alle tue ispirate creazioni!!

Grazie, Giorgio.jpg
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