Pilot Falcon (Metallo) - Impressioni
Inviato: mercoledì 11 giugno 2014, 13:09
Dopo circa un anno e mezzo che possiedo questa penna, mi sono finalmente deciso a condividere le mie impressioni.
In questo periodo non ha mai lasciato la rotazione delle penne dimorando stabilmente nel mio borsello.
Aspetto e finiture
Il mio è il modello laccato rosso bordeaux, colore che non ho scelto volontariamente. Il motivo è semplice: l’ho comprata in una fortunata asta di un noto rivenditore giapponese a circà metà del prezzo di listino italiano. Per mia fortuna le finiture sono rodiate. Le linee della penna sono semplicissime, cosa che mi piace molto. La lacca rossa è lucida e di consistenza setosa. La sezione in plastica nera di ottima qualità. L’avvitatura è intermezzata da due anellini rodiati e un altro anellino è presente alla base della sezione in prossimità del pennino. La clip è lineare e il cappuccio ha una banda rodiata che a metà converge verso il corpo penna. La qualità costruttiva è eccelsa e tutto sembra perfettamente raccordato senza parti ballerine o che trasmettano sensazioni sgradevoli al tatto. Il peso della penna, essendo in metallo, si fa sentire ma non in maniera eccessiva poiché la penna (senza cappuccio calzato) è perfettamente equilibrata e cade favolosamente nell’incavo della mano. Le filettature svolgono egregiamente il loro lavoro senza nessun impuntamento e, anzi, dando una piacevole sensazione.
Voto: ★★★★★
Scrittura e Tecnica
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La particolarità più evidendente della falcon è il suo pennino. In oro 14K/585‰ rodiato con becchi lunghi e sottili. La forma ricorda vagamente il becco di un falco dal quale il nome. Può piacere o non piacere: personalmente lo trovo fantastico. Il mio è un SEF (Soft ExtraFine) ed è davvero sottile come una punta di ago sulla carta. Ovviamente non ci si può aspettare che scorra liscio come l’olio ma per essere così fine è una sorpresa come poco spesso si impunti. E’ un semiflessibile e non un flessibile (la pilot non l’ha mai definito tale, ma SOFT) contrariamente a quanto si è detto in varie recensioni su internet. Permette una gradevole variazione di tratto, nel mio caso ancora più accentuata dal tratto iniziale extrafine. La pressione occorrente per farlo flettere è di circa 435 grammi. Il flusso, da buona giapponese, è estremamente controllato e le flessioni più aggressive portano inevitabilmente alla perdita del tratto e al cosidetto “railroading”. Non è adatto quindi agli svolazzi del copperplate ma permette di divertirsi nel personalizzare e dare movimento alla propria scrittura. Per ciò ho modificato il mio alimentatore piegandolo alle mie necessità.
Voto: ★★★★
Sistema di caricamento
La Falcon è una penna con caricamento a cartuccia / converter, come la maggior parte delle penne giapponesi. Le cartucce previste sono le IC-50 proprietarie Pilot/Namiki. Il converter invece è il migliore esistente sul mercato: Il CON-70.
Il CON-70 è l’unico converter che funziona a pulsante. Il sistema con cui carica l’inchiostro è simile al vecchio vacumatic di parker (ripetute pressioni del pulsante fino a riempimento) ma la realizzazione tecnica è completamente differente. Descrivere a parole il funzionamento del CON-70 è improbo e pertanto ecco un video esemplificativo del funzionamento.
La capacità del converter è eccellente: 0,9 ml, quasi al livello di alcune penne a pistone.
Voto: ★★★★★
Rapporto Qualità/Prezzo
Il prezzo di listino sul mercato Italiano è poco sotto I 300 euro. Su strada si può trovare facilmente intorno alle 250 euro. Ritengo che il costo della penna sia congruo con quello che offre e per la qualità costruttiva.
Voto: ★★★½
La consiglio?
Dipende da cosa ci si aspetta. Se vi aspettate un penna che abbia la flessibilità di una vintage lasciate perdere e investite la somma in una Waterman 52 o una Eversharp Doric (e non è detto che ritroviate il flessibile! Quindi occhio). Se volete una penna affidabile, con una buona capacità di inchiostro e che permetta un po’ di “movimento” alla vostra scrittura, ve la consiglio ad occhi chiusi.
In questo periodo non ha mai lasciato la rotazione delle penne dimorando stabilmente nel mio borsello.
Aspetto e finiture
Il mio è il modello laccato rosso bordeaux, colore che non ho scelto volontariamente. Il motivo è semplice: l’ho comprata in una fortunata asta di un noto rivenditore giapponese a circà metà del prezzo di listino italiano. Per mia fortuna le finiture sono rodiate. Le linee della penna sono semplicissime, cosa che mi piace molto. La lacca rossa è lucida e di consistenza setosa. La sezione in plastica nera di ottima qualità. L’avvitatura è intermezzata da due anellini rodiati e un altro anellino è presente alla base della sezione in prossimità del pennino. La clip è lineare e il cappuccio ha una banda rodiata che a metà converge verso il corpo penna. La qualità costruttiva è eccelsa e tutto sembra perfettamente raccordato senza parti ballerine o che trasmettano sensazioni sgradevoli al tatto. Il peso della penna, essendo in metallo, si fa sentire ma non in maniera eccessiva poiché la penna (senza cappuccio calzato) è perfettamente equilibrata e cade favolosamente nell’incavo della mano. Le filettature svolgono egregiamente il loro lavoro senza nessun impuntamento e, anzi, dando una piacevole sensazione.
Voto: ★★★★★
Scrittura e Tecnica
La particolarità più evidendente della falcon è il suo pennino. In oro 14K/585‰ rodiato con becchi lunghi e sottili. La forma ricorda vagamente il becco di un falco dal quale il nome. Può piacere o non piacere: personalmente lo trovo fantastico. Il mio è un SEF (Soft ExtraFine) ed è davvero sottile come una punta di ago sulla carta. Ovviamente non ci si può aspettare che scorra liscio come l’olio ma per essere così fine è una sorpresa come poco spesso si impunti. E’ un semiflessibile e non un flessibile (la pilot non l’ha mai definito tale, ma SOFT) contrariamente a quanto si è detto in varie recensioni su internet. Permette una gradevole variazione di tratto, nel mio caso ancora più accentuata dal tratto iniziale extrafine. La pressione occorrente per farlo flettere è di circa 435 grammi. Il flusso, da buona giapponese, è estremamente controllato e le flessioni più aggressive portano inevitabilmente alla perdita del tratto e al cosidetto “railroading”. Non è adatto quindi agli svolazzi del copperplate ma permette di divertirsi nel personalizzare e dare movimento alla propria scrittura. Per ciò ho modificato il mio alimentatore piegandolo alle mie necessità.
Voto: ★★★★
Sistema di caricamento
La Falcon è una penna con caricamento a cartuccia / converter, come la maggior parte delle penne giapponesi. Le cartucce previste sono le IC-50 proprietarie Pilot/Namiki. Il converter invece è il migliore esistente sul mercato: Il CON-70.
Il CON-70 è l’unico converter che funziona a pulsante. Il sistema con cui carica l’inchiostro è simile al vecchio vacumatic di parker (ripetute pressioni del pulsante fino a riempimento) ma la realizzazione tecnica è completamente differente. Descrivere a parole il funzionamento del CON-70 è improbo e pertanto ecco un video esemplificativo del funzionamento.
La capacità del converter è eccellente: 0,9 ml, quasi al livello di alcune penne a pistone.
Voto: ★★★★★
Rapporto Qualità/Prezzo
Il prezzo di listino sul mercato Italiano è poco sotto I 300 euro. Su strada si può trovare facilmente intorno alle 250 euro. Ritengo che il costo della penna sia congruo con quello che offre e per la qualità costruttiva.
Voto: ★★★½
La consiglio?
Dipende da cosa ci si aspetta. Se vi aspettate un penna che abbia la flessibilità di una vintage lasciate perdere e investite la somma in una Waterman 52 o una Eversharp Doric (e non è detto che ritroviate il flessibile! Quindi occhio). Se volete una penna affidabile, con una buona capacità di inchiostro e che permetta un po’ di “movimento” alla vostra scrittura, ve la consiglio ad occhi chiusi.