Personalmente, quando mi accingo a recensire un oggetto parto dal nome che gli ha imposto il suo creatore (o il pubblicitario da lui incaricato).
Nel caso dell’inchiostro brillantemente presentato da Maruska, “
Larmes de cassis”, letteralmente “
Lacrime di ribes nero”,

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subito si può notare la volontà di idealizzare il prodotto inchiostro aggiungendo una connotazione emotiva (“lacrime” in luogo, per esempio di “gocce”), forse per sopperire con la “
fumosità” del sentimentalismo alla spesso eccessiva “
acquosità” del prodotto (nel mio caso, quattro Herbin provati, quattro subito dati via…), come giustamente rilevato da Maruska.
Ma nel caso del “Larmes de cassis”, oltre al richiamo alle “
larmes de vin” (le goccioline che ridiscendono verso il fondo del bicchiere che è stato agitato per la degustazione del vino), vi è anche un significativo gioco di parole con il liquore “
Crème de cassis”,

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ingrediente di un celebre cocktail oltre che protagonista di una fondamentale sentenza di diritto commerciale comunitario europeo…
Ma a qualche lettore non sarà sfuggito l'ulterioren riferimento alla romantica cittadina di
Cassis, sulla Côte Bleue,

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che lascia a chi lo vuole la libertà di scrivere la storia dei suoi sogni con il “
Lacrime di Cassis”…
Giorgio