Leonardo Urushi Aka Tamaneuri
Inviato: lunedì 1 agosto 2022, 13:55
Questa volta è il turno di una nuova esclusiva Leonardo.
Tutto è iniziato qualche mese fa, quando stavo guardando sempre con più insistenza verso il sol levante per la mia prima Urushi e durante uno dei nostri incontri venni a conoscenza del progetto Leonardo di realizzare una Urushi. Confesso il mio iniziale scetticismo, una Urushi va fatta in Giappone come una margherita va fatta a Napoli, ma so che Salvatore non è uno che si accontenta o accetta compromessi. Ed infatti dopo un po’ di ricerca in giro e diverse esperienze sul campo, Leonardo ha deciso di affidare la realizzazione di queste nuove Urushi a PenTeo, un laboratorio sito in Repubblica Ceca che usando materie prime provenienti dal Giappone e la tradizionale tecnica di laccatura del sol levante realizza manufatti di tutto pregio. E cosi con un occhio al sito di Leonardo sono rimasto pazientemente in attesa, ma complice il lavoro che negli ultimi mesi non mi da fiato sono riuscito a perdermi questa nuova penna di Leonardo. In un battibaleno le 4 penne in lacca Urushi, messe in vendita sul sito di Leonardo, sono svanite. Sconsolato ma fiducioso ho contattato Leonardo e, come speravo, la risposta è stata: “si certo, tranquillo, capisco...ti do la mia”.
L’esemplare in oggetto è una delle 13 penne che Leonardo ha realizzato esclusivamente per Pen Venture, precisamente la nr 11 di 13. Ma veniamo alla penna, eccola:
Leonardo ha fatto produrre da PenTeo 17 penne, 13 per Pen Venture in Aka Tamenuri e 4 per se stesso in Heki Tamenuri. Per chi non fosse molto addentro, Aka sarebbe Rosso mentre Heki sarebbe Giallo. Tamenuri tradotto sarebbe Tame (piscina, lago)-nuri (laccatura, rivestimento), il termine indica appunto una laccatura in cui con i molteplici strati, al pari di un lago, il fondale è più o meno visibile a seconda del loro spessore. Quindi laddove la lacca è più sottile il colore di fondo è più visibile venendo fuori quel gradevole sottotono tipico della laccatura Urushi. Nel caso della Aka viene fuori un bel sottotono rosso, cosa che si nota maggiormente sugli spigoli dove le operazioni di pulizia assottigliano gli strati superiori della lacca. PenTeo, seguendo la tradizionale ricetta giapponese, applica circa 26 strati di lacche: fondo, strati medi, colore, translucent e lucido finale (si mi piace capire cosa compro specialmente se non sono due spiccioli!). Il trattamento completo in ambienti controllati a bassa umidità richiede almeno 4 mesi di lavorazione .. ed ecco spiegato come ho finito per dimenticare le patate sul fuoco!
La nuova Urushi, nota anche come Essenza, è una penna di taglia grande ed è di base una penna in ebanite nera su cui viene applicata la lacca. Ecco le misure:
Lunghezza chiusa: 150mm
Lunghezza aperta:140mm
Lunghezza con cappuccio calzato: 190mm
Diametro max de fusto: 17mm
Diametro della sezione: 12,5mm-11,5mm
Peso: 45gr (30gr corpo + 10gr cappuccio)
La penna viene venduta di base senza clip, ma per me una penna senza clip è come una Margherita senza basilico o un uomo in smoking senza farfallino: inaccettabile! Fortunatamente Salvatore la pensa allo stesso mio modo e quindi il mio esemplare ne era fornito. La clip montata è la nuova realizzata da Leonardo dal look molto classico ed elegante, per me però un pelino piccola per la penna.
Il cappuccio può essere rimosso in poco meno di un giro, e anche se può essere calzato senza sbilanciare la penna non ha una presa salda e comunque ,date le dimensioni del corpo penna, la cosa non è strettamente necessaria.
Il sistema di ricarica è il noto pistone Leonardo che consente di caricare una ottima capacità di inchiostro, peraltro facilmente smontabile con la chiavetta Leonardo a corredo.
Tra fusto e sezione vi è un scalino alquanto pronunciato che tuttavia non crea alcun problema all’impugnatura perché è poco affilato e abbastanza in alto. La sezione infatti, con i suoi 28mm di lunghezza e la sua forma concava verso il centro, consente una comoda presa della penna senza che questo scalino sia di minimo fastidio. Trovo anche un piacevole dettaglio estetico la filettatura con la parte immediatamente superiore lasciata scoperta dalla laccatura.
Ma veniamo alla sostanza, vediamo come la penna si comporta quando è chiamata a fare il suo dovere di strumento di scrittura.
Non so che gruppo scrittura avesse in origine, io comunque ho chiesto espressamente di avere uno dei nuovi pennini prodotti in casa nella gradazione BB. Diciamo subito che non parliamo di un pennino dal flusso glorioso, uno di quelli da domare con inchiostri secchi, ed un tratto da far arrossire un pennino teutonico, questo BB ha un flusso perfettamente controllato leggermente spostato sul bagnato, mentre il tratto è moderato, direi giusto con una piacevole caratteristica “stubish”. Ad una attena analisi visiva sono rimasto colpito dalla forma dell’iridio, non è come quella che ci si aspetterebbe di trovare su un pennino stub, ha una bella pallina pronunciata che di profilo ricorda la forma di quella che si vede sotto un pennino Architec, solo che questa è larga e non stretta e tagliente.
Il risultato è un pennino amichevole, scrive ad ogni inclinazione sulla carta con un piacevole feedback che ricorda un po’ i pennini Aurora, forse qui un pelino meno accentuato, giusto quel tanto quanto basta per sentire il pennino che scorre sulla carta. Ma quando si indovina il suo sweet spot si ha quel pelino di flusso in più che rende la scorrevolezza superba senza tuttavia mai diventare incontrollabile. Scrivendoci mi sembra di avere uno di quelle OMAS anni ‘80 con i vecchi pennini Bock, meno flessibile ma comunque morbido e scorrevole. Comunque la variazione di tratto c’è e ritorna bene, ma la cosa su un BB è difficile da vedere e capire e mi riservo, appena riesco, di provare un pennino F. Ovviamente l’alimentatore in ebanite di Leonardo ha il suo fondamentale ruolo in questa complessa equazione, garantendo un flusso di inchiostro continuo e costante.
Insomma appena portata a casa l’ho immediatamente inchiostrata con Pelikan Edelstein Garnet e sono quasi arrivato alla fine della seconda ricarica, non ha mai mostrato la minima incertezza ho solo notato un fisiologico miglioramento del flusso dopo la prima ricarica.
In definitiva non posso che essere, come al solito, estremamente soddisfatto di questa realizzazione di Leonardo, un marchio verso cui non nascondo la mia ammirazione. Non è una penna che costa due lire e neanche facile da trovare, ma il lavoro artigianale che c’è dietro si paga, i materiali sono di prima qualità, la realizzazione è senza compromessi e abbiamo un pennino in oro e ricarica a pistone. Personalmente non la trovo seconda a nessuna realizzazione in tema Giapponese sotto nessun aspetto e ora, ciliegina sulla torta, abbiamo anche il pennino fatto in casa!
Tutto è iniziato qualche mese fa, quando stavo guardando sempre con più insistenza verso il sol levante per la mia prima Urushi e durante uno dei nostri incontri venni a conoscenza del progetto Leonardo di realizzare una Urushi. Confesso il mio iniziale scetticismo, una Urushi va fatta in Giappone come una margherita va fatta a Napoli, ma so che Salvatore non è uno che si accontenta o accetta compromessi. Ed infatti dopo un po’ di ricerca in giro e diverse esperienze sul campo, Leonardo ha deciso di affidare la realizzazione di queste nuove Urushi a PenTeo, un laboratorio sito in Repubblica Ceca che usando materie prime provenienti dal Giappone e la tradizionale tecnica di laccatura del sol levante realizza manufatti di tutto pregio. E cosi con un occhio al sito di Leonardo sono rimasto pazientemente in attesa, ma complice il lavoro che negli ultimi mesi non mi da fiato sono riuscito a perdermi questa nuova penna di Leonardo. In un battibaleno le 4 penne in lacca Urushi, messe in vendita sul sito di Leonardo, sono svanite. Sconsolato ma fiducioso ho contattato Leonardo e, come speravo, la risposta è stata: “si certo, tranquillo, capisco...ti do la mia”.
L’esemplare in oggetto è una delle 13 penne che Leonardo ha realizzato esclusivamente per Pen Venture, precisamente la nr 11 di 13. Ma veniamo alla penna, eccola:
Leonardo ha fatto produrre da PenTeo 17 penne, 13 per Pen Venture in Aka Tamenuri e 4 per se stesso in Heki Tamenuri. Per chi non fosse molto addentro, Aka sarebbe Rosso mentre Heki sarebbe Giallo. Tamenuri tradotto sarebbe Tame (piscina, lago)-nuri (laccatura, rivestimento), il termine indica appunto una laccatura in cui con i molteplici strati, al pari di un lago, il fondale è più o meno visibile a seconda del loro spessore. Quindi laddove la lacca è più sottile il colore di fondo è più visibile venendo fuori quel gradevole sottotono tipico della laccatura Urushi. Nel caso della Aka viene fuori un bel sottotono rosso, cosa che si nota maggiormente sugli spigoli dove le operazioni di pulizia assottigliano gli strati superiori della lacca. PenTeo, seguendo la tradizionale ricetta giapponese, applica circa 26 strati di lacche: fondo, strati medi, colore, translucent e lucido finale (si mi piace capire cosa compro specialmente se non sono due spiccioli!). Il trattamento completo in ambienti controllati a bassa umidità richiede almeno 4 mesi di lavorazione .. ed ecco spiegato come ho finito per dimenticare le patate sul fuoco!
La nuova Urushi, nota anche come Essenza, è una penna di taglia grande ed è di base una penna in ebanite nera su cui viene applicata la lacca. Ecco le misure:
Lunghezza chiusa: 150mm
Lunghezza aperta:140mm
Lunghezza con cappuccio calzato: 190mm
Diametro max de fusto: 17mm
Diametro della sezione: 12,5mm-11,5mm
Peso: 45gr (30gr corpo + 10gr cappuccio)
La penna viene venduta di base senza clip, ma per me una penna senza clip è come una Margherita senza basilico o un uomo in smoking senza farfallino: inaccettabile! Fortunatamente Salvatore la pensa allo stesso mio modo e quindi il mio esemplare ne era fornito. La clip montata è la nuova realizzata da Leonardo dal look molto classico ed elegante, per me però un pelino piccola per la penna.
Il cappuccio può essere rimosso in poco meno di un giro, e anche se può essere calzato senza sbilanciare la penna non ha una presa salda e comunque ,date le dimensioni del corpo penna, la cosa non è strettamente necessaria.
Il sistema di ricarica è il noto pistone Leonardo che consente di caricare una ottima capacità di inchiostro, peraltro facilmente smontabile con la chiavetta Leonardo a corredo.
Tra fusto e sezione vi è un scalino alquanto pronunciato che tuttavia non crea alcun problema all’impugnatura perché è poco affilato e abbastanza in alto. La sezione infatti, con i suoi 28mm di lunghezza e la sua forma concava verso il centro, consente una comoda presa della penna senza che questo scalino sia di minimo fastidio. Trovo anche un piacevole dettaglio estetico la filettatura con la parte immediatamente superiore lasciata scoperta dalla laccatura.
Ma veniamo alla sostanza, vediamo come la penna si comporta quando è chiamata a fare il suo dovere di strumento di scrittura.
Non so che gruppo scrittura avesse in origine, io comunque ho chiesto espressamente di avere uno dei nuovi pennini prodotti in casa nella gradazione BB. Diciamo subito che non parliamo di un pennino dal flusso glorioso, uno di quelli da domare con inchiostri secchi, ed un tratto da far arrossire un pennino teutonico, questo BB ha un flusso perfettamente controllato leggermente spostato sul bagnato, mentre il tratto è moderato, direi giusto con una piacevole caratteristica “stubish”. Ad una attena analisi visiva sono rimasto colpito dalla forma dell’iridio, non è come quella che ci si aspetterebbe di trovare su un pennino stub, ha una bella pallina pronunciata che di profilo ricorda la forma di quella che si vede sotto un pennino Architec, solo che questa è larga e non stretta e tagliente.
Il risultato è un pennino amichevole, scrive ad ogni inclinazione sulla carta con un piacevole feedback che ricorda un po’ i pennini Aurora, forse qui un pelino meno accentuato, giusto quel tanto quanto basta per sentire il pennino che scorre sulla carta. Ma quando si indovina il suo sweet spot si ha quel pelino di flusso in più che rende la scorrevolezza superba senza tuttavia mai diventare incontrollabile. Scrivendoci mi sembra di avere uno di quelle OMAS anni ‘80 con i vecchi pennini Bock, meno flessibile ma comunque morbido e scorrevole. Comunque la variazione di tratto c’è e ritorna bene, ma la cosa su un BB è difficile da vedere e capire e mi riservo, appena riesco, di provare un pennino F. Ovviamente l’alimentatore in ebanite di Leonardo ha il suo fondamentale ruolo in questa complessa equazione, garantendo un flusso di inchiostro continuo e costante.
Insomma appena portata a casa l’ho immediatamente inchiostrata con Pelikan Edelstein Garnet e sono quasi arrivato alla fine della seconda ricarica, non ha mai mostrato la minima incertezza ho solo notato un fisiologico miglioramento del flusso dopo la prima ricarica.
In definitiva non posso che essere, come al solito, estremamente soddisfatto di questa realizzazione di Leonardo, un marchio verso cui non nascondo la mia ammirazione. Non è una penna che costa due lire e neanche facile da trovare, ma il lavoro artigianale che c’è dietro si paga, i materiali sono di prima qualità, la realizzazione è senza compromessi e abbiamo un pennino in oro e ricarica a pistone. Personalmente non la trovo seconda a nessuna realizzazione in tema Giapponese sotto nessun aspetto e ora, ciliegina sulla torta, abbiamo anche il pennino fatto in casa!