Non v’ha cosa che pesi men della penna...
Inviato: giovedì 12 febbraio 2015, 19:44
In Costa Rica non c’é una parola che permetta di distinguere esattamente tra una cartoleria e una libreria; entrambe si chiamano librerías, e per lo più in una librería si vendono sia libri sia articoli di cartoleria. Gironzolando per le librerías della capitale, ho trovato un rimasuglio di carta stupenda (anche se un po’ stazzonata e macchiata qua e là), dei fogli formato 100 x 70 di carta Fabriano Ingres da 160 gr, di un colore definito “verde chiaro”. E’ un colore bellissimo, una specie di color paglierino ma spento, chiaro ma non brillante. Le qualità della Ingres di Fabriano devono essere già note ai pennofili italiani, ma devo dire che questa grammatura si é rivelata particolarmente adatta per lavori di calligrafia, perché la carta non spande assolutamente, con nessuno degli inchiostri che ho provato.
Ed eccomi dunque, a casa, con 3 foglioni di Fabriano Ingres color verde chiaro…
Ne dedico un paio alla più antica “ode alla penna” che conosca, un brano da una lettera scritta da Francesco Petrarca all’amico Boccaccio nell’aprile del 1373.
Il testo originale, raccolto da Petrarca nelle sue Epistolae seniles, é in latino, ma la sua versione più nota é quella “volgarizzata” da Giuseppe Fracassetti e pubblicata a Firenze nel 1870:
"Non v’ha cosa che pesi men della penna, né che più di quella diletti: gli altri piaceri svaniscono, e dilettando fan male; la penna stretta fra le dita dà piacere, posata dà compiacenza, e torna utile non a quegli soltanto che di lei si valse, ma ad altri ancora e spesso a molti che son lontani, e talvolta anche a quelli che nasceranno dopo mille anni" (Lettere senili di Francesco Petrarca, vol. 2. Libro 17, lettera 2: p. 539 Firenze, Le Monnier, 1870).
Ho scritto il testo con il pennino doppio largo (BB) di una Montblanc 149, lasciando un ampio spazio tra le linee. Ho usato l’inchiostro Irish Green di Montblanc, caricandolo nel mio calamaio e diluendolo in acqua per aumentarne le doti di trasparenza.
Ho realizzato il finto rilievo delle due parole “penna” con inchiostro gel bianco e un pennarello di colore grigio chiaro.
Tra le righe ho inserito il testo latino dell’Epistola, per mantenere la lettera originale di Petrarca:
“Nulla calamo agilior est sarcina, nulla iucundior; voluptates alie fugiunt et mulcendo ledunt; calamus et in manus sumptus mulcet, et depositus delectat, ac prodest non domino suo tantum sed aliis multis sepe etiam absentibus, nonnunquam et posteris post annorum milia.“
Per questo testo in stile carolingio, così come per la citazione bibliografica, ho usato il pennino italico medio di una Montblanc Dumas, caricata con inchiostro Montblanc Collodi.
Con lo stesso inchiostro e il pennino extra-fine della mia Hemingway, ho infine “firmato” il lavoro.
Allego un'altra immagine dove appare anche il lavoro fatto sul secondo foglio, dedicato questo agli amici pennofili internazionali di Fountain Pen Network.
In questo caso prevale il testo originale latino, scritto con il pennino BB della mia 149 e inchiostro Montblanc Toffee Brown. La traduzione in inglese é scritta con la Dumas e il pennino italico medio. Dopo aver svuotato il serbatoio della penna le averla lavata, l'ho intinta nel calamaio con l'inchiostro Irish green diluito. Ho completato la citazione bibliografica e la firma con l'inchiostro Collodi e un pennino extra-fine. Gel bianco e pennarello grigio per le scritte in rilievo "The pen".
Ed eccomi dunque, a casa, con 3 foglioni di Fabriano Ingres color verde chiaro…
Ne dedico un paio alla più antica “ode alla penna” che conosca, un brano da una lettera scritta da Francesco Petrarca all’amico Boccaccio nell’aprile del 1373.
Il testo originale, raccolto da Petrarca nelle sue Epistolae seniles, é in latino, ma la sua versione più nota é quella “volgarizzata” da Giuseppe Fracassetti e pubblicata a Firenze nel 1870:
"Non v’ha cosa che pesi men della penna, né che più di quella diletti: gli altri piaceri svaniscono, e dilettando fan male; la penna stretta fra le dita dà piacere, posata dà compiacenza, e torna utile non a quegli soltanto che di lei si valse, ma ad altri ancora e spesso a molti che son lontani, e talvolta anche a quelli che nasceranno dopo mille anni" (Lettere senili di Francesco Petrarca, vol. 2. Libro 17, lettera 2: p. 539 Firenze, Le Monnier, 1870).
Ho scritto il testo con il pennino doppio largo (BB) di una Montblanc 149, lasciando un ampio spazio tra le linee. Ho usato l’inchiostro Irish Green di Montblanc, caricandolo nel mio calamaio e diluendolo in acqua per aumentarne le doti di trasparenza.
Ho realizzato il finto rilievo delle due parole “penna” con inchiostro gel bianco e un pennarello di colore grigio chiaro.
Tra le righe ho inserito il testo latino dell’Epistola, per mantenere la lettera originale di Petrarca:
“Nulla calamo agilior est sarcina, nulla iucundior; voluptates alie fugiunt et mulcendo ledunt; calamus et in manus sumptus mulcet, et depositus delectat, ac prodest non domino suo tantum sed aliis multis sepe etiam absentibus, nonnunquam et posteris post annorum milia.“
Per questo testo in stile carolingio, così come per la citazione bibliografica, ho usato il pennino italico medio di una Montblanc Dumas, caricata con inchiostro Montblanc Collodi.
Con lo stesso inchiostro e il pennino extra-fine della mia Hemingway, ho infine “firmato” il lavoro.
Allego un'altra immagine dove appare anche il lavoro fatto sul secondo foglio, dedicato questo agli amici pennofili internazionali di Fountain Pen Network.
In questo caso prevale il testo originale latino, scritto con il pennino BB della mia 149 e inchiostro Montblanc Toffee Brown. La traduzione in inglese é scritta con la Dumas e il pennino italico medio. Dopo aver svuotato il serbatoio della penna le averla lavata, l'ho intinta nel calamaio con l'inchiostro Irish green diluito. Ho completato la citazione bibliografica e la firma con l'inchiostro Collodi e un pennino extra-fine. Gel bianco e pennarello grigio per le scritte in rilievo "The pen".