piccardi ha scritto:Ad occhio direi che è proprio una di quelle "vere" ...
Ma sul fatto che i materiali siano migliorati permettimi di dissentire.
Riconosco che ci può essere una componente aleatoria dovuta ai punti di vista, ma quelle nuove sono di banale plastica a stampo, quelle antiche in ebanite, celluloide e bachelite trasparente (quest'ultima solo sulle prime), e lavorate al tornio con una forte componente artigianale.
Per i miei gusti i materiali sono peggiorati, e non di poco. Di certo il loro valore è nettamente inferiore, rifare la penna con gli stessi materiali oggi costerebbe un ordine di grandezza in più.
Simone
E' un argomento interessante e che credo non troverà mai tutti d'accordo.
Se la stilografica deve essere pratica, cioè adempiere alla sua funzione primaria, i materiali oggettivamente migliori sono quelli che garantiscono questo risultato; e non v'è dubbio che, da questo punto di vista, le materie plastiche attualmente in uso abbiano caratteristiche superiori a quelle dei materiali utilizzati decine d'anni fa. Non dimentichiamo che sia la genesi sia l'evoluzione tecnologica di questo meraviglioso strumento di scrittura derivarono per decenni dalla necessità di raggiungere l'obiettivo fondamentale della praticità e della sicurezza.
Tuttavia, se la stilografica è anche, come credo debba essere, un oggetto con una personalità, il modo in cui viene prodotta ha di sicuro un peso non trascurabile, così come la sua storia. L'apporto artigianale è, in questo senso, un fattore importante.
Va però osservato che oggi è possibile un connubio migliore fra i due aspetti, perché l'artigianalità può ben sposarsi all'uso di materiali più pratici e sicuri, oltre che meno deteriorabili.
Lo dimostrano i prodotti di diverse case italiane.
E' anche vero che i materiali moderni consentono maggiori personalizzazioni e variazioni estetiche, sia di forma sia di dimensione.
Rimane l'aspetto della standardizzazione, che tende ad un generale appiattimento delle caratteristiche del prodotto, salvo quelle estetiche. Ma su questo ha un peso rilevante la dura legge dell'utile economico...
Personalmente, cerco di apprezzare la singola stilografica per ciò che offre, cioè secondo la sua filosofia produttiva. Ad esempio, fra le mie preferite vi sono l'Aurora Optima, la Pelikan M200, la Delta Dolcevita e la Kaweco Sport Classic: modelli molto differenti fra loro sotto moltissimi punti di vista. Ma anche questo è il bello delle stilografiche: possono assumere personalità diversissime, mantenendosi sempre fedeli alla loro più intima natura.