Pilot Parallel Pen
Inviato: venerdì 2 dicembre 2011, 15:49
In questa recensione, per la prima volta, non è di una stilografica, ma di una penna della Pilot molto particolare, che è piuttosto difficile da classificare nelle categorie comuni, dato che non è né una sfera, né un roller, né un feltro, per cui alla fine si può solo seguire la denominazione dell’azienda, e chiamarla “parallela“.
Si tratta infatti di uno strumento di scrittura molto particolare, indirizzato a chi si diletta di calligrafia, che funziona con un particolare pennino costituito da due lamine di acciaio piatte e sottili sovrapposte che consente di portare l’inchiostro su una punta piatta che arriva, nella versione più grande, ad uno spessore di ben 6mm.
In ambito calligrafico esistono vari pennini speciali per fare tratti molto larghi, ma in genere non arrivano a queste dimensioni e comunque funzionano per intinzione, con tutta la scomodità che questo comporta. La Parallel Pen sembra essere riuscita a risolvere un problema tutt’altro che banale, come quello di distribuire in forma uniforme e scorrevole l’inchiostro su una punta di larghezza estremamente ampia.
Nella serie di scansioni precedenti si possono vedere i risultati ottenuti con le 4 diverse versioni (o meglio misure) della penna, dallo spessore minimo di 1,5mm alla massima di 6 mm, passando per le intermedie da 2,4 mm e 3,8 mm. La cosa che si apprezza di più nell’uso di queste penne è la scorrevolezza e l’uniformità del tratto che si ottiene nonostante le dimensioni così ampie della punta.
Certo non si arriva alla scorrevolezza di una stilografica, certo, per la calligrafia a me interessa molto di più un pennino flessibile, certo la posizione di scrittura è un po’ più rigida (non si può inclinare troppo la penna, specie per le versioni con la punta più larga), ma la scrittura con una Parallel Pen resta comunque di una qualità nettamente superiore a quella ottenibile con qualunque pennarello o attrezzo affine.
Inoltre usando un angolo della penna si può, anche se in questo caso si perde la scorrevolezza, scrivere anche normalmente in linee di dimensione normale, ovviamente perdendo le variazioni di spessore che sono il tratto distintivo e lo scopo principale della penna. E’ comunque molto interessante la capacità del pennino di far arrivare lo stesso l’inchiostro sul foglio.
Una seconda caratteristica peculiare di queste penne è che è possibile, mettendo due Parallel Pen in verticale ed appoggiando un pennino sopra l’altro, trasferire l’inchiostro dalla penna superiore alla inferiore, in modo che questa, se i due inchiostri sono diversi, inizi a scrivere con il colore trasferito per passare progressivamente a quello contenuto internamente.
Colori Parallel Pen
L’effetto è quello illustrato negli esempi di scrittura riportati nelle immagini qui accanto, e per sfruttarlo a pieno la Pilot fornisce appositamente per queste penne una specifica serie di inchiostri denominati “Mixable Ink” pensati appunto per essere mescolati per ottenere queste sfumature. Ma la mia l’ho usata tranquillamente con del normalissimo inchiostro stilografico (un Pelikan 4001 Blu).
Dovendo descrivere la penna direi che la sua caratteristica più rilevante è quella di essere davvero divertente, perché consente di giocare con le sfumature di colore e gli spessori di scrittura in maniera davvero semplice e molto gradevole.
La qualità costruttiva è quella di un prodotto di largo consumo con un prezzo tutto sommato conveniente (stiamo sulla quindicina di euro), per cui non c’è molto da discutere di decorazioni e finiture. Ma si tratta di penne in plastica robuste e ben fatte che vengono fornite di converter in modo da poterle riutilizzare facilmente con qualunque inchiostro, cosa che le rende molto adatte allo scopo di strumento per la calligrafia.
Non mi esprimerò in questo caso nel solito rituale dei voti, ma credo che queste Parallel Pen meritino un 10 e lode per essersi dimostrate la prima vera innovazione che è comparsa nel mondo della scrittura in questi ultimi 10 anni. I pennini piatti infatti funzionano in maniera eccellente e sono completamente diversi da qualunque altro sistema visto fino ad oggi, e per le prove che ho fatto, scrivono molto meglio di sfere, roller e pennarellini vari. Tanto di cappello, dato che innovare su questo campo sembrava davvero impossibile.
Si ringraziano gli amici della Casa della Stilografica per aver messo a disposizione le penne con cui sono state eseguite le varie prove di scrittura e per aver fornito le fotografie usate nell’articolo.
Si tratta infatti di uno strumento di scrittura molto particolare, indirizzato a chi si diletta di calligrafia, che funziona con un particolare pennino costituito da due lamine di acciaio piatte e sottili sovrapposte che consente di portare l’inchiostro su una punta piatta che arriva, nella versione più grande, ad uno spessore di ben 6mm.
In ambito calligrafico esistono vari pennini speciali per fare tratti molto larghi, ma in genere non arrivano a queste dimensioni e comunque funzionano per intinzione, con tutta la scomodità che questo comporta. La Parallel Pen sembra essere riuscita a risolvere un problema tutt’altro che banale, come quello di distribuire in forma uniforme e scorrevole l’inchiostro su una punta di larghezza estremamente ampia.
Nella serie di scansioni precedenti si possono vedere i risultati ottenuti con le 4 diverse versioni (o meglio misure) della penna, dallo spessore minimo di 1,5mm alla massima di 6 mm, passando per le intermedie da 2,4 mm e 3,8 mm. La cosa che si apprezza di più nell’uso di queste penne è la scorrevolezza e l’uniformità del tratto che si ottiene nonostante le dimensioni così ampie della punta.
Certo non si arriva alla scorrevolezza di una stilografica, certo, per la calligrafia a me interessa molto di più un pennino flessibile, certo la posizione di scrittura è un po’ più rigida (non si può inclinare troppo la penna, specie per le versioni con la punta più larga), ma la scrittura con una Parallel Pen resta comunque di una qualità nettamente superiore a quella ottenibile con qualunque pennarello o attrezzo affine.
Inoltre usando un angolo della penna si può, anche se in questo caso si perde la scorrevolezza, scrivere anche normalmente in linee di dimensione normale, ovviamente perdendo le variazioni di spessore che sono il tratto distintivo e lo scopo principale della penna. E’ comunque molto interessante la capacità del pennino di far arrivare lo stesso l’inchiostro sul foglio.
Una seconda caratteristica peculiare di queste penne è che è possibile, mettendo due Parallel Pen in verticale ed appoggiando un pennino sopra l’altro, trasferire l’inchiostro dalla penna superiore alla inferiore, in modo che questa, se i due inchiostri sono diversi, inizi a scrivere con il colore trasferito per passare progressivamente a quello contenuto internamente.
Colori Parallel Pen
L’effetto è quello illustrato negli esempi di scrittura riportati nelle immagini qui accanto, e per sfruttarlo a pieno la Pilot fornisce appositamente per queste penne una specifica serie di inchiostri denominati “Mixable Ink” pensati appunto per essere mescolati per ottenere queste sfumature. Ma la mia l’ho usata tranquillamente con del normalissimo inchiostro stilografico (un Pelikan 4001 Blu).
Dovendo descrivere la penna direi che la sua caratteristica più rilevante è quella di essere davvero divertente, perché consente di giocare con le sfumature di colore e gli spessori di scrittura in maniera davvero semplice e molto gradevole.
La qualità costruttiva è quella di un prodotto di largo consumo con un prezzo tutto sommato conveniente (stiamo sulla quindicina di euro), per cui non c’è molto da discutere di decorazioni e finiture. Ma si tratta di penne in plastica robuste e ben fatte che vengono fornite di converter in modo da poterle riutilizzare facilmente con qualunque inchiostro, cosa che le rende molto adatte allo scopo di strumento per la calligrafia.
Non mi esprimerò in questo caso nel solito rituale dei voti, ma credo che queste Parallel Pen meritino un 10 e lode per essersi dimostrate la prima vera innovazione che è comparsa nel mondo della scrittura in questi ultimi 10 anni. I pennini piatti infatti funzionano in maniera eccellente e sono completamente diversi da qualunque altro sistema visto fino ad oggi, e per le prove che ho fatto, scrivono molto meglio di sfere, roller e pennarellini vari. Tanto di cappello, dato che innovare su questo campo sembrava davvero impossibile.
Si ringraziano gli amici della Casa della Stilografica per aver messo a disposizione le penne con cui sono state eseguite le varie prove di scrittura e per aver fornito le fotografie usate nell’articolo.