FountainPen.it Forum

Sovente mi capita di leggere nel forum messaggi di giovani affascinati dal mondo delle penne stilografiche, che chiedono consigli su quale marca e modello scegliere come approccio, precisando che le loro risorse economiche sono piuttosto limitate.
Ciò è molto positivo e da incoraggiare. Noi , che quotidianamente utilizziamo una penna stilografica come strumento di scrittura, sappiamo quanto ciò che scriviamo sia più caldo e vivo rispetto all’uso di qualsiasi altro mezzo, perché in quei segni, belli o brutti non importa, che lasciamo sul foglio trasmettiamo qualcosa di noi, della nostra essenza, esattamente come con le espressioni del viso ed il tono della voce aggiungiamo meta-messaggi alla nostra comunicazione orale.
Non sono una voce autorevole che possa impartire lezioni, ma un suggerimento mi permetto di darlo.
Senza nulla togliere alle penne stilografiche dell’attuale produzione, a volte girovagando su Internet o in qualche mercatino dell’usato ci si imbatte in “penne del passato” con caratteristiche eccellenti a prezzi modestissimi, perché non attirano l’interesse dei collezionisti e sono snobbate dai più, che guardano solo i marchi prestigiosi.
Vi porto un esempio. Sheaffer’s Triumph con carica a levetta, con una piccola ammaccatura sul cappuccio, che non compromette certo la sua funzionalità. E’ una penna del primo dopoguerra, il pennino è in oro 14 Kt, il cappuccio si avvita saldamente e rapidamente grazie al filetto a tre principi. E’ una penna robusta, non perde, non macchia, semplice, scrive magnificamente, adatta all’uso quotidiano. Dargli una lucidata ed eventualmente sostituirgli il serbatoio in gomma è un gioco da ragazzi. A me è venuta a casa con meno di 25 euro , ma chi sa contrattare meglio di me, l’avrebbe spuntata ad un prezzo ancora più basso.

Cosa ci azzecca con il cane preso al canile?

mi hai fatto venire voglia di andare per mercatini.

Con me sfondi una porta aperta...... ho fatto delle marche "minori" il mio territorio di caccia preferito

E non posso che darti ragione anch'io che ultimamente sono sempre "a caccia" di modelli vintage e che posso acquistare a prezzi ridotti di fronte solo a qualche piccola revisione (che tra l'altro forse da ancora più gusto alla nostra passione)...

A Robe' se Montblanc, Omas etc. etc. possono essere considerati cani con pedigree, sicuramente la Sheaffer non é un cane da canile....suvvia, trattieniti che Ottorino s'inalbera.
Il bello della questione é l'andare per canili (mercatini) e non demordere se alla prima non si trova nulla; la perseveranza prima o poi ripaga, magari non con una Etiopia o cose simili, ma la soddisfazione di rimettere in ordine di marcia un pezzo un po' sgarrupato non ha prezzo.
Comunque a me le Sheaffer MI piacciono (dove il MI è rafforzativo)

Dici bene Wally e come ben sai, anch'io ho un debole per le Sheaffer ed in assoluto la mia preferita è una PFM burgundy, per la quale non smetterò mai di ringraziare il nostro comune amico, esimio Professore Primario di Chirurgia Estetica al Gaslini.

Quanto ai canili..... a ben valutare, con occhio esperto e cuore aperto, si trovano molti cani di razza; non saranno cani da concorso, ma la razza se la portano dentro, che è ciò che più conta.

Come non darvi ragione

Io adoro girare per mercatini o per la baya in caccia di qualche piccola vestigia del passato dimenticata e bistrattata dal venditore incompetente
Poi cercare di restaurarla riportandola all'antico splendore non ha prezzo.
Peccato che a Roma non ci siano i mercatini che vi sento frequentare in altre città...per cui la caccia è spesso magra. Ma non demordo.....
L'ultimo colpaccio è stata una Aurora 88 per meno di 30 euro e mi sto deliziando a sistemarla.

La Sheaffer è una marca qualche migliaio di volte più importante di Montblanc e Omas messe insieme (con migliaio forse esagero, ma di almeno un ordine di grandezza sicuramente).

Sia nell'evoluzione stilistica (ha inventato la forma a siluro) che in quella tecnica (la levetta). Che oggi sia purtroppo diventata un produttore di penne di qualità ampiamente discutibile, è un altro discorso.

Che siccome era una delle marche più importanti del mondo abbia prodotto quantità di penne ordini di grandezza superiore ai due marchi citati e che quindi siano più facili da trovare e costino anche meno, non la rende meno "nobile", solo meno cara. Anche se poi andatemi a trovare una filigree degli anni '10 e vedrete che tanto meno cara non è...


Simone

Concordo pienamente e aggiungo che l'ammaccatura magari si rimedia anche. Sabato mi sono recato in un grande outlet del lusso a sud di Firenze. Tra i vari Gucci, Prada, Burberry c'era anche la boutique Montblanc. Pelletteria, gioielli, accessori... e le penne relegate in un angolo... che tristezza. Se non sbaglio si tratta dello stesso gruppo che ha trasformato Dunhill in azienda di abbigliamento, demolendo l'originario settore pipe, che ora non vengono neppure più marcate Dunhill ma "The White Spot".

E voglio vedere chi ha il coraggio di dar torto al Piccardi Si pensi solo al pennino conico o a quello a losanga : i più belli; e lo snorkel, dove lo mettiamo ? ecc.ecc.

Che triste notizia apprendo riguardo alle pipe Dunhill. Pipe eccezionali, purtroppo anche nel prezzo. Senza nulla togliere alle pipe italiane, nelle pipe inglesi si sente la "pazienza" di saper attendere lunghe stagionature. Dunhill era il massimo, ma anche Sasieni e Charatan si difendevano bene.
Beh, consoliamoci, almeno il tabacco Dunhill è tornato e finalmente posso nuovamente fumare l'amato Night Cap.

Prezzo a parte.
Ottime pipe ma soprastimate.

Il problema è che, nelle pipe, non so dove mettere l' inchiostro
Scherzi a parte avete provato le pipe di "Tom Spanu" : radica della Sardegna forse la migliore con quella spagnola, tutti pezzi unici, artigianali e magnifiche. Un tempo ne avevo una "dritta" ma chissà che fine ha fatto!

State "ottopando". Non siamo in chiacchere in libertà

Vi piace il neologismo ? (andare in OT)
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