Recensione: Montblanc Virginia Woolf W.E. 2006
Inviato: venerdì 29 novembre 2013, 10:19
La scelta della mia ultima W.E. di Montblanc è stata ardua. La stilo in questione non mi aveva colpiva immediatamente, guardandola solo in foto. Quando un amico me l’ha fatta avere tra le mani, allora si che è scattato il feeling.
Tutto ciò mi ha fatto virare dal mio iniziale intento e convinto ad acquistarla il mese scorso.
Confezione 9,0/10
Bella, confezione completa e sigillata. La scatola è a forma di libro (come tutte le WE) molto ben fatta e curata, libricino illustrativo celebrativo annesso. Il materiale della stessa è visibilmente migliore delle precedenti edizioni, come anche la fattura.
Estetica 8,5/10
Una writer’s edition è sempre qualcosa di particolare, ho acquisito l’esperienza necessaria per poterlo affermare con buona pace di tutti: la stilo, devo dire, sulle prime non sembra neanche una penna, ma un accessorio lussouso si, ma indefinito. Alla prima impressione è facile affermare che non piace. E’ necessario a mio avviso, soffermarsi su di essa, maneggiarla, cercare di capire le scelte fatte dalla casa nel determinarne il design.
Dedicata all’autrice inglese, la stilografica si sofferma sul romanzo più famoso: “Le onde” del 1931. La Woolf è impreziosita dalle incisioni guillochè che coprono il corpo in resina nera, sottolineandone il corpo leggermente bombato, forma poi ripresa dalla Honorè de Balzac. Il dettaglio più importante che rievoca lo stile dell’autrice è la clip, mai vista su una w.e. e credo su nessuna Montblanc prima ad ora: il fermaglio dorato lucido ha una forma particolare, con alla punta una incisione di un dorato “matto”. Nello stesso troviamo inoltre uno splendido rubino (simil, ndr) con il quale Montblanc vuole rendere omaggio allo stile singolare e avanguardistico della scrittrice e della sua opera principale. Il fusto ha alle estremità da un lato una sola e semplicissima veretta dorata e dall’altro un fondello interamente dorato. L’abbinamento nero e oro devo dire è molto bello e ben riuscito.
Il cappuccio, a vite, è anch’esso lavorato guillochè ed ha una leggera forma conica tronca, con l’estremità superiore di diametro leggermente più piccolo della parte inferiore. L’apertura è morbidissima, sento quasi la pressione fuoriuscire, donando un feeling particolare all’apertura. In cima la classica stella bianca Montblanc a sei punte, in colore bianco.
Il pennino, nel mio caso un M, dotato di foro di sfiato circolare, è in oro rodiato 18 K/750, Oltre alla scritta Montblanc è inciso "4810" e l’anno di produzione “2006”. Il tema della raffinata incisione, di sorprendente precisione viste le dimensioni del pennino stesso, sono due olmi, della sua tenuta del Sussex, all’ombra dei quali le ceneri dell’autrice furono disperse nel 1941.
Forse è un troppo “affollato”, ma solo a pensare alla maestria della sua costruzione, si capisce di avere in mano un piccolo gioiello.
Dimensioni 8,5/10
All’apertura della scatola, la stilo appare di dimensioni medie, intermedie rispetto ad altre w.e., abbastanza simile ad una 146 che è il mio termine di paragone abituale e che appare la base di costruzione di ogni W.E.
La stilo è evidentemente da utilizzare soprattutto senza cappuccio (io non uso mai la stilo "capped") per cui a mio avviso buona nelle dimensioni, sfruttabile nell’uso giornaliero e gratificante per la sua eleganza.
Prime impressioni d’uso 9,5/10
Dopo aver atteso per diversi motivi l’arrivo del Diamine Oxblood, via alla prima prova: è la mia prima writer’s edition con un inchiostro rosso. Il meccanismo di carica dell’inchiostro è morbido e preciso. Nessun giro a vuoto del pistone.
La stilo, devo dire come tutte le mie w.e. non ha la minima esitazione e parte spedita per il suo primo foglio. Il Diamine è bellissimo e sposa il rubino sulla clip in maniera perfetta. Il dilemma se lavarle o meno alla prima inchiostratura, con le w.e. non si pone, segno di mancanza di residui di lavorazione alcuno.
Il pennino M è molto scorrevole e in questo caso anche morbido. Risulta abbastanza confortevole per via del flusso abbondante.
Voto complessivo 9,0/10
La Woolf è una bella penna e te ne accorgi solo avendola in mano. Il continuo gingillarti con essa ti convince che hai qualcosa di particolare tra le dita, qualcosa che ti attira. Dona un notevole piacere a guardarla sulla scrivania incappucciata e ti trasmette le sensazioni che evidentemente la casa ha voluto trasmettere con la sua realizzazione.
Trasmette anche a chi ti vede scrivere un mix di lusso e rispetto.
Vi posto solo alcune foto “di servizio” (fatte anche male, non me ne vogliate) cioè utili alla comprensione di questa recensione.
Un cordiale saluto a tutti.
Tutto ciò mi ha fatto virare dal mio iniziale intento e convinto ad acquistarla il mese scorso.
Confezione 9,0/10
Bella, confezione completa e sigillata. La scatola è a forma di libro (come tutte le WE) molto ben fatta e curata, libricino illustrativo celebrativo annesso. Il materiale della stessa è visibilmente migliore delle precedenti edizioni, come anche la fattura.
Estetica 8,5/10
Una writer’s edition è sempre qualcosa di particolare, ho acquisito l’esperienza necessaria per poterlo affermare con buona pace di tutti: la stilo, devo dire, sulle prime non sembra neanche una penna, ma un accessorio lussouso si, ma indefinito. Alla prima impressione è facile affermare che non piace. E’ necessario a mio avviso, soffermarsi su di essa, maneggiarla, cercare di capire le scelte fatte dalla casa nel determinarne il design.
Dedicata all’autrice inglese, la stilografica si sofferma sul romanzo più famoso: “Le onde” del 1931. La Woolf è impreziosita dalle incisioni guillochè che coprono il corpo in resina nera, sottolineandone il corpo leggermente bombato, forma poi ripresa dalla Honorè de Balzac. Il dettaglio più importante che rievoca lo stile dell’autrice è la clip, mai vista su una w.e. e credo su nessuna Montblanc prima ad ora: il fermaglio dorato lucido ha una forma particolare, con alla punta una incisione di un dorato “matto”. Nello stesso troviamo inoltre uno splendido rubino (simil, ndr) con il quale Montblanc vuole rendere omaggio allo stile singolare e avanguardistico della scrittrice e della sua opera principale. Il fusto ha alle estremità da un lato una sola e semplicissima veretta dorata e dall’altro un fondello interamente dorato. L’abbinamento nero e oro devo dire è molto bello e ben riuscito.
Il cappuccio, a vite, è anch’esso lavorato guillochè ed ha una leggera forma conica tronca, con l’estremità superiore di diametro leggermente più piccolo della parte inferiore. L’apertura è morbidissima, sento quasi la pressione fuoriuscire, donando un feeling particolare all’apertura. In cima la classica stella bianca Montblanc a sei punte, in colore bianco.
Il pennino, nel mio caso un M, dotato di foro di sfiato circolare, è in oro rodiato 18 K/750, Oltre alla scritta Montblanc è inciso "4810" e l’anno di produzione “2006”. Il tema della raffinata incisione, di sorprendente precisione viste le dimensioni del pennino stesso, sono due olmi, della sua tenuta del Sussex, all’ombra dei quali le ceneri dell’autrice furono disperse nel 1941.
Forse è un troppo “affollato”, ma solo a pensare alla maestria della sua costruzione, si capisce di avere in mano un piccolo gioiello.
Dimensioni 8,5/10
All’apertura della scatola, la stilo appare di dimensioni medie, intermedie rispetto ad altre w.e., abbastanza simile ad una 146 che è il mio termine di paragone abituale e che appare la base di costruzione di ogni W.E.
La stilo è evidentemente da utilizzare soprattutto senza cappuccio (io non uso mai la stilo "capped") per cui a mio avviso buona nelle dimensioni, sfruttabile nell’uso giornaliero e gratificante per la sua eleganza.
Prime impressioni d’uso 9,5/10
Dopo aver atteso per diversi motivi l’arrivo del Diamine Oxblood, via alla prima prova: è la mia prima writer’s edition con un inchiostro rosso. Il meccanismo di carica dell’inchiostro è morbido e preciso. Nessun giro a vuoto del pistone.
La stilo, devo dire come tutte le mie w.e. non ha la minima esitazione e parte spedita per il suo primo foglio. Il Diamine è bellissimo e sposa il rubino sulla clip in maniera perfetta. Il dilemma se lavarle o meno alla prima inchiostratura, con le w.e. non si pone, segno di mancanza di residui di lavorazione alcuno.
Il pennino M è molto scorrevole e in questo caso anche morbido. Risulta abbastanza confortevole per via del flusso abbondante.
Voto complessivo 9,0/10
La Woolf è una bella penna e te ne accorgi solo avendola in mano. Il continuo gingillarti con essa ti convince che hai qualcosa di particolare tra le dita, qualcosa che ti attira. Dona un notevole piacere a guardarla sulla scrivania incappucciata e ti trasmette le sensazioni che evidentemente la casa ha voluto trasmettere con la sua realizzazione.
Trasmette anche a chi ti vede scrivere un mix di lusso e rispetto.
Vi posto solo alcune foto “di servizio” (fatte anche male, non me ne vogliate) cioè utili alla comprensione di questa recensione.
Un cordiale saluto a tutti.