Prova di durata - Faber Castell Ambition nera - F
Inviato: giovedì 27 dicembre 2012, 13:14
Anche questa non è una recensione, ma una vera e proprpia "prova di durata". La penna in questione è stata in uso per 5 anni, e continua ad esserlo, anche se è relegata in ufficio, per motivi che spiegherò in seguito.
Partiamo dall'inizio. Ho acquistato questa penna nel 2006, in Belgio, a Bruxelles. Il rivenditore, la Maison du Porte Plume in Rue Adolph Max, sfortunatamente ha chiuso i battenti qualche anno fa, ed è un peccato, perchè, oltre all'assortimento, vi ho sempre trovato cortesia e competenza. L'acquisto è stato motivato dal voler sostituire una Waterman scolastica, che sentiva il peso di tanti anni di uso intenso. Allora non conoscevo il marchio Faber Castell, ho scelto questa penna (nell'ordine) per la fluidità della scrittura, l'estetica e per il fatto che ai tempi era la stilografica più economica nella gamma Faber Castell (oggi ci sono anche la Basic e la Loom). Il prezzo ai tempi è stato, se non ricordo male, 45 Euro. Ho scelto il pennino F dopo averli provati in negozio ed avere visto che il pennino M era troppo largo per i miei gusti. Da allora e fino al 2011 è stata la stilografica che ho usato di più nei miei viaggi, se potesse parlare racconterebbe di riunioni e discussioni interminabili... Circa meno quasi, credo di averci riempito una quindicina di blocchi Clairefontaine A4 da 80 pagine. Considerata una media di pagine scritte di 150 a blocco e qualche altro utilizzo, direi che la mia prova di durata è stata di 2000-2500 pagine A4.
Estetica e design 8
Disarmante semplicità. Il cilindro è di resina nera (esistono varianti più costose della Ambition che hanno il cilindro in legno), con l'estremità in metallo cromato. Anche il cappuccio, molto pesantee con chiusura a pressione, è in metallo cromato. Sul cappuccio è incisa la scritta "Faber Castell, since 1761", con i due cavalieri che si sfidano a duello. Le dimensioni sono nella media. La clip ha un meccanismo a molla. La parte terminale del cilindro presenta una scanalatura, che non ha una semplice funzione estetica, ma serve come incastro per il tappo, per cui diventa possibile scrivere con il tappo innestato sul cilindro in maniera sicura. Personalmente, preferisco non farlo, primo perchè sono abituato a non scriver così, secondo perchè il peso del tappo innestato sbilancia un pochino la penna verso il retro. Esteticamente è una delle penne che mi piacciono di più, sono un amante del design minimalista. Tuttavia in questo caso devo ammettere che, nella ricerca dell'estetica, i designers si sono fatti prendere un pochino la mano. L'impugnatura, in acciaio cromato, è molto corta (meno di un centimetro) e presenta un gradino rispetto al cilindro, gradino che per alcuni può essere molto fastidioso, ed è il motivo per cui non ho assegnato un 10 a questa voce. Dipende tantissimo dalle abitudini individuali nell'impugnare la penna. Per questa ragione sconsiglio vivamente l'acquisto a scatola chiusa, è una penna che va acquistata dopo averla presa in mano. L'alimentatore è avvitato sull'impugnatura e il blocco pennino-alimentatore può essere facilmente sostituito (è disponibile il ricambio). Il pennino è quello standard in acciaio delle Faber-Castell di fascia medio-bassa, in comune con Basic, Loom, Ondoro ed e-Motion. Che io sappia è disponibile nelle gradazioni EF, F, M e B, anche se non tutte sono disponibili su tutte le penne. La penna viene venduta nel classico astuccio imbottito in plastica, con le due cartucce blu ma senza converter.
Realizzazione e qualità 9
L'insieme è molto ben fatto, e i materiali sono di buona qualità. Nonostante gli anni di uso intenso, il tappo a pressione ha ancora una ottima tenuta, senza gioco, il che è lodevole, perchè quando si prendono appunti nel corso di una riunione, si finisce per mettere e togliere continuamente il tappo, perchè non si scrive continuamente, come durante un corso o una lezione, ma solo quando c'è qualcosa da annotare. Le uniche parti che mostrano qualche segno d'uso sono l'impugnatura, che ha qualche graffio dovuto al continuo mettere e togliere il tappo, e il cilindro che è diventato un po' più lucido e mostra i classici graffi da sfregamento con alte penne o altri oggetti. Sottolineo il fatto che la penna ha viaggiato molto, almeno un centinaio di viaggi in aereo, per non contare tutti quelli con altri mezzi. Le cromature sono ancora lucide e la clip non mostra segni di cedimento. Da questo punto di vista, credo che possa affrontare ancora molti anni di servizio senza problemi. Diciamo che la qualità del prodotto è all'altezza della reputazione del marchio e giustifica ampiamente il prezzo, per lo meno in questa versione "base". Avessi recensito la versione in legno che costa il doppio, forse avrei dato un punto in meno.
Dove il problema è arrivato, è stato nell'alimentatore. Verso la fine del 2010, la penna ha incomiciato a mostrare segni di insofferenza verso i viaggi in aereo. Sintomo classico: alimentatore allagato all'arrivo. Serie di bestemmie del quinto grado della scala Mercalli, sciacquatura sotto il rubinetto, cartuccia nuova e penna pronta a scrivere senza problemi. Alla fine l'ho smontata e, osservando con una lente di ingrandimento, ho notato che l'inchiostro tende a trafilare dall'alimentatore, rendendo la penna particolarmente sensibile alle vibrazioni ed agli sbalzi di pressione. A quel punto (2011) mi sono trovato di fronte a due strade, o sostituire la sezione di alimentazione, che Faber Castell vende come ricambio, oppure comprare una penna nuova. La differenza tra le due opzioni era minima, soprattutto confrontando il prezzo della penna online con il ricambio acquistato in negozio, per cui alla fine ho scelto la seconda strada, e ho comprato una penna identica, che uso tuttora nei miei viaggi e che sinora non mi ha dato alcun problema. Questa invece non è stata buttata ma portata in uffcio, dove la uso alla scrivania, evitando di portarla in giro. Era un peccato buttarla, dal momento che scrive così bene. Considerato tutto questo, avrei dovuto dare un voto molto basso a questa voce. Invece mi sento di dare un 9 comunque. Il motivo è sia l'uso molto intenso a cui ho sottoposto la penna, sia il fatto che potrei avere causato involontariamente il danno, o con qualche caduta (purtroppo è successo), o quelle (rare) volte che ho svitato l'alimentatore e l'ho smontato per pulirlo. Come ho già detto, la sostituta, in uso da imizio 2011, non mi ha ancora dato problemi, nonostante lo stesso uso e i tanti viaggi in aereo.
Peso e dimensioni 10
La penna è relativamente leggera, ma non leggerissima, perchè il cilindro, pur essendo in plastica, è abbastanza spesso e ha la parte terminale in metallo. Dal mio punto di vista è il peso ideale, non amo le penne troppo pesanti. Come tutte le stilografiche che si rispettano, scrive benissimo sotto il suo stesso peso. Gran parte del peso è nel tappo, per cui la si può appesantire nella scrittura incastrando il tappo nel cilindro, come ho già descritto. La sezione è perfettamente cilindrica, così come l'impugnatura. Personalmente, sono molto soddisfatto, è stato uno dei motivi della scelta, e il gradino tra impugnatura e cilindro, di cui ho già parlato, per me non è affatto un problema. Chi ama le penne "cicciotte" potrebbe trovare questa Faber Castell un po' scomoda, ancora una volta consiglio una prova prima dell'acquisto.
Pennino e prestazioni: 10
Come ho già detto, il pennino è quello standard delle Faber Castell di fascia medio-bassa. E' un ottimo pennino in acciaio (probabilmente di realizzazione Bock), di dimensioni medie, privo del foro di compensazione e abbastanza rigido, ma comunque in grado di comunicare un ottimo feeling nella scrittura. Si vede che è un pennino ben fatto, scorre benissimo senza incertezze ed impuntature, non salta e scrive decentemente anche se l'angolazione non è proprio quella ideale. Il mio è un fine, ma, come tradizione della casa, e dei produttori tedeschi in generale, in pratica è un medio per gli standard giapponesi. Il tratto è praticamente identico a quello del pennino fine della Lamy Safari e un po' più spesso del tratto medio di una Montegrappa Fortuna. Per la mia calligrafia è la larghezza ideale. Il flusso è nella media, è una penna che si può usare su quasi tutti i tipi di carta. Il pennino reca inciso il logo della casa e la larghezza del tratto. Ho usato questa penna con cartucce blu e nere di varie marche, principalmente Pelikan Royal Blue, Herbin Blue Nuit, Waterman Florida Blue, Waterman Black, Pelikan Brillant Black e Kaweco Black. Ogni volta che ho cambiato colore, ho sciacquato l'alimentatore sotto il rubinetto, senza smontarlo dall'impugnatura, se non in rari casi e senza dandare troppo per il sottile con il lavaggio. Attualmente in uffcio sto usando le stesse cartucce Royal Blue economiche che "do da bere" alla Schneider Base, e devo dire che la penna non fa una piega. La gemella che uso nei viaggi invece da circa un anno funziona a Visconti Blu, uno dei blu che preferisco. Ho provato ad usare anche due inchiostri Diamine in cartucce, il Prussian Blue e il Blue-Black, ma la penna non ha mostrato di gradirli. Funzionava benissimo, ma per farla ripartire dopo qualche giorno di utilizzo era necessaria una sciacquata sotto il rubinetto e, nel caso del Blue-Black, ho dovuto smontare l'alimentatore e lavarlo bene perchè in quindici giorni di inutilizzo, si era formato un deposito. Con tutti gli altri inchiostri non ho avuto nessun problema o quasi, anzi ho sempre apprezzato il fatto che il pennino riparte a scrivere senza incertezze anche se la penna rimane senza tappo per qualche minuto, cosa che nelle riunioni capita spesso. L'alimentatore sembra essere correttamente bilanciato per il pennino, mi è capitato di scrivere per ore e riempire pagine su pagine (anche 25 fogli A4 nel giro di 8 ore), senza osservare variazioni di flusso, tranne (ovviamente) quando finiva la cartuccia.
Caricamento e manutenzione 10
E' una penna a cartuccia/converter, anche se il converter non era in dotazione in quella che ho comprato io (evidentemente per ridurre i costi). Sia le cartucce che il converter sono quelli standard internazionali, disponibili anche Faber Castell. Io ho sempre usato la penna alimentandola a cartucce. Tranne che con i due inchiostri Diamine menzionati sopra, non ho mai avuto problemi, anzi, ho apprezzato il fatto che la penna comincia a scrivere quasi subito senza incertezze quando si mette una cartuccia nuova. Così come (sempre escludendo i due inchiostri di cui sopra) non ho mai avuto problemi nel far ripartire la penna anche dopo 15 giorni di mancato utilizzo. Relativamente al capitolo manutenzione, la penna è sempre stata inchiostrata dal 2006 ad oggi. Tutto quello che ho fatto è stato dare una sciacquata all'alimentatore quando ho cambiato marca/colore di inchiostro, e non escludo che sia stata la mia sbadataggine a creare il problema di trafilamento inchiostro di cui vi ho già parlato, e che ha messo fine all'uso itinerante della penna. Ultimamente sto usando la miscela di cartucce blu economiche che tengo in ufficio, senza particolari precauzioni, e, nonostante ciò, non sto riscontrando nessun problema.
Qualità/Prezzo 9
Quando ho fatto il mio acquisto, l'Ambition in resina nera era la stilografica più economica nella gamma Faber Castell, con un costo (allora) di 45 Euro. Oggi costa sui 50 Euro e con la metà e poco più è possibile comprare una Basic o una Loom, che hanno lo stesso pennino/alimentatore. Considerato il tipo di utilizzo che ne ho fatto, devo ammettere che l'investimento è stato ampiamente ammortizzato e che il prezzo richiesto era più che adeguato. Ripeto ancora una volta, non posso escludere di essere stato io la causa del problema di trafilamento. Se la dovessi acquistare oggi forse darei un voto più basso, perchè l'arrivo delle linee economiche Basic e Loom giustifica un po' meno il fatto di spendere 2-4 volte tanto per avere una Ambition, Ondoro o e-Motion che montano lo stesso pennino. Anzi, sto quasi pensando di comprare una Basic (se la trovo a poco prezzo in rete) per cannibalizzarne l'alimentatore e rimettere in servizio questa Ambition. La penna intera mi costa meno del ricambio, per il quale mi sono stati chiesti 35 Euro.
Conclusioni 9
Dopo 6 anni, tante pagine scritte e tanti viaggi, le mie conclusioni non possono che essere positive. E' una penna che mi sento di poter consigliare, che ricomprerei (l'ho già fatto) e che prevedo di usare ancora a lungo (sia una che l'altra). Tuttavia, visto il design particolare, il gradino sull'impugnatura ed il fatto che è possibile avere lo stesso pennino spendendo meno, consiglio di confrontare anche le alternative economiche Basic e Loom, o quelle più costose (Ondoro ed e-Motion), in modo tale da essere certi di avere scelto la penna più adatta alle proprie esigenze. Inoltre rimarco la larghezza del tratto, se si è abituati alle penne di altre marche che hanno un tratto mediamente più fine, con Faber Castell, come per Pelikan o Lamy, bisogna acquistare un F per avere un M.
Partiamo dall'inizio. Ho acquistato questa penna nel 2006, in Belgio, a Bruxelles. Il rivenditore, la Maison du Porte Plume in Rue Adolph Max, sfortunatamente ha chiuso i battenti qualche anno fa, ed è un peccato, perchè, oltre all'assortimento, vi ho sempre trovato cortesia e competenza. L'acquisto è stato motivato dal voler sostituire una Waterman scolastica, che sentiva il peso di tanti anni di uso intenso. Allora non conoscevo il marchio Faber Castell, ho scelto questa penna (nell'ordine) per la fluidità della scrittura, l'estetica e per il fatto che ai tempi era la stilografica più economica nella gamma Faber Castell (oggi ci sono anche la Basic e la Loom). Il prezzo ai tempi è stato, se non ricordo male, 45 Euro. Ho scelto il pennino F dopo averli provati in negozio ed avere visto che il pennino M era troppo largo per i miei gusti. Da allora e fino al 2011 è stata la stilografica che ho usato di più nei miei viaggi, se potesse parlare racconterebbe di riunioni e discussioni interminabili... Circa meno quasi, credo di averci riempito una quindicina di blocchi Clairefontaine A4 da 80 pagine. Considerata una media di pagine scritte di 150 a blocco e qualche altro utilizzo, direi che la mia prova di durata è stata di 2000-2500 pagine A4.
Estetica e design 8
Disarmante semplicità. Il cilindro è di resina nera (esistono varianti più costose della Ambition che hanno il cilindro in legno), con l'estremità in metallo cromato. Anche il cappuccio, molto pesantee con chiusura a pressione, è in metallo cromato. Sul cappuccio è incisa la scritta "Faber Castell, since 1761", con i due cavalieri che si sfidano a duello. Le dimensioni sono nella media. La clip ha un meccanismo a molla. La parte terminale del cilindro presenta una scanalatura, che non ha una semplice funzione estetica, ma serve come incastro per il tappo, per cui diventa possibile scrivere con il tappo innestato sul cilindro in maniera sicura. Personalmente, preferisco non farlo, primo perchè sono abituato a non scriver così, secondo perchè il peso del tappo innestato sbilancia un pochino la penna verso il retro. Esteticamente è una delle penne che mi piacciono di più, sono un amante del design minimalista. Tuttavia in questo caso devo ammettere che, nella ricerca dell'estetica, i designers si sono fatti prendere un pochino la mano. L'impugnatura, in acciaio cromato, è molto corta (meno di un centimetro) e presenta un gradino rispetto al cilindro, gradino che per alcuni può essere molto fastidioso, ed è il motivo per cui non ho assegnato un 10 a questa voce. Dipende tantissimo dalle abitudini individuali nell'impugnare la penna. Per questa ragione sconsiglio vivamente l'acquisto a scatola chiusa, è una penna che va acquistata dopo averla presa in mano. L'alimentatore è avvitato sull'impugnatura e il blocco pennino-alimentatore può essere facilmente sostituito (è disponibile il ricambio). Il pennino è quello standard in acciaio delle Faber-Castell di fascia medio-bassa, in comune con Basic, Loom, Ondoro ed e-Motion. Che io sappia è disponibile nelle gradazioni EF, F, M e B, anche se non tutte sono disponibili su tutte le penne. La penna viene venduta nel classico astuccio imbottito in plastica, con le due cartucce blu ma senza converter.
Realizzazione e qualità 9
L'insieme è molto ben fatto, e i materiali sono di buona qualità. Nonostante gli anni di uso intenso, il tappo a pressione ha ancora una ottima tenuta, senza gioco, il che è lodevole, perchè quando si prendono appunti nel corso di una riunione, si finisce per mettere e togliere continuamente il tappo, perchè non si scrive continuamente, come durante un corso o una lezione, ma solo quando c'è qualcosa da annotare. Le uniche parti che mostrano qualche segno d'uso sono l'impugnatura, che ha qualche graffio dovuto al continuo mettere e togliere il tappo, e il cilindro che è diventato un po' più lucido e mostra i classici graffi da sfregamento con alte penne o altri oggetti. Sottolineo il fatto che la penna ha viaggiato molto, almeno un centinaio di viaggi in aereo, per non contare tutti quelli con altri mezzi. Le cromature sono ancora lucide e la clip non mostra segni di cedimento. Da questo punto di vista, credo che possa affrontare ancora molti anni di servizio senza problemi. Diciamo che la qualità del prodotto è all'altezza della reputazione del marchio e giustifica ampiamente il prezzo, per lo meno in questa versione "base". Avessi recensito la versione in legno che costa il doppio, forse avrei dato un punto in meno.
Dove il problema è arrivato, è stato nell'alimentatore. Verso la fine del 2010, la penna ha incomiciato a mostrare segni di insofferenza verso i viaggi in aereo. Sintomo classico: alimentatore allagato all'arrivo. Serie di bestemmie del quinto grado della scala Mercalli, sciacquatura sotto il rubinetto, cartuccia nuova e penna pronta a scrivere senza problemi. Alla fine l'ho smontata e, osservando con una lente di ingrandimento, ho notato che l'inchiostro tende a trafilare dall'alimentatore, rendendo la penna particolarmente sensibile alle vibrazioni ed agli sbalzi di pressione. A quel punto (2011) mi sono trovato di fronte a due strade, o sostituire la sezione di alimentazione, che Faber Castell vende come ricambio, oppure comprare una penna nuova. La differenza tra le due opzioni era minima, soprattutto confrontando il prezzo della penna online con il ricambio acquistato in negozio, per cui alla fine ho scelto la seconda strada, e ho comprato una penna identica, che uso tuttora nei miei viaggi e che sinora non mi ha dato alcun problema. Questa invece non è stata buttata ma portata in uffcio, dove la uso alla scrivania, evitando di portarla in giro. Era un peccato buttarla, dal momento che scrive così bene. Considerato tutto questo, avrei dovuto dare un voto molto basso a questa voce. Invece mi sento di dare un 9 comunque. Il motivo è sia l'uso molto intenso a cui ho sottoposto la penna, sia il fatto che potrei avere causato involontariamente il danno, o con qualche caduta (purtroppo è successo), o quelle (rare) volte che ho svitato l'alimentatore e l'ho smontato per pulirlo. Come ho già detto, la sostituta, in uso da imizio 2011, non mi ha ancora dato problemi, nonostante lo stesso uso e i tanti viaggi in aereo.
Peso e dimensioni 10
La penna è relativamente leggera, ma non leggerissima, perchè il cilindro, pur essendo in plastica, è abbastanza spesso e ha la parte terminale in metallo. Dal mio punto di vista è il peso ideale, non amo le penne troppo pesanti. Come tutte le stilografiche che si rispettano, scrive benissimo sotto il suo stesso peso. Gran parte del peso è nel tappo, per cui la si può appesantire nella scrittura incastrando il tappo nel cilindro, come ho già descritto. La sezione è perfettamente cilindrica, così come l'impugnatura. Personalmente, sono molto soddisfatto, è stato uno dei motivi della scelta, e il gradino tra impugnatura e cilindro, di cui ho già parlato, per me non è affatto un problema. Chi ama le penne "cicciotte" potrebbe trovare questa Faber Castell un po' scomoda, ancora una volta consiglio una prova prima dell'acquisto.
Pennino e prestazioni: 10
Come ho già detto, il pennino è quello standard delle Faber Castell di fascia medio-bassa. E' un ottimo pennino in acciaio (probabilmente di realizzazione Bock), di dimensioni medie, privo del foro di compensazione e abbastanza rigido, ma comunque in grado di comunicare un ottimo feeling nella scrittura. Si vede che è un pennino ben fatto, scorre benissimo senza incertezze ed impuntature, non salta e scrive decentemente anche se l'angolazione non è proprio quella ideale. Il mio è un fine, ma, come tradizione della casa, e dei produttori tedeschi in generale, in pratica è un medio per gli standard giapponesi. Il tratto è praticamente identico a quello del pennino fine della Lamy Safari e un po' più spesso del tratto medio di una Montegrappa Fortuna. Per la mia calligrafia è la larghezza ideale. Il flusso è nella media, è una penna che si può usare su quasi tutti i tipi di carta. Il pennino reca inciso il logo della casa e la larghezza del tratto. Ho usato questa penna con cartucce blu e nere di varie marche, principalmente Pelikan Royal Blue, Herbin Blue Nuit, Waterman Florida Blue, Waterman Black, Pelikan Brillant Black e Kaweco Black. Ogni volta che ho cambiato colore, ho sciacquato l'alimentatore sotto il rubinetto, senza smontarlo dall'impugnatura, se non in rari casi e senza dandare troppo per il sottile con il lavaggio. Attualmente in uffcio sto usando le stesse cartucce Royal Blue economiche che "do da bere" alla Schneider Base, e devo dire che la penna non fa una piega. La gemella che uso nei viaggi invece da circa un anno funziona a Visconti Blu, uno dei blu che preferisco. Ho provato ad usare anche due inchiostri Diamine in cartucce, il Prussian Blue e il Blue-Black, ma la penna non ha mostrato di gradirli. Funzionava benissimo, ma per farla ripartire dopo qualche giorno di utilizzo era necessaria una sciacquata sotto il rubinetto e, nel caso del Blue-Black, ho dovuto smontare l'alimentatore e lavarlo bene perchè in quindici giorni di inutilizzo, si era formato un deposito. Con tutti gli altri inchiostri non ho avuto nessun problema o quasi, anzi ho sempre apprezzato il fatto che il pennino riparte a scrivere senza incertezze anche se la penna rimane senza tappo per qualche minuto, cosa che nelle riunioni capita spesso. L'alimentatore sembra essere correttamente bilanciato per il pennino, mi è capitato di scrivere per ore e riempire pagine su pagine (anche 25 fogli A4 nel giro di 8 ore), senza osservare variazioni di flusso, tranne (ovviamente) quando finiva la cartuccia.
Caricamento e manutenzione 10
E' una penna a cartuccia/converter, anche se il converter non era in dotazione in quella che ho comprato io (evidentemente per ridurre i costi). Sia le cartucce che il converter sono quelli standard internazionali, disponibili anche Faber Castell. Io ho sempre usato la penna alimentandola a cartucce. Tranne che con i due inchiostri Diamine menzionati sopra, non ho mai avuto problemi, anzi, ho apprezzato il fatto che la penna comincia a scrivere quasi subito senza incertezze quando si mette una cartuccia nuova. Così come (sempre escludendo i due inchiostri di cui sopra) non ho mai avuto problemi nel far ripartire la penna anche dopo 15 giorni di mancato utilizzo. Relativamente al capitolo manutenzione, la penna è sempre stata inchiostrata dal 2006 ad oggi. Tutto quello che ho fatto è stato dare una sciacquata all'alimentatore quando ho cambiato marca/colore di inchiostro, e non escludo che sia stata la mia sbadataggine a creare il problema di trafilamento inchiostro di cui vi ho già parlato, e che ha messo fine all'uso itinerante della penna. Ultimamente sto usando la miscela di cartucce blu economiche che tengo in ufficio, senza particolari precauzioni, e, nonostante ciò, non sto riscontrando nessun problema.
Qualità/Prezzo 9
Quando ho fatto il mio acquisto, l'Ambition in resina nera era la stilografica più economica nella gamma Faber Castell, con un costo (allora) di 45 Euro. Oggi costa sui 50 Euro e con la metà e poco più è possibile comprare una Basic o una Loom, che hanno lo stesso pennino/alimentatore. Considerato il tipo di utilizzo che ne ho fatto, devo ammettere che l'investimento è stato ampiamente ammortizzato e che il prezzo richiesto era più che adeguato. Ripeto ancora una volta, non posso escludere di essere stato io la causa del problema di trafilamento. Se la dovessi acquistare oggi forse darei un voto più basso, perchè l'arrivo delle linee economiche Basic e Loom giustifica un po' meno il fatto di spendere 2-4 volte tanto per avere una Ambition, Ondoro o e-Motion che montano lo stesso pennino. Anzi, sto quasi pensando di comprare una Basic (se la trovo a poco prezzo in rete) per cannibalizzarne l'alimentatore e rimettere in servizio questa Ambition. La penna intera mi costa meno del ricambio, per il quale mi sono stati chiesti 35 Euro.
Conclusioni 9
Dopo 6 anni, tante pagine scritte e tanti viaggi, le mie conclusioni non possono che essere positive. E' una penna che mi sento di poter consigliare, che ricomprerei (l'ho già fatto) e che prevedo di usare ancora a lungo (sia una che l'altra). Tuttavia, visto il design particolare, il gradino sull'impugnatura ed il fatto che è possibile avere lo stesso pennino spendendo meno, consiglio di confrontare anche le alternative economiche Basic e Loom, o quelle più costose (Ondoro ed e-Motion), in modo tale da essere certi di avere scelto la penna più adatta alle proprie esigenze. Inoltre rimarco la larghezza del tratto, se si è abituati alle penne di altre marche che hanno un tratto mediamente più fine, con Faber Castell, come per Pelikan o Lamy, bisogna acquistare un F per avere un M.