Leonardo momento zero
Inviato: sabato 25 gennaio 2020, 10:17
Ciao a tutti
ho cercato di disintossicarmi un po' dalla "stilografite", ma è bastata una piccola tentazione per ricascarci.
La piccola tentazione si chiama Leonardo momento zero, versione in resina, pennino in acciaio, nella colorazione corno con finiture dorate (a mio giudizio il corno si accompagna meglio con l'oro rispetto al rodio); l'ho presa, l'ho usata e fotografata, dando così sfogo alle mie due "malattie".
Mi piace la stilografica e mi piace la fotografia, inutile negarlo, le mie "recensioni" si basano principalmente sulle foto, a cui aggiungo qualche mia personalissima impressione, e se possibile una prova di utilizzo.
Una premessa: il corno naturale, se non presenta difetti strutturali dovuti a malformazioni o vecchie fratture, una volta lavorato e lucidato offre delle sfumature e delle trasparenze difficilmente riproducibili artificialmente, quindi le mie aspettative, sulla scelta della colorazione, non erano certo a mille.
Devo ammettere che, in questo caso, l'accostamento dei colori e le sfumature ottenute con queste resine restituiscono degli effetti esteticamente validi, non è corno naturale, ma il risultato è piacevole, ricorda il corno del bufalo.
Il materiale plastico ha uno spessore importante che, senza penalizzare eccessivamente il peso della penna (le dimensioni sono paragonabili alla Pelikan M800), restituisce una sensazione di robustezza.
Si lascia impugnare comodamente, il diametro del fusto è ben proporzionato alla lunghezza della penna, la filettatura per il cappuccio non interferisce nella presa.
La misura del pennino è adeguata alle dimensioni del fusto, rendendo il tutto molto equilibrato; la forma conica della testina e del fondello contribuiscono nel rendere armonica la linea della penna, impreziosita da quattro anellini in metallo dorato (due sono presenti nel fusto e due nel cappuccio) e dalla clip con rotellina.
Il caricamento dell'inchiostro avviene tramite il classico, o se preferite il meno classico, sistema a cartuccia/convertitore; l'accoppiamento, gruppo di scrittura convertitore, avviene tramite filettatura che garantisce una miglior tenuta del sistema di alimentazione.
Se si monta il convertitore, ci sono due possibilità di utilizzo per questo accessorio:
la classica, separando il fusto dalla sezione;
l'altra possibilità prevede lo smontaggio del solo fondello che, una volta rimosso, permette l'accesso al convertitore.
Gruppo di scrittura
La misura F del pennino è ben lontana dal tratto sottile e discreto di un "Fine orientale"; vuoi mettere l'effetto marcato di una firma messa con un pennino fine europeo rispetto a quell'esile tratto che lascia un pennino fine orientale?
E' un dato di fatto, a noi nativi del vecchio continente piacciono le misure abbondanti.
Al di la della facile ironia sulla dimensione del tratto fine europeo, vediamo come si comporta sulla carta.
Non ho prestato nessuna cura per la prima carica d'inchiostro, ho tolto la penna dalla confezione, ho caricato il convertitore con l'inchiostro e l'ho usata; false partenze, salti e incertezze hanno avuto la meglio, ma, col passare del tempo la penna ha iniziato a scrivere in modo più regolare.
Finita la prima dose d'inchiostro, ho fatto una pulizia del gruppo di scrittura e del convertitore, con acqua tiepida e alcune gocce di brillantante per lavastoviglie (ha una buona percentuale di tensioattivi), ho atteso che fossero ben asciutti, poi via con la seconda dose di inchiostro.
La penna questa volta ha avuto una reazione decisamente più dinamica, nessuna incertezza, niente false partenze o salti.
Lasciata a riposo per qualche giorno, al primo utilizzo si sono ripresentati alcune false partenze e salti di linea, ma sono spariti col passare dell'utilizzo. Insomma una penna da usare di continuo che diventa dispettosa se lasciata da parte.
Provata su diversi tipi di carta non ha presentato problemi, l’ho utilizzata anche su carta riciclata, ma il tratto diventa extra large.
Conclusione
Dal punto di vista estetico, mi accodo agli altri pareri, anche se si tratta di un deja-vu, la penna è veramente gradevole, comoda da usare e che permette di ottenere risultati fotograficamente interessanti.
l'unico problema: fotografando i particolari del pennino, i segni della lavorazione meccanica sono molto evidenti.
Dal punto di vista dell'utilizzo: preferisco le penne che hanno queste dimensioni, quindi impugnarla è stato un gesto naturale, l’ho trovata comoda e mi è piaciuto scrivere con questa momento zero; certo i problemi di disidratazione del pennino, quando si presentano, sono fastidiosi e non restituiscono un'esperienza di scrittura gradevole, ma, nel mio caso, si tratta ormai di casi veramente sporadici; non escludo, in un futuro prossimo, un doppione magari con pennino stub.
Buona giornata
Edo
ho cercato di disintossicarmi un po' dalla "stilografite", ma è bastata una piccola tentazione per ricascarci.
La piccola tentazione si chiama Leonardo momento zero, versione in resina, pennino in acciaio, nella colorazione corno con finiture dorate (a mio giudizio il corno si accompagna meglio con l'oro rispetto al rodio); l'ho presa, l'ho usata e fotografata, dando così sfogo alle mie due "malattie".
Mi piace la stilografica e mi piace la fotografia, inutile negarlo, le mie "recensioni" si basano principalmente sulle foto, a cui aggiungo qualche mia personalissima impressione, e se possibile una prova di utilizzo.
Una premessa: il corno naturale, se non presenta difetti strutturali dovuti a malformazioni o vecchie fratture, una volta lavorato e lucidato offre delle sfumature e delle trasparenze difficilmente riproducibili artificialmente, quindi le mie aspettative, sulla scelta della colorazione, non erano certo a mille.
Devo ammettere che, in questo caso, l'accostamento dei colori e le sfumature ottenute con queste resine restituiscono degli effetti esteticamente validi, non è corno naturale, ma il risultato è piacevole, ricorda il corno del bufalo.
Il materiale plastico ha uno spessore importante che, senza penalizzare eccessivamente il peso della penna (le dimensioni sono paragonabili alla Pelikan M800), restituisce una sensazione di robustezza.
Si lascia impugnare comodamente, il diametro del fusto è ben proporzionato alla lunghezza della penna, la filettatura per il cappuccio non interferisce nella presa.
La misura del pennino è adeguata alle dimensioni del fusto, rendendo il tutto molto equilibrato; la forma conica della testina e del fondello contribuiscono nel rendere armonica la linea della penna, impreziosita da quattro anellini in metallo dorato (due sono presenti nel fusto e due nel cappuccio) e dalla clip con rotellina.
Il caricamento dell'inchiostro avviene tramite il classico, o se preferite il meno classico, sistema a cartuccia/convertitore; l'accoppiamento, gruppo di scrittura convertitore, avviene tramite filettatura che garantisce una miglior tenuta del sistema di alimentazione.
Se si monta il convertitore, ci sono due possibilità di utilizzo per questo accessorio:
la classica, separando il fusto dalla sezione;
l'altra possibilità prevede lo smontaggio del solo fondello che, una volta rimosso, permette l'accesso al convertitore.
Gruppo di scrittura
La misura F del pennino è ben lontana dal tratto sottile e discreto di un "Fine orientale"; vuoi mettere l'effetto marcato di una firma messa con un pennino fine europeo rispetto a quell'esile tratto che lascia un pennino fine orientale?
E' un dato di fatto, a noi nativi del vecchio continente piacciono le misure abbondanti.
Al di la della facile ironia sulla dimensione del tratto fine europeo, vediamo come si comporta sulla carta.
Non ho prestato nessuna cura per la prima carica d'inchiostro, ho tolto la penna dalla confezione, ho caricato il convertitore con l'inchiostro e l'ho usata; false partenze, salti e incertezze hanno avuto la meglio, ma, col passare del tempo la penna ha iniziato a scrivere in modo più regolare.
Finita la prima dose d'inchiostro, ho fatto una pulizia del gruppo di scrittura e del convertitore, con acqua tiepida e alcune gocce di brillantante per lavastoviglie (ha una buona percentuale di tensioattivi), ho atteso che fossero ben asciutti, poi via con la seconda dose di inchiostro.
La penna questa volta ha avuto una reazione decisamente più dinamica, nessuna incertezza, niente false partenze o salti.
Lasciata a riposo per qualche giorno, al primo utilizzo si sono ripresentati alcune false partenze e salti di linea, ma sono spariti col passare dell'utilizzo. Insomma una penna da usare di continuo che diventa dispettosa se lasciata da parte.
Provata su diversi tipi di carta non ha presentato problemi, l’ho utilizzata anche su carta riciclata, ma il tratto diventa extra large.
Conclusione
Dal punto di vista estetico, mi accodo agli altri pareri, anche se si tratta di un deja-vu, la penna è veramente gradevole, comoda da usare e che permette di ottenere risultati fotograficamente interessanti.
l'unico problema: fotografando i particolari del pennino, i segni della lavorazione meccanica sono molto evidenti.
Dal punto di vista dell'utilizzo: preferisco le penne che hanno queste dimensioni, quindi impugnarla è stato un gesto naturale, l’ho trovata comoda e mi è piaciuto scrivere con questa momento zero; certo i problemi di disidratazione del pennino, quando si presentano, sono fastidiosi e non restituiscono un'esperienza di scrittura gradevole, ma, nel mio caso, si tratta ormai di casi veramente sporadici; non escludo, in un futuro prossimo, un doppione magari con pennino stub.
Buona giornata
Edo