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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Di ritorno dal Giappone: Iroshizuku Tsuki-Yo
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Di ritorno dal Giappone: Iroshizuku Tsuki-Yo
Dopo le mie canoniche ferie in Giappone, non potevo tornare a mani vuote: e visto che mi stavo interessando agli inchiostri "blu-neri", non potevo non approfittarne per prendere a prezzo di saldo (1575 yen, al cambio attuale intorno ai 12 euro) l'Iroshizuku Tsuki-Yo.
Appena a casa eccomi a caricare la fedele Omas Extra 620, dopo accurata pulizia, e a provare l'inchiostro. Non sto a fare la scheda tecnica visto che l'ha già fatta più d'uno, mi limito alle mie impressioni: l'inchiostro è molto fluido, tanto che su un A4 da 80 gr/m² tende in qualche punto a "spiumare" un po'. È vero che questi fogli sono cartaccia, ma è anche vero che nessuno tra tutti gli inchiostri che ho provato finora ha avuto questi effetti, nemmeno il suo "fratello" Kon-Peki.
L'eccessiva fluidità si traduce in una maggiore "ruvidità" del pennino sul foglio, come se venisse meno quel minimo di effetto viscoso-lubrificante che altri inchiostri invece garantiscono. Intendiamoci, non so dicendo che gratta o s'impunta, né che il pennino non sia scorrevole. Semplicemente, sembra di percepire maggiormente la superficie del foglio.
Per contro, ovviamente, non c'è il minimo problema né di flusso né di false partenze, il flusso di inchiostro è sempre costante e anche tenere il pennino scoperto senza scrivere per ben 3 minuti, non impedisce un'immediata ripartenza quando si ricomincia a scrivere.
Veniamo al colore. A prima vista, può apparire un blu-nero come altri, un blu un po' spento. Osservandolo bene, però, si notano le peculiarità che rendono unico questo inchiostro. Intanto le sfumature sono bluastre e non grigie come nei "soliti" blu-neri, ed inoltre cambiano a seconda della saturazione del tratto.
A mio avviso un inchiostro ideale per ogni situazione, si presenta come un blu-nero indiscutibile per le situazioni formali, ma è al contempo molto elegante per via degli effetti di saturazione variabile. Il fatto che non secchi sul pennino, e tolleri anche pause relativamente lunghe, lo rende anche un inchiostro ideale - per chi se lo può permettere - per prendere appunti.
Probabilmente, ma dovrei verificarlo sulla M250 che ha un flusso da innaffiatoio, il suo limite potrebbe essere proprio l'uso con penne dal flusso abbondante, un po' per la fluidità, un po' perché - come tutti gli inchiostri che hanno dei bellissimi shading - un flusso eccessivo tende a saturarli completamente e a fare perdere le sfumature di colore.
Per dare un'idea di come rende, eccomi a trascrivere un passo della prefazione di "SAMURAI", di Saburo Sakai, con Martin Caidin e Fred Saito, ed. iBook (ISBN 978-0-7434-1283-4). La traduzione è mia.
Appena a casa eccomi a caricare la fedele Omas Extra 620, dopo accurata pulizia, e a provare l'inchiostro. Non sto a fare la scheda tecnica visto che l'ha già fatta più d'uno, mi limito alle mie impressioni: l'inchiostro è molto fluido, tanto che su un A4 da 80 gr/m² tende in qualche punto a "spiumare" un po'. È vero che questi fogli sono cartaccia, ma è anche vero che nessuno tra tutti gli inchiostri che ho provato finora ha avuto questi effetti, nemmeno il suo "fratello" Kon-Peki.
L'eccessiva fluidità si traduce in una maggiore "ruvidità" del pennino sul foglio, come se venisse meno quel minimo di effetto viscoso-lubrificante che altri inchiostri invece garantiscono. Intendiamoci, non so dicendo che gratta o s'impunta, né che il pennino non sia scorrevole. Semplicemente, sembra di percepire maggiormente la superficie del foglio.
Per contro, ovviamente, non c'è il minimo problema né di flusso né di false partenze, il flusso di inchiostro è sempre costante e anche tenere il pennino scoperto senza scrivere per ben 3 minuti, non impedisce un'immediata ripartenza quando si ricomincia a scrivere.
Veniamo al colore. A prima vista, può apparire un blu-nero come altri, un blu un po' spento. Osservandolo bene, però, si notano le peculiarità che rendono unico questo inchiostro. Intanto le sfumature sono bluastre e non grigie come nei "soliti" blu-neri, ed inoltre cambiano a seconda della saturazione del tratto.
A mio avviso un inchiostro ideale per ogni situazione, si presenta come un blu-nero indiscutibile per le situazioni formali, ma è al contempo molto elegante per via degli effetti di saturazione variabile. Il fatto che non secchi sul pennino, e tolleri anche pause relativamente lunghe, lo rende anche un inchiostro ideale - per chi se lo può permettere - per prendere appunti.
Probabilmente, ma dovrei verificarlo sulla M250 che ha un flusso da innaffiatoio, il suo limite potrebbe essere proprio l'uso con penne dal flusso abbondante, un po' per la fluidità, un po' perché - come tutti gli inchiostri che hanno dei bellissimi shading - un flusso eccessivo tende a saturarli completamente e a fare perdere le sfumature di colore.
Per dare un'idea di come rende, eccomi a trascrivere un passo della prefazione di "SAMURAI", di Saburo Sakai, con Martin Caidin e Fred Saito, ed. iBook (ISBN 978-0-7434-1283-4). La traduzione è mia.
Ultima modifica di Crononauta il giovedì 1 agosto 2013, 12:18, modificato 1 volta in totale.
Massimo Bacilieri
Omas Extra 620, Pelikan M250, Aleph n.79, Aurora... troppe
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Di ritorno dal Giappone: Iroshizuku Tsuki-Yo
Impressioni molto, molto chiare! È un bel colore, non c'è che dire. Grazie per la recensione!
"Ho dei gusti semplicissimi: mi accontento sempre del meglio"
O. Wilde
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Di ritorno dal Giappone: Iroshizuku Tsuki-Yo
Sono 50 centesimi di pollice, non 50 mm
A parte queste pignolerie da ingegnere, grazie per l'interessante recensione del colore.
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- maczadri
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Di ritorno dal Giappone: Iroshizuku Tsuki-Yo
Io sono stato indeciso tra questo e lo shin-kay che poi ho ordinato, dato che stavo cercando un blu scuro e questo dovrebbe esserlo.
Luca
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Di ritorno dal Giappone: Iroshizuku Tsuki-Yo
Dalla scansione (se rende giustizia al colore) sembra molto bello. Lo chiamerei un turchese scuro, più che un blu-nero. Intrigante...
_______________________________________________________ Andrea
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Di ritorno dal Giappone: Iroshizuku Tsuki-Yo
E' uno dei miei colori preferiti, anzi il primo che ho iniziato ad usare, sono al terzo calamaio... grazie per avere provveduto alla recensione.
E' uno dei pochi blu-neri che sfumano alla grande in blu, normalmente i blu-neri tendono a sfumare in grigio.
E' uno dei pochi blu-neri che sfumano alla grande in blu, normalmente i blu-neri tendono a sfumare in grigio.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
- colaman
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Di ritorno dal Giappone: Iroshizuku Tsuki-Yo
bella recensione, COMPLIMENTI!
E' tra i miei inchiostri preferiti ed e' il fedele compagno (da due calamai) della mia adoratina M200.
L'ho provato anche sulla M805 ma, forse per un lusso piu' corposo, tendeva a spandere (e siccome mi piacciono gli EF........)
Il bello e' che io ci vedo dello shading sul verde mentre tutti voi ci vedete prevalentemente il blu......e' questo il bello di questo inchiostro!!!!!
E' tra i miei inchiostri preferiti ed e' il fedele compagno (da due calamai) della mia adoratina M200.
L'ho provato anche sulla M805 ma, forse per un lusso piu' corposo, tendeva a spandere (e siccome mi piacciono gli EF........)
Il bello e' che io ci vedo dello shading sul verde mentre tutti voi ci vedete prevalentemente il blu......e' questo il bello di questo inchiostro!!!!!
Roberto
Una penna è certamente uno strumento eccellente per fissare l'attenzione di un uomo e per alimentare la sua ambizione.
(John Adams)
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Di ritorno dal Giappone: Iroshizuku Tsuki-Yo
Come lo vedi su Sailor Realo, pennino F?
Idoneo per esame formale universitario?
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Complimenti per la recensione. Molto chiara.
E' un bel colore, mi piace.
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- Crononauta
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Di ritorno dal Giappone: Iroshizuku Tsuki-Yo
Rispondo un po' in ordine sparso in un unico messaggio:
Andrea C: su carta non è proprio un turchese, è proprio un blu-nero che a prima vista si può confondere con un blu nero qualsiasi come il Parker. Se lo si guarda bene, però, ci si accorge degli shading particolari. La particolarità (Phormula) è che effettivamente le sfumature non virano mai al grigio, cosa invece che succede con i blu-neri "normali", ma restano in questo blu dai riflessi un po' verdastri (è vero, colaman!): se si guarda il colore da solo, sembra sempre un blu, ma se lo si confronta con un altro blu, è vero che questo ha le sfumature che sembrano virare al verde.
Fenice: secondo me per un esame è perfetto e indiscutibile, a prima vista è un blu-nero assolutamente classico, direi quasi vintage. Solo se lo si va a guardare con attenzione ci si accorge dei suoi particolari shading, che comunque contribuiscono all'eleganza ma non snaturano certo il colore di base. Credo che sia l'inchiostro più "serio" possibile dopo il nero, e alla pari dei blu puri di tipo presidential o royal.
Andrea C: su carta non è proprio un turchese, è proprio un blu-nero che a prima vista si può confondere con un blu nero qualsiasi come il Parker. Se lo si guarda bene, però, ci si accorge degli shading particolari. La particolarità (Phormula) è che effettivamente le sfumature non virano mai al grigio, cosa invece che succede con i blu-neri "normali", ma restano in questo blu dai riflessi un po' verdastri (è vero, colaman!): se si guarda il colore da solo, sembra sempre un blu, ma se lo si confronta con un altro blu, è vero che questo ha le sfumature che sembrano virare al verde.
Fenice: secondo me per un esame è perfetto e indiscutibile, a prima vista è un blu-nero assolutamente classico, direi quasi vintage. Solo se lo si va a guardare con attenzione ci si accorge dei suoi particolari shading, che comunque contribuiscono all'eleganza ma non snaturano certo il colore di base. Credo che sia l'inchiostro più "serio" possibile dopo il nero, e alla pari dei blu puri di tipo presidential o royal.
Massimo Bacilieri
Omas Extra 620, Pelikan M250, Aleph n.79, Aurora... troppe
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Adoro letteralmente questo colore.. Lo trovo particolare, sobrio, "dinamico".. Bellissimo.. A seconda del tratto del pennino, regala diverse personalità.. Lo ricomprerò ancora, ancora e ancora..
Beatrice
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Io sto usando un campione che mi ha dato Fenice e lo sto confrontando con lo Shin Kay che mi sono comprato. Che dire a me piacciono entrambi , con una leggera preferenza verso lo Shin-Kay che tende leggermente più sul blu.
Luca
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Lo hai descritto davvero bene. Io, con un così bel blu, proverei uno stub: chissà come rende lo shading !Crononauta ha scritto:Rispondo un po' in ordine sparso in un unico messaggio:
Andrea C: su carta non è proprio un turchese, è proprio un blu-nero che a prima vista si può confondere con un blu nero qualsiasi come il Parker. Se lo si guarda bene, però, ci si accorge degli shading particolari. La particolarità (Phormula) è che effettivamente le sfumature non virano mai al grigio, cosa invece che succede con i blu-neri "normali", ma restano in questo blu dai riflessi un po' verdastri (è vero, colaman!): se si guarda il colore da solo, sembra sempre un blu, ma se lo si confronta con un altro blu, è vero che questo ha le sfumature che sembrano virare al verde.
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Sbaglio o è cromaticamente molto simile al Waterman blu-nero?
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Di ritorno dal Giappone: Iroshizuku Tsuki-Yo
Il Waterman non lo conosco, ma ho letto che i Waterman sono in pratica dei Parker.ArchMelandri ha scritto:Sbaglio o è cromaticamente molto simile al Waterman blu-nero?
Ho anche il Parker blu-nero e ti posso confermare che è molto simile allo Tsuki-yo.
L'unica differenza sono gli shading, il Parker tende ad avere degli shading blu-nerastri, mentre lo tsuki-yo vagamente verso il blu-verdastro.
Già che provavo i pennini (Mitchell n.3, per adesso), ne ho approfittato per fare un confronto fra i due inchiostri. La prima ottava è scritta con il Parker, la seconda con l'Iroshizuku. La mia scansione non rende proprio giustizia, il divario di chiaro/scuro fra i colori è circa quello, ma entrambi i colori sono un po' più "blu scuro". Ho provato a correggere la gamma ma poi virano al nero e perdono il colore effettivo.
Il testo scelto è l'inizio dell'Orlando Innamorato di Matteo Maria Boiardo, poema cavalleresco rinascimentale lasciato incompiuto e che, in pratica, è stata la linea guida di Ludovico Ariosto per il suo "Orlando Furioso".
Va anche detto che questo confronto - fatto con un pennino da intinzione - è in un certo senso sbilanciato. Ovvero, il Parker è un classico blu-nero che vira al blu-grigiastro, gli shading lo impoveriscono, mentre trae profondità dalla saturazione, poiché questa apporta più blu; viceversa sarebbe un blu-grigiastro un po' spento.
Lo Tsuki-Yo, al contrario, è un blu-nero atipico, con degli shading bellissimi che virano al blu-verdastro. Saturarlo significa "ucciderlo" e snaturarlo. Aggiungiamo anche che lo Tsuki-Yo ha una marcata tendenza a "spiumare" sulla cartaccia che ho usato qui (A4 da 80 gr/m²), e ovviamente un flusso saturo peggiora anche questo aspetto.
Effettivamente i colori sono, in queste condizioni, abbastanza simili, potrebbero tranquillamente essere lo stesso colore scritto con due pennini aventi saturazioni diverse:
Massimo Bacilieri
Omas Extra 620, Pelikan M250, Aleph n.79, Aurora... troppe
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