penna.... di gallina
Inviato: martedì 31 marzo 2015, 18:31
Buongiorno a tutti!
Facendo ricerche sui metodi di scrittura dei nostri avi ho scoperto che oltre alla più famosa penna d'oca, spesso venivano usate per scrivere anche le penne di altri volatili, tra cui, appunto, le galline. Ho deciso allora di provare questo oramai desueto strumento di scrittura. Cercando in Internet è possibile trovare informazioni riguardanti i trattamenti necessari per poter scrivere abbastanza facilmente, quindi li descrivo solo sommariamente.
Inanzi tutto bisogna procurarsi una penna adatta, la cui principale caratteristica è, pensate un po', quella di essere una penna. Non bisogna infatti confonderla, come spesso accade, con una piuma, che per ovvie ragioni più che a scrivere è adatta a far cappotti...; deve poi essere sufficientemente lunga e rigida per poter scrivere. Ogni uccello ha solo poche penne per ala adatte allo scopo (si noti che chi ha un pollaio trova spesso alcune di queste penne per terra senza dover maltrattare nessun animale; i problemi sorgono solo quando ne serve una produzione destinata alla vendita).
Bisogna poi lasciare a bagno in una soluzione acida (e.g. aceto) per sgrassarla e poi temprarla scaldandola o ella sabbia calda o, con l'esperienza si può anche ottenere qualcosa, sulla fiamma. Il secondo metodo lo sconsiglio perché è facile esagerare e dover respirare un fastidioso odore di peli bruciati. Si deduce il raggiungimento del punto di cottura dal colore: diventa da bianco a trasparente.
Bisogna eliminare le barbe e tagliare la punta fino ad ottenere una punta adatta con un coltellino affilato; la maniera corretta spero si possa dedurre dalle foto, altrimenti avvertitemi. Ho anche provato ad usare le forbici ma è più difficile.
La penna andrebbe fatta anche stagionare ma ho ottenuto buoni risultati senza questa fase.
Allego, oltre le foto della penna, alcune foto di prove di scrittura realizzate su carta pergamenata da stampante e carta pignacento con inchiostro 4001 nero della Pelikan.
Facendo ricerche sui metodi di scrittura dei nostri avi ho scoperto che oltre alla più famosa penna d'oca, spesso venivano usate per scrivere anche le penne di altri volatili, tra cui, appunto, le galline. Ho deciso allora di provare questo oramai desueto strumento di scrittura. Cercando in Internet è possibile trovare informazioni riguardanti i trattamenti necessari per poter scrivere abbastanza facilmente, quindi li descrivo solo sommariamente.
Inanzi tutto bisogna procurarsi una penna adatta, la cui principale caratteristica è, pensate un po', quella di essere una penna. Non bisogna infatti confonderla, come spesso accade, con una piuma, che per ovvie ragioni più che a scrivere è adatta a far cappotti...; deve poi essere sufficientemente lunga e rigida per poter scrivere. Ogni uccello ha solo poche penne per ala adatte allo scopo (si noti che chi ha un pollaio trova spesso alcune di queste penne per terra senza dover maltrattare nessun animale; i problemi sorgono solo quando ne serve una produzione destinata alla vendita).
Bisogna poi lasciare a bagno in una soluzione acida (e.g. aceto) per sgrassarla e poi temprarla scaldandola o ella sabbia calda o, con l'esperienza si può anche ottenere qualcosa, sulla fiamma. Il secondo metodo lo sconsiglio perché è facile esagerare e dover respirare un fastidioso odore di peli bruciati. Si deduce il raggiungimento del punto di cottura dal colore: diventa da bianco a trasparente.
Bisogna eliminare le barbe e tagliare la punta fino ad ottenere una punta adatta con un coltellino affilato; la maniera corretta spero si possa dedurre dalle foto, altrimenti avvertitemi. Ho anche provato ad usare le forbici ma è più difficile.
La penna andrebbe fatta anche stagionare ma ho ottenuto buoni risultati senza questa fase.
Allego, oltre le foto della penna, alcune foto di prove di scrittura realizzate su carta pergamenata da stampante e carta pignacento con inchiostro 4001 nero della Pelikan.