La mia prima penna su misura
Inviato: mercoledì 7 gennaio 2015, 21:56
Dunque, apro questo piccolo argomento per parlare, condividere e confrontarmi riguardo lo sviluppo e la creazione della mia prima penna costruita "su misura". Si tratterà ovviamente di un lungo lavoro, quindi chiedo subito scusa se mi toccherà riportare questo post in cima all'elenco argomenti più volte nei prossimi mesi. Al momento posso dire di aver praticamente terminato la parte preliminare di raccolta di informazioni riguardo materiali e processi produttivi; ho inoltre abbozzato su CAD qualche possibile design, sebbene mi manchino ancora alcuni elementi chiave per completarli. Condivido qui quello che ho imparato e le numerose scelte che ho dovuto compiere, nella speranza che siano di aiuto a qualcuno che voglia fare la mia stessa "follia"
1. Scelta del pennino: sembra abbastanza ovvio ma senza un pennino una stilografica non si può costruire. Non avendo a disposizione strumenti e conoscenze sufficientemente accurati per costruire da me i blocchi scriventi, mi sono affidato a una combo pennino/alimentatore di fabbrica. Avrei certo potuto usare il blocco di una mia penna, ma mi sarei sentito terribilmente in colpa nel farlo, quindi ho preferito acquistarne direttamente uno nuovo. A questo punto mi si presentavano diverse scelte: mantenere l'impugnatura di una penna preesistente o fabbricare anche quella ex novo? Optare per una penna economica da smontare o acquistare solamente un blocco scrivente? Costruire il supporto per il pennino o acquistare un blocco con l'involucro integrato? [etc., vi risparmio il resto]. Alla fine, volendo personalizzare la mia penna il più possibile, ho optato per acquistare il solo blocco scrivente, compreso però dell'involucro filettato con cui collegarlo al corpo della penna e all'eventuale converter. Se fossi stato furbo avrei acquistato Pelikan o Faber Castell, i cui ricambi sono facilmente reperibili e facili da assemblare. Purtroppo punto primo non sono furbo, punto secondo volevo un pennino su cui potessi essere sicuro di fare affidamento, punto terzo mi trovo bene con molti pennini in acciaio, ma se proprio devo fare il folle lo faccio fino in fondo e opto per l'oro. Alla fine, come ho già anticipato in un altro post, sono riuscito a reperire, da un noto negozio online giapponese, il blocco scrivente di una Pilot Heritage 91. Quasi come manna dal cielo, questo blocco sembra essere stato creato su misura per le mie necessità: è Pilot, quindi per esperienza e abitudine sono sicuro che mi ci troverò bene, è filettato per essere inserito nell'impugnatura della penna, è rodiato e dunque ben si abbina a colori metallici lucidi, si collega direttamente al converter. Quest'ultima parte mi è particolarmente cara considerando che una penna in metallo reattivo, quale l'alluminio, mal sopporterebbe il contato diretto con l'inchiostro. In particolare ho optato per la punta soft fine, che da lungo tempo volevo provare. Devo ringraziare il caro Andrea, che avendo ordinato assieme a me una Heritage 91 con il medesimo pennino, ha sicuramente reso meno "indigesto" al negozio l'ordine di un blocco scrivente con addirittura un pennino speciale. Il mio consiglio dunque è, come a suo tempo mi era stato detto da Roberto del reparto tecnico: partite da un pennino che conoscete e già apprezzate. Ho una Custom 74, il cui pennino è il medesimo, eccezion fatta per la finitura, e mi ci trovo veramente bene, sebbene non l'abbia mai sfruttata a dovere in quando un po' troppo voluminosa per i miei gusti quotidiani.
Metodo di produzione: ho dedicato a questo argomento una quantità di tempo a dire poco illegale, ma volevo essere sicuro di non dover, in futuro, rimpiangere di non aver analizzato approfonditamente questo frangente. Escludendo subito lo stampaggio in plastica (dai costi totalmente proibitivi se non fatto in serie), e la forgiatura (un pochettino eccessiva per una sola penna), ciò che rimaneva erano la tradizionale lavorazione a macchina (tornio e fresa, per intenderci) e la più recente stampa 3D. La seconda, ovviamente, mi ha affascinato subito: la libertà di progettazione è incredibile, e le geometrie più complicate spesso portavano ad una riduzione di costo (per via del minor materiale utilizzato) piuttosto che ad un aumento. Purtroppo le problematiche legate a questo metodo di produzione sono quasi insormontabili: per prima cosa le filettature, difficilmente realizzabili a passi molto ridotti (minori di 1mm) se non a costi molto elevati, la limitata scelta di materiali, e il costo proibitivo dell'uso del metallo. Per i non esperti, lavorare il metallo tramite stampa 3D significa in genere due cose: o la fusione a cera persa usando modelli accuratamente stampati in 3D, o la fusione diretta di polveri metalliche tramite laser ad alta potenza. In entrambi i casi il costo avrebbe raggiunto livelli stratosferici. Quindi mi sono buttato sulla lavorazione tradizionale, anche perché avendo accesso ad un tornio CNC con tolleranze di pochi millesimi di millimetro, nonché esperienza personale nella creazione di tracciati di lavoro CNC, ho comunque un livello accettabile di libertà progettuale.
Materiali: da questo punto di vista ero già piuttosto preparato, inoltre utilizzando un tornio che in genere lavora l'acciaio, tutti i materiali più morbidi di esso mi sono accessibili. Probabilmente non potrò fare una penna in tungsteno, ma non penso che la mia mano ne soffrirà troppo. Al momento sono indirizzato su un metallo, ma non escludo la possibilità di creare una seconda penna magari in una plastica o resina lavorabile al tornio. D'altronde, una volta adattati i vari parametri di velocità di rotazione e alimentazione eccetera, una macchina CNC lavora senza troppi problemi qualsiasi cosa. Per sicurezza ovviamente farò revisionare i miei tracciati prima di darli in pasto alla macchina, lo strafalcione può sempre capitare.
Direi che per oggi ho finito, voglio lasciare un minimo alone di mistero su quello che poi sarà il prodotto finito, altrimenti che gusto ci sarebbe La prossima fase sarà l'ultimazione del modello CAD della penna, per la quale devo però attendere l'arrivo da oltreoceano del pennino. A risentirci al prossimo aggiornamento, se volete qualche informazione specifica (non ho certo detto tutto, altrimenti questo post sarebbe diventato più lungo della mia ultima recensione) o soprattuto se avete qualche consiglio scrivete! Ogni parola è ben accetta,soprattutto adesso che posso ancora modificare (quasi) ogni cosa!
1. Scelta del pennino: sembra abbastanza ovvio ma senza un pennino una stilografica non si può costruire. Non avendo a disposizione strumenti e conoscenze sufficientemente accurati per costruire da me i blocchi scriventi, mi sono affidato a una combo pennino/alimentatore di fabbrica. Avrei certo potuto usare il blocco di una mia penna, ma mi sarei sentito terribilmente in colpa nel farlo, quindi ho preferito acquistarne direttamente uno nuovo. A questo punto mi si presentavano diverse scelte: mantenere l'impugnatura di una penna preesistente o fabbricare anche quella ex novo? Optare per una penna economica da smontare o acquistare solamente un blocco scrivente? Costruire il supporto per il pennino o acquistare un blocco con l'involucro integrato? [etc., vi risparmio il resto]. Alla fine, volendo personalizzare la mia penna il più possibile, ho optato per acquistare il solo blocco scrivente, compreso però dell'involucro filettato con cui collegarlo al corpo della penna e all'eventuale converter. Se fossi stato furbo avrei acquistato Pelikan o Faber Castell, i cui ricambi sono facilmente reperibili e facili da assemblare. Purtroppo punto primo non sono furbo, punto secondo volevo un pennino su cui potessi essere sicuro di fare affidamento, punto terzo mi trovo bene con molti pennini in acciaio, ma se proprio devo fare il folle lo faccio fino in fondo e opto per l'oro. Alla fine, come ho già anticipato in un altro post, sono riuscito a reperire, da un noto negozio online giapponese, il blocco scrivente di una Pilot Heritage 91. Quasi come manna dal cielo, questo blocco sembra essere stato creato su misura per le mie necessità: è Pilot, quindi per esperienza e abitudine sono sicuro che mi ci troverò bene, è filettato per essere inserito nell'impugnatura della penna, è rodiato e dunque ben si abbina a colori metallici lucidi, si collega direttamente al converter. Quest'ultima parte mi è particolarmente cara considerando che una penna in metallo reattivo, quale l'alluminio, mal sopporterebbe il contato diretto con l'inchiostro. In particolare ho optato per la punta soft fine, che da lungo tempo volevo provare. Devo ringraziare il caro Andrea, che avendo ordinato assieme a me una Heritage 91 con il medesimo pennino, ha sicuramente reso meno "indigesto" al negozio l'ordine di un blocco scrivente con addirittura un pennino speciale. Il mio consiglio dunque è, come a suo tempo mi era stato detto da Roberto del reparto tecnico: partite da un pennino che conoscete e già apprezzate. Ho una Custom 74, il cui pennino è il medesimo, eccezion fatta per la finitura, e mi ci trovo veramente bene, sebbene non l'abbia mai sfruttata a dovere in quando un po' troppo voluminosa per i miei gusti quotidiani.
Metodo di produzione: ho dedicato a questo argomento una quantità di tempo a dire poco illegale, ma volevo essere sicuro di non dover, in futuro, rimpiangere di non aver analizzato approfonditamente questo frangente. Escludendo subito lo stampaggio in plastica (dai costi totalmente proibitivi se non fatto in serie), e la forgiatura (un pochettino eccessiva per una sola penna), ciò che rimaneva erano la tradizionale lavorazione a macchina (tornio e fresa, per intenderci) e la più recente stampa 3D. La seconda, ovviamente, mi ha affascinato subito: la libertà di progettazione è incredibile, e le geometrie più complicate spesso portavano ad una riduzione di costo (per via del minor materiale utilizzato) piuttosto che ad un aumento. Purtroppo le problematiche legate a questo metodo di produzione sono quasi insormontabili: per prima cosa le filettature, difficilmente realizzabili a passi molto ridotti (minori di 1mm) se non a costi molto elevati, la limitata scelta di materiali, e il costo proibitivo dell'uso del metallo. Per i non esperti, lavorare il metallo tramite stampa 3D significa in genere due cose: o la fusione a cera persa usando modelli accuratamente stampati in 3D, o la fusione diretta di polveri metalliche tramite laser ad alta potenza. In entrambi i casi il costo avrebbe raggiunto livelli stratosferici. Quindi mi sono buttato sulla lavorazione tradizionale, anche perché avendo accesso ad un tornio CNC con tolleranze di pochi millesimi di millimetro, nonché esperienza personale nella creazione di tracciati di lavoro CNC, ho comunque un livello accettabile di libertà progettuale.
Materiali: da questo punto di vista ero già piuttosto preparato, inoltre utilizzando un tornio che in genere lavora l'acciaio, tutti i materiali più morbidi di esso mi sono accessibili. Probabilmente non potrò fare una penna in tungsteno, ma non penso che la mia mano ne soffrirà troppo. Al momento sono indirizzato su un metallo, ma non escludo la possibilità di creare una seconda penna magari in una plastica o resina lavorabile al tornio. D'altronde, una volta adattati i vari parametri di velocità di rotazione e alimentazione eccetera, una macchina CNC lavora senza troppi problemi qualsiasi cosa. Per sicurezza ovviamente farò revisionare i miei tracciati prima di darli in pasto alla macchina, lo strafalcione può sempre capitare.
Direi che per oggi ho finito, voglio lasciare un minimo alone di mistero su quello che poi sarà il prodotto finito, altrimenti che gusto ci sarebbe La prossima fase sarà l'ultimazione del modello CAD della penna, per la quale devo però attendere l'arrivo da oltreoceano del pennino. A risentirci al prossimo aggiornamento, se volete qualche informazione specifica (non ho certo detto tutto, altrimenti questo post sarebbe diventato più lungo della mia ultima recensione) o soprattuto se avete qualche consiglio scrivete! Ogni parola è ben accetta,soprattutto adesso che posso ancora modificare (quasi) ogni cosa!