Stilografiche in aereo
- FilippoP
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Stilografiche in aereo
Ciao,
fra qualche giorno dovrò effettuare un paio di voli in aereo. Che rischio può correre la stilografica che porterò con me? Soltanto che non scriva, oppure potrebbero esserci delle perdite di inchiostro?
Inoltre, da questo punto di vista ci sono differenze tra i vari sistemi di caricamento (cartuccia, converter, stantuffo), le diverse gradazioni di pennino, ecc.?
Grazie
Filippo
fra qualche giorno dovrò effettuare un paio di voli in aereo. Che rischio può correre la stilografica che porterò con me? Soltanto che non scriva, oppure potrebbero esserci delle perdite di inchiostro?
Inoltre, da questo punto di vista ci sono differenze tra i vari sistemi di caricamento (cartuccia, converter, stantuffo), le diverse gradazioni di pennino, ecc.?
Grazie
Filippo
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Re: Stilografiche in aereo
Da quello che so c'è il rischio che le variazioni di pressione possano far fuoriuscire l'inchiostro dal gruppo pennino/alimentatore, per cui molte case consigliano di viaggiare con penna completamente piena o vuota. Io personalmente per non correre rischi la svuoterei completamente e la caricherei una volta giunto a destinazione.
Domenico
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Re: Stilografiche in aereo
I momenti più pericolosi,con i moderni aerei pressurizzati,dovrebbero essere quello del decollo e quello dell'atterraggio,in cui le variazioni di pressione "si fanno sentire".Quindi non posso che consigliare anche io di viaggiare a penna completamente vuota o completamente piena (con una certa preferenza per la prima opzione).
Ciao
Ciao
Alessandro
- scossa
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Re: Stilografiche in aereo
Meglio che la svuoti prima .... a meno che non sia una Waterman Edson.FilippoP ha scritto:Ciao,
fra qualche giorno dovrò effettuare un paio di voli in aereo. Che rischio può correre la stilografica che porterò con me? Soltanto che non scriva, oppure potrebbero esserci delle perdite di inchiostro?
Inoltre, da questo punto di vista ci sono differenze tra i vari sistemi di caricamento (cartuccia, converter, stantuffo), le diverse gradazioni di pennino, ecc.?
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Marco
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Se devi scegliere tra avere ragione ed essere gentile, scegli di essere gentile ed avrai sempre ragione.
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Re: Stilografiche in aereo
oppure una "Atelier Simoni " !!!scossa ha scritto:Meglio che la svuoti prima .... a meno che non sia una Waterman Edson.FilippoP ha scritto:Ciao,
fra qualche giorno dovrò effettuare un paio di voli in aereo. Che rischio può correre la stilografica che porterò con me? Soltanto che non scriva, oppure potrebbero esserci delle perdite di inchiostro?
Inoltre, da questo punto di vista ci sono differenze tra i vari sistemi di caricamento (cartuccia, converter, stantuffo), le diverse gradazioni di pennino, ecc.?
Grazie
Filippo
stefano
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Re: Stilografiche in aereo
La perdita di inchiostro per variazioni di pressione dipende tutta dalla quantità di aria che c'è dentro il serbatoio che in depressione può spingere fuori l'inchiostro. La cosa può essere mitigata da un buon alimentatore, ma alla fine se hai una penna con un serbatioio grande rischi di più. La cosa pertanto ha effetto negativo su penne a stantuffo o siringa rovesciata semicariche. Data la minore capacità di inchiostro non ne ha praticamente nessuno su cartucce e converter che da questo punto di vista sono più sicure. I soli sistemi di caricamento esenti dal problema son quelli a sfiatatoio, che oggi non è praticamente più usato da nessuno delle marche più famose (ma a quel che vedo la Edison Pen lo ha ripreso) e safety.FilippoP ha scritto:Ciao,
fra qualche giorno dovrò effettuare un paio di voli in aereo. Che rischio può correre la stilografica che porterò con me? Soltanto che non scriva, oppure potrebbero esserci delle perdite di inchiostro?
Inoltre, da questo punto di vista ci sono differenze tra i vari sistemi di caricamento (cartuccia, converter, stantuffo), le diverse gradazioni di pennino, ecc.?
Grazie
Filippo
In teoria ne risentono in misura minore anche quelli a gommino per l'elasticità delle pareti, ma con gli attuali l'effetto è comunque trascurabile anche perché questi per dimensione sono analoghi alle cartucce, per fare un confronto ci vorrebbero le dimensioni dei gommini usate sulle Chilton, ma nessuno usa più quel sistema.
Simone
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Re: Stilografiche in aereo
Meccanismi per bloccare l'afflusso di inchiostro al pennino ci sono fin dal 1905 con la Onoto a siringa rovesciata il cui pistone quando chiuso completamente andava ad isolare la parte finale della sezione, o con l'Ink Shut-Off della Eversharp che invece di sporgenze laterali usava una levetta sotto l'alimentatore chiusa dal cappuccio (di cui questo mi pare una variante).rembrandt54 ha scritto:oppure una "Atelier Simoni " !!!scossa ha scritto: Meglio che la svuoti prima .... a meno che non sia una Waterman Edson.
stefano
Non si inventa ormai più nulla di davvero originale...
Simone
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Re: Stilografiche in aereo
Dimenticavo, la gran parte di questi risolvono un problema che con un alimentatore ben realizzato praticamente non esiste più ... Però può essere un buon argomento di marketing per distinguersi dalla concorrenza.piccardi ha scritto: Non si inventa ormai più nulla di davvero originale...
Simone
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Re: Stilografiche in aereo
Nel 1994 Visconti ha ottenuto il brevetto europeo poi quello americano per doppio serbatoio.
Il sistema consiste in 2 serbatoi accoppiati e separati da una guarnizione.
Il primo serbatoio ,in connessione con il pennino,contiene un po meno di una cartuccia di inchiostro, il secondo altre 5.
Quindi la capacità è di gran lunga superiore a qualsiasi penna moderna o antica.
Usando il calamaio da viaggio questa capacità è incrementata del 30% sfiorando le 10 cartucce.
Quando si riempie la penna per la prima volta ambedue i serbatoi si riempiono.
Dopo aver riavvitato il fondello, i due serbatoi si separano grazie alla guarnizione della siringa rovesciata che noi chiamiamo Power Filler.
Quando si esaurisce il primo serbatoio, si posiziona il pennino verso l'alto, per evitare sovrapressioni ( in effetti il serbatoio piccolo compensa l'eventuale sovrapressione di quello grande e per questo mentre si apre il fondello il pennino va tenuto verso l'alto ), si svita il fondello fino al folle ( circa 3 mm di corsa libera) ,poi si gira la penna e il gioco è fatto.
A volte, con inchiostri densi, puó essere utile muovere il fondello lungo i 3 mm del folle per aiutare l'inchiostro ad entrare nel serbatoio + piccolo.
Si richiude il fondello ed ecco la penna è di nuovo pronta a scrivere.
Cosa fare prima di prendere l'areo, tipo al check in ?
O si riempie il serbatoio piccolo (operativo) completamente o lo si svuota del tutto.
Tutti i liquidi , a differenza dell'aria sono insensibili ai cambi di pressione , quindi un serbatoio pieno non perderà mai.....tranne che per scuotimento!
E se uno vuole scrivere in volo ? Nessun problema dal momento che l'aria che entra nel serbatoio piccolo sarà alla stessa pressione della cabina dell'aereo ( equivalente a circa 2500 mt , anche se il nuovo Boeing dicono sia a bassa pressione , solo 1800 mt).
Naturalmente raccomandiamo attenzione perchè se esaurite il serbatoio piccolo in volo e volete di nuovo ricaricarlo, ecco che il grande é in sovrapressione ( creata al suolo) quindi dovete decomprimere rivolgendo il pennino verso l'alto e usando il piccolo serbatoio per compensare. Dovete attendere di aver esaurito completamente il serbatoio piccolo, prima di ricaricarlo.
Se non dovete scrivere o se volete mettere la penna in valigia nel bagagliaio dove si arriva a 10.000 metri, potete svuotare il serbatoio piccolo trasferendo l'Inchiostro in quello grande (secondario) ed é fatta !
Nei conduttori antichi il pettine o lamelle servivano a intrappolare le gocce di inchiostro che fuoriuscivano o per urti, scuotimento, per gap termici ,caldo / freddo, per sbalzi di pressione (gli ascensori nell'Empire state building hanno creato + di un problema alle Parker Vacuumatic).
É lapalissiano che possono contenere solo una o due gocce.
I conduttori moderni come il Visconti, hanno il pettine interno oltre che esterno e una capacità di compensazione molto piú elevata di quelli d' epoca ma pur sempre limitata ad una cartuccia scarsa.
Se il serbatoio é grande o addirittura flessibile il rischio di perdita é molto alto.
Quindi in aereo : no serbatoi flessibili, che tra l'altro non si possono riempire completamente, penne ben cariche, oppure doppio serbatoio che evita la noia di tirar fuori un calamaio di inchiostro e inpiastricciarvi in sala di attesa.....a meno che non usiate un calamaio da viaggio Visconti che vi permette di riempire qualsiasi penna senza sporcarvi le mani !
Il sistema consiste in 2 serbatoi accoppiati e separati da una guarnizione.
Il primo serbatoio ,in connessione con il pennino,contiene un po meno di una cartuccia di inchiostro, il secondo altre 5.
Quindi la capacità è di gran lunga superiore a qualsiasi penna moderna o antica.
Usando il calamaio da viaggio questa capacità è incrementata del 30% sfiorando le 10 cartucce.
Quando si riempie la penna per la prima volta ambedue i serbatoi si riempiono.
Dopo aver riavvitato il fondello, i due serbatoi si separano grazie alla guarnizione della siringa rovesciata che noi chiamiamo Power Filler.
Quando si esaurisce il primo serbatoio, si posiziona il pennino verso l'alto, per evitare sovrapressioni ( in effetti il serbatoio piccolo compensa l'eventuale sovrapressione di quello grande e per questo mentre si apre il fondello il pennino va tenuto verso l'alto ), si svita il fondello fino al folle ( circa 3 mm di corsa libera) ,poi si gira la penna e il gioco è fatto.
A volte, con inchiostri densi, puó essere utile muovere il fondello lungo i 3 mm del folle per aiutare l'inchiostro ad entrare nel serbatoio + piccolo.
Si richiude il fondello ed ecco la penna è di nuovo pronta a scrivere.
Cosa fare prima di prendere l'areo, tipo al check in ?
O si riempie il serbatoio piccolo (operativo) completamente o lo si svuota del tutto.
Tutti i liquidi , a differenza dell'aria sono insensibili ai cambi di pressione , quindi un serbatoio pieno non perderà mai.....tranne che per scuotimento!
E se uno vuole scrivere in volo ? Nessun problema dal momento che l'aria che entra nel serbatoio piccolo sarà alla stessa pressione della cabina dell'aereo ( equivalente a circa 2500 mt , anche se il nuovo Boeing dicono sia a bassa pressione , solo 1800 mt).
Naturalmente raccomandiamo attenzione perchè se esaurite il serbatoio piccolo in volo e volete di nuovo ricaricarlo, ecco che il grande é in sovrapressione ( creata al suolo) quindi dovete decomprimere rivolgendo il pennino verso l'alto e usando il piccolo serbatoio per compensare. Dovete attendere di aver esaurito completamente il serbatoio piccolo, prima di ricaricarlo.
Se non dovete scrivere o se volete mettere la penna in valigia nel bagagliaio dove si arriva a 10.000 metri, potete svuotare il serbatoio piccolo trasferendo l'Inchiostro in quello grande (secondario) ed é fatta !
Nei conduttori antichi il pettine o lamelle servivano a intrappolare le gocce di inchiostro che fuoriuscivano o per urti, scuotimento, per gap termici ,caldo / freddo, per sbalzi di pressione (gli ascensori nell'Empire state building hanno creato + di un problema alle Parker Vacuumatic).
É lapalissiano che possono contenere solo una o due gocce.
I conduttori moderni come il Visconti, hanno il pettine interno oltre che esterno e una capacità di compensazione molto piú elevata di quelli d' epoca ma pur sempre limitata ad una cartuccia scarsa.
Se il serbatoio é grande o addirittura flessibile il rischio di perdita é molto alto.
Quindi in aereo : no serbatoi flessibili, che tra l'altro non si possono riempire completamente, penne ben cariche, oppure doppio serbatoio che evita la noia di tirar fuori un calamaio di inchiostro e inpiastricciarvi in sala di attesa.....a meno che non usiate un calamaio da viaggio Visconti che vi permette di riempire qualsiasi penna senza sporcarvi le mani !