Sono in possesso delle due penne "oggetto del contendere", e debbo dire che si tratta di due penne molto valide e molto diverse tra loro.
La mia Falcon monta un pennino SEF che, come già detto, è semiflessibile. Si tratta di una penna solida, anche nel peso, molto ben bilanciata e con un pennino che non passa inosservato. Io ritengo che la particolare forma del pennino, oltre a donargli una discreta flessibilità sia molto bella. Il tratto SEF è molto sottile, tanto che solo su carte molto lisce "danza" senza incertezze. La pressione necessaria per avere variazioni nel tratto è per me un po' eccessiva, tanto che per poterla apprezzare debbo rallentare molto la velocità di scrittura con conseguenti incertezze nel tratto. Sfruttando la flessibilità del pennino può capitare, dopo qualche minuto di scrittura, che il flusso tenda a divenire "magro", che inizino a manifestarsi i "binari". Sempre relativamente al pennino SEF e sempre sfruttando la flessibilità del pennino, se la carta non è molto buona il pennino la "gratta" con conseguente "spiumaggio", fenomeno che non si verifica, con lo stesso inchiostro, se si scrive normalmente. Il convert in dotazione, con meccanismo a pulsante, è capiente, e permette lunghe sessioni di scrittura.
La Capless è una penna stilografica decisamente desueta; il pennino appare dalla lato della clip, lasciando un po' perplesso chi la vede per la prima volta. Il tratto della mia è un M che scivola leggero e senza incertezze sulla carta; se non si cercano variazioni di tratto è un pennino che oso definire perfetto. Nonostante le dimensioni importanti della penna il convert è poco capiente e richiede di essere caricato con frequenza. L'assenza del cappuccio rende questa particolare penna fruibile anche per scrivere veloci appunti quando la "seconda mano" è in tutt'altre faccende affaccendata.
Spero di non avere creato ulteriori incertezze
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