Salve a tutti, mi presento
Inviato: domenica 25 gennaio 2015, 17:29
Buongiorno, mi chiamo Federico e sono di Bologna.
Questa è in breve la mia storia di amante delle penne stilografiche, e può essere considerata in qualche modo una ricerca verso la penna perfetta (non ancora conclusa).
Il mio interesse per questo strumento di scrittura è iniziato alle scuole medie, quando fui incuriosito da una Pelikan in cartoleria e me la feci regalare dai miei genitori. Purtroppo non la possiedo più, ma ricordo che era blu, con il corpo di plastica ed il cappuccio di metallo, poteva alloggiare una cartuccia di riserva, e aveva una finestrella per vedere il livello dell’inchiostro. Se non sbaglio, aveva due scanalature nell’impugnatura simili a quelle di una Safari.
Mi piaceva molto scrivere con questa Pelikan, ma alle superiori (non ricordo perché) non la possedevo più, e per tutti e cinque gli anni usai per scrivere delle comuni biro.
All’università però, dovendo riempire in fretta molte pagine di appunti, lasciai le biro e cominciai ad usare un roller, un Parker Frontier. Il problema del roller era però quello di finire troppo in fretta l’inchiostro, ed i ricambi erano costosi. Pensai così di nuovo alla possibilità di usare una stilografica, con cui si può non solo scrivere con il minimo sforzo, ma che, dopo l’investimento iniziale, è anche abbastanza economica da ricaricare se si utilizza inchiostro in bottiglia.
Trovandomi bene con i materiali, l’estetica e l’impugnatura del roller Frontier, comprai allora la stessa penna in versione stilografica, con pennino medio.
Per molto tempo ho usato questa penna, che però a mio avviso ha due difetti: il tratto un po’ troppo grosso (ho una grafia abbastanza piccola) e una certa asciuttezza: linee tracciate rapidamente fanno facilmente terminare il flusso di inchiostro.
Dopo essermi informato in giro ho deciso dunque di provare una Lamy Safari con pennino EF. Indeciso sul colore, ho scelto la versione trasparente, la Vista. È una penna di eccezionale qualità visto il suo prezzo, ed è fantastica la possibilità di poter cambiare solamente il pennino. Dopo diverso tempo che la utilizzavo, ho capito però che anche questa penna non faceva per me: l’impugnatura, che all’inizio è molto comoda, dopo una mezz’ora diventava scivolosa e difficile da mantenere; il tratto poi, pur molto fluido, anche con il pennino EF risultava un po’ troppo grosso. (Ora la uso solo con un pennino 1.9 per scrittura calligrafica).
La scelta per la penna successiva è caduta allora su una TWSBI 540, con pennino EF: le recensioni erano molto buone, il servizio di assistenza sembrava ottimo, la capacità del serbatoio era sufficiente per quasi una settimana di appunti. Insieme alla penna ho comprato anche la bellissima bottiglia per l’inchiostro, dotata di attacco sul quale si può collegare direttamente il corpo della penna per ricaricarla.
Purtroppo anche in questo caso ho riscontrato dei problemi, più precisamente per quanto riguarda la qualità dei materiali: dopo qualche mese si sono formate delle piccole crepe intorno alla apertura del corpo, nell’impugnatura e nel cappuccio. Il pennino, peraltro molto buono, era poi sempre un po’ troppo grosso per i miei gusti. (Confermo che il servizio di assistenza è ottimo, mi è stato cambiato gratuitamente sia il corpo che il cappuccio, ma a quel punto ho poi avuto sempre paura che usandola si sarebbero formate altre crepe, e infatti così è successo).
Mi sono dunque orientato sulle penne giapponesi, famose per avere pennini finissimi. La scelta è caduta su una Sailor High Ace Neo con pennino F: penna fantastica, con una qualità di scrittura incredibile per essere così economica, eccezionalmente fine e fluida. Mi sono però presto reso conto di non trovarmi bene con l’impugnatura molto stretta: tendevo a stringere troppo con le dita, con il risultato di stancarle presto.
Sono allora approdato alla Pilot 78G, sempre con pennino F: perfetta, o quasi! Economica ma dignitosa, qualità della scrittura eccezionale, finissima, fluida e comoda. Dato il suo costo quasi irrisorio (8 euro compresa la spedizione) dopo il primo esemplare di colore nero ho comprato anche quelli degli altri colori disponibili: rosso, blu e verde.
Ora che ho trovato la penna giusta, vorrei però possederne una versione più lussuosa. Quando a capodanno sono andato in vacanza in Giappone ne ho approfittato per comprare allora una bellissima Pilot Custom 742 con pennino in oro 14K. L’idea iniziale era quella di prenderla naturalmente con pennino F, ma nel negozio mi sono lasciato tentare dalla possibilità di provare anche altri tra i 15 pennini disponibili e, alla fine, sono stato affascinato dal pennino Falcon: provato e comprato!
Purtroppo, quando a casa l’ho provato con calma, ho capito che questo pennino non fa per me: può scrivere sì anche finemente, ma quando naturalmente si esercita più pressione il tratto diventa più spesso (come deve essere in un pennino flessibile!), fin troppo per i miei gusti. Dovevo restare sulla mia idea iniziale e prendere il pennino F!
Pazienza, la ricerca della penna perfetta continua...
Questa è in breve la mia storia di amante delle penne stilografiche, e può essere considerata in qualche modo una ricerca verso la penna perfetta (non ancora conclusa).
Il mio interesse per questo strumento di scrittura è iniziato alle scuole medie, quando fui incuriosito da una Pelikan in cartoleria e me la feci regalare dai miei genitori. Purtroppo non la possiedo più, ma ricordo che era blu, con il corpo di plastica ed il cappuccio di metallo, poteva alloggiare una cartuccia di riserva, e aveva una finestrella per vedere il livello dell’inchiostro. Se non sbaglio, aveva due scanalature nell’impugnatura simili a quelle di una Safari.
Mi piaceva molto scrivere con questa Pelikan, ma alle superiori (non ricordo perché) non la possedevo più, e per tutti e cinque gli anni usai per scrivere delle comuni biro.
All’università però, dovendo riempire in fretta molte pagine di appunti, lasciai le biro e cominciai ad usare un roller, un Parker Frontier. Il problema del roller era però quello di finire troppo in fretta l’inchiostro, ed i ricambi erano costosi. Pensai così di nuovo alla possibilità di usare una stilografica, con cui si può non solo scrivere con il minimo sforzo, ma che, dopo l’investimento iniziale, è anche abbastanza economica da ricaricare se si utilizza inchiostro in bottiglia.
Trovandomi bene con i materiali, l’estetica e l’impugnatura del roller Frontier, comprai allora la stessa penna in versione stilografica, con pennino medio.
Per molto tempo ho usato questa penna, che però a mio avviso ha due difetti: il tratto un po’ troppo grosso (ho una grafia abbastanza piccola) e una certa asciuttezza: linee tracciate rapidamente fanno facilmente terminare il flusso di inchiostro.
Dopo essermi informato in giro ho deciso dunque di provare una Lamy Safari con pennino EF. Indeciso sul colore, ho scelto la versione trasparente, la Vista. È una penna di eccezionale qualità visto il suo prezzo, ed è fantastica la possibilità di poter cambiare solamente il pennino. Dopo diverso tempo che la utilizzavo, ho capito però che anche questa penna non faceva per me: l’impugnatura, che all’inizio è molto comoda, dopo una mezz’ora diventava scivolosa e difficile da mantenere; il tratto poi, pur molto fluido, anche con il pennino EF risultava un po’ troppo grosso. (Ora la uso solo con un pennino 1.9 per scrittura calligrafica).
La scelta per la penna successiva è caduta allora su una TWSBI 540, con pennino EF: le recensioni erano molto buone, il servizio di assistenza sembrava ottimo, la capacità del serbatoio era sufficiente per quasi una settimana di appunti. Insieme alla penna ho comprato anche la bellissima bottiglia per l’inchiostro, dotata di attacco sul quale si può collegare direttamente il corpo della penna per ricaricarla.
Purtroppo anche in questo caso ho riscontrato dei problemi, più precisamente per quanto riguarda la qualità dei materiali: dopo qualche mese si sono formate delle piccole crepe intorno alla apertura del corpo, nell’impugnatura e nel cappuccio. Il pennino, peraltro molto buono, era poi sempre un po’ troppo grosso per i miei gusti. (Confermo che il servizio di assistenza è ottimo, mi è stato cambiato gratuitamente sia il corpo che il cappuccio, ma a quel punto ho poi avuto sempre paura che usandola si sarebbero formate altre crepe, e infatti così è successo).
Mi sono dunque orientato sulle penne giapponesi, famose per avere pennini finissimi. La scelta è caduta su una Sailor High Ace Neo con pennino F: penna fantastica, con una qualità di scrittura incredibile per essere così economica, eccezionalmente fine e fluida. Mi sono però presto reso conto di non trovarmi bene con l’impugnatura molto stretta: tendevo a stringere troppo con le dita, con il risultato di stancarle presto.
Sono allora approdato alla Pilot 78G, sempre con pennino F: perfetta, o quasi! Economica ma dignitosa, qualità della scrittura eccezionale, finissima, fluida e comoda. Dato il suo costo quasi irrisorio (8 euro compresa la spedizione) dopo il primo esemplare di colore nero ho comprato anche quelli degli altri colori disponibili: rosso, blu e verde.
Ora che ho trovato la penna giusta, vorrei però possederne una versione più lussuosa. Quando a capodanno sono andato in vacanza in Giappone ne ho approfittato per comprare allora una bellissima Pilot Custom 742 con pennino in oro 14K. L’idea iniziale era quella di prenderla naturalmente con pennino F, ma nel negozio mi sono lasciato tentare dalla possibilità di provare anche altri tra i 15 pennini disponibili e, alla fine, sono stato affascinato dal pennino Falcon: provato e comprato!
Purtroppo, quando a casa l’ho provato con calma, ho capito che questo pennino non fa per me: può scrivere sì anche finemente, ma quando naturalmente si esercita più pressione il tratto diventa più spesso (come deve essere in un pennino flessibile!), fin troppo per i miei gusti. Dovevo restare sulla mia idea iniziale e prendere il pennino F!
Pazienza, la ricerca della penna perfetta continua...
