Onoto N - una recensione
Inviato: sabato 9 agosto 2014, 14:47
1905: Albert Einstein rivoluziona la fisica moderna, dimostrando matematicamente l'effetto fotoelettrico ed il moto browniano, ma soprattutto la relatività ristretta - Viene inaugurata la Ferrovia Transiberiana, che apre ufficialmente dopo il suo completamento il 21 luglio 1904 - L'aeroplano Wright Flyer III, costruito dai fratelli Wright, compie il primo storico volo di un aeromobile più pesante dell'aria - Viene fondata la squadra di calcio londinese Chelsea - Alfred Einhorn propone l'uso della novocaina come anestetico locale - A Chicago Paul Harris dà vita, insieme a tre amici, al primo Rotary Club.
E’ in quest’anno che la Thomas de la Rue & Company Ltd. (TDR), una delle imprese di maggior successo della storia industriale inglese a cavallo fra il XIX ed il XX secolo, introduce un modello di stilografica che le permetterà d’acquisire velocemente significative quote di mercato, sia nel Regno Unito sia all’estero: la Onoto “self filling pen”, penna a caricamento automatico a siringa rovesciata (“plunger filler”) e pennino d’oro 14k.
La novità della penna stava proprio nel sistema di caricamento, inventato dall’ingegnere inglese George Sweetser. In un periodo (1905) nel quale quasi tutte le stilografiche che andavano per la maggiore venivano alimentate con il contagocce, il nuovo sistema offriva vantaggi enormi, sui quali giustamente puntò il marketing della TDR, specialmente durante il periodo della prima guerra mondiale.
Oltre alla praticità, tale sistema, che utilizzava il corpo penna quale serbatoio, assicurava un’autonomia di scrittura senza rivali, grazie alla notevole quantità d’inchiostro caricata.
La penna era realizzata in ebanite (che gli inglesi chiamano “hard rubber” o “vulcanite”), il più delle volte con fini cesellature sul corpo. Lo stantuffo era azionato da una manopola posteriore, che fungeva da fondello. Per un’ottima spiegazione del funzionamento vi rimando al nostro wiki: http://www.fountainpen.it/Siringa_rovesciata
Nel corso del 1921, la TDR introdusse un sistema di codificazione dei propri modelli, assegnando retroattivamente al modello N il numero 3000 (4000 per la variante con pennino grande ed alimentatore coperto da una lamina d’oro).
Di primo acchito, l’esemplare che vedete sembra sia stato prodotto dopo il 1921, quando venne introdotto l’alimentatore singolo (In precedenza, veniva impiegato un alimentatore doppio, con proto alimentatore superiore. Il nuovo alimentatore, dotato di due selle nella parte a contatto con il pennino, si rivelò più efficiente nel controllo del flusso d’inchiostro ed è quello che mi sento di consigliare maggiormente per l’uso con gli inchiostri odierni, decisamente più fluidi di quelli d’un secolo fa). Tuttavia, la scritta impressa sul corpo, su tre linee parallele successive (“ONOTO” - PATENT SELF FILLING PEN - DE LA RUE LONDON) è del tipo antecedente al 1909, quando, dato il successo commerciale, la TDR introdusse l’appellativo di “the Pen” per le sue Onoto, riportandolo anche sul corpo penna. Ovviamente, è sempre possibile che nel corso della sua vita la stilografica sia stata “aggiornata” nelle prestazioni, con la sostituzione dell’alimentatore. Esteticamente, la Onoto N non concede alcunché al frivolo: si tratta di una penna molto “maschile”, con una linea estremamente pulita, impreziosita da due bande d’oro molto semplici ed eleganti. Una linea ripresa moltissime volte negli anni successivi ed anche in epoca moderna (date un’occhiata, ad esempio, al “Tratto-pen”…).
Ecco le dimensioni:
• Lunghezza chiusa: 148 mm
• Lunghezza aperta (pennino compreso): 142 mm
• Lunghezza con cappuccio calzato (pennino compreso): 180 mm
• Diametro del corpo: 10 mm
• Diametro del cappuccio: 11 mm
• Diametri massimo e minimo dell’impugnatura: 9 - 7 mm
• Lunghezza della parte esposta del pennino: 18 mm
• Larghezza massima del pennino: 7 mm
Si tratta dunque di una penna grande, data la lunghezza, ma piuttosto sottile. Preferendo, in generale, penne con diametri molto più generosi, avevo molte perplessità sull’uso di questa stilografica, ma sono rimasto estremamente sorpreso: mi trovo meglio con la Onoto N che con qualunque altra stilografica nella mia pur modesta collezione. E’ diventata la mia penna standard. Il cappuccio presenta 4 fori in posizione simmetrica, più un quinto foro di fianco ad uno dei quattro: probabilmente, la scelta si è resa necessaria data la generosità del flusso e vista la misura del pennino: un Onoto numero 3 con punta B a taglio obliquo. La scrittura si rivela molto scorrevole, con un flusso molto abbondante; il pennino non è flessibile ma neppure rigido come quelli moderni. Si scrive, dunque, in modo molto confortevole e la leggerezza della penna consente lunghe sessioni di scrittura senza alcun affaticamento. Ecco una prova: Trovo che questa stilografica, una delle preferite di Winston Churchill, abbia un fascino del tutto particolare, in grado di riportare la mano ed il pensiero a più di 100 anni fa, quando Londra era così…
La penna era realizzata in ebanite (che gli inglesi chiamano “hard rubber” o “vulcanite”), il più delle volte con fini cesellature sul corpo. Lo stantuffo era azionato da una manopola posteriore, che fungeva da fondello. Per un’ottima spiegazione del funzionamento vi rimando al nostro wiki: http://www.fountainpen.it/Siringa_rovesciata
Nel corso del 1921, la TDR introdusse un sistema di codificazione dei propri modelli, assegnando retroattivamente al modello N il numero 3000 (4000 per la variante con pennino grande ed alimentatore coperto da una lamina d’oro).
Di primo acchito, l’esemplare che vedete sembra sia stato prodotto dopo il 1921, quando venne introdotto l’alimentatore singolo (In precedenza, veniva impiegato un alimentatore doppio, con proto alimentatore superiore. Il nuovo alimentatore, dotato di due selle nella parte a contatto con il pennino, si rivelò più efficiente nel controllo del flusso d’inchiostro ed è quello che mi sento di consigliare maggiormente per l’uso con gli inchiostri odierni, decisamente più fluidi di quelli d’un secolo fa). Tuttavia, la scritta impressa sul corpo, su tre linee parallele successive (“ONOTO” - PATENT SELF FILLING PEN - DE LA RUE LONDON) è del tipo antecedente al 1909, quando, dato il successo commerciale, la TDR introdusse l’appellativo di “the Pen” per le sue Onoto, riportandolo anche sul corpo penna. Ovviamente, è sempre possibile che nel corso della sua vita la stilografica sia stata “aggiornata” nelle prestazioni, con la sostituzione dell’alimentatore. Esteticamente, la Onoto N non concede alcunché al frivolo: si tratta di una penna molto “maschile”, con una linea estremamente pulita, impreziosita da due bande d’oro molto semplici ed eleganti. Una linea ripresa moltissime volte negli anni successivi ed anche in epoca moderna (date un’occhiata, ad esempio, al “Tratto-pen”…).
Ecco le dimensioni:
• Lunghezza chiusa: 148 mm
• Lunghezza aperta (pennino compreso): 142 mm
• Lunghezza con cappuccio calzato (pennino compreso): 180 mm
• Diametro del corpo: 10 mm
• Diametro del cappuccio: 11 mm
• Diametri massimo e minimo dell’impugnatura: 9 - 7 mm
• Lunghezza della parte esposta del pennino: 18 mm
• Larghezza massima del pennino: 7 mm
Si tratta dunque di una penna grande, data la lunghezza, ma piuttosto sottile. Preferendo, in generale, penne con diametri molto più generosi, avevo molte perplessità sull’uso di questa stilografica, ma sono rimasto estremamente sorpreso: mi trovo meglio con la Onoto N che con qualunque altra stilografica nella mia pur modesta collezione. E’ diventata la mia penna standard. Il cappuccio presenta 4 fori in posizione simmetrica, più un quinto foro di fianco ad uno dei quattro: probabilmente, la scelta si è resa necessaria data la generosità del flusso e vista la misura del pennino: un Onoto numero 3 con punta B a taglio obliquo. La scrittura si rivela molto scorrevole, con un flusso molto abbondante; il pennino non è flessibile ma neppure rigido come quelli moderni. Si scrive, dunque, in modo molto confortevole e la leggerezza della penna consente lunghe sessioni di scrittura senza alcun affaticamento. Ecco una prova: Trovo che questa stilografica, una delle preferite di Winston Churchill, abbia un fascino del tutto particolare, in grado di riportare la mano ed il pensiero a più di 100 anni fa, quando Londra era così…