Erano anni ...
Inviato: mercoledì 25 dicembre 2013, 22:40
36 anni fa ho conosciuto una donna in una circostanza particolare.
L'ho conosciuta in ospedale.
Io avevo 5 anni ed ero in ospedale a seguito di un incidente stradale che aveva coinvolto tutta la mia famiglia (i cui componenti erano "sparsi" in ospedali diversi).
Per 36 anni quella donna ha continuato ad inviarmi il biglietto di auguri per Natale.
Anche quest'anno l'ha fatto, come di consueto.
Ma questa volta, anziché telefonarle per ringraziarla, visto il contenuto della sua lettera in cui mi scriveva di essere stata colpita da un grave lutto, ho deciso di scriverle.
Ho rispolverato la mia vecchissima carta da lettera, quella che usavo alle medie ed ho scelto la penna in modo molto attento.
La mia scelta è caduta sulla Platinum Phoenix (pennino F).
Nelle prime righe l'ho ringraziata, perché con la sua lettera aveva suscitato in me il desiderio di ritornare ad un contatto epistolare a dispetto di computer e telefonini.
Le ho comunicato che scriverle in modo così "antico" mi suscitava delle emozioni molto forti.
Poi ho lasciato parlare quelle emozioni, che dirompevano "di getto", in maniera impulsiva, e solo alla fine mi sono resa conto di aver scritto 2 pagine.
Comunico una cosa così "futile" perché mi sono stupita:
- del fascino che suscita la carta da lettera
- del modo fluido e naturale in cui scorrono le mie emozioni quando le affido all'inchiostro!
Fino ad ora, con la stilografica, ho scritto solo appunti didattici.
E' la prima volta che diventa la trasposizione di "ciò che provo".
E' stata un'esperienza incredibile.
Una magia di Natale.
Volevo ringraziare tutto il Forum.
Senza di voi avrei, come sempre, alzato la cornetta e avrei chiamato questa cara vecchia amica, riscontrando la sua dolorosa lettera con una fredda telefonata.
Oggi invece ho fatto una cosa "d'altri tempi": Le ho scritto una lettera, con la carta da lettere più bella che avevo, con la mia stilografica personale (inaccessibile persino al Fenomeno) e con il mio inchiostro preferito (Pelikan Edelstein Zaffiro).
In quelle pagine ho impresso qualcosa di me che rimarrà nel tempo e che lei potrà sempre rileggere.
Emozioni che a voce, non sempre riescono a emergere.
La mia Phoenix ora è legata a qualcosa di speciale e non è solo uno strumento di scrittura.
L'ho conosciuta in ospedale.
Io avevo 5 anni ed ero in ospedale a seguito di un incidente stradale che aveva coinvolto tutta la mia famiglia (i cui componenti erano "sparsi" in ospedali diversi).
Per 36 anni quella donna ha continuato ad inviarmi il biglietto di auguri per Natale.
Anche quest'anno l'ha fatto, come di consueto.
Ma questa volta, anziché telefonarle per ringraziarla, visto il contenuto della sua lettera in cui mi scriveva di essere stata colpita da un grave lutto, ho deciso di scriverle.
Ho rispolverato la mia vecchissima carta da lettera, quella che usavo alle medie ed ho scelto la penna in modo molto attento.
La mia scelta è caduta sulla Platinum Phoenix (pennino F).
Nelle prime righe l'ho ringraziata, perché con la sua lettera aveva suscitato in me il desiderio di ritornare ad un contatto epistolare a dispetto di computer e telefonini.
Le ho comunicato che scriverle in modo così "antico" mi suscitava delle emozioni molto forti.
Poi ho lasciato parlare quelle emozioni, che dirompevano "di getto", in maniera impulsiva, e solo alla fine mi sono resa conto di aver scritto 2 pagine.
Comunico una cosa così "futile" perché mi sono stupita:
- del fascino che suscita la carta da lettera
- del modo fluido e naturale in cui scorrono le mie emozioni quando le affido all'inchiostro!
Fino ad ora, con la stilografica, ho scritto solo appunti didattici.
E' la prima volta che diventa la trasposizione di "ciò che provo".
E' stata un'esperienza incredibile.
Una magia di Natale.
Volevo ringraziare tutto il Forum.
Senza di voi avrei, come sempre, alzato la cornetta e avrei chiamato questa cara vecchia amica, riscontrando la sua dolorosa lettera con una fredda telefonata.
Oggi invece ho fatto una cosa "d'altri tempi": Le ho scritto una lettera, con la carta da lettere più bella che avevo, con la mia stilografica personale (inaccessibile persino al Fenomeno) e con il mio inchiostro preferito (Pelikan Edelstein Zaffiro).
In quelle pagine ho impresso qualcosa di me che rimarrà nel tempo e che lei potrà sempre rileggere.
Emozioni che a voce, non sempre riescono a emergere.
La mia Phoenix ora è legata a qualcosa di speciale e non è solo uno strumento di scrittura.