Buongiorno a tutti.
E infine arrivò! Devo confessare che ero un po' emozionato, era un po' che non compravo una nuova stilografica, fossilizzatomi un po' sulle mie Aurora vintage. Chiedo scusa in anticipo per la pena delle foto, ma le ho fatte in luce artificiale col mio (pessimo) telefono.
Come si presenta la confezione: un blister di cartone e plastica che contiene la scatolina con la penna e una cartuccia.
La scatolina: dato il target, si può perfino considerare un lusso.
La penna estratta dalla scatolina.
E qui c'è la prima delusione. Davvero. Ero convinto che fosse in metallo, non so perché: forse visto che il prezzo "normale" è intorno ai 20-25 euro, e l'estetica fa pensare a un fusto tutto in alluminio o acciaio. Invece le parti nere (o colorate, negli altri modelli) sono in plastica e, devo dire, neanche rifinita particolarmente bene: nel punto di giunzione tra tappo e fusto, a penna chiusa, lo scalino è netto e avvertibile. Pazienza.
E subito dopo, una piacevole sorpresa: c'è un converter incluso!
Così come era arrivata la doccia fredda, immediatamente arriva invece una piacevolissima sorpresa: nella penna è incluso un converter, anche se veramente minimale. Ma non è affatto da disprezzare, visto che i converter Parker costano una malora (a meno di 10 euro non si trovano) e non brillano per particolare qualità.
Invero, questo è un converter veramente basico, non è a vite: c'è un cursore che permette di far scendere il pistone come in una siringa. Non so quanto durerà, ma per ora me lo godo.
Vado quindi a caricarla, visto che c'è il converter posso scegliere il colore e vado di fantasia: carico il Waterman Purple, un po' che non lo usavo. Ogni tanto ho questi "periodi colorati", in cui uso ogni giorno un colore diverso; in alternanza a quei periodi in cui scrivo solo in nero, blu o blu nero!
Non resta che provarla:
Non so che stile mi sia venuto, volevo solo provare la penna e ho pensato al "solito" Palmer. Poi mi sono detto che sarebbe stata più leggibile una cancelleresca. Poi mi sono accorto che non me la ricordavo più granché bene, ed è venuto un miscuglio di stili che, tuttavia, offre una leggibilità insperata.
L'episodio è tratto da "Giro 1914: il più duro di tutti - Quei temerari delle macchine a pedali", di Paolo Facchinetti. Quando il ciclismo era un'avventura.
Alla fine devo dire che questa Parker non mi ha particolarmente impressionato. Il pennino è rigidissimo e non particolarmente scorrevole. Il flusso è buono, quindi non è questione di "stitichezza", è solo che non scorre bene. E non è neanche questione di allineamento: la prima cosa che ho fatto, infatti, è stato guardare lo stato della punta del pennino con la mia lente 30x comprata all'uopo: i rebbi sono perfettamente allineati. Forse è da rodare un po', chissà. Il bilanciamento è invece buono, anche a cappuccio calzato, aiutato anche dalla leggerezza della penna che - come detto - è in realtà prevalentemente in plastica - ma lo scalino che separa il fusto dalla sezione portapennino è davvero fastidioso perché il punto ideale di impugnatura è proprio a cavallo di quello.
In definitiva sono contento di averla presa al prezzo cui l'ho pagata (10 euro) che credo sia il suo vero valore. L'avessi pagata i 20-25 cui si trova normalmente avrei un po' storto il naso. Come livello siamo a quello di una penna scolastica, e francamente una Lamy Safari è migliore sotto ogni punto di vista: rifinita meglio, pennino più scorrevole, impugnatura più comoda.
Però dai... è
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