OMAS OGIVA Vintage - Celluloide Autunno
Inviato: mercoledì 5 marzo 2014, 15:38
La Omas Ogiva Vintage rappresenta, a mio parere, un grande classico: sta al mondo delle fountain pen come il pastore tedesco sta al mondo della cinofilia.
La versione che vi presento oggi, non senza il timore che tradizionalmente accompagna chi si appresta a qualcosa di nuovo (questa è, infatti, la mia prima recensione), è, come da titolo, la Vintage celluloide Green Autunno.
A latere della altrettanto nota versione brown, Omas presenta due versioni (almeno io tante ho scoperto esisterne) green: una, appunto, green, caratterizzata da una celluloide fortemente intrisa di note verdi; ed una, quella de qua, in cui il colore verde e le sue declinazioni sono consegnati ai riflessi della luce, all'angolazione dei raggi del sole. Finanche all'umore di chi la maneggia.
Denominazione più azzeccata non poteva essere scelta, se si considera che - come auspico le foto facciano trapelare - la penna proietta la mente di chi la osserva nei colori caldi ed avvolgenti dell'autunno. A macchie discontinue di nero dalle diverse intensità, si giustappongono pennellate di colore che variano dal verde muschio all'oro paglierino, attraverso note di ocra e marroni terra di Siena.
Un grande classico, dicevo: la forma ogivale in questo senso depone, come anche il fermaglio che richiama una tradizione mai scontata.
Tra fusto e cappuccio, la penna veste cinque anelli di oro rosa: due ghiere greche classiche, l'una in prossimità del pennino e l'altra alla base del cappuccio; e tre anellini singoli (due in prossimità delle prefate ghiere ed uno a segnare il fondello della caricamento a stantuffo.
La penna oggetto di questa recensione veste un pennino F 18K: altro elemento - a mio modesto parere - di garanzia e funzionalità, che assicura un tratto lineare, deciso, scorrevole, che impone al foglio bianco un tratto sicuro, senza richiedere alcuno sforzo al polso né alla mano.
L'assenza di incertezza nelle partenze; la semplicità del tratto; la linearità delle forme e l'attenzione nei materiali di costruzioni fanno di questa penna un gioiello per la mano e per gli occhi: ciò che più mi ha colpito è la straordinaria eleganza della penna, la sua raffinatezza, quasi la penna respirasse la sua stessa bellezza senza mostrarsi presuntuosa.
Imbevuta di inchiostro classico Delta, colore marrone, la penna sembra essere uscita da saloni dagli alti soffitti di antichi palazzi del '400, come fosse stata utilizzata per firmare trattati tra gentiluomini o per glossare pentagrammi di musica classica.
Mi vorrete permettere, infine, un cenno a Stefano Corsani, le cui straordinarie competenza e passione non posso che apprezzare e condividere con voi tutti.
Un saluto
Luigi
La versione che vi presento oggi, non senza il timore che tradizionalmente accompagna chi si appresta a qualcosa di nuovo (questa è, infatti, la mia prima recensione), è, come da titolo, la Vintage celluloide Green Autunno.
A latere della altrettanto nota versione brown, Omas presenta due versioni (almeno io tante ho scoperto esisterne) green: una, appunto, green, caratterizzata da una celluloide fortemente intrisa di note verdi; ed una, quella de qua, in cui il colore verde e le sue declinazioni sono consegnati ai riflessi della luce, all'angolazione dei raggi del sole. Finanche all'umore di chi la maneggia.
Denominazione più azzeccata non poteva essere scelta, se si considera che - come auspico le foto facciano trapelare - la penna proietta la mente di chi la osserva nei colori caldi ed avvolgenti dell'autunno. A macchie discontinue di nero dalle diverse intensità, si giustappongono pennellate di colore che variano dal verde muschio all'oro paglierino, attraverso note di ocra e marroni terra di Siena.
Un grande classico, dicevo: la forma ogivale in questo senso depone, come anche il fermaglio che richiama una tradizione mai scontata.
Tra fusto e cappuccio, la penna veste cinque anelli di oro rosa: due ghiere greche classiche, l'una in prossimità del pennino e l'altra alla base del cappuccio; e tre anellini singoli (due in prossimità delle prefate ghiere ed uno a segnare il fondello della caricamento a stantuffo.
La penna oggetto di questa recensione veste un pennino F 18K: altro elemento - a mio modesto parere - di garanzia e funzionalità, che assicura un tratto lineare, deciso, scorrevole, che impone al foglio bianco un tratto sicuro, senza richiedere alcuno sforzo al polso né alla mano.
L'assenza di incertezza nelle partenze; la semplicità del tratto; la linearità delle forme e l'attenzione nei materiali di costruzioni fanno di questa penna un gioiello per la mano e per gli occhi: ciò che più mi ha colpito è la straordinaria eleganza della penna, la sua raffinatezza, quasi la penna respirasse la sua stessa bellezza senza mostrarsi presuntuosa.
Imbevuta di inchiostro classico Delta, colore marrone, la penna sembra essere uscita da saloni dagli alti soffitti di antichi palazzi del '400, come fosse stata utilizzata per firmare trattati tra gentiluomini o per glossare pentagrammi di musica classica.
Mi vorrete permettere, infine, un cenno a Stefano Corsani, le cui straordinarie competenza e passione non posso che apprezzare e condividere con voi tutti.
Un saluto
Luigi