WEK-PEN
Inviato: mercoledì 15 aprile 2015, 23:29
(vabbè... per chi non crede ai fumetti: "dopo il mio acquisto al Mercatino d'altri Tempi di Rovereto, due settimane orsono"),
ho dato una bella ripulita al tutto per togliere la sabbia... cioè... l'inchiostro incrostato: Ed ecco a voi, bella profumata di detersivo per piatti, stesa al sole del New Mexico (

WEK-PEN misura grande in celluloide striata marrone, tornita da barra piena, pennino coperto in oro 14 Kt., parti metalliche a vista placcate oro, caricamento a pulsante di fondo, seconda metà anni 1940, nazionalità sconosciuta. La marca
Nessun riscontro su Internet...
Scartando le lingue dei paesi nei quali negli anni 1940 non si producevano stilografiche in celluloide (Polonia, ma anche Africa centrale), e considerando "wek" una parola di senso compiuto o un cognome, rimangono l'Olanda, il Belgio fiammingo e, assai meno probabilmente, il Sudafrica: il significato è svegliare (cfr. l'Inglese "to wake"): quindi sarebbe la "Penna (che) Sveglia"!
La cerchia delle ricerche si allargherebbe (a dismisura) se "Wek" dovesse essere un acronimo (W.E.K., dunque), e allora escluderemmo forse solo l'Italia.
Se poi fosse una sorta di errore di stampa o un marchio di pura invenzione, allora l'Italia tornerebbe prepotentemente in gioco...
Ma la possibile origine che più mi affascina, e che rende plausibile il ritrovamento ad opera di Tex Willer

Per quanto riguarda le caratteristiche della lavorazione, essendo non tecnologicamente raffinata (impiegando un semplice caricamento a pulsante di fondo), contano solo i materiali e le finiture:
- livello più che discreto per le minuterie metalliche,
- livello più che buono per la celluloide,
- livello molto buono per gli accoppiamenti così come per il pennino...
Richiedo suggerimenti al Forum per un'identificazione certa! Considerazioni generali
Nel bel mezzo degli anni 1930 la forma "streamlined" (affusolata, a sigaro, a siluro, a razzo spaziale....) cominciò a prendere piede, partendo una volta ancora dagli Stati Uniti, per giungere a dominare incontrastata la scena dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Con la progettazione (1939) e la commercializzazione della Parker 51 (1941) si aggiunsero alla forma affusolata anche il rivoluzionario elemento di stile chiamato "pennino coperto" (o "carenato", cioè nascosto per quasi tutta la sua lunghezza) e il recupero dello stilema del cappuccio ad incastro (seppure modernizzato dal cappuccio in metallo): per tutti i produttori di stilografiche cominciò così una (nuova) rincorsa alla Parker, che vide imitazioni di tutti i tipi e di ogni qualità (in taluni casi anche superiore, e proprio in Italia...). Le misure
Chiusa: cm. 13,2
Cappuccio: cm. 6,2
Fusto: cm. 11
Con cappuccio calzato: cm. 14,1
Diametro massimo (al labbro): cm. 1,3
Peso a vuoto: gr. 17
Cappuccio: gr. 7
Fusto: gr. 10 Il cappuccio
Il cappuccio ha la forma affusolata di un'ogiva di proiettile ed è ricoperto per poco meno della metà della sua lunghezza da un rivestimento metallico dorato, decorato con una musicalissima incisione di pentagrammi ( ||||| ) alternati a fasce lucide.
La clip ricorda molto da vicino quella di una mia Omega A.V.M., ma probabilmente anche quella di tanti altri Produttori di modelli streamlined: il disegno è molto affusolato e sembra riprodurre in piccolo l'impianto generale della penna.
La testina è una cupolina di colore scuro, con la sommità piatta di circa 1,5 mm. di diametro, unita alla celluloide del cappuccio in modo pressoché perfetto: lo stesso intarsio è presente, all'altra estremità della penna, sul fondello. Vi è un solo foro di aerazione, dalla parte opposta rispetto al fermaglio.
La chiusura è ad incastro. Sul corpo della penna è presente una rondella di frizione in acciaio cromato (posta a distanziare la sezione dal fusto): la rondella avanza all'interno del cappuccio (nella sezione metallica) per un centimetro esatto prima di fermarsi per il restringimento del diametro del cappuccio stesso.
Il fusto
Il fusto, ben disegnato, gradevolmente bombato senza essere "panciuto", corre veloce verso la punta: sulla traiettoria esso però trova un elemento di inaspettata grazia nella finestrella trasparente color giallo paglierino, che alleggerisce ed ingentilisce la sua forma votata al movimento (oltre a costituire un elemento affatto insolito e prezioso su una button filler). Lo sguardo quasi rallenta, e può concentrarsi sulla carena dagli splendidi riflessi e sul pennino che sporge a sufficienza da divenire (ancora) un elemento di bello stile (a differenza di altri modelli carenati nei quali il pennino è quasi invisibile).
Forse la rondella di frizione avrebbe potuto essere dorata, ma forse anche lo era...
Il gruppo scrittura
A) La sezione è ricavata da un blocco unico di celluloide trasparente color giallo paglierino, un vero gioiellino, forato e sagomato al tornio in 5 livelli:
- ingresso, con la superficie esterna per il fissaggio del gommino/serbatoio;
- filettatura per il fusto;
- sezione trasparente per il controllo del livello dell'inchiostro;
- filettatura per la carena;
- sezione finale per l'alloggiamento a frizione di pennino ed alimentatore. B) L'alimentatore è in ebanite.
C) Il pennino, che ha un foro di sfiato circolare, è lungo 2 cm., è in oro 14 Kt. e reca inciso:
WEK-PEN
Δ (un triangolo)
14 Kt.
Stranamente, e questo potrebbe essere un buon indizio per l'identificazione, il pennino non riporta il titolo in millesimi (585 in questo caso) che sarebbe obbligatorio in moltissimi Paesi dalla metà degli anni 1930...