PRESENTAZIONE.
Inviato: domenica 15 settembre 2013, 9:52
Salve a tutti, questa presentazione avviene con colpevole ritardo, di cui mi scuso e per il quale spero di trovare perdono...
Ad ogni buon conto, parlando delle mie esperienze con le penne stilografiche,ricordo che quando frequentavo le scuole elementari (secoli fa) l'unico mezzo di scrittura ammesso era rigorosamente il pennino (che ci si portava da casa) intinto nel calamaio (fisso nel banco e fornito dalla scuola con il relativo inchiostro, di un indefinibile colore marrone-grigio-blu-nero). Il rapporto era abbastanza conflittuale, soprattutto considerando il fatto che occorreva anche portarsi gli straccetti per asciugare i pennini dopo l'uso (tipicamente neri, pinzati a gruppi e ritagliati a forma di cuore), l'astuccio per le cannucce e quant'altro.
Le macchie sulle mani e sui vestiti si sprecavano.
Solamente nella 5a ci fu benignamente concesso l'uso della penna stilografica (che nel mio caso, se ricordo bene, era una Aurora Duo Cart "prestatami" da mio padre, che conservo (e scrive) tuttora).
La biro era considerata una invenziona diabolica, e come tale messa all'Indice e severissimamente bandita.
Ricordi invece perfettamente, di quei tempi, un regalo ricevuto per la prima comunione: set (stilografica a capillarità e portamine) di Parker 61, nere con cappuccio dorato striato: bellissime, che conservo tuttora nella loro scatola originale con la relativa garanzia.
Durante le scuole medie era concesso l'utilizzo delle biro esclusivamente per gli appunti e le "brutte copie": tutto il resto doveva venire scritto rigorosamente con la stilografica: la famosa Aurora Duo Cart usata, due Aurette nuove (una nera ed una rossa) e la classicissima Pelikano verde scuro (nuova anch'essa).
Al liceo ho proseguito con la Duo Cart affiancata da una Aurora 88 (ovvviamente vecchio tipo), anche questa "prestatami" da mio padre e che possiedo (e scrive) tuttora, opportunamente revisionata.
All'Università, per comodità ed in controtendenza, ho viceversa utilizzato quasi esclusivamente delle biro: conservo ancora una Aurora dorata ed una Papermate.
Nei primio anni della professione ho avuto una pessima esperienza con una Parker 180 (spero che il modello sia esatto: era quella con il pennino a doppia scrittura, ruotandolo di 180°): il fusto metallico si è quasi subito crepato, l'anello vicino al pennino ed il pennino stesso si sono ossidati e, soprattutto, scriveva solo ed esclusivamente quando voleva lei. Ce l'ho ancora, da qualche parte.
Ottima invece una modestissima Parker di colore nocciola a cartucce (non saprei assolutamente identificare il modello); ha sempre scritto perfettamente e la utilizzo tuttora, dopo decenni: non le ho mai fatto la minima manutenzione, basta cambiare la cartuccia quando è esaurita ed è subito pronta a scrivere, in qualunque condizione.
Venendo a tempi più recenti, la passione per le penne stilografiche mi è tornata (come a volte accade) dopo una brutta esperienza di vita personale.
Non possiedo stilografiche di particolare pregio: direi di fascia medio-bassa, forse più bassa che media: concordo perfettamente con chi ha scritto che, alla fine, sono quelle che vanno meglio, senza troppi fronzoli.
Ho una decisa avversione per le "edizioni speciali": fatte alcune debite eccezioni, le trovo molto pacchiane (alcune veramente di pessimo gusto): ed infatti non ne possiedo neppure una.
Con le Montblanc ho un rapporto difficile: nessuna di quelle che ho scrive, secondo me, in maniera adeguata al prezzo, anche se mi mancano totalmente quelle di fascia alta (su cui pertanto non mi posso esprimere).
Per il resto ho un po' (sempre parlando di fasce di prezzo medio-basse) di tutte le marche (e molte idee di acquisto mi sono venute proprio leggendo questo forum): Aurora, Pelikan, Faber Castell, Sailor, Pilot, Papermate, Reform, Ero, Otho, Parker, Sheaffer, Rotring, Schneider, Geha, Kreuzer, Conway Stewart, Lamy, Staedtler, Noodler's, Cross, Kaweco, Böhler... Sicuramente ne ho scordata qualcuna.
Per me la stilografica deve essere un oggetto di piacevole uso, più che da collezione: non ha senso acquistarle per poi metterle escusivamente in una vetrina (forse per questo non riesco a concepire chi spende migliaia o decine di migliaia di Euro per acquistare una edizione speciale che poi finirà, inevitabilmente, rinchiusa in una cassaforte di casa o in un caveau di una banca).
Io le utilizzo "a rotazione", una dozzina la volta, in estate per comodità prevalentemente quelle alimentate a cartucce e nelle altre stagioni a stantuffo, distribuite fra quelle che lascio in ufficio, quelle che tengo a casa e quelle che porto con me in giro.
Spero di non essere stato troppo prolisso! (la capacitò di sintesi non è certamente il mio forte).
Buona frequentazione a tutti.
Giuseppe.
Ad ogni buon conto, parlando delle mie esperienze con le penne stilografiche,ricordo che quando frequentavo le scuole elementari (secoli fa) l'unico mezzo di scrittura ammesso era rigorosamente il pennino (che ci si portava da casa) intinto nel calamaio (fisso nel banco e fornito dalla scuola con il relativo inchiostro, di un indefinibile colore marrone-grigio-blu-nero). Il rapporto era abbastanza conflittuale, soprattutto considerando il fatto che occorreva anche portarsi gli straccetti per asciugare i pennini dopo l'uso (tipicamente neri, pinzati a gruppi e ritagliati a forma di cuore), l'astuccio per le cannucce e quant'altro.
Le macchie sulle mani e sui vestiti si sprecavano.
Solamente nella 5a ci fu benignamente concesso l'uso della penna stilografica (che nel mio caso, se ricordo bene, era una Aurora Duo Cart "prestatami" da mio padre, che conservo (e scrive) tuttora).
La biro era considerata una invenziona diabolica, e come tale messa all'Indice e severissimamente bandita.
Ricordi invece perfettamente, di quei tempi, un regalo ricevuto per la prima comunione: set (stilografica a capillarità e portamine) di Parker 61, nere con cappuccio dorato striato: bellissime, che conservo tuttora nella loro scatola originale con la relativa garanzia.
Durante le scuole medie era concesso l'utilizzo delle biro esclusivamente per gli appunti e le "brutte copie": tutto il resto doveva venire scritto rigorosamente con la stilografica: la famosa Aurora Duo Cart usata, due Aurette nuove (una nera ed una rossa) e la classicissima Pelikano verde scuro (nuova anch'essa).
Al liceo ho proseguito con la Duo Cart affiancata da una Aurora 88 (ovvviamente vecchio tipo), anche questa "prestatami" da mio padre e che possiedo (e scrive) tuttora, opportunamente revisionata.
All'Università, per comodità ed in controtendenza, ho viceversa utilizzato quasi esclusivamente delle biro: conservo ancora una Aurora dorata ed una Papermate.
Nei primio anni della professione ho avuto una pessima esperienza con una Parker 180 (spero che il modello sia esatto: era quella con il pennino a doppia scrittura, ruotandolo di 180°): il fusto metallico si è quasi subito crepato, l'anello vicino al pennino ed il pennino stesso si sono ossidati e, soprattutto, scriveva solo ed esclusivamente quando voleva lei. Ce l'ho ancora, da qualche parte.
Ottima invece una modestissima Parker di colore nocciola a cartucce (non saprei assolutamente identificare il modello); ha sempre scritto perfettamente e la utilizzo tuttora, dopo decenni: non le ho mai fatto la minima manutenzione, basta cambiare la cartuccia quando è esaurita ed è subito pronta a scrivere, in qualunque condizione.
Venendo a tempi più recenti, la passione per le penne stilografiche mi è tornata (come a volte accade) dopo una brutta esperienza di vita personale.
Non possiedo stilografiche di particolare pregio: direi di fascia medio-bassa, forse più bassa che media: concordo perfettamente con chi ha scritto che, alla fine, sono quelle che vanno meglio, senza troppi fronzoli.
Ho una decisa avversione per le "edizioni speciali": fatte alcune debite eccezioni, le trovo molto pacchiane (alcune veramente di pessimo gusto): ed infatti non ne possiedo neppure una.
Con le Montblanc ho un rapporto difficile: nessuna di quelle che ho scrive, secondo me, in maniera adeguata al prezzo, anche se mi mancano totalmente quelle di fascia alta (su cui pertanto non mi posso esprimere).
Per il resto ho un po' (sempre parlando di fasce di prezzo medio-basse) di tutte le marche (e molte idee di acquisto mi sono venute proprio leggendo questo forum): Aurora, Pelikan, Faber Castell, Sailor, Pilot, Papermate, Reform, Ero, Otho, Parker, Sheaffer, Rotring, Schneider, Geha, Kreuzer, Conway Stewart, Lamy, Staedtler, Noodler's, Cross, Kaweco, Böhler... Sicuramente ne ho scordata qualcuna.
Per me la stilografica deve essere un oggetto di piacevole uso, più che da collezione: non ha senso acquistarle per poi metterle escusivamente in una vetrina (forse per questo non riesco a concepire chi spende migliaia o decine di migliaia di Euro per acquistare una edizione speciale che poi finirà, inevitabilmente, rinchiusa in una cassaforte di casa o in un caveau di una banca).
Io le utilizzo "a rotazione", una dozzina la volta, in estate per comodità prevalentemente quelle alimentate a cartucce e nelle altre stagioni a stantuffo, distribuite fra quelle che lascio in ufficio, quelle che tengo a casa e quelle che porto con me in giro.
Spero di non essere stato troppo prolisso! (la capacitò di sintesi non è certamente il mio forte).
Buona frequentazione a tutti.
Giuseppe.