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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Rohrer & Klingner - Salix
- Phormula
- Siringa Rovesciata
- Messaggi: 4128
- Iscritto il: venerdì 6 aprile 2012, 14:06
- La mia penna preferita: Lamy 2000 F
- Il mio inchiostro preferito: R&K Phormula Blau
- Misura preferita del pennino: Medio
- Arte Italiana FP.IT M: 006
- Località: Milano
Rohrer & Klingner - Salix
Rohrer & Klingner – Salix
Ammetto di essere stato molto curioso di provare un inchiostro ferrogallico. Gli inchiostri ferrogallici hanno la caratteristica di diventare indelebili grazie alla reazione di ossidazione del gallato di ferro dopo che l’inchiostro ha impregnato le fibre della carta. L’inchiostro si trasforma in un pigmento, che può essere rimosso solo provocando la reazione inversa, ad esempio utilizzando uno sbiancante come la candeggina (ipoclorito di sodio). Tuttavia hanno anche la fama di essere particolarmente aggressivi nei confronti di pennini in acciaio ed alimentatori. Ero dunque particolarmente interessato a valutare le prestazioni nel lungo periodo.
Premessa
Nulla di nuovo sotto il sole di Germania, quindi copio e incollo dalla recensione precedente.
La maggior parte delle persone associano la città di Lipsia al suo passato musicale, oltre ad avere dato i natali a Richard Wagner, questa città della Sassonia è stata la dimora di Johan Sebastian Bach per oltre vent’anni. Oltre alla musica, o forse grazie anche a questa, Lipsia vanta una ampia produzione letteraria ed è sede di una importante fiera del libro. Tipici di Lipsia sono i minilibri, ovvero opere famose stampate in libri ancora più piccoli dei tascabili, con dimensioni di pochi centimetri. Una città importante per le arti grafiche non poteva essere la casa di un produttore di inchiostri. Felix & Klingner è stata fondata a Lipsia nel 1907 da Adolf Rohrer e Felix Arthur Klingner come produttore di inchiostri ed articoli per litografia. Passata relativamente indenne attraverso il quarantennio di governo comunista della Germania dell’Est, l’azienda è giunta alla quinta generazione e continua a realizzare inchiostri e prodotti per litografia e ritocco. Nel frattempo la sede si è spostata verso sud-ovest, dalla Sassonia a Zella-Mehlis, nel cuore dei boschi della Turingia, Germania Centrale.
L’azienda produce inchiostri di vario tipo e per diverse applicazioni: calligrafia, disegno, ritocco, belle arti e scrittura. Alcuni inchiostri sono prodotti seguendo ricette tradizionali e le confezioni ricalcano anche nelle etichette e nell’estetica quelle di un secolo fa. La filosofia della casa è infatti tradizione abbinata a moderni metodi di produzione. Che la tradizione rappresenti uno dei capisaldi di questa azienda tedesca lo si capisce anche dal fatto che vende i propri inchiostri stilografici in calamai in vetro da 50 ml con tappo a vite in metallo, ma non in cartucce, nonostante la maggior parte delle penne stilografiche moderne siano pensate per questo tipo di caricamento. I colori disponibili sono 18. Alcuni di essi hanno nomi di suono italiano, cone “Verdura”, “Solferino” o “Cassia”. Esistono anche il Salix e lo Scabiosa, che sono inchiostri con formulazione ferrogallica, e quindi destinati a diventare permanente una volta che si è asciugato ed il fenomeno di ossidazione ha avuto luogo. E’ una gamma abbastanza ampia, anche se per i miei gusti sento la mancanza di un blu-nero non ferrogallico.
Presentazione
Minimalista. L’inchiostro viene venduto in un calamaio di vetro marrone scuro da 50 ml, chiuso da un tappo a vite in alluminio dotato di guarnizione. L’etichetta specifica chiaramente che si tratta di un inchiostro per penne stilografiche a base ferrogallica. Manca del tutto la tradizionale scatoletta di cartone a proteggere l’inchiostro dalla luce. La casa consegna i boccettini ai negozi in anonime scatole di cartoncino da tre calamai, con una finestrella centrale che permette di vedere l’etichetta di uno dei tre flaconi. Tutto sommato un approccio che apprezzo, un imballo che non c’è non è destinato a diventare rifiuto e la protezione dalla luce può essere assicurata mantenendo il calamaio in un cassetto, come sto facendo io. Il flacone in vetro ha l’imboccatura molto larga, che permette di caricare senza problemi anche le penne più “cicciotte” e una splendida etichetta che ricalca quelle degli inchiostri del periodo tra le due guerre. Se mai, dato il fondo piatto e la forma circolare, ci potrebbe essere qualche problema quando il livello di inchiostro diventa basso e il pennino non pesca più bene. Il costo è più che ragionevole, circa 6 Euro per il calamaio da 50 ml (12 centesimi per millilitro), quindi solo leggermente più costoso di un Diamine e notevolmente più economico rispetto ad un inchiostro premium. Si tratta dunque di un inchiostro adatto all’uso quotidiano, anche per uno studente.
Prestazioni
Avendo frequentato a lungo la zona di Lipsia per motivi di lavoro, sono personalmente affezionato a questa regione della Germania in cui conservo ancora molti amici, tant’è che una delle stazioni radio che ascolto più di frequente (via internet) è appunto di quelle parti e molta musica che ascolto abitualmente è tedesca. In passato ho recensito il Blau Permanent (un blu medio che, a dispetto del nome, non è affatto permanente) e il Verdgris (uno splendido blu-verde-nero). Entrambi questi inchiostri sono entrati nel mio uso quotidiano, scalzando altrettanti Diamine, rispetto ai quali li preferisco per il comportamento più equilibrato. Qualche tempo fa Marco mi aveva mandato anche il Salix, che ho tardato un po’ a recensire, proprio perché ero curioso di valutare le prestazioni di questo inchiostro nel lungo periodo. Ho quindi inchiostrato due TWSBI Diamond 580, una con pennino M e l’altra con pennino F, e ho fatto una serie di prove per valutare come questo inchiostro si comportasse non solo sulla carta, ma anche nella penna. Come per i suoi predecessori, avevo aspettative molto elevate nei confronti di questo inchiostro, aspettative che non sono affatto andate deluse. Ma andiamo con ordine.
Flusso e lubrificazione
E’ la prima cosa che si nota e che fa capire che si tratta di un inchiostro ferrogallico. Non è un inchiostro dal flusso magro né è poco scorrevole, cionostante, quando il pennino incontra la carta, si ha la netta sensazione che l’inchiostro sia “diverso”. In termini puramente tecnici, definirei sia il flusso che la lubrificazione come nella media, in pratica scrivendo si ha la sensazione di scrivere con un inchiostro un po’ “acquoso”, anche se guardando la saturazione del tratto si capisce che non è affatto così. E’ più una sensazione che una caratteristica. Non è l’inchiostro da usare in penne dal flusso magro o con pennini che faticano ad essere trascinati sulla carta. Ci vuole una penna dal flusso almeno medio e dal pennino non contrastato. Una volta prese le misure con questa sua caratteristica, le due TWSBI 580 usate per questa prova si sono comportate benissimo. Diciamo che questo inchiostro è come la Volkswagen (inteso come il vecchio Maggiolino, tedesco pure lui), bisogna farci l’occhio prima di riuscire a parcheggiare con una certa disinvoltura. Che si tratti di una sensazione e non di un problema, lo si scopre scrivendo. Mi aspettavo che un inchiostro ferrogallico fosse problematico, e invece da questo punto di vista il Salix non si comporta in maniera molto diversa dagli altri inchiostri. Anzi, per certi versi va pure meglio: salti di tratto e mancate ripartenze praticamente assenti. Ero terrorizzato all’idea che potesse creare problemi al pennino o all’alimentatore, e invece non ne ho avuti. La TWSBI riparte a scrivere senza incertezze anche dopo qualche minuto senza cappuccio e la “prova del nove”, ovvero una delle due TWSBI lasciata volutamente carica nel portapenne con il pennino rivolto verso l’alto per tre settimane inutilizzata, è stata superata brillantemente, sono bastati due ghirigori su un pezzo di carta per farla tornare a scrivere come si deve. L’altra, lasciata in posizione orizzontale, dopo una settimana è ripartita senza nemmeno un millimetro di mancanza di tratto. Magari tuttti i miei inchiostri fossero così.
Aspetto cromatico
Una delle caratteristiche degli inchiostri ferrogallici, legata alla reazione chimica che li rende permanenti, è che cambiano di tonalità man mano che il gallato di ferro si ossida, e quindi il colore va valutato dopo qualche tempo. Il Salix non fa eccezione. Durante la scrittura, assomiglia molto al Pelikan 4001 Royal Blue, ma basta attendere qualche secondo e il tratto diventa più scuro e più saturo, con una leggera sfumatura di colore bruno, appena percettibile. L’inchiostro resta comunque un blu, direi una via di mezzo tra un blu ed un blu-nero, un piacevolissimo effetto vintage. La scansione allegata è stata fatta 24 ore dopo avere scritto il testo e il colore di un tratto medio è molto simile a quello indicato sulla confezione.
Le sfumature sono nella media e, rispetto ad altri inchiostri, non si notano gorsse differenze di tonalità tra le zone più chiare e quelle più scure, il Salix tende solamente ad essere un pochino slavato nelle zone in cui il tratto è più magro. E’ evidente che il testo è stato scritto con una stilografica. Io consiglio una penna dal flusso almeno medio, che per questo tipo di inchiostro rappresenta il giusto mix tra flusso e sfumature. Una volta che il colore è diventato quello definitivo, non si notano le fastidiose differenze tra i punti in cui si è appena cominciato a scrivere e quelli in cui tonalità e flusso si sono stabilizzati.
Feathering/Bleed Through
Mai preoccupanti, io ho avuto qualche problema, più di feathering che di bleed through, solo su carta scadente e con il pennino M, probabilmente legato alla tendenza dell’inchiostro ad impregnare le fibre di carta. La regola resta sempre la stessa: su carta compatta e di qualità (tipo Rhodia o Clairefontaine) si possono usare pennini con il tratto largo e penne dal flusso abbondante, man mano che la qualità della carta si abbassa, occorre diventare più selettivi, riducendo le dimensioni del pennino e il flusso della penna. Con questa accortezza lo si può adattare ad un gran numero di tipi di carta e di penne. Utilizzando la TWSBI Diamond 580 e il pennino fine, sono riuscito a scrivere senza particolari problemi anche sulla carta scadente dei bloc notes economici. La particolare tonalità di colore, se abbinata ad una carta leggermente avoriata, produce un bellissimo effetto retrò, sembra di sfogliare un vecchio registro.
Asciugatura/Resistenza all’acqua
Trattandosi di un inchiostro ferrogallico, era la parte del test che mi incuriosiva di più. Ebbene si, il Rohrer & Klingner Salix mantiene le promesse. Ho fatto la classica prova di “lavaggio” dopo 24 ore, in modo tale da dare tempo sufficiente alla reazione di ossidazione di avere luogo. Infatti l’inchiostro non ha fatto una piega, è comparso solo un leggero piumaggio, legato al fatto che la carta ha assorbito acqua ed ha perso l’originale lucidità. Come una buona vernice, una volta che il Salix ha “fatto presa” sulla carta, si può andare sul sicuro. Gli amanti degli inchiostri permanenti saranno soddisfatti.
Per quanto riguarda il tempo di asciugatura, con la TWSBI Diamond 580 a pennino F, sulla carta Rhodia da 80 g/m^2, dalla superficie particolarmente vellutata e che quindi non facilita l’assorbimento dell’inchiostro, ho misurato un tempo di “fuori pericolo”, dopo il quale è possibile toccare il testo o girare pagina o toccare il testo senza problemi, di circa 11 secondi, che salgono a 18 con la sorella dal pennino M. Il tempo si riduce a 5-6 utilizzando una penna dal flusso meno abbondante o una carta meno vellutata. Si tratta di un valore molto buono, che, unito alla resistenza all’acqua fuori dal comune, rende questo inchiostro perfetto anche per l’uso quotidiano.
Gli inchiostri ferrogallici non godono di buona reputazione da questo punto di vista, ma gli inchiostri stilografici Rohrer & Klingner hanno la fama di essere inchiostri che non rovinano le penne. Le due affermazioni sono contraddittorie. A distanza di un mese, direi che il Salix tiene fede alla seconda e non alla prima. Entrambe le TWSBI hanno superato indenni la prova, anche quella con il pennino M, che era rimasta a lungo carica e inutilizzata. Il classico lavaggio con acqua tiepida ha permesso di rimuovere tutte le tracce di inchiostro, entrambe le penne sono pronte per nuove avventure. Non contento, come si fa nelle prove di durata delle automobili e sfruttando questa caratteristica delle TWSBI, le ho disassemblate completamente ed ho osservato tutti i pezzi da vicino, aiutandomi con una lente. Non ho trovato alcun danno sul retro del pennino, inneschi di corrosione sugli anelli metallici, depositi nell’alimentatore o sul pistone e il materiale trasparente con cui sono realizzate è rimasto tale. Questo nonostante abbia tenuto entrambe le penne alla luce sulla mia scrivania. Chiaramente una prova di un mese non esclude che un inchiostro ferrogallico possa lasciare il segno nel lungo periodo, ma è sicuramente una indicazione positiva di come anche il Salix possa essere all’altezza della buona reputazione degli inchiostri Rohrer & Klingner.
Utilizzo consigliato
Ambienti di lavoro.
Certamente si. Va bene in quasi tutte le occasioni con l’eccezione delle più formali, a patto che lo si usi su una penna dal flusso almeno medio, per avere un tratto sufficientemente saturo da garantire una ottima leggibilità e fotocopiabilità. La particolare tonalità vintage comunica serietà ed understatement, il destinatario viene spinto a concentrarsi sul contenuto del messaggio, ma la presenza delle sfumature lascia comunque intendere che il testo è stato scritto con una penna stilografica. Inoltre è resistente all’acqua, anche se la sua permanenza non è avvallata dalla rispondenza alla norma DIN. Cosa si può desiderare di più? Le uniche occasioni in cui non si può usare questo inchiostro sono quelle che impongono il nero. Chiaramente, essendo un inchiostro permanente, lo è sulla carta ma anche sulle mani e sui vestiti. Nel primo caso si può rimediare con la candeggina, nel secondo non sempre è possibile farlo, per cui è importante utilizzarlo su una penna affidabile, che metta al riparo da eventuali sorprese. L’unico suo limite è di essere disponibile solo in calamaio, e questo potrebbe comportare qualche problema se si resta con la penna a secco e non è possibile ricaricare immediatamente.
Studenti.
Alla grandissima. Essendo permanente, è perfetto per affrontarci un esame e per scriverci i propri appunti. Dopo 24 ore è come se fossero stati scritti con la biro. Ma quel che è importante è che le caratteristiche di permanenza del Salix si sposano con un comportamento di eccellenza al momento della scrittura, in particolare tempo di asciugatura ridotto. Basta solo fare un po’ la mano al feeling particolare con il pennino, non usare penne scolastiche dal flusso particolarmente magro ma scegliere il tipo di penna in funzione della qualità della carta che si usa. Inoltre non potendo ricaricare cambiando la cartuccia, in certe situazioni sarà opportuno avere una penna di ricambio pronta all’uso. La tonalità scura comunica serietà e gli appunti si possono fotocopiare senza problemi. Inoltre mi terrei alla larga dalle penne particolarmente economiche, che potrebbero avere pennini in acciaio più scadenti e quindi maggiormente inclini a fenomeni di corrosione. Come per l’ambiente lavorativo, occorre solo prestare qualche cautela per non sporcarsi perché, una volta che la reazione di ossidazione ha avuto luogo, smacchiarsi può diventare complicato. In definitiva, considerando anche il costo contenuto, è una ottima alternativa permanente al classico inchiostro scolastico, ovvero il Pelikan 4001 Royal Blue, che invece vince sul piano della cancellabilità e della facilità di smacchiatura.
Correzioni/Annotazioni.
Non è il suo punto forte. Le note a margine di un testo stampato o le correzioni saranno pure permanenti quasi quanto il testo stesso, ma rischiano di non notarsi perché non se ne differenziano in maniera significativa.
Personale.
A futura memoria. In un paese come il nostro, che sembra essere sempre più di frequente vittima di eventi climatici estremi, può essere una soluzione per chi vuole mettere al sicuro i propri pensieri. Oppure vuole tutelarsi contro un eventuale naufragio su un’isola deserta e conseguente necessità di dover inviare un messaggio nella bottiglia per richiedere soccorso. Basta solo attendere qualche ora prima di infilarcelo e tapparla. Per il resto è un colore che comunica serietà ed ha un particolare fascino vintage, soprattutto se lo si usa su carta avoriata. La sua resistenza lo dovrebbe rendere ideale per esercizi di calligrafia e disegno. Essendo un po’ avaro di sfumature, consiglio di investire un po’ del proprio tempo alla ricerca della penna migliore, dal momento che un tratto ricco di sfumature è una caratteristica molto gradita e ricercata nei propri diari e scritti personali.
Conclusioni
Essendo un inchiostro permanente, potrei dire di voler lasciare ai posteri l’ardua sentenza. Scherzi a parte, ho cominciato questa prova con una certa perplessità nei confronti degli inchiostri ferrogallici, legata essenzialmente a quel che avevo letto in rete e sentito in giro. Un mese e un bel po’ di pagine dopo, la mia conclusione è che i miei timori fossero infondati. Il Rohrer & Klingner Salix si è rivelato un inchiostro a due facce. Al momento di scrivere si comporta come un buon inchiostro “tradizionale”, dove per tradizionale intendo la tipologia di inchiostri che oggi vanno per la maggiore, ovvero quelli non permanenti. Il flusso e la lubrificazione sono nella media e l’inchiostro si comporta molto bene nella penna, niente incertezze, salti di tratto e mancate ripartenze. Pulizia della penna dopo un mese di utilizzo effettuata senza problemi. Poi, una volta che si è steso il tratto sulla carta, è come se, improvvisamente, l’inchiostro si ricordasse di essere ferrogallico e quindi permanente, al punto da non fare una piega quando ho versato acqua sul testo.
Concludendo, se qualcuno è alla ricerca di un inchiostro permanente ma non problematico, il Rohrer & Klingner Salix merita di essere preso seriamente in considerazione.
Ammetto di essere stato molto curioso di provare un inchiostro ferrogallico. Gli inchiostri ferrogallici hanno la caratteristica di diventare indelebili grazie alla reazione di ossidazione del gallato di ferro dopo che l’inchiostro ha impregnato le fibre della carta. L’inchiostro si trasforma in un pigmento, che può essere rimosso solo provocando la reazione inversa, ad esempio utilizzando uno sbiancante come la candeggina (ipoclorito di sodio). Tuttavia hanno anche la fama di essere particolarmente aggressivi nei confronti di pennini in acciaio ed alimentatori. Ero dunque particolarmente interessato a valutare le prestazioni nel lungo periodo.
Premessa
Nulla di nuovo sotto il sole di Germania, quindi copio e incollo dalla recensione precedente.
La maggior parte delle persone associano la città di Lipsia al suo passato musicale, oltre ad avere dato i natali a Richard Wagner, questa città della Sassonia è stata la dimora di Johan Sebastian Bach per oltre vent’anni. Oltre alla musica, o forse grazie anche a questa, Lipsia vanta una ampia produzione letteraria ed è sede di una importante fiera del libro. Tipici di Lipsia sono i minilibri, ovvero opere famose stampate in libri ancora più piccoli dei tascabili, con dimensioni di pochi centimetri. Una città importante per le arti grafiche non poteva essere la casa di un produttore di inchiostri. Felix & Klingner è stata fondata a Lipsia nel 1907 da Adolf Rohrer e Felix Arthur Klingner come produttore di inchiostri ed articoli per litografia. Passata relativamente indenne attraverso il quarantennio di governo comunista della Germania dell’Est, l’azienda è giunta alla quinta generazione e continua a realizzare inchiostri e prodotti per litografia e ritocco. Nel frattempo la sede si è spostata verso sud-ovest, dalla Sassonia a Zella-Mehlis, nel cuore dei boschi della Turingia, Germania Centrale.
L’azienda produce inchiostri di vario tipo e per diverse applicazioni: calligrafia, disegno, ritocco, belle arti e scrittura. Alcuni inchiostri sono prodotti seguendo ricette tradizionali e le confezioni ricalcano anche nelle etichette e nell’estetica quelle di un secolo fa. La filosofia della casa è infatti tradizione abbinata a moderni metodi di produzione. Che la tradizione rappresenti uno dei capisaldi di questa azienda tedesca lo si capisce anche dal fatto che vende i propri inchiostri stilografici in calamai in vetro da 50 ml con tappo a vite in metallo, ma non in cartucce, nonostante la maggior parte delle penne stilografiche moderne siano pensate per questo tipo di caricamento. I colori disponibili sono 18. Alcuni di essi hanno nomi di suono italiano, cone “Verdura”, “Solferino” o “Cassia”. Esistono anche il Salix e lo Scabiosa, che sono inchiostri con formulazione ferrogallica, e quindi destinati a diventare permanente una volta che si è asciugato ed il fenomeno di ossidazione ha avuto luogo. E’ una gamma abbastanza ampia, anche se per i miei gusti sento la mancanza di un blu-nero non ferrogallico.
Presentazione
Minimalista. L’inchiostro viene venduto in un calamaio di vetro marrone scuro da 50 ml, chiuso da un tappo a vite in alluminio dotato di guarnizione. L’etichetta specifica chiaramente che si tratta di un inchiostro per penne stilografiche a base ferrogallica. Manca del tutto la tradizionale scatoletta di cartone a proteggere l’inchiostro dalla luce. La casa consegna i boccettini ai negozi in anonime scatole di cartoncino da tre calamai, con una finestrella centrale che permette di vedere l’etichetta di uno dei tre flaconi. Tutto sommato un approccio che apprezzo, un imballo che non c’è non è destinato a diventare rifiuto e la protezione dalla luce può essere assicurata mantenendo il calamaio in un cassetto, come sto facendo io. Il flacone in vetro ha l’imboccatura molto larga, che permette di caricare senza problemi anche le penne più “cicciotte” e una splendida etichetta che ricalca quelle degli inchiostri del periodo tra le due guerre. Se mai, dato il fondo piatto e la forma circolare, ci potrebbe essere qualche problema quando il livello di inchiostro diventa basso e il pennino non pesca più bene. Il costo è più che ragionevole, circa 6 Euro per il calamaio da 50 ml (12 centesimi per millilitro), quindi solo leggermente più costoso di un Diamine e notevolmente più economico rispetto ad un inchiostro premium. Si tratta dunque di un inchiostro adatto all’uso quotidiano, anche per uno studente.
Prestazioni
Avendo frequentato a lungo la zona di Lipsia per motivi di lavoro, sono personalmente affezionato a questa regione della Germania in cui conservo ancora molti amici, tant’è che una delle stazioni radio che ascolto più di frequente (via internet) è appunto di quelle parti e molta musica che ascolto abitualmente è tedesca. In passato ho recensito il Blau Permanent (un blu medio che, a dispetto del nome, non è affatto permanente) e il Verdgris (uno splendido blu-verde-nero). Entrambi questi inchiostri sono entrati nel mio uso quotidiano, scalzando altrettanti Diamine, rispetto ai quali li preferisco per il comportamento più equilibrato. Qualche tempo fa Marco mi aveva mandato anche il Salix, che ho tardato un po’ a recensire, proprio perché ero curioso di valutare le prestazioni di questo inchiostro nel lungo periodo. Ho quindi inchiostrato due TWSBI Diamond 580, una con pennino M e l’altra con pennino F, e ho fatto una serie di prove per valutare come questo inchiostro si comportasse non solo sulla carta, ma anche nella penna. Come per i suoi predecessori, avevo aspettative molto elevate nei confronti di questo inchiostro, aspettative che non sono affatto andate deluse. Ma andiamo con ordine.
Flusso e lubrificazione
E’ la prima cosa che si nota e che fa capire che si tratta di un inchiostro ferrogallico. Non è un inchiostro dal flusso magro né è poco scorrevole, cionostante, quando il pennino incontra la carta, si ha la netta sensazione che l’inchiostro sia “diverso”. In termini puramente tecnici, definirei sia il flusso che la lubrificazione come nella media, in pratica scrivendo si ha la sensazione di scrivere con un inchiostro un po’ “acquoso”, anche se guardando la saturazione del tratto si capisce che non è affatto così. E’ più una sensazione che una caratteristica. Non è l’inchiostro da usare in penne dal flusso magro o con pennini che faticano ad essere trascinati sulla carta. Ci vuole una penna dal flusso almeno medio e dal pennino non contrastato. Una volta prese le misure con questa sua caratteristica, le due TWSBI 580 usate per questa prova si sono comportate benissimo. Diciamo che questo inchiostro è come la Volkswagen (inteso come il vecchio Maggiolino, tedesco pure lui), bisogna farci l’occhio prima di riuscire a parcheggiare con una certa disinvoltura. Che si tratti di una sensazione e non di un problema, lo si scopre scrivendo. Mi aspettavo che un inchiostro ferrogallico fosse problematico, e invece da questo punto di vista il Salix non si comporta in maniera molto diversa dagli altri inchiostri. Anzi, per certi versi va pure meglio: salti di tratto e mancate ripartenze praticamente assenti. Ero terrorizzato all’idea che potesse creare problemi al pennino o all’alimentatore, e invece non ne ho avuti. La TWSBI riparte a scrivere senza incertezze anche dopo qualche minuto senza cappuccio e la “prova del nove”, ovvero una delle due TWSBI lasciata volutamente carica nel portapenne con il pennino rivolto verso l’alto per tre settimane inutilizzata, è stata superata brillantemente, sono bastati due ghirigori su un pezzo di carta per farla tornare a scrivere come si deve. L’altra, lasciata in posizione orizzontale, dopo una settimana è ripartita senza nemmeno un millimetro di mancanza di tratto. Magari tuttti i miei inchiostri fossero così.
Aspetto cromatico
Una delle caratteristiche degli inchiostri ferrogallici, legata alla reazione chimica che li rende permanenti, è che cambiano di tonalità man mano che il gallato di ferro si ossida, e quindi il colore va valutato dopo qualche tempo. Il Salix non fa eccezione. Durante la scrittura, assomiglia molto al Pelikan 4001 Royal Blue, ma basta attendere qualche secondo e il tratto diventa più scuro e più saturo, con una leggera sfumatura di colore bruno, appena percettibile. L’inchiostro resta comunque un blu, direi una via di mezzo tra un blu ed un blu-nero, un piacevolissimo effetto vintage. La scansione allegata è stata fatta 24 ore dopo avere scritto il testo e il colore di un tratto medio è molto simile a quello indicato sulla confezione.
Le sfumature sono nella media e, rispetto ad altri inchiostri, non si notano gorsse differenze di tonalità tra le zone più chiare e quelle più scure, il Salix tende solamente ad essere un pochino slavato nelle zone in cui il tratto è più magro. E’ evidente che il testo è stato scritto con una stilografica. Io consiglio una penna dal flusso almeno medio, che per questo tipo di inchiostro rappresenta il giusto mix tra flusso e sfumature. Una volta che il colore è diventato quello definitivo, non si notano le fastidiose differenze tra i punti in cui si è appena cominciato a scrivere e quelli in cui tonalità e flusso si sono stabilizzati.
Feathering/Bleed Through
Mai preoccupanti, io ho avuto qualche problema, più di feathering che di bleed through, solo su carta scadente e con il pennino M, probabilmente legato alla tendenza dell’inchiostro ad impregnare le fibre di carta. La regola resta sempre la stessa: su carta compatta e di qualità (tipo Rhodia o Clairefontaine) si possono usare pennini con il tratto largo e penne dal flusso abbondante, man mano che la qualità della carta si abbassa, occorre diventare più selettivi, riducendo le dimensioni del pennino e il flusso della penna. Con questa accortezza lo si può adattare ad un gran numero di tipi di carta e di penne. Utilizzando la TWSBI Diamond 580 e il pennino fine, sono riuscito a scrivere senza particolari problemi anche sulla carta scadente dei bloc notes economici. La particolare tonalità di colore, se abbinata ad una carta leggermente avoriata, produce un bellissimo effetto retrò, sembra di sfogliare un vecchio registro.
Asciugatura/Resistenza all’acqua
Trattandosi di un inchiostro ferrogallico, era la parte del test che mi incuriosiva di più. Ebbene si, il Rohrer & Klingner Salix mantiene le promesse. Ho fatto la classica prova di “lavaggio” dopo 24 ore, in modo tale da dare tempo sufficiente alla reazione di ossidazione di avere luogo. Infatti l’inchiostro non ha fatto una piega, è comparso solo un leggero piumaggio, legato al fatto che la carta ha assorbito acqua ed ha perso l’originale lucidità. Come una buona vernice, una volta che il Salix ha “fatto presa” sulla carta, si può andare sul sicuro. Gli amanti degli inchiostri permanenti saranno soddisfatti.
Per quanto riguarda il tempo di asciugatura, con la TWSBI Diamond 580 a pennino F, sulla carta Rhodia da 80 g/m^2, dalla superficie particolarmente vellutata e che quindi non facilita l’assorbimento dell’inchiostro, ho misurato un tempo di “fuori pericolo”, dopo il quale è possibile toccare il testo o girare pagina o toccare il testo senza problemi, di circa 11 secondi, che salgono a 18 con la sorella dal pennino M. Il tempo si riduce a 5-6 utilizzando una penna dal flusso meno abbondante o una carta meno vellutata. Si tratta di un valore molto buono, che, unito alla resistenza all’acqua fuori dal comune, rende questo inchiostro perfetto anche per l’uso quotidiano.
Gli inchiostri ferrogallici non godono di buona reputazione da questo punto di vista, ma gli inchiostri stilografici Rohrer & Klingner hanno la fama di essere inchiostri che non rovinano le penne. Le due affermazioni sono contraddittorie. A distanza di un mese, direi che il Salix tiene fede alla seconda e non alla prima. Entrambe le TWSBI hanno superato indenni la prova, anche quella con il pennino M, che era rimasta a lungo carica e inutilizzata. Il classico lavaggio con acqua tiepida ha permesso di rimuovere tutte le tracce di inchiostro, entrambe le penne sono pronte per nuove avventure. Non contento, come si fa nelle prove di durata delle automobili e sfruttando questa caratteristica delle TWSBI, le ho disassemblate completamente ed ho osservato tutti i pezzi da vicino, aiutandomi con una lente. Non ho trovato alcun danno sul retro del pennino, inneschi di corrosione sugli anelli metallici, depositi nell’alimentatore o sul pistone e il materiale trasparente con cui sono realizzate è rimasto tale. Questo nonostante abbia tenuto entrambe le penne alla luce sulla mia scrivania. Chiaramente una prova di un mese non esclude che un inchiostro ferrogallico possa lasciare il segno nel lungo periodo, ma è sicuramente una indicazione positiva di come anche il Salix possa essere all’altezza della buona reputazione degli inchiostri Rohrer & Klingner.
Utilizzo consigliato
Ambienti di lavoro.
Certamente si. Va bene in quasi tutte le occasioni con l’eccezione delle più formali, a patto che lo si usi su una penna dal flusso almeno medio, per avere un tratto sufficientemente saturo da garantire una ottima leggibilità e fotocopiabilità. La particolare tonalità vintage comunica serietà ed understatement, il destinatario viene spinto a concentrarsi sul contenuto del messaggio, ma la presenza delle sfumature lascia comunque intendere che il testo è stato scritto con una penna stilografica. Inoltre è resistente all’acqua, anche se la sua permanenza non è avvallata dalla rispondenza alla norma DIN. Cosa si può desiderare di più? Le uniche occasioni in cui non si può usare questo inchiostro sono quelle che impongono il nero. Chiaramente, essendo un inchiostro permanente, lo è sulla carta ma anche sulle mani e sui vestiti. Nel primo caso si può rimediare con la candeggina, nel secondo non sempre è possibile farlo, per cui è importante utilizzarlo su una penna affidabile, che metta al riparo da eventuali sorprese. L’unico suo limite è di essere disponibile solo in calamaio, e questo potrebbe comportare qualche problema se si resta con la penna a secco e non è possibile ricaricare immediatamente.
Studenti.
Alla grandissima. Essendo permanente, è perfetto per affrontarci un esame e per scriverci i propri appunti. Dopo 24 ore è come se fossero stati scritti con la biro. Ma quel che è importante è che le caratteristiche di permanenza del Salix si sposano con un comportamento di eccellenza al momento della scrittura, in particolare tempo di asciugatura ridotto. Basta solo fare un po’ la mano al feeling particolare con il pennino, non usare penne scolastiche dal flusso particolarmente magro ma scegliere il tipo di penna in funzione della qualità della carta che si usa. Inoltre non potendo ricaricare cambiando la cartuccia, in certe situazioni sarà opportuno avere una penna di ricambio pronta all’uso. La tonalità scura comunica serietà e gli appunti si possono fotocopiare senza problemi. Inoltre mi terrei alla larga dalle penne particolarmente economiche, che potrebbero avere pennini in acciaio più scadenti e quindi maggiormente inclini a fenomeni di corrosione. Come per l’ambiente lavorativo, occorre solo prestare qualche cautela per non sporcarsi perché, una volta che la reazione di ossidazione ha avuto luogo, smacchiarsi può diventare complicato. In definitiva, considerando anche il costo contenuto, è una ottima alternativa permanente al classico inchiostro scolastico, ovvero il Pelikan 4001 Royal Blue, che invece vince sul piano della cancellabilità e della facilità di smacchiatura.
Correzioni/Annotazioni.
Non è il suo punto forte. Le note a margine di un testo stampato o le correzioni saranno pure permanenti quasi quanto il testo stesso, ma rischiano di non notarsi perché non se ne differenziano in maniera significativa.
Personale.
A futura memoria. In un paese come il nostro, che sembra essere sempre più di frequente vittima di eventi climatici estremi, può essere una soluzione per chi vuole mettere al sicuro i propri pensieri. Oppure vuole tutelarsi contro un eventuale naufragio su un’isola deserta e conseguente necessità di dover inviare un messaggio nella bottiglia per richiedere soccorso. Basta solo attendere qualche ora prima di infilarcelo e tapparla. Per il resto è un colore che comunica serietà ed ha un particolare fascino vintage, soprattutto se lo si usa su carta avoriata. La sua resistenza lo dovrebbe rendere ideale per esercizi di calligrafia e disegno. Essendo un po’ avaro di sfumature, consiglio di investire un po’ del proprio tempo alla ricerca della penna migliore, dal momento che un tratto ricco di sfumature è una caratteristica molto gradita e ricercata nei propri diari e scritti personali.
Conclusioni
Essendo un inchiostro permanente, potrei dire di voler lasciare ai posteri l’ardua sentenza. Scherzi a parte, ho cominciato questa prova con una certa perplessità nei confronti degli inchiostri ferrogallici, legata essenzialmente a quel che avevo letto in rete e sentito in giro. Un mese e un bel po’ di pagine dopo, la mia conclusione è che i miei timori fossero infondati. Il Rohrer & Klingner Salix si è rivelato un inchiostro a due facce. Al momento di scrivere si comporta come un buon inchiostro “tradizionale”, dove per tradizionale intendo la tipologia di inchiostri che oggi vanno per la maggiore, ovvero quelli non permanenti. Il flusso e la lubrificazione sono nella media e l’inchiostro si comporta molto bene nella penna, niente incertezze, salti di tratto e mancate ripartenze. Pulizia della penna dopo un mese di utilizzo effettuata senza problemi. Poi, una volta che si è steso il tratto sulla carta, è come se, improvvisamente, l’inchiostro si ricordasse di essere ferrogallico e quindi permanente, al punto da non fare una piega quando ho versato acqua sul testo.
Concludendo, se qualcuno è alla ricerca di un inchiostro permanente ma non problematico, il Rohrer & Klingner Salix merita di essere preso seriamente in considerazione.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Rohrer & Klingner - Salix
Grazie Phormula per l'ottima(come sempre)recensione.
Questa tua recensione l'ho attesa con particolare interesse.
Sono in cerca di un Blue Black, ma questo inchiostro con il suo carattere vintage mi piace molto.
Di una penna carica con un inchiostro resistente all'acqua — e con caratteristiche cromatiche adatte agli scritti seri— ne ho bisogno.
Trovato
Grazie ancora.
Questa tua recensione l'ho attesa con particolare interesse.
Sono in cerca di un Blue Black, ma questo inchiostro con il suo carattere vintage mi piace molto.
Di una penna carica con un inchiostro resistente all'acqua — e con caratteristiche cromatiche adatte agli scritti seri— ne ho bisogno.
Trovato
Grazie ancora.
Massimiliano
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Rohrer & Klingner - Salix
Grazie per la recensione!
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Grazie mille,
lo metto nella lista della spesa...
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Rohrer & Klingner - Salix
Considero i ferrogallici di Rohrer & Klingner ottimi. Anzi, vista l'impressione che questi mi hanno fatto e visto il costo, mi sono ripromesso di provare altri inchiostri di questa casa.
Nel mio caso ho avuto l'impressione che il flusso sia, a parita' di penna, tipicamente un po' piu' magro degli altri inchiostri non ferrogallici in mio possesso; a qualcuno potrebbe non piacere, ma a me che odio gli annaffiatoi va piu' che bene; anzi, trovo che il comportamento su penne dal flusso medio sia eccellente.
La lubrificazione da' una sensazione strana, talvolta "polverosa", ma a ben vedere rientra tranquillamente nei parametri medi di molti inchiostri di largo consumo: il pennino scorre tranquillamente e senza fatica anche su carte di pessima qualita'; certo le caratteristiche proprie del pennino sono influenti, ma usando piu' inchiostri con la stessa penna non si notano particolari differenze.
La prudenza nei confronti dei ferrogallici e' naturale, ma secondo me e' errato il "terrore" che spesso si legge in rete; gli inchiostri moderni dichiarano una "componente" ferrogallica sottintendendo una maggior sicurezza rispetto ai classici antichi, potrebbe anche essere soltanto marketing e i produttori consigliano infatti una maggior accuratezza/frequenza nella pulizia delle penne, ma in assenza di dati scientifici certi non e' ovviamente possibile esprimere giudizi "assoluti".
Per quanto riguarda invece la resistenza all'acqua la mia esperienza mostra risultati eccellenti, su carta da fotocopie, anche soltanto dopo qualche decina di secondi: dopo la doccia di acqua corrente protratta per alcuni secondi lo scritto e' rimasto praticamente intatto, soltanto leggermente piu' chiaro.
Sull'utilizzo da parte degli studenti sono d'accordo con Phormula in tutto tranne che nel consiglio di non usarlo in penne particolarmente economiche. Paradossalmente, proprio il fatto che siano economiche, consente di ovviare ai (molto) ipotetici danni causati dall'inchiostro con una spesa irrisoria. Ad esempio, una Lamy Safari mi risulta avere come unica componente metallica il pennino che, se per assurdo risultasse rovinato, puo' essere facilmente sostituito con pochi euro... ma questa e' una storia gia' conosciuta.
Per tutto il resto concordo con l'ottima recensione di Phormula invitandolo a provare anche lo Scabiosa.
Saluti, Geraldo.
Nel mio caso ho avuto l'impressione che il flusso sia, a parita' di penna, tipicamente un po' piu' magro degli altri inchiostri non ferrogallici in mio possesso; a qualcuno potrebbe non piacere, ma a me che odio gli annaffiatoi va piu' che bene; anzi, trovo che il comportamento su penne dal flusso medio sia eccellente.
La lubrificazione da' una sensazione strana, talvolta "polverosa", ma a ben vedere rientra tranquillamente nei parametri medi di molti inchiostri di largo consumo: il pennino scorre tranquillamente e senza fatica anche su carte di pessima qualita'; certo le caratteristiche proprie del pennino sono influenti, ma usando piu' inchiostri con la stessa penna non si notano particolari differenze.
La prudenza nei confronti dei ferrogallici e' naturale, ma secondo me e' errato il "terrore" che spesso si legge in rete; gli inchiostri moderni dichiarano una "componente" ferrogallica sottintendendo una maggior sicurezza rispetto ai classici antichi, potrebbe anche essere soltanto marketing e i produttori consigliano infatti una maggior accuratezza/frequenza nella pulizia delle penne, ma in assenza di dati scientifici certi non e' ovviamente possibile esprimere giudizi "assoluti".
Per quanto riguarda invece la resistenza all'acqua la mia esperienza mostra risultati eccellenti, su carta da fotocopie, anche soltanto dopo qualche decina di secondi: dopo la doccia di acqua corrente protratta per alcuni secondi lo scritto e' rimasto praticamente intatto, soltanto leggermente piu' chiaro.
Sull'utilizzo da parte degli studenti sono d'accordo con Phormula in tutto tranne che nel consiglio di non usarlo in penne particolarmente economiche. Paradossalmente, proprio il fatto che siano economiche, consente di ovviare ai (molto) ipotetici danni causati dall'inchiostro con una spesa irrisoria. Ad esempio, una Lamy Safari mi risulta avere come unica componente metallica il pennino che, se per assurdo risultasse rovinato, puo' essere facilmente sostituito con pochi euro... ma questa e' una storia gia' conosciuta.
Per tutto il resto concordo con l'ottima recensione di Phormula invitandolo a provare anche lo Scabiosa.
Saluti, Geraldo.
Geraldo
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Rohrer & Klingner - Salix
Grazie per l'ennesima ottima recensione, avevo intenzione di provare una paio di questi inchiostri credi inserirò anche questo nella lista di quelli da provare.
Luca
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Rohrer & Klingner - Salix
Concordo in pieno con le tue osservazioni.
In termini quantitativi il flusso può definirsi medio. È la sensazione di scrittura che è diversa, perché l.'inchiostro ha una minore componente organica e quindi è più, come dire, "acquoso". Bisogna vincere la sensazione iniziale, poi si rivela veramente un ottimo inchiostro. Sicuramente richiede qualche attenzione in più, ma se lo si usa in maniera continuativa sulla stessa penna, non ci dovrebbero essere problemi. Da avere se si amano i ferrogallici. Si, sarei curioso di provare lo Scabiosa.
In termini quantitativi il flusso può definirsi medio. È la sensazione di scrittura che è diversa, perché l.'inchiostro ha una minore componente organica e quindi è più, come dire, "acquoso". Bisogna vincere la sensazione iniziale, poi si rivela veramente un ottimo inchiostro. Sicuramente richiede qualche attenzione in più, ma se lo si usa in maniera continuativa sulla stessa penna, non ci dovrebbero essere problemi. Da avere se si amano i ferrogallici. Si, sarei curioso di provare lo Scabiosa.
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Rohrer & Klingner - Salix
Grazie Phormula, la tua recensione mi ha convinto ad ordinare il Salix e sono molto soddisfatto.
Flusso ottimo con Reform 1745 e colorazione che a me piace molto, sia al momento della scrittura, sia dopo l'asciugatura a distanza di più di 24 ore.
Confermo che anche su carta Moleskine non da problemi di spiumaggio e di sanguinamento.
Con il Pelikan 4001 Blue Black forma la mia coppia di inchiostri da Moleskine.
Flusso ottimo con Reform 1745 e colorazione che a me piace molto, sia al momento della scrittura, sia dopo l'asciugatura a distanza di più di 24 ore.
Confermo che anche su carta Moleskine non da problemi di spiumaggio e di sanguinamento.
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Massimiliano
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Rohrer & Klingner - Salix
Buon pomeriggio a tutti...
Uso quotidianamente una Lamy 2000 "F" caricata con Aurora Blue.
La penna è eccezionale e trovo l'inchiostro "stupendo" quanto a tonalità (mi piacciono i blu tendenti al viola), "eccellente" quanto a scorrevolezza e fluidità (per quanto un novello come me possa fare tali affermazioni: sarebbe bello leggerne le recensioni di Phormula e Vikingo) e "sicuro" al pari dei più costosi e blasonati inchiostri (ho avuto una pessima esperienza col "Diamine Imperial Blue", che, come tonalità, è forse più "bello" dell'Aurora, ma mi ha fatto scrivere malissimo persino la Twsbi 580 con pennino "M").
Ha un unico ma "grande" neo per l'utilizzo "professionale" che ne faccio (esercito la professione di avvocato): la scarsa, se non scarsissima resistenza all'acqua. Con la mia fidata Lamy riempio pagine e pagine di verbali d'udienza (uso i fogli "uso bollo" della Fabriano g/m 66), ma basta una mano un po' sudaticcia perché l'inchiostro spiumi.
Visto che vorrei continuare ad usare un blu (i neri mi piacciono poco, anche se il Sailor Jentle Black ben si presta a sopportare un po' di sudore) ed i "pericoli" dell'uso dei ferrogallici che si leggono sul web, considerato l'entusiasmo "convincente" di Phormula, gli chiedo: la tonalità del Salix si avvicina a quella dell'Aurora? posso usarlo senza particolare preoccupazione nella Lamy o debbo adottare qualche precauzione?
Grazie...
... ecco, io sono quel qualcuno.Phormula ha scritto:Rohrer & Klingner – Salix
se qualcuno è alla ricerca di un inchiostro permanente ma non problematico, il Rohrer & Klingner Salix merita di essere preso seriamente in considerazione.
Uso quotidianamente una Lamy 2000 "F" caricata con Aurora Blue.
La penna è eccezionale e trovo l'inchiostro "stupendo" quanto a tonalità (mi piacciono i blu tendenti al viola), "eccellente" quanto a scorrevolezza e fluidità (per quanto un novello come me possa fare tali affermazioni: sarebbe bello leggerne le recensioni di Phormula e Vikingo) e "sicuro" al pari dei più costosi e blasonati inchiostri (ho avuto una pessima esperienza col "Diamine Imperial Blue", che, come tonalità, è forse più "bello" dell'Aurora, ma mi ha fatto scrivere malissimo persino la Twsbi 580 con pennino "M").
Ha un unico ma "grande" neo per l'utilizzo "professionale" che ne faccio (esercito la professione di avvocato): la scarsa, se non scarsissima resistenza all'acqua. Con la mia fidata Lamy riempio pagine e pagine di verbali d'udienza (uso i fogli "uso bollo" della Fabriano g/m 66), ma basta una mano un po' sudaticcia perché l'inchiostro spiumi.
Visto che vorrei continuare ad usare un blu (i neri mi piacciono poco, anche se il Sailor Jentle Black ben si presta a sopportare un po' di sudore) ed i "pericoli" dell'uso dei ferrogallici che si leggono sul web, considerato l'entusiasmo "convincente" di Phormula, gli chiedo: la tonalità del Salix si avvicina a quella dell'Aurora? posso usarlo senza particolare preoccupazione nella Lamy o debbo adottare qualche precauzione?
Grazie...
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In attesa della ben più autorevole risposta di Phormula ho il piacere di salutarti io come collega (avvocato) e di darti qualche indicazione, perché li uso entrambi.
Purtroppo, a mio parere, il Rohrer e l'Aurora hanno ben poco in comune come colore: il secondo è un bellissimo (anche secondo me, concordo pienamente!) e intenso blu; il primo è un blu/nero (senza nessuna sfumatura verdastra, tipo Waterman), che quando scrivi è un blu/azzurro e scurisce fino a diventare quasi nero con il passare delle ore. Anche l'odore non è dei più gradevoli (ovviamente ad inchiostro fresco): ma non è un problema, praticamente lo senti solo quando carichi la penna.
E' comunque un inchiostro eccezionale: per firmare gli atti io uso quasi esclusivamente questo (visto che trovo che i neri rendano ancora più triste il nostro già triste ambiente: e poi, visto che le fotocopie che si fanno negli uffici giudiziari sono esclusivamente nere, così si distingue ad occhio l'originale dalle copie).
Un inchiostro che assomiglia parecchio all'Aurora è invece il Visconti (sempre blu), ma anche questo ha una maledetta paura dell'acqua...
Concordo: scrivere verbali d'udienza con l'Aurora blu, particolarmente in estate, con le mani sudaticce, è un vero disastro.
Io l'Aurora lo uso soprattutto per le mie cose personali, cui tengo, perchè, ripeto, a mio gusto è un bellissimo colore.
Ho acquistato il Montblanc Permanent Blue (nuova formulazione dichiarata indelebile), ma non l'ho ancora provato.
In alternativa c'è sempre il mitico Noodler's Baystate Blue (sicuramente resistente all'acqua), ma è un blu molto più "sgargiante" (per scrivere verbali dà un pò troppo nell'occhio).
Ti dò ancora due alternative decisamente più economiche: Pilot Blue (non Iroshizuku, quello acquisabile per pochi Euro dalla Cina su Ebay), blu più chiaro ma con una buona resistenza all'umidità, ed il classico Pelikan blue/black (che è ovviamente un blu/nero).
Qualche tempo fa avevo postato dei miei scarabocchi di diversi inchiostri (fra cui Aurora e Rohrer): li rimetto qui, puoi vedere ad occhio la differenza fra i due.
Piacere della conoscenza e buona serata!
Giuseppe.
Purtroppo, a mio parere, il Rohrer e l'Aurora hanno ben poco in comune come colore: il secondo è un bellissimo (anche secondo me, concordo pienamente!) e intenso blu; il primo è un blu/nero (senza nessuna sfumatura verdastra, tipo Waterman), che quando scrivi è un blu/azzurro e scurisce fino a diventare quasi nero con il passare delle ore. Anche l'odore non è dei più gradevoli (ovviamente ad inchiostro fresco): ma non è un problema, praticamente lo senti solo quando carichi la penna.
E' comunque un inchiostro eccezionale: per firmare gli atti io uso quasi esclusivamente questo (visto che trovo che i neri rendano ancora più triste il nostro già triste ambiente: e poi, visto che le fotocopie che si fanno negli uffici giudiziari sono esclusivamente nere, così si distingue ad occhio l'originale dalle copie).
Un inchiostro che assomiglia parecchio all'Aurora è invece il Visconti (sempre blu), ma anche questo ha una maledetta paura dell'acqua...
Concordo: scrivere verbali d'udienza con l'Aurora blu, particolarmente in estate, con le mani sudaticce, è un vero disastro.
Io l'Aurora lo uso soprattutto per le mie cose personali, cui tengo, perchè, ripeto, a mio gusto è un bellissimo colore.
Ho acquistato il Montblanc Permanent Blue (nuova formulazione dichiarata indelebile), ma non l'ho ancora provato.
In alternativa c'è sempre il mitico Noodler's Baystate Blue (sicuramente resistente all'acqua), ma è un blu molto più "sgargiante" (per scrivere verbali dà un pò troppo nell'occhio).
Ti dò ancora due alternative decisamente più economiche: Pilot Blue (non Iroshizuku, quello acquisabile per pochi Euro dalla Cina su Ebay), blu più chiaro ma con una buona resistenza all'umidità, ed il classico Pelikan blue/black (che è ovviamente un blu/nero).
Qualche tempo fa avevo postato dei miei scarabocchi di diversi inchiostri (fra cui Aurora e Rohrer): li rimetto qui, puoi vedere ad occhio la differenza fra i due.
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Rohrer & Klingner - Salix
Anzitutto grazie Giuseppe,
sia per la tua disponibilità, che per le dritte.
Conosco già il "Visconti Blue" e, come il Pilot Iroshizuku Asa Gao ed il Pelikan Edelstein, è un blu tendente all'elettrico... inchiostri ottimi e tutti molto belli (non come l'Aurora, s'intende), ma, come hai sottolineato, forse un po' troppo "eccentrici" per le verbalizzazioni, oltre che per nulla resistenti all'acqua.
Ho potuto provare anche il Pelikan blue/black, ma ne è venuto fuori un colore "grigio-verdino" (forse a causa d'una cattiva conservazione da parte del negoziante) e, francamente, non ho intenzione di ricomprarlo.
Devo invece provare il Pilot Blu ... aspetterò però prima le tue impressioni d'utilizzo sul "Montblanc Permanent Blu" (facilmente reperibile), che sembra abbastanza "serioso" da poter essere usato in ambito professionale, ma senza scadere nello "smorto" come gli inchiostri neri. Qui, se può interessarti, un test di scrittura e resistenza all'acqua da parte di Colex, un altro utente di questa bella "piazza" viewtopic.php?f=9&t=6456&hilit=permanent+blu&start=45
A presto e buona serata a tutti.
Pasquale
Ps.
Caro "Collega", se dovesse servirti, sono a tua disposizione sul foro di appartenenza (Napoli, Napoli Nord, Caserta e SMCV).
sia per la tua disponibilità, che per le dritte.
Conosco già il "Visconti Blue" e, come il Pilot Iroshizuku Asa Gao ed il Pelikan Edelstein, è un blu tendente all'elettrico... inchiostri ottimi e tutti molto belli (non come l'Aurora, s'intende), ma, come hai sottolineato, forse un po' troppo "eccentrici" per le verbalizzazioni, oltre che per nulla resistenti all'acqua.
Ho potuto provare anche il Pelikan blue/black, ma ne è venuto fuori un colore "grigio-verdino" (forse a causa d'una cattiva conservazione da parte del negoziante) e, francamente, non ho intenzione di ricomprarlo.
Devo invece provare il Pilot Blu ... aspetterò però prima le tue impressioni d'utilizzo sul "Montblanc Permanent Blu" (facilmente reperibile), che sembra abbastanza "serioso" da poter essere usato in ambito professionale, ma senza scadere nello "smorto" come gli inchiostri neri. Qui, se può interessarti, un test di scrittura e resistenza all'acqua da parte di Colex, un altro utente di questa bella "piazza" viewtopic.php?f=9&t=6456&hilit=permanent+blu&start=45
A presto e buona serata a tutti.
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Sul Pelikan ti dò ragione: è un inchiostro che sa di "antico" (a me per questo piace), ma ha delle sfumature di colore che paiono molto variabili da una boccetta all'altra (le cartucce anche peggio): non si capisce bene il perchè, c'è già anche stata una discussione su questo forum.
Con il Salix vai sul sicure, ma il colore è quello che hai visto.
Riguardo al MB, non ho in previsione di usarlo a breve (troppe boccette aperte...), ma qualche seria recensione appare decisamente positiva:
http://www.fountainpennetwork.com/forum ... nent-blue/
Ciao, buona giornata!
Giuseppe.
P.S.: Grazie per la disponibilità, altrettanto per quanto mi riguarda su Torino e Ivrea.
Con il Salix vai sul sicure, ma il colore è quello che hai visto.
Riguardo al MB, non ho in previsione di usarlo a breve (troppe boccette aperte...), ma qualche seria recensione appare decisamente positiva:
http://www.fountainpennetwork.com/forum ... nent-blue/
Ciao, buona giornata!
Giuseppe.
P.S.: Grazie per la disponibilità, altrettanto per quanto mi riguarda su Torino e Ivrea.
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Re: Rohrer & Klingner - Salix
Ho letto alcune discussioni su questo inchiostro senza trovare quello che cerco, ho trovato on line il Rohrer & Klingner che si chiama dokumentus ed è descritto come:
" il primo inchiostro al mondo certificato per stilografiche in ottemperanza alla norma DIN ISO 12757-2. La sua utilizzabilità su documenti ufficiali è stata confermata da Papiertechnische Stiftung Heidenau, fondazione indipendente e accreditata per le tecnologie della carta. Ciò significa che questo prodotto può essere impiegato ovunque venga richiesto l'utilizzo d'inchiostri per documenti".
Qualcuno lo ha mai provato? Sarei curioso di sapere come va, il costo è maggiore del salix ma meno di altre marche carbon ink.
Grazie!
" il primo inchiostro al mondo certificato per stilografiche in ottemperanza alla norma DIN ISO 12757-2. La sua utilizzabilità su documenti ufficiali è stata confermata da Papiertechnische Stiftung Heidenau, fondazione indipendente e accreditata per le tecnologie della carta. Ciò significa che questo prodotto può essere impiegato ovunque venga richiesto l'utilizzo d'inchiostri per documenti".
Qualcuno lo ha mai provato? Sarei curioso di sapere come va, il costo è maggiore del salix ma meno di altre marche carbon ink.
Grazie!
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Re: Rohrer & Klingner - Salix
Sono due cose diverse. Un ferrogallico come il Salix resiste all'acqua perché reagisce con la carta. Un inchiostro certificato per documenti deve superare anche una serie di altre prove, come la resistenza alla luce.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Re: Rohrer & Klingner - Salix
È un fenomeno noto anche se non si sa il perché.Fenster ha scritto:
Ho potuto provare anche il Pelikan blue/black, ma ne è venuto fuori un colore "grigio-verdino" (forse a causa d'una cattiva conservazione da parte del negoziante) e, francamente, non ho intenzione di ricomprarlo.
.
Il Pelikan Blue-Black è un bel blu scuro ma ogni tanto mi sono capitate cartucce e calamai in cui era diventato un grigio verdastro ed aveva perso la fluidità. Sicuramente è qualche problema di conservazione ma non ho idea di cosa sia. Non volendopiù correre il rischio, sono passato al tanzanite e al Private Reserve Midnight Blues.
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