Grazie, siete adorabili!
Alexander!!! Aspetto con impazienza che ti cimenti in qualche stile....
Rispetto all'
Atlantic Night on a Sailing Boat, questo nuovo inchiostro è meno opaco, più brillante e vellutato, grazie alla maggiore quantità di gomma arabica. Inoltre ha meno residui, perché il procedimento stesso indicato da Ugo Conti Da Carpi, con le galle grossolanamente spezzate e contenute in una tela, è volto ad evitare che depositi di polvere dell'interno delle galle disfatto nel liquido, si mescolino a questo. Devo dire però che ho ovviato al maggior residuo presente nell'
Atlantic Night con una serie di filtraggi, dopo averlo fatto decantare, cosicché, prima di distribuirlo in vasi e contenitori, era già sullo stesso quantitativo di particelle in sospensione. Del resto si tratta di
sospensioni (e non di
soluzioni, come nella maggior parte degli inchiostri stilografici ad esempio) quindi un certo quantitativo di deposito sul fondo è sempre possibile e del tutto normale
Non ho scelto di sperimentare la formula - e il procedimento - di Ugo Da Carpi a caso. Nel corso del tempo, nelle ricette per ottenere questo tipo di inchiostri, le proporzioni fra galle di quercia, solfato di ferro e gomma arabica sono variate. Portando avanti nelle ultime settimane una ricerca, ancora
in fieri, sulla formulazione degli inchiostri metallogallici, ho potuto constatare come sia variata, a partire dalla metà del Cinquecento, la proporzione di gomma arabica e solfato di ferro. Nei trattati cinquecentesci la quantità di vetriolo aumenta, mentre tende a ridursi la quantità di gomma arabica, a parità di quantitativo di galle utilizzate.
Queste componenti sono le uniche sulle quali ci si possa basare poiché la parte solvente (in genere acqua, vino, aceto o anche birra) è di difficile valutazione e quindi inaffidabile come parametro. E' quasi sempre prevista la riduzione dell'infusione sul fuoco, e spesso si suggerisce anche l'aggiunta di altro liquido, dopo la bollitura, per rendere l'inchiostro della consistenza desiderata.
Come dicevo, varia più o meno a metà del Cinquecento la proporzione fra i quantitativi di gomma arabica e vetriolo, ciò si può ben valutare facendo un confronto fra le due ricette, quella che ho già sperimentato qualche settimana fa, riportata nel trattato di Giovanni Battista Palatino, e che ha originato il bellissimo e ultranero Atlantic Night on a Sailing Boat, e quella presente nel trattato di Ugo da Carpi, pubblicato solo una ventina d'anni prima ma appartenente alla “vecchia scuola”...(Pietro...temo che dovrai trovare un altro nome per il nuovo inchiostro!)
Nella ricetta di Ugo Conti da Carpi, per ogni oncia di galle frantumate è prevista l'aggiunta di 0,25 once (1\4 d'oncia) di vetriolo e 0,50 once (mezza oncia) di gomma arabica. Nella ricetta di Palatino invece, per ogni oncia di galle frantumate sono previste 0,66 once (2\3 d'oncia) di solfato e solo 0,33 once (1\3 d'oncia) di gomma arabica. Aumenta il solfato e diminuisce la gomma arabica.
Ciò accade perché si riteneva che l'aumento della componente ferrosa rendesse più nero e coprente l'inchiostro, anche se da alcune recenti sperimentazioni pare che non vi fosse
teoricamente alcun bisogno di incrementare la dose. Scrivo
teoricamente non a caso, perchè in realtà per la difficoltà di ottenere un solfato puro e privo di altre componenti in quell'epoca, si deve considerare che il quantitativo effettivo di solfato presente nel vetriolo romano di allora non fosse certo paragonabile a quella del solfato ferroso di oggi che viene venduto praticamente puro.
Sono due straordinari inchiostri!
La differenza è data dal quantitativo di gomma arabica, che, presente in maggior percentuale nell'inchiostro Da Carpi, lo rende più lucido e brillante alla vista e un po' più scorrevole. L'inchiostro di Palatino è invece di un bellissimo nero opaco e non suscettibile alla luce incidente (non è riflettente). E' invece riflettente il
Da Carpi, per questo in un'immagine in particolare ho usato il flash frontale della fotocamera, sotto cui lo scritto riluce e sembra ad una prima occhiata, sbiadito. Invece è l'effetto dell'illuminazione sulla superficie quasi madreperlata! Insomma, in base alle caratteristiche desiderate, in breve tempo si possono realizzare due inchiostri molto molto simili in realtà, ma con piccole differenze, tali da renderli distinti ed unici.