Mi presento agli amici del forum
Inviato: giovedì 30 maggio 2013, 22:07
Gentili amici del Forum, mi chiamo David e vi seguo come osservatore da qualche anno. Devo dire che il lavoro svolto dal sito, dai suoi amministratori e dai frequentatori è veramente apprezzabile, vi faccio i miei complimenti più sinceri.
La mia passione per le stilografiche è abbastanza recente; per di più non sono un collezionista e non posso in alcun modo mettermi alla pari della vostra competenza. Ricordo di aver usato una stilo Parker da quattro soldi durante l’Università: era una di quelle penne di estetica anni ’80 (credo), dunque brutta: in pratica un tubicino futuribile di metallo satinato tutto dritto, senza alcun tipo di grazia, decorazione o finitura. Poi mi dimenticai di quel piacevole metodo di scrittura. L’ho riscoperto qualche anno fa, quando alcuni allievi (sono un docente di liceo) mi regalarono una nuova stilo Parker. Fu una rivelazione. Mi chiesi perché avessi perso tanti anni di vita con i roller usa-e-getta nel taschino interno della giacca. Da allora il dèmone s’è impossessato di me: solo i miei pochi fondi economici riescono fortunatamente a controllarlo.
Intanto mi sono formato un gusto abbastanza stabile: amo le penne di colore nero lucido, meglio di resina che di metallo laccato, con tratto fine/medio e non stentato. Non sopporto alcuna avarizia di flusso e alcuna falsa partenza. La penna deve scrivere al solo annusare il foglio. Al di là di questi requisiti, la marca non ha per me grande importanza.
Quanto agli aspetti formali, sono di gusto un po’ blasé. La resina nera lucida dovrebbe portare da sé alle Montblanc, ma non ho una predilezione forte. Tra bancarelle ed ebay, comprando spesso pezzi singoli o portando a riparare vecchi arnesi da mani esperte (a Firenze, dove vivo, c’è una delle due o tre migliori botteghe di venditori-riparatori a livello europeo, come molti sanno senza che ne faccia il nome), sono riuscito a mettere insieme cinque Montblanc originali evitando di impegnare la casa: la 342, la 31, la 24, la 220 (nera opaca, purtroppo) e la 114. Mi piacciono perché sono, tutto sommato, plebee: non pretenziose edizioni numerate ma, ancora, oneste penne per l’uso quotidiano: condivido infatti le vostre frequenti osservazioni sulla “controversa” casa tedesca di oggi.
Alle Montblanc preferisco quasi tutte le altre che posseggo: una Visconti Rembrandt, una Reform, una Senator, una Stipula Vedo (regalatami), una Harley Davidson (altro regalo, belloccio), una Faber Castelle e-motion, una Sheaffer No-nonsense, una Waterman Expert di prima generazione (resina nera, dunque: in assoluto la penna che prediligo). Tutto qui: nessun pezzo, come vedete, che si distingua per valore o per rarità. Mi piacerebbe chiedere alcuni pareri su queste e altre penne. Lo farò presto: ma non sono pratico di forum, non navigo con la frequenza dei miei studenti e mi scuso in anticipo se non saprò interloquire a spron battuto. Chiudo con una domanda: succede anche a voi di scarabocchiare con la stilografica su un foglio, per godere della sensazione piacevole della scrittura anche se non si ha niente da scrivere? A me, continuamente. Grazie a tutti, intanto, e a presto. David
La mia passione per le stilografiche è abbastanza recente; per di più non sono un collezionista e non posso in alcun modo mettermi alla pari della vostra competenza. Ricordo di aver usato una stilo Parker da quattro soldi durante l’Università: era una di quelle penne di estetica anni ’80 (credo), dunque brutta: in pratica un tubicino futuribile di metallo satinato tutto dritto, senza alcun tipo di grazia, decorazione o finitura. Poi mi dimenticai di quel piacevole metodo di scrittura. L’ho riscoperto qualche anno fa, quando alcuni allievi (sono un docente di liceo) mi regalarono una nuova stilo Parker. Fu una rivelazione. Mi chiesi perché avessi perso tanti anni di vita con i roller usa-e-getta nel taschino interno della giacca. Da allora il dèmone s’è impossessato di me: solo i miei pochi fondi economici riescono fortunatamente a controllarlo.
Intanto mi sono formato un gusto abbastanza stabile: amo le penne di colore nero lucido, meglio di resina che di metallo laccato, con tratto fine/medio e non stentato. Non sopporto alcuna avarizia di flusso e alcuna falsa partenza. La penna deve scrivere al solo annusare il foglio. Al di là di questi requisiti, la marca non ha per me grande importanza.
Quanto agli aspetti formali, sono di gusto un po’ blasé. La resina nera lucida dovrebbe portare da sé alle Montblanc, ma non ho una predilezione forte. Tra bancarelle ed ebay, comprando spesso pezzi singoli o portando a riparare vecchi arnesi da mani esperte (a Firenze, dove vivo, c’è una delle due o tre migliori botteghe di venditori-riparatori a livello europeo, come molti sanno senza che ne faccia il nome), sono riuscito a mettere insieme cinque Montblanc originali evitando di impegnare la casa: la 342, la 31, la 24, la 220 (nera opaca, purtroppo) e la 114. Mi piacciono perché sono, tutto sommato, plebee: non pretenziose edizioni numerate ma, ancora, oneste penne per l’uso quotidiano: condivido infatti le vostre frequenti osservazioni sulla “controversa” casa tedesca di oggi.
Alle Montblanc preferisco quasi tutte le altre che posseggo: una Visconti Rembrandt, una Reform, una Senator, una Stipula Vedo (regalatami), una Harley Davidson (altro regalo, belloccio), una Faber Castelle e-motion, una Sheaffer No-nonsense, una Waterman Expert di prima generazione (resina nera, dunque: in assoluto la penna che prediligo). Tutto qui: nessun pezzo, come vedete, che si distingua per valore o per rarità. Mi piacerebbe chiedere alcuni pareri su queste e altre penne. Lo farò presto: ma non sono pratico di forum, non navigo con la frequenza dei miei studenti e mi scuso in anticipo se non saprò interloquire a spron battuto. Chiudo con una domanda: succede anche a voi di scarabocchiare con la stilografica su un foglio, per godere della sensazione piacevole della scrittura anche se non si ha niente da scrivere? A me, continuamente. Grazie a tutti, intanto, e a presto. David