Onoto 3000 N (1905 - 1921)
Inviato: sabato 14 giugno 2014, 15:15
Le stilografiche Onoto, prodotte dalla Thomas De La Rue & Co. di Londra, non sono molto conosciute in Italia ma hanno sempre goduto di ottima fama internazionale, oltre che, ovviamente, nel Regno Unito, dove venivano prodotte.
Fra i personaggi illustri che la utilizzarono si annovera anche Winston Churchill, che pare amasse le Onoto in modo particolare. In Francia per la prima guerra mondiale, scrisse alla moglie: "Send me another Onoto. I have stupidly lost mine" ("Mandami un'altra Onoto. Ho stupidamente perso la mia"). A prima vista, può sembrare una stilografica poco interessante, data l’assoluta mancanza di finiture e la forma semplicemente cilindrica. Personalmente, ne apprezzo molto sia gli aspetti storici e tecnologici sia la qualità di scrittura.
Ho ordinato la penna ad un conosciuto ed abile riparatore di Onoto, che opera in Inghilterra e che me l’ha fornita completamente revisionata ed originale.
Passiamo ad alcuni dati tecnici:
- Lunghezza chiusa: 145,5 mm
- Lunghezza aperta senza cappuccio: 143 mm (127 mm senza considerare la parte esposta del pennino)
- Lunghezza con cappuccio calzato: 160 mm (senza considerare la parte esposta del pennino)
- Lunghezza del pennino: 16mm (parte esposta)
- Diametro del fusto: 10,2 mm
- Diametri della sezione (minimo – massimo): 7,5 mm – 9 mm
- Diametro del cappuccio: 10,8 mm
Al centro del fusto è ancora leggibile la scritta << “ONOTO” >>, sotto la quale si legge << Patent Self Filling Pen>> e, ancora sotto, <<De La Rue London>>. Il meccanismo di ricarica è molto semplice: si svita la manopola che costituisce il fondello, si estrae completamente lo stantuffo, si immerge la sezione nell’inchiostro, si abbassa con calma lo stantuffo (che crea una depressione interna) fino a quando il caratteristico “pop!” ci informa che si è avviata l’aspirazione dell’inchiostro, si attendono alcuni secondi, si chiude avvitandola la manopola e si estrae la penna dall’inchiostro, passando all’usuale pulizia. La scrittura, aiutata anche dalla forma comodissima della sezione, si rivela una piacevole sorpresa: il pennino d’oro a 14 carati è molto molleggiato, il flusso abbondante ed il tratto fluido, senza alcuna impuntatura. Inesistenti le false partenze o i salti di scrittura. La densità degli inchiostri di un secolo fa consigliava di svitare la manopola di circa mezzo giro, per consentire un flusso di inchiostro costante. Con gli inchiostri moderni (come il mio amato Sheaffer Skrip nero), in tal modo il flusso si fa davvero eccessivo (ed io amo i flussi abbondanti!). La penna scrive perfettamente anche con il fondello chiuso.
Che dire in conclusione? Credo diventerà la mia stilografica standard per la scrittura serale: il suo fascino storico, le qualità del pennino e della scrittura, la bellezza del tratto la rendono la compagna ideale di tutti i momenti più sereni e tranquilli.
Come quelli che traspaiono da quest’ultima immagine, dove la penna riposa su un vassoio coevo in Sheffield inglese… Forse non rimarrà la mia unica Onoto 3000!
Il marchio è ricordato soprattutto per l’introduzione, nel 1905, del sistema di caricamento “plunger filler” (a siringa rovesciata), frutto dell’ingegno di Evelyn de la Rue e di George Sweetser, un brillante ingegnere meccanico. Il sistema portò alla commercializzazione della "Onoto Patent Self-Filling Pen”, della quale era garantita la perfetta tenuta in un periodo nel quale le fuoriuscite d’inchiostro costituivano ancora un reale problema.
Grazie all’uso del fusto della penna quale serbatoio, evitando i contenitori interni di gomma, la capacità e l’autonomia di scrittura di queste penne ha ancora oggi pochi rivali.
La stilografica che vi presento oggi è completamente in ebanite, con pennino in oro, ed è stata prodotta prima del 1921, quando venne abbandonato il doppio alimentatore, conservando solo quello inferiore. E' molto leggera ma comoda, grazie anche alla lunghezza. Fra i personaggi illustri che la utilizzarono si annovera anche Winston Churchill, che pare amasse le Onoto in modo particolare. In Francia per la prima guerra mondiale, scrisse alla moglie: "Send me another Onoto. I have stupidly lost mine" ("Mandami un'altra Onoto. Ho stupidamente perso la mia"). A prima vista, può sembrare una stilografica poco interessante, data l’assoluta mancanza di finiture e la forma semplicemente cilindrica. Personalmente, ne apprezzo molto sia gli aspetti storici e tecnologici sia la qualità di scrittura.
Ho ordinato la penna ad un conosciuto ed abile riparatore di Onoto, che opera in Inghilterra e che me l’ha fornita completamente revisionata ed originale.
Passiamo ad alcuni dati tecnici:
- Lunghezza chiusa: 145,5 mm
- Lunghezza aperta senza cappuccio: 143 mm (127 mm senza considerare la parte esposta del pennino)
- Lunghezza con cappuccio calzato: 160 mm (senza considerare la parte esposta del pennino)
- Lunghezza del pennino: 16mm (parte esposta)
- Diametro del fusto: 10,2 mm
- Diametri della sezione (minimo – massimo): 7,5 mm – 9 mm
- Diametro del cappuccio: 10,8 mm
Al centro del fusto è ancora leggibile la scritta << “ONOTO” >>, sotto la quale si legge << Patent Self Filling Pen>> e, ancora sotto, <<De La Rue London>>. Il meccanismo di ricarica è molto semplice: si svita la manopola che costituisce il fondello, si estrae completamente lo stantuffo, si immerge la sezione nell’inchiostro, si abbassa con calma lo stantuffo (che crea una depressione interna) fino a quando il caratteristico “pop!” ci informa che si è avviata l’aspirazione dell’inchiostro, si attendono alcuni secondi, si chiude avvitandola la manopola e si estrae la penna dall’inchiostro, passando all’usuale pulizia. La scrittura, aiutata anche dalla forma comodissima della sezione, si rivela una piacevole sorpresa: il pennino d’oro a 14 carati è molto molleggiato, il flusso abbondante ed il tratto fluido, senza alcuna impuntatura. Inesistenti le false partenze o i salti di scrittura. La densità degli inchiostri di un secolo fa consigliava di svitare la manopola di circa mezzo giro, per consentire un flusso di inchiostro costante. Con gli inchiostri moderni (come il mio amato Sheaffer Skrip nero), in tal modo il flusso si fa davvero eccessivo (ed io amo i flussi abbondanti!). La penna scrive perfettamente anche con il fondello chiuso.
Che dire in conclusione? Credo diventerà la mia stilografica standard per la scrittura serale: il suo fascino storico, le qualità del pennino e della scrittura, la bellezza del tratto la rendono la compagna ideale di tutti i momenti più sereni e tranquilli.
Come quelli che traspaiono da quest’ultima immagine, dove la penna riposa su un vassoio coevo in Sheffield inglese… Forse non rimarrà la mia unica Onoto 3000!