Pelikan IBIS - 1938 & 1937
Inviato: lunedì 8 giugno 2015, 10:43
L'antefatto
Come da un uovo di Pellicano sia potuto nascere un Ibis è questione dibattuta ed ancora controversa fra i naturalisti...
I pennofili, per parte loro, sostengono che l'ardito esperimento genetico sia stato coronato da pieno successo nel 1936, in questo stabilimento di Hannover, Germania... Per capire le implicazioni profonde di tale generazione artificiale, si sono scomodati finanche gli storici delle religioni. Per essi è chiaro che il santo Pellicano che abbevera col suo sangue i piccoli per placarne la fame sia un simbolo del supremo sacrificio cristiano, vera carità "usque ad mortem". L'Ibis che da esso avrebbe avuto vita sarebbe, invece, pur sempre un animale "pagano", estraneo alla tradizione religiosa e culturale occidentale: il culto a lui tributato, infatti, affonda le radici nella religione dell'antico Egitto, ove fu venerato come simbolo del dio Toth, divinità della sapienza e della scrittura, della misurazione del tempo, della matematica e della geometria... Ma tant'è: il Pellicano nel 1936 mise al mondo un Ibis, e si prese cura anche di lui...
E qui mi fermo.
I fatti
La "Ibis" venne introdotta dalla Pelikan nel 1936 per sostituire la ormai poco concorrenziale "Rappen" (penna dotata di un tradizionalissimo caricamento a pulsante di fondo, lanciata nel 1932 per intercettare la domanda della fascia più bassa del mercato stilografico) dalla quale comunque ereditò il disegno con terminali affusolati.
La Ibis venne intelligentemente equipaggiata con il caricamento a stantuffo che aveva fatto la fortuna della Pelikan trasparente (la 100, prima stilografica Pelikan, lanciata nel 1929): la produzione della Ibis venne interrotta in tempo di guerra (1942) per riprendere solo nel 1949, con l'introduzione però di una nuova Ibis, denominata "130", più lunga e realizzata in resina plastica.
Chi volesse approfondire la conoscenza di questo modello della grande casa tedesca, può farlo sul nostro formidabile Wiki:
http://www.fountainpen.it/Ibis
Per un'interessante comparazione dei modelli Pelikan di fascia economica si veda l'argomento di PeppePipes:
viewtopic.php?f=8&t=9755&p=120764#p120764
La penna
IBIS misura unica, in ebanite nera e celluloide trasparente color ambra,
pennino Ibis in palladio (Pd) g.p., parti metalliche a vista dorate, caricamento a stantuffo, anno 1938. La Ibis è la penna della mia collezione che ho pagato meno in assoluto (3 Euro...): era una mattina buia e tempestosa dell'inverno di due anni orsono, e la piccina era in condizioni davvero pietose...
La manutenzione
Ecco la penna pulita e completamente smontata, con l'eccezione del gruppo pennino/alimentatore inserito in un collarino filettato, perchè quello che funziona perfettamente non andrebbe smontato, specie in un manufatto di quasi 80 anni: la Ibis è pronta a ricevere un nuovo sughero per lo stantuffo. Un passaggio intermedio dell'assemblaggio. A questo punto, passiamo un velo di grasso siliconico sul pistone.
E' indispensabile scaldare la base filettata del fusto in celluloide con l'asciugacapelli prima di inserire il gruppo dello stantuffo, poichè esso deve entrare per un primo tratto a frizione e solo dopo si procede all'avvitamento (nb: in senso antiorario!).
Uniamo il tutto, e la penna è pronta. Però forse vorremmo usarla, non solo ammirarla...
Dobbiamo allora far espandere il sughero perchè faccia tenuta lungo il fusto: procediamo ad un primo riempimento con acqua, mediante contagocce, poichè il sughero nuovo non sigilla ancora (e quindi non potrebbe aspirare da sè il liquido con lo stantuffo), e poi perchè provare la tenuta con l'inchiostro non è sempre esente da rischi... Continua.....
Come da un uovo di Pellicano sia potuto nascere un Ibis è questione dibattuta ed ancora controversa fra i naturalisti...
I pennofili, per parte loro, sostengono che l'ardito esperimento genetico sia stato coronato da pieno successo nel 1936, in questo stabilimento di Hannover, Germania... Per capire le implicazioni profonde di tale generazione artificiale, si sono scomodati finanche gli storici delle religioni. Per essi è chiaro che il santo Pellicano che abbevera col suo sangue i piccoli per placarne la fame sia un simbolo del supremo sacrificio cristiano, vera carità "usque ad mortem". L'Ibis che da esso avrebbe avuto vita sarebbe, invece, pur sempre un animale "pagano", estraneo alla tradizione religiosa e culturale occidentale: il culto a lui tributato, infatti, affonda le radici nella religione dell'antico Egitto, ove fu venerato come simbolo del dio Toth, divinità della sapienza e della scrittura, della misurazione del tempo, della matematica e della geometria... Ma tant'è: il Pellicano nel 1936 mise al mondo un Ibis, e si prese cura anche di lui...
E qui mi fermo.
I fatti
La "Ibis" venne introdotta dalla Pelikan nel 1936 per sostituire la ormai poco concorrenziale "Rappen" (penna dotata di un tradizionalissimo caricamento a pulsante di fondo, lanciata nel 1932 per intercettare la domanda della fascia più bassa del mercato stilografico) dalla quale comunque ereditò il disegno con terminali affusolati.
La Ibis venne intelligentemente equipaggiata con il caricamento a stantuffo che aveva fatto la fortuna della Pelikan trasparente (la 100, prima stilografica Pelikan, lanciata nel 1929): la produzione della Ibis venne interrotta in tempo di guerra (1942) per riprendere solo nel 1949, con l'introduzione però di una nuova Ibis, denominata "130", più lunga e realizzata in resina plastica.
Chi volesse approfondire la conoscenza di questo modello della grande casa tedesca, può farlo sul nostro formidabile Wiki:
http://www.fountainpen.it/Ibis
Per un'interessante comparazione dei modelli Pelikan di fascia economica si veda l'argomento di PeppePipes:
viewtopic.php?f=8&t=9755&p=120764#p120764
La penna
IBIS misura unica, in ebanite nera e celluloide trasparente color ambra,
pennino Ibis in palladio (Pd) g.p., parti metalliche a vista dorate, caricamento a stantuffo, anno 1938. La Ibis è la penna della mia collezione che ho pagato meno in assoluto (3 Euro...): era una mattina buia e tempestosa dell'inverno di due anni orsono, e la piccina era in condizioni davvero pietose...
La manutenzione
Ecco la penna pulita e completamente smontata, con l'eccezione del gruppo pennino/alimentatore inserito in un collarino filettato, perchè quello che funziona perfettamente non andrebbe smontato, specie in un manufatto di quasi 80 anni: la Ibis è pronta a ricevere un nuovo sughero per lo stantuffo. Un passaggio intermedio dell'assemblaggio. A questo punto, passiamo un velo di grasso siliconico sul pistone.
E' indispensabile scaldare la base filettata del fusto in celluloide con l'asciugacapelli prima di inserire il gruppo dello stantuffo, poichè esso deve entrare per un primo tratto a frizione e solo dopo si procede all'avvitamento (nb: in senso antiorario!).
Uniamo il tutto, e la penna è pronta. Però forse vorremmo usarla, non solo ammirarla...
Dobbiamo allora far espandere il sughero perchè faccia tenuta lungo il fusto: procediamo ad un primo riempimento con acqua, mediante contagocce, poichè il sughero nuovo non sigilla ancora (e quindi non potrebbe aspirare da sè il liquido con lo stantuffo), e poi perchè provare la tenuta con l'inchiostro non è sempre esente da rischi... Continua.....