Osmiroid
Inviato: venerdì 23 maggio 2014, 13:02
Come promesso, apro un nuovo Argomento inerente le penne calligrafiche Osmiroid, storico marchio britannico di penne economiche per studenti e appassionati di Calligrafia, che ha purtroppo chiuso i battenti alla fine del secolo scorso. In circolazione si trovano comunque ancora penne e pennini o addirittura interi set NOS (New Old Stock, ossia fuori produzione ma mai utilizzati), fondi di magazzino che, vista la bontà dei prodotti, ultimamente sta conoscendo una certa rivalutazione dei prezzi.
Osmiroid produceva penne economiche con eccellenti pennini intercambiabili.
L'azienda fu fondata nel 1918 niente meno che da Edmund Perry, nipote di James Perry, famoso industriale produttore di pennini da intinzione in acciaio fra i più diffusi al mondo.
L'idea era proprio quella di fornire alle scolaresche delle penne con i pennini (in seguito il gruppo scrittura) intercambiabili, e data la finalità di contenere i prezzi e la cultura della qualità riguardo ai pennini derivata dalla Perry & Co., intorno al 1953 Osmiroid cominciò a produrre il modello 65, penna con caricamento a levetta e fusto realizzato in plastica a iniezione, che purtroppo aveva il difetto di deformarsi nel tempo; ne sono rimasti ben pochi esemplari in circolazione, a fronte della grande diffusione che ebbero queste penne e alcuni degli esemplari rimasti presentano delle tipiche deformazioni del materiale che se non inficiano la funzionalità della penna, la rendono di certo poco ergonomica.
Seguì poi negli anni Settanta, il modello 75, con plastica di qualità migliore e caricamento a stantuffo. Purtroppo anche su questo modello però i problemi derivati al ritiro della plastica che costituisce fusto e cappuccio, non sono mancati, seppure in minor quantità rispetto al modello precedente.
I pennini delle Osmiroid 65 e 75, di foggia tradizionale, sono in genere utilizzabili sulle coeve penne Esterbrook J ed Esterbrook SJ e su alcune penne a stantuffo di produzione tedesca. Qualche problema di compatibilità è stato però riscontrato con i pennini Osmiroid Copperplate, molto lunghi, che possono essere rovinati dai cappucci delle Esterbrook o di altre penne similari.
Infine sono arrivate, negli anni Ottanta, le Osmiroid a cartuccia - converter, penne in plastica molto migliore e con attacco universale. Rispetto ai modelli precedenti, le penne a cartuccia mostravano una sezione con il caratteristico pennino semi-coperto ed un complesso alimentatore costituito da due parti distinte, che si uniscono ad incastro e permettono un afflusso di inchiostro costante e molto ben bilanciato.
Negli anni sono state offerte in set comprendenti un vario numero di penne e pennini, in confezioni che includevano manuali di calligrafia, carta e inchiostri.
I pennini offerti erano moltissimi: dai tronchi di svariate misure con notevole assortimento anche per mancini (LH ossia Left Hand), ai pennini da disegno (Sketch), ai pennini per scrivere la musica sul pentagramma (Music nibs), ai pennini per Copperplate, fino ai tronchi speciali, SH, che tracciano linee parallele di vario spessore molto decorative, fino ai Rola Tip, senza punta in iridio ma con la sommità del pennino che veniva curvata, prima di essere placcata, caratterizzati da una notevole scorrevolezza (derivano infatti dagli ottimi Perry & Co. Durabrite ad intinzione).
I pennini delle Osmiroid a cartuccia sono placcati in oro, quindi una particolare cautela deve essere rivolta alla manutenzione straordinaria, ossia al disassemblaggio del gruppo scrittura da effettuarsi quando si cambia inchiostro e che si rende necessaria poiché, proprio a causa dell'elaborato alimentatore presente in questa penna, i depositi di inchiostro fra le due parti che lo costituiscono, tendono ad essere molto difficili da rimuovere.
Nelle immagini che seguono ho fotografato tre diversi modelli di Osmiroid a cartuccia - converter che differiscono esteticamente ma hanno i gruppi scrittura intercambiabili. Si trovano sia pennini con alimentatore bianco, sia nero, con la parte ad incastro gialla in entrambi i casi (questa parte dell'alimentatore non rimane in vista quando i pennini sono assemblati). Ho preferito fotografarne uno bianco poiché - sebbene il mio esemplare sia irrimediabilmente macchiato dal diabolico e meraviglioso inchiostro rosso della Casa - è più agevole in fotografia apprezzarne la forma.
Il disassemblaggio è semplice: con un panno morbido o dei guanti in lattice, si fa presa con indice e pollice su alimentatore-pennino e con l'altra mano si sfila semplicemente la sezione. Poi delicatamente si separano le due parti dell'alimentatore e si provvede all'immersione in acqua distillata e sapone, o alla rimozione dei depositi con un pennellino a setole semi-rigide. Dopo avere risciacquato molto bene e lasciato asciugare le componenti, si uniscono i due pezzi dell'alimentatore (attenzione a non invertire la posizione dell'elemento giallo!) e si accosta il pennino in modo da poter inserire i tre elementi già posizionati, nella sezione. E' una pratica in realtà ben più facile a farsi di quanto potrebbe sembrare, la sola cosa da tener presente è che si tratta di elementi delicati (soprattutto la parte gialla dell'alimentatore, molto sottile) da manipolare con cura.
Osmiroid produceva penne economiche con eccellenti pennini intercambiabili.
L'azienda fu fondata nel 1918 niente meno che da Edmund Perry, nipote di James Perry, famoso industriale produttore di pennini da intinzione in acciaio fra i più diffusi al mondo.
L'idea era proprio quella di fornire alle scolaresche delle penne con i pennini (in seguito il gruppo scrittura) intercambiabili, e data la finalità di contenere i prezzi e la cultura della qualità riguardo ai pennini derivata dalla Perry & Co., intorno al 1953 Osmiroid cominciò a produrre il modello 65, penna con caricamento a levetta e fusto realizzato in plastica a iniezione, che purtroppo aveva il difetto di deformarsi nel tempo; ne sono rimasti ben pochi esemplari in circolazione, a fronte della grande diffusione che ebbero queste penne e alcuni degli esemplari rimasti presentano delle tipiche deformazioni del materiale che se non inficiano la funzionalità della penna, la rendono di certo poco ergonomica.
Seguì poi negli anni Settanta, il modello 75, con plastica di qualità migliore e caricamento a stantuffo. Purtroppo anche su questo modello però i problemi derivati al ritiro della plastica che costituisce fusto e cappuccio, non sono mancati, seppure in minor quantità rispetto al modello precedente.
I pennini delle Osmiroid 65 e 75, di foggia tradizionale, sono in genere utilizzabili sulle coeve penne Esterbrook J ed Esterbrook SJ e su alcune penne a stantuffo di produzione tedesca. Qualche problema di compatibilità è stato però riscontrato con i pennini Osmiroid Copperplate, molto lunghi, che possono essere rovinati dai cappucci delle Esterbrook o di altre penne similari.
Infine sono arrivate, negli anni Ottanta, le Osmiroid a cartuccia - converter, penne in plastica molto migliore e con attacco universale. Rispetto ai modelli precedenti, le penne a cartuccia mostravano una sezione con il caratteristico pennino semi-coperto ed un complesso alimentatore costituito da due parti distinte, che si uniscono ad incastro e permettono un afflusso di inchiostro costante e molto ben bilanciato.
Negli anni sono state offerte in set comprendenti un vario numero di penne e pennini, in confezioni che includevano manuali di calligrafia, carta e inchiostri.
I pennini offerti erano moltissimi: dai tronchi di svariate misure con notevole assortimento anche per mancini (LH ossia Left Hand), ai pennini da disegno (Sketch), ai pennini per scrivere la musica sul pentagramma (Music nibs), ai pennini per Copperplate, fino ai tronchi speciali, SH, che tracciano linee parallele di vario spessore molto decorative, fino ai Rola Tip, senza punta in iridio ma con la sommità del pennino che veniva curvata, prima di essere placcata, caratterizzati da una notevole scorrevolezza (derivano infatti dagli ottimi Perry & Co. Durabrite ad intinzione).
I pennini delle Osmiroid a cartuccia sono placcati in oro, quindi una particolare cautela deve essere rivolta alla manutenzione straordinaria, ossia al disassemblaggio del gruppo scrittura da effettuarsi quando si cambia inchiostro e che si rende necessaria poiché, proprio a causa dell'elaborato alimentatore presente in questa penna, i depositi di inchiostro fra le due parti che lo costituiscono, tendono ad essere molto difficili da rimuovere.
Nelle immagini che seguono ho fotografato tre diversi modelli di Osmiroid a cartuccia - converter che differiscono esteticamente ma hanno i gruppi scrittura intercambiabili. Si trovano sia pennini con alimentatore bianco, sia nero, con la parte ad incastro gialla in entrambi i casi (questa parte dell'alimentatore non rimane in vista quando i pennini sono assemblati). Ho preferito fotografarne uno bianco poiché - sebbene il mio esemplare sia irrimediabilmente macchiato dal diabolico e meraviglioso inchiostro rosso della Casa - è più agevole in fotografia apprezzarne la forma.
Il disassemblaggio è semplice: con un panno morbido o dei guanti in lattice, si fa presa con indice e pollice su alimentatore-pennino e con l'altra mano si sfila semplicemente la sezione. Poi delicatamente si separano le due parti dell'alimentatore e si provvede all'immersione in acqua distillata e sapone, o alla rimozione dei depositi con un pennellino a setole semi-rigide. Dopo avere risciacquato molto bene e lasciato asciugare le componenti, si uniscono i due pezzi dell'alimentatore (attenzione a non invertire la posizione dell'elemento giallo!) e si accosta il pennino in modo da poter inserire i tre elementi già posizionati, nella sezione. E' una pratica in realtà ben più facile a farsi di quanto potrebbe sembrare, la sola cosa da tener presente è che si tratta di elementi delicati (soprattutto la parte gialla dell'alimentatore, molto sottile) da manipolare con cura.