Fra estetica, marketing e funzionalità
Inviato: giovedì 2 gennaio 2014, 11:37
Ciao a tutti, come suggeritomi nel post di presentazione, apro un topic per presentare le problematiche di un neo-riavvicinatosi alla stilografica e per conoscere le vostre opinioni in merito.
Scrivo con una appena-acquistata Visconti Rembrandt, per lo più su carta Moleskine. Già da questi particolari potete capire che non sono proprio un attentissimo valutatore di quello che compro, infatti ho scelto la Rembrandt in vece di una probabilmente (a quanto sento dire) più onesta e affidabile Pelikan esclusivamente per motivi estetici, e per gli stessi motivi (dite che ho poca resistenza alle sirene del marketing?) mi trovo con un collezione di Moleskine con cui mi sono trovato bene fino a che ho usato penna a sfera o matita, ma che trovo di scarsa resa con la stilografica.
Allego due foto prese da due agende differenti, (magari le posto anche nella sezione calligrafia cosicché la loro visione possa far venire i capelli bianchi a qulche calligrafo impudente!) cambia il tipo di carta, in quella a righe è la carta leggera delle agende, in quella senza righe c’è la carta più pesante, quella ce Moleskine dice adatta agli acquarelli. Ora, leggere di Moleskine su questo sito mi fa capire che probabilmente è meglio rassegnarsi e scriverci sopra solo con la matita. Le foto mostrano infatti in modo abbastanza chiaro che sulla carta sottile l’inchiostro trapassa il foglio, mentre su quella spessa viene assorbito malamente, come se sulla carta ci fosse una pellicola cerata idrorepellente. Ma magari, con la penna giusta e con l’inchiostro giusto, tutte queste problematiche si possono minimizzare...o è una battaglia persa in partenza?
Passando alla penna, la Visconti Rembradt, non sono soddisfatto del tratto, a mio avviso troppo spesso (ma che non c’entri anche un inchiostro che mi sembra molto acquoso?) e dal fatto che scrivendo e ruotando inavvertitamente la penna il tratto stesso cessi. Senza considerare le false partenze, non costanti, ma fastidiose. Inoltre preferisco i tratti fini o extrafini già da quando usavo la penna a sfera, anche se con la parker Jotter alla fine andavo quasi sempre sul refil medio perché il fine grattava sulla carta (tengo la penna molto inclinata, con un angolo di 40\45° circa sul foglio). Quindi chiederete –legittimamaente!- ma perché non ti informavi un po’ meglio prima in modo da fare un acquisto un po’ più oculato(una penna da 80 euro per di più, mica una Lamy Safari che comunque, non so se comprerei trovandola esteticamente ributtante)? Tutto giusto, tutto vero, anche se penso che per capire quali sono davvero le proprie esigenze bisogna provare e anche, magari, sbagliare. In ogni modo è impossibile conoscere il modo delle stilo senza maneggiarne una, cosa fatta capo ha, a caval donato non si guarda in bocca e quel che è fatto è fatto.
Conosco già le vostre risposte: comprati una Sailor. In effetti sarebbe la decisione più logica. Considerate che vorrei comprare una penna da usare, anche due penne magari, una in ogni borsa o in ogni giacca, ma da usare anche se non tutti i giorni la stessa. Non mi interessa tenerle in vetrina e nemmeno mi interessa spendere poco perché poi ho paura a portare in giro la penna da duecento euro perché si rovina, la perdo, o si graffia. Spenderò quelli che spenderò e mi godrò la spesa (magari non compro subito due penne da trecento euro, ma nel tempo chi lo sa). Quindi una Sailor, dite, prenditela e vivi sereno. No, non è così semplice. Purtroppo rimango molto, -troppo?- sensibile al fattore estetico e le Sailor sono così...che dire...anonime? Per darvi un’idea, mi piace molto l’estetica della DolceVita, ma ho già letto che mal si sposa con un pennino extrafine. Le compro entrambe e poi le uso per riparami dalla pioggia quando mia moglie lo verrà a sapere e mi butterà fuori di casa? Soluzione poco praticabile, mia moglie terrebbe le penne con se. Altro aspetto, voglio andare su un pennino d’oro e non disprezzerei un pennino flessibile, ma non avendo alcuna esperienza in tal senso mi sarebbe davvero utile, mi appagherebbe o in fin dei conti è un’altro falso bisogno indotto dal marketing?
Insomma, la finisco qui perché i papiri tediano, anzi no, dimenticado di dire che, naturalmente, userei come inchiostro il rosso-marroncino che MontBlanc ha dedicato a Leonardo... ;-P
Grazie a tutti –anche solo per essere arrivati in fondo!-
Simone
Scrivo con una appena-acquistata Visconti Rembrandt, per lo più su carta Moleskine. Già da questi particolari potete capire che non sono proprio un attentissimo valutatore di quello che compro, infatti ho scelto la Rembrandt in vece di una probabilmente (a quanto sento dire) più onesta e affidabile Pelikan esclusivamente per motivi estetici, e per gli stessi motivi (dite che ho poca resistenza alle sirene del marketing?) mi trovo con un collezione di Moleskine con cui mi sono trovato bene fino a che ho usato penna a sfera o matita, ma che trovo di scarsa resa con la stilografica.
Allego due foto prese da due agende differenti, (magari le posto anche nella sezione calligrafia cosicché la loro visione possa far venire i capelli bianchi a qulche calligrafo impudente!) cambia il tipo di carta, in quella a righe è la carta leggera delle agende, in quella senza righe c’è la carta più pesante, quella ce Moleskine dice adatta agli acquarelli. Ora, leggere di Moleskine su questo sito mi fa capire che probabilmente è meglio rassegnarsi e scriverci sopra solo con la matita. Le foto mostrano infatti in modo abbastanza chiaro che sulla carta sottile l’inchiostro trapassa il foglio, mentre su quella spessa viene assorbito malamente, come se sulla carta ci fosse una pellicola cerata idrorepellente. Ma magari, con la penna giusta e con l’inchiostro giusto, tutte queste problematiche si possono minimizzare...o è una battaglia persa in partenza?
Passando alla penna, la Visconti Rembradt, non sono soddisfatto del tratto, a mio avviso troppo spesso (ma che non c’entri anche un inchiostro che mi sembra molto acquoso?) e dal fatto che scrivendo e ruotando inavvertitamente la penna il tratto stesso cessi. Senza considerare le false partenze, non costanti, ma fastidiose. Inoltre preferisco i tratti fini o extrafini già da quando usavo la penna a sfera, anche se con la parker Jotter alla fine andavo quasi sempre sul refil medio perché il fine grattava sulla carta (tengo la penna molto inclinata, con un angolo di 40\45° circa sul foglio). Quindi chiederete –legittimamaente!- ma perché non ti informavi un po’ meglio prima in modo da fare un acquisto un po’ più oculato(una penna da 80 euro per di più, mica una Lamy Safari che comunque, non so se comprerei trovandola esteticamente ributtante)? Tutto giusto, tutto vero, anche se penso che per capire quali sono davvero le proprie esigenze bisogna provare e anche, magari, sbagliare. In ogni modo è impossibile conoscere il modo delle stilo senza maneggiarne una, cosa fatta capo ha, a caval donato non si guarda in bocca e quel che è fatto è fatto.
Conosco già le vostre risposte: comprati una Sailor. In effetti sarebbe la decisione più logica. Considerate che vorrei comprare una penna da usare, anche due penne magari, una in ogni borsa o in ogni giacca, ma da usare anche se non tutti i giorni la stessa. Non mi interessa tenerle in vetrina e nemmeno mi interessa spendere poco perché poi ho paura a portare in giro la penna da duecento euro perché si rovina, la perdo, o si graffia. Spenderò quelli che spenderò e mi godrò la spesa (magari non compro subito due penne da trecento euro, ma nel tempo chi lo sa). Quindi una Sailor, dite, prenditela e vivi sereno. No, non è così semplice. Purtroppo rimango molto, -troppo?- sensibile al fattore estetico e le Sailor sono così...che dire...anonime? Per darvi un’idea, mi piace molto l’estetica della DolceVita, ma ho già letto che mal si sposa con un pennino extrafine. Le compro entrambe e poi le uso per riparami dalla pioggia quando mia moglie lo verrà a sapere e mi butterà fuori di casa? Soluzione poco praticabile, mia moglie terrebbe le penne con se. Altro aspetto, voglio andare su un pennino d’oro e non disprezzerei un pennino flessibile, ma non avendo alcuna esperienza in tal senso mi sarebbe davvero utile, mi appagherebbe o in fin dei conti è un’altro falso bisogno indotto dal marketing?
Insomma, la finisco qui perché i papiri tediano, anzi no, dimenticado di dire che, naturalmente, userei come inchiostro il rosso-marroncino che MontBlanc ha dedicato a Leonardo... ;-P
Grazie a tutti –anche solo per essere arrivati in fondo!-
Simone