Wahl Eversharp Doric Junior
Inviato: lunedì 2 marzo 2015, 19:07
Wahl-Eversharp Doric Junior - Kashmir Pearl
Non è una recensione vera e propria. Su un modello così famoso e su una marca così famosa, tutto è stato già detto e rimangono da raccontare solo le impressioni e le storie personali o nei rari casi di cui se ne conoscano proprietari passati e vicissitudini, sono le storie delle singole penne a fare la differenza. Ma non è questo il caso e purtroppo, del mio piccolo gioiello smeraldino, la storia la si può solo intuire o immaginare.
Uno dei miei ultimi acquisti si è rivelato particolarmente fortunato e inatteso. Cercavo in realtà un'altra penna, una Onoto; è stata invece la piccola Doric a trovare me, dopo essere rimasta ben nascosta per molti molti anni in uno di quei cassetti che non sono mai il mio, sepolta sotto un cumulo di matite spuntate e di pastelli spezzati, da cui facevano capolino sparute e orgogliose ferraglie: un paio di portamine ammaccati, un compasso senza punte, un temperino arrugginito.
Sotto quell'ammasso di legni, ruggine e cera, il piccolo gioiello in celluloide era ormai velato d'una polvere fine, di colore indefinibile, nonostante quell'astuccio sfilacciato non suo, rimasto ultimo baluardo a difesa del piccolo tesoro; tanto era sporca che all'inizio non l'avevo riconosciuta. Il suo aspetto era familiare, ma.... non riuscivo a darle un nome.
Poi la polvere è stata pulita col tocco leggero di un pennello e il cappuccio finemente sfaccettato è tornato a svitarsi, mostrando un pennino d'oro che sembrava non avere mai visto l'inchiostro.
Eversharp flexible sono state le parole magiche che hanno aperto la porta della memoria, in cui quel modello era già noto e schedato, annoverato fra le penne più belle di sempre, le più importanti di sempre, quelle che in nessuna collezione dovrebbero mai mancare. E tutto il resto è arrivato da sé: Wahl Eversharp Doric Junior, colore Kashmir Pearl, prodotta dal 1931 fino al 1939.
La celluloide intatta, il pennino e le dorature in ottimo stato, la dicono lunga sul tempo che la piccola Doric ha trascorso al buio e ben protetta fra le cianfrusaglie sotto cui era stata dimenticata o forse nascosta.
Il piccolo gruppo scrittura è a vite ed è costituito da alimentatore e pennino tenuti assieme da una meccanismo sofisticato; chiaramente non s'è svitato subito. Ho dovuto mettere la sezione a bagno per giorni, perchè la penna sembrava nuova ma non lo era affatto. Dopo giorni e giorni di ammollo con acqua e sapone, acqua da sola, fredda, tiepida, in tutte le combinazioni e diluizioni possibili, ho potuto svitare il gruppo pennino e sfilare a sua volta il pennino stesso, lavare tutto con cura, liberare l'innesto dai residui di inchiostro secco e del serbatoio ridotto a scaglie ambrate, pulire con cura il fusto e constatare il perfetto funzionamento del meccanismo a levetta. In ultimo l'attesa di ricevere dagli Stati Uniti il serbatoio adatto, il numero 15 che mi mancava.
Poi sono state solo pazienza e un filo di gommalacca, un velo di borotalco e un inchisotro adatto.
E la gioia di vederla tornare a scrivere (e di non avere fatto danni).
Non l'ho nemmeno lucidata. Eppure è bellissima già così.
Insomma, eccola.
Materiale: celluloide verde-nera perlata, marmorizzata
Lavorazione: il fusto ed il cappuccio sono sfaccettati (sezione dodecagonale)
Sistema di caricamento: levetta (serbatoio misura n.15)
Pennino: oro 18kt “Eversharp - MADE IN USA - 2 - Flexible”
Clip e veretta: in metallo dorato
Misure: cm 11.5 chiusa - 10,9 cm aperta - diametro cm 1,15
Epoca e Paese di produzione: Stati Uniti, dal 1931 al 1939
Il pennino è un vero flessibile pur non essendo un wet noodle.
Il tratto senza pressione è fine, non finissimo, la variazione di tratto è molto alta, ed è un vero piacere scriverci perché ha una scorrevolezza unica.
E adesso, cosa mai cercare dopo una penna così, dopo quella che per molti versi è la mia penna ideale?
Ovviamente la Onoto che non ho poi trovato...
(...o forse...)
Non è una recensione vera e propria. Su un modello così famoso e su una marca così famosa, tutto è stato già detto e rimangono da raccontare solo le impressioni e le storie personali o nei rari casi di cui se ne conoscano proprietari passati e vicissitudini, sono le storie delle singole penne a fare la differenza. Ma non è questo il caso e purtroppo, del mio piccolo gioiello smeraldino, la storia la si può solo intuire o immaginare.
Uno dei miei ultimi acquisti si è rivelato particolarmente fortunato e inatteso. Cercavo in realtà un'altra penna, una Onoto; è stata invece la piccola Doric a trovare me, dopo essere rimasta ben nascosta per molti molti anni in uno di quei cassetti che non sono mai il mio, sepolta sotto un cumulo di matite spuntate e di pastelli spezzati, da cui facevano capolino sparute e orgogliose ferraglie: un paio di portamine ammaccati, un compasso senza punte, un temperino arrugginito.
Sotto quell'ammasso di legni, ruggine e cera, il piccolo gioiello in celluloide era ormai velato d'una polvere fine, di colore indefinibile, nonostante quell'astuccio sfilacciato non suo, rimasto ultimo baluardo a difesa del piccolo tesoro; tanto era sporca che all'inizio non l'avevo riconosciuta. Il suo aspetto era familiare, ma.... non riuscivo a darle un nome.
Poi la polvere è stata pulita col tocco leggero di un pennello e il cappuccio finemente sfaccettato è tornato a svitarsi, mostrando un pennino d'oro che sembrava non avere mai visto l'inchiostro.
Eversharp flexible sono state le parole magiche che hanno aperto la porta della memoria, in cui quel modello era già noto e schedato, annoverato fra le penne più belle di sempre, le più importanti di sempre, quelle che in nessuna collezione dovrebbero mai mancare. E tutto il resto è arrivato da sé: Wahl Eversharp Doric Junior, colore Kashmir Pearl, prodotta dal 1931 fino al 1939.
La celluloide intatta, il pennino e le dorature in ottimo stato, la dicono lunga sul tempo che la piccola Doric ha trascorso al buio e ben protetta fra le cianfrusaglie sotto cui era stata dimenticata o forse nascosta.
Il piccolo gruppo scrittura è a vite ed è costituito da alimentatore e pennino tenuti assieme da una meccanismo sofisticato; chiaramente non s'è svitato subito. Ho dovuto mettere la sezione a bagno per giorni, perchè la penna sembrava nuova ma non lo era affatto. Dopo giorni e giorni di ammollo con acqua e sapone, acqua da sola, fredda, tiepida, in tutte le combinazioni e diluizioni possibili, ho potuto svitare il gruppo pennino e sfilare a sua volta il pennino stesso, lavare tutto con cura, liberare l'innesto dai residui di inchiostro secco e del serbatoio ridotto a scaglie ambrate, pulire con cura il fusto e constatare il perfetto funzionamento del meccanismo a levetta. In ultimo l'attesa di ricevere dagli Stati Uniti il serbatoio adatto, il numero 15 che mi mancava.
Poi sono state solo pazienza e un filo di gommalacca, un velo di borotalco e un inchisotro adatto.
E la gioia di vederla tornare a scrivere (e di non avere fatto danni).
Non l'ho nemmeno lucidata. Eppure è bellissima già così.
Insomma, eccola.
Materiale: celluloide verde-nera perlata, marmorizzata
Lavorazione: il fusto ed il cappuccio sono sfaccettati (sezione dodecagonale)
Sistema di caricamento: levetta (serbatoio misura n.15)
Pennino: oro 18kt “Eversharp - MADE IN USA - 2 - Flexible”
Clip e veretta: in metallo dorato
Misure: cm 11.5 chiusa - 10,9 cm aperta - diametro cm 1,15
Epoca e Paese di produzione: Stati Uniti, dal 1931 al 1939
Il pennino è un vero flessibile pur non essendo un wet noodle.
Il tratto senza pressione è fine, non finissimo, la variazione di tratto è molto alta, ed è un vero piacere scriverci perché ha una scorrevolezza unica.
E adesso, cosa mai cercare dopo una penna così, dopo quella che per molti versi è la mia penna ideale?
Ovviamente la Onoto che non ho poi trovato...
(...o forse...)