OMAS 360 Magnum
Inviato: sabato 3 novembre 2018, 0:18
Quando vedo una OMAS cerco di opporre resistenza, ma davanti ad alcune di esse è davvero dura, specialmente quando il prezzo, benché lontano dall' essere considerato economico, è un po più ragionevole della media!
E' successo di nuovo con una magnifica OMAS 360 Magum praticamente nuova. La cosa che mi ha sempre attratto in questa penna, sin da quando l'ho scoperta in rete tramite le recensioni del Dott. Brown, è la forma triangolare con le tre facce leggermente arrotondate. E' proprio grazie a questa caratteristica forma che la penna si adagia tra le dite consentendo comodissime sessioni di scrittura.
La 360 Magnum è una penna decisamente grande, è lunga 16 cm chiusa, cosa che a me piace moltissimo, ma credo che chi ha le mani piccole avrebbe qualche difficoltà ad usarla. Nonostante però le dimensioni generose, essendo una penna in resina vegetale, con i suoi 30 gr. è tutto sommato leggera, ovviamente non se ne parla proprio di usarla con il cappuccio sul fusto; diventa davvero troppo lunga. Il pennino è il classico 18K bicolore OMAS mentre il sistema di caricamento è a pistone. La cosa che mi ha colpito è il colore, avrei giurato che la penna fosse nera, poi accostata ad una penna nera ho notato che in realtà è blu scuro, ma proprio scuro scuro.
Purtroppo anche questa OMAS, nonostante nuova, non era esente da difetti, magari perché sono da troppo tempo ferma o perché anche questa un fondo di magazzino semmai in condizioni non perfette. La penna è arrivata nella sua confezione originale in perfette condizioni estetiche, purtroppo però scriveva male, flusso magrissimo e tante false partenze, fortunatamente però la cosa si è risolta semplicemente allargando i rebbi, operazione fatta con una sottile lamina di ottone senza neanche smontare il pennino. Dopo aver leggermente aperto un i rebbi ho passato il pennino su delle micromesh; adesso la penna scrive molto bene e con un flusso costante e ben regolato. A differenza dei pennini OMAS più datati, incluso il 18K che ho su una OMAS Extra Arco Brown, questo 18K Fine è più duro e sicuramente non consente alcuna variazione di tratto. Il tratto dopo avere aperto i rebbi è diventato un Fine un po più europeo.
Nonostante i piccoli problemi, subito risolti, questa penna mi è piaciuta, e tanto, e ancora una volta mi crea profonda tristezza pensare al fatto che un marchio italiano che ha creato siffatti capolavori sia andato perso.
E' successo di nuovo con una magnifica OMAS 360 Magum praticamente nuova. La cosa che mi ha sempre attratto in questa penna, sin da quando l'ho scoperta in rete tramite le recensioni del Dott. Brown, è la forma triangolare con le tre facce leggermente arrotondate. E' proprio grazie a questa caratteristica forma che la penna si adagia tra le dite consentendo comodissime sessioni di scrittura.
La 360 Magnum è una penna decisamente grande, è lunga 16 cm chiusa, cosa che a me piace moltissimo, ma credo che chi ha le mani piccole avrebbe qualche difficoltà ad usarla. Nonostante però le dimensioni generose, essendo una penna in resina vegetale, con i suoi 30 gr. è tutto sommato leggera, ovviamente non se ne parla proprio di usarla con il cappuccio sul fusto; diventa davvero troppo lunga. Il pennino è il classico 18K bicolore OMAS mentre il sistema di caricamento è a pistone. La cosa che mi ha colpito è il colore, avrei giurato che la penna fosse nera, poi accostata ad una penna nera ho notato che in realtà è blu scuro, ma proprio scuro scuro.
Purtroppo anche questa OMAS, nonostante nuova, non era esente da difetti, magari perché sono da troppo tempo ferma o perché anche questa un fondo di magazzino semmai in condizioni non perfette. La penna è arrivata nella sua confezione originale in perfette condizioni estetiche, purtroppo però scriveva male, flusso magrissimo e tante false partenze, fortunatamente però la cosa si è risolta semplicemente allargando i rebbi, operazione fatta con una sottile lamina di ottone senza neanche smontare il pennino. Dopo aver leggermente aperto un i rebbi ho passato il pennino su delle micromesh; adesso la penna scrive molto bene e con un flusso costante e ben regolato. A differenza dei pennini OMAS più datati, incluso il 18K che ho su una OMAS Extra Arco Brown, questo 18K Fine è più duro e sicuramente non consente alcuna variazione di tratto. Il tratto dopo avere aperto i rebbi è diventato un Fine un po più europeo.
Nonostante i piccoli problemi, subito risolti, questa penna mi è piaciuta, e tanto, e ancora una volta mi crea profonda tristezza pensare al fatto che un marchio italiano che ha creato siffatti capolavori sia andato perso.