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Mi sono impantanato ne "Il Processo" in un capitolo che proprio non riesco a finire

Uniti gli argomenti: inutile creare argomenti clone

Il libro che sto leggendo in questi giorni è Il banchiere anarchico e altri racconti di Fernando Pessoa.
Sul comodino ultimamente sosta Marco Aurelio Antonino con i sui "Ricordi" (pubblicato presso altri editori con il titolo originale Colloqui con se stesso ) che a mio avviso è un'opera assolutamente imperdibile per la straordinaria saggezza che vi è racchiusa e per l'attualità di un testo che ha ben...milleottocentocinquant'anni!
Marco Aurelio fu un imperatore assennato, un raffinato scrittore ed uno dei filosofi maggiormente rappresentativi dello Stoicismo.

Appena finita la Storia d'Italia di Montanelli, ho giusto giusto iniziato Shadowhunters, Città di ossa. Sembra interessante...

Interessante, Montanelli!
Controverso. Come storico ha diversi detrattori. A me però è piaciuto.

Mah, io sono un trinariciuto (per dirla alla Guareschi) però ho sempre apprezzato l'onestà intellettuale e lo spirito da toscanaccio di Montanelli per cui me ne sono sempre fregato delle critiche di certa storiografia tanto impeccabile quanto illeggibile. Dal punto di vista della fruibilità Indro stava su un altro pianeta... poi sono conscio anche io che nei suoi libri ci sono delle imprecisioni ma in ogni caso la storia non è matematica...

In questo giorni sto rileggendo "Se questo è un uomo", e a seguire leggerò l"L'inferno di Treblinka", sono nel periodo storico, passerò al leggere il Gabbiano Jonathan e devo terminare Tutto Sherlock Holmes.

L.

Montanelli-storico: i soli difetti che gli riconosco, fra quelli che gli hanno attribuito, è una sistematica e generalizzata sottovalutazione del contesto economico e sociale e una selezione degli avvenimenti salienti non priva di lacune. Del resto come giustamente dici, la storiografia non è una scienza esatta!
Ha avuto il grande merito di avere raccontato la storia in modo avvincente e mai noioso...

Luca, sono certa che il Gabbiano Jonathan ti piacerà!

Nutro da sempre un certo forte senso di fastidio naturale per le opere delle sorelle Bronte. Non so perché, è immotivato: non ho mai letto nulla dei loro scritti e le ho sempre evitate molto accuratamente con un senso di inspiegabile snobbismo. Poi qualche giorno fa, complice una canzone molto suggestiva, ho deciso di ispirarmi a Wuthering Heights di Emily Bronte per un disegno a inchiostro (prometto di inserirlo appena i tempi saranno maturi per la sua realizzazione) e ho pensato che avrei fatto bene a leggere il libro, per prima cosa. Sono circa a metà. Evito qualsiasi commento per ora. Qualcuno lo ha letto? Se sì, vi è piaciuto, cosa ne avete dedotto, cosa vi ha lasciato?

Irishtales ha scritto:Nutro da sempre un certo forte senso di fastidio naturale per le opere delle sorelle Bronte. Non so perché, è immotivato: non ho mai letto nulla dei loro scritti e le ho sempre evitate molto accuratamente con un senso di inspiegabile snobbismo. Poi qualche giorno fa, complice una canzone molto suggestiva, ho deciso di ispirarmi a Wuthering Heights di Emily Bronte per un disegno a inchiostro (prometto di inserirlo appena i tempi saranno maturi per la sua realizzazione) e ho pensato che avrei fatto bene a leggere il libro, per prima cosa. Sono circa a metà. Evito qualsiasi commento per ora. Qualcuno lo ha letto? Se sì, vi è piaciuto, cosa ne avete dedotto, cosa vi ha lasciato?

Oh, oh... Cime tempestose... mai letto ma l'avevo visto in RAI alcuni eoni fa... Non ricordo niente... mi sa che do un'occhiata sul kindle store per vedere di caricarmelo. Io invece sono alle prese con Dominique Lapierre: dopo Parigi Brucia adesso sto leggendo Stanotte la libertà.

Io continuo a nutrire un profondo quanto infondato disprezzo per tutta la letteratura inglese coeva...

Andrea_R ha scritto:Io continuo a nutrire un profondo quanto infondato disprezzo per tutta la letteratura inglese coeva...

Molto infondato, di sicuro. Se vuoi un buon consiglio, prenditi i libri di Jerome Klapka Jerome e di Pelham Greenville Woodehouse e non te ne pentirai. Effetti collaterali: dei gran crampi allo stomaco per il riso insopprimibile.

Alessandro, abbiamo gusti affini! Vedo che JKJ ha quindi mietuto un'altra "vittima"!

Andrea...Andrea....Andrea!!!!!
Non mi aspettavo da te un'affermazione siffatta! Davvero non provi interesse alcuno per i grandi letterati anglosassoni d'epoca vittoriana, da Dikens a Sir Walter Scott, da Jane Austen a William Thackeray, da Thomas Hardy a Louis Stevenson, da Rudyard Kipling a George Meredith, da Joseph Conrad a Oscar Wilde...e poi ancora i citati JK Jerome e Woodehouse ...
Devo invece dire che per quanto mi riguarda, E. Bronte finora è stata la sola nota stonata in un contesto letterario poliedrico e raffinato che a me personalmente affascina moltissimo

Irishtales ha scritto:Alessandro, abbiamo gusti affini! Vedo che JKJ ha quindi mietuto un'altra "vittima"!

Andrea...Andrea....Andrea!!!!!
Non mi aspettavo da te un'affermazione siffatta! Davvero non provi interesse alcuno per i grandi letterati anglosassoni d'epoca vittoriana, da Dikens a Sir Walter Scott, da Jane Austen a William Thackeray, da Thomas Hardy a Louis Stevenson, da Rudyard Kipling a George Meredith, da Joseph Conrad a Oscar Wilde...e poi ancora i citati JK Jerome e Woodehouse ...
Devo invece dire che per quanto mi riguarda, E. Bronte finora è stata la sola nota stonata in un contesto letterario poliedrico e raffinato che a me personalmente affascina moltissimo

Il romanzo umoristico inglese lo scoprii durante il ginnasio, presso la biblioteca del Liceo. Ce ne erano tantissimi... che splendide letture... e ogni tanto li riprendo in mano... benedetto Kindle e rido come quando ero ragazzo

Wilde, nello specifico "il ritratto di Dorian Gray" è per me tradizione portarmene una copia dietro quando vado all'estero... un capolavoro.

Prometto di colmare al più presto la mia lacuna non appena finisco "10 piccoli indiani"
Grazie per i magnifici spunti... ma la Austen, mi rifiuto! Piuttosto ripudio le stilo per le biro