RECENSIONE DELTA BLUE JAY
Inviato: giovedì 11 aprile 2013, 18:01
Salve a tutti!
Finalmente, cari amici pennofili, è arrivato il grande giorno!
Ho la Blue Jay, esemplare n.1 tra le mani.
Ciò brevemente premesso, vengo alla recensione obiettiva della penna.
La Blue Jay nella forma e nelle dimensioni è la replica della fortunata "Delta Dolce Vita Medium Size PISTON FILLER", che ha avuto un ottimo riscontro di pubblico.
Cominciamo dalle dimensioni: la penna chiusa è lunga circa cm 14 (con qualche millimetro di tolleranza); con il cappuccio posted si arriva a 14,9 partendo dalla base della sezione e quindi senza contare la lunhezza del pennino. Quest'ultimo, infine, estratto dalla sezione ha una lunghezza complessiva di mm 35,00 dalla punta (EF nel mio caso) alla base.
Il diametro, sia del fusto che del cappuccio è più difficile da valutare, data la forma affusolata della penna che comunque è bella "cicciotta" ed appaga chi ama sentire il proprio strumento di scrittura tra le mani.
Nonostante sia una penna dimensionalmente importante, il peso della stessa chiusa e vuota è di gr 38, e vi assicuro che la mano non avverte minimamente alcun disagio; la penna è ben bilanciata anche col cappuccio posted che è la modalità di uso che preferisco.
Alla sommità del cappuccio è avvitata la testina, sormontata dal logo Delta in metallo satinato, che tiene ferma la clip con la classica ruzzolina anni trenta: un dettaglio di classe e un elemento di praticità per l'inserzione nei taschini.
Alla base del cappuccio, in ordine decrescente, vi è una prima veretta liscia sottile alla quale fa seguito la vera in argento massiccio con il classico cesello della Delta. A seguire il bordo libero del cappuccio robusto e a prova di crepe.
Devo rimarcare, e ciò fa onore all'abilità degli artigiani della Delta, che le vere sono incassate in alvei appositamente torniti nella resina e non incollate sopra di essa: questo garantisce non solo un effetto estetico molto raffinato ma anche che quelle vere non verranno via col tempo. E' un particolare metodo di lavorazione, mutuato dalla tradizione artigiana, di grande valore.
Il fusto presenta poco sopra la filettatura per l'avvitamento del cappuccio, che avviene senza alcun problema, la finestrella in resina trasparente per il controllo del livello di inchiostro: la stessa è volutamente visibile anche a cappuccio completamente avvitato sicchè quando l'nchiostro comincia a scarseggiare si può subito provvedere al riempimento senza andare incontro a sgradite sorprese.
La sommità del fusto presenta una apparente vera cui fa seguito un falso fondello: in realtà la vera è la parte visibile dell'apparato di riempimento a stantuffo e il falso fondello è il blincap che avvitandosi lo rende non visibile: anche qui l'avvitamento avviene senza problemi o inceppamenti.
Il meccanismo di riempimento è a stantuffo fisso: per azionarlo è sufficiente svitare il blindcap e accedere alla manopola: fare scorrere il pistone in giù fino a fine cosa e poi ripetere l'operazione in senso opposto, ovviamente tenendo il pennino in un calamaio o nell'acqua se si voglia per pulire la penna.
Anche in questo modello è replicato il meccanismo per il quale alla fine della corsa in su del pistone un sonoro click segnala che si è giunti a fine corsa e che è inutile continuare a girare la manopola. Tutte le metallerie sono rodiate.
La penna aspira 1,2 ml di inchiostro o altro liquido.
L'unità scrivente si compone di un ottimo pennino 14KT, completamente rodiato, su conduttore di resina plastica: malgrado la mia ritrosia per i conduttori in resina, devo sinceramente affermare che quello montato sulla mia penna insieme a un pennino EF, mi ha sorpreso per la capacità di suzione capillare, degna di un conduttore Sailor: intinta appena la punta ha continuato a scrivere, con flusso gradevolmente calibrato, per una pagina.
Il pennino che ho provato scrive scorrevolmente su carta non pregiata, ed è un EF che ricorda il tratto di un M Sailor: considerando che di solito un EF Bock scrive con un tratto medio"europeo", saremmo curiosi di sapere da Delta chi la rifornisce dei pennini. Sempre che sia propensa a rivelare un piccolo segreto industriale.
Nelle prova di scrittura non ho riscontrato false partenze o salti.
Infine la resina: sono le 15:14, la giornata è bella e il cielo particolarmente terso. Sono vicino a una finestra sicchè la luce è tanta.
Devo dire, e me ne assumo la responsabilità intellettuale, che le fotografie per quanto ben fatte non rendono giustizia alle innumerevoli sfumature di azzuro, mescolato al grigio - marroncino e al bianco perlato che richiamano la livrea del passerotto canadese in modo particolarmente veritiero.
In ogni caso l'effetto cromatico è davvero delizioso e la penna un pò "ipnotizza". Ma quest'ultima è una considerazione del tutto personale e come tale la si deve considerare.
Vale la pena rimarcare che le penne, differentemente da quelle di altri Brand, sono tornite ciascuna da barra piena.
Dal momento che la mescola della resina quando viene lavorata in barre presenta piccole variazioni cromatiche, anche nella stessa barra, può capitare che due penne tornite dalla stessa "madre" presentino una minima, impercettibile, variazione cromatica. In soldoni: non si potranno mai trovare due Blue Jay identiche.... Per fortuna.
In conclusione: una penna davvero bella, una penna solida che scrive bene e ha caricamento a stantuffo: in più una delizia per gli occhi...... Vale tutti i soldi che costa!
Un solo rimpianto: se invece della resina fosse stata celluloide....... Magari la prossima volta, Marco Moricci!!
Dimenticavo: 10 e lode per il packaging!!!
P.S. La medesima recensione sarà pubblicata sul sito web di Casa della Stilografica, che ringrazio per l'esemplare messo a disposizione. http://www.stilografica.it
Grazie a tutti per avermi letto: spero non vi siate annoiati.... Tutti i commenti sono benvenuti!!
Vincenzo Caldarola
Finalmente, cari amici pennofili, è arrivato il grande giorno!
Ho la Blue Jay, esemplare n.1 tra le mani.
Ciò brevemente premesso, vengo alla recensione obiettiva della penna.
La Blue Jay nella forma e nelle dimensioni è la replica della fortunata "Delta Dolce Vita Medium Size PISTON FILLER", che ha avuto un ottimo riscontro di pubblico.
Cominciamo dalle dimensioni: la penna chiusa è lunga circa cm 14 (con qualche millimetro di tolleranza); con il cappuccio posted si arriva a 14,9 partendo dalla base della sezione e quindi senza contare la lunhezza del pennino. Quest'ultimo, infine, estratto dalla sezione ha una lunghezza complessiva di mm 35,00 dalla punta (EF nel mio caso) alla base.
Il diametro, sia del fusto che del cappuccio è più difficile da valutare, data la forma affusolata della penna che comunque è bella "cicciotta" ed appaga chi ama sentire il proprio strumento di scrittura tra le mani.
Nonostante sia una penna dimensionalmente importante, il peso della stessa chiusa e vuota è di gr 38, e vi assicuro che la mano non avverte minimamente alcun disagio; la penna è ben bilanciata anche col cappuccio posted che è la modalità di uso che preferisco.
Alla sommità del cappuccio è avvitata la testina, sormontata dal logo Delta in metallo satinato, che tiene ferma la clip con la classica ruzzolina anni trenta: un dettaglio di classe e un elemento di praticità per l'inserzione nei taschini.
Alla base del cappuccio, in ordine decrescente, vi è una prima veretta liscia sottile alla quale fa seguito la vera in argento massiccio con il classico cesello della Delta. A seguire il bordo libero del cappuccio robusto e a prova di crepe.
Devo rimarcare, e ciò fa onore all'abilità degli artigiani della Delta, che le vere sono incassate in alvei appositamente torniti nella resina e non incollate sopra di essa: questo garantisce non solo un effetto estetico molto raffinato ma anche che quelle vere non verranno via col tempo. E' un particolare metodo di lavorazione, mutuato dalla tradizione artigiana, di grande valore.
Il fusto presenta poco sopra la filettatura per l'avvitamento del cappuccio, che avviene senza alcun problema, la finestrella in resina trasparente per il controllo del livello di inchiostro: la stessa è volutamente visibile anche a cappuccio completamente avvitato sicchè quando l'nchiostro comincia a scarseggiare si può subito provvedere al riempimento senza andare incontro a sgradite sorprese.
La sommità del fusto presenta una apparente vera cui fa seguito un falso fondello: in realtà la vera è la parte visibile dell'apparato di riempimento a stantuffo e il falso fondello è il blincap che avvitandosi lo rende non visibile: anche qui l'avvitamento avviene senza problemi o inceppamenti.
Il meccanismo di riempimento è a stantuffo fisso: per azionarlo è sufficiente svitare il blindcap e accedere alla manopola: fare scorrere il pistone in giù fino a fine cosa e poi ripetere l'operazione in senso opposto, ovviamente tenendo il pennino in un calamaio o nell'acqua se si voglia per pulire la penna.
Anche in questo modello è replicato il meccanismo per il quale alla fine della corsa in su del pistone un sonoro click segnala che si è giunti a fine corsa e che è inutile continuare a girare la manopola. Tutte le metallerie sono rodiate.
La penna aspira 1,2 ml di inchiostro o altro liquido.
L'unità scrivente si compone di un ottimo pennino 14KT, completamente rodiato, su conduttore di resina plastica: malgrado la mia ritrosia per i conduttori in resina, devo sinceramente affermare che quello montato sulla mia penna insieme a un pennino EF, mi ha sorpreso per la capacità di suzione capillare, degna di un conduttore Sailor: intinta appena la punta ha continuato a scrivere, con flusso gradevolmente calibrato, per una pagina.
Il pennino che ho provato scrive scorrevolmente su carta non pregiata, ed è un EF che ricorda il tratto di un M Sailor: considerando che di solito un EF Bock scrive con un tratto medio"europeo", saremmo curiosi di sapere da Delta chi la rifornisce dei pennini. Sempre che sia propensa a rivelare un piccolo segreto industriale.
Nelle prova di scrittura non ho riscontrato false partenze o salti.
Infine la resina: sono le 15:14, la giornata è bella e il cielo particolarmente terso. Sono vicino a una finestra sicchè la luce è tanta.
Devo dire, e me ne assumo la responsabilità intellettuale, che le fotografie per quanto ben fatte non rendono giustizia alle innumerevoli sfumature di azzuro, mescolato al grigio - marroncino e al bianco perlato che richiamano la livrea del passerotto canadese in modo particolarmente veritiero.
In ogni caso l'effetto cromatico è davvero delizioso e la penna un pò "ipnotizza". Ma quest'ultima è una considerazione del tutto personale e come tale la si deve considerare.
Vale la pena rimarcare che le penne, differentemente da quelle di altri Brand, sono tornite ciascuna da barra piena.
Dal momento che la mescola della resina quando viene lavorata in barre presenta piccole variazioni cromatiche, anche nella stessa barra, può capitare che due penne tornite dalla stessa "madre" presentino una minima, impercettibile, variazione cromatica. In soldoni: non si potranno mai trovare due Blue Jay identiche.... Per fortuna.
In conclusione: una penna davvero bella, una penna solida che scrive bene e ha caricamento a stantuffo: in più una delizia per gli occhi...... Vale tutti i soldi che costa!
Un solo rimpianto: se invece della resina fosse stata celluloide....... Magari la prossima volta, Marco Moricci!!
Dimenticavo: 10 e lode per il packaging!!!
P.S. La medesima recensione sarà pubblicata sul sito web di Casa della Stilografica, che ringrazio per l'esemplare messo a disposizione. http://www.stilografica.it
Grazie a tutti per avermi letto: spero non vi siate annoiati.... Tutti i commenti sono benvenuti!!
Vincenzo Caldarola