Pelikan Blue-Black - Recensione
Inviato: mercoledì 15 maggio 2013, 14:18
Pelikan Blue-Black
Recensisco questo inchiostro su invito di Simone (inchino di rispetto), che lo ha già egregiamente recensito qualche giorno fa. Avendo una calligrafia molto simile a quella di una gallina con il Parkinson, io mi devo limitare ad una recensione informatica, nel mio solito formato. Mi incammino dunque sulle orme di Simone, sperando di essere utile.
Premessa
C’è bisogno di presentare l'azienda Pelikan? La casa di Hannover e il suo simbolo, il pellicano, sono stampati, pardon, dovrei dire vergati in bella calligrafia, nell’immaginario collettivo degli appassionati di penne stilografiche e non solo. Caratterizzata da prodotti di grande qualità, la gamma Pelikan si estende dalle umili ma comunque ben fatte penne scolastiche ad edizioni limitate di grande pregio, utilizzate anche da capi di stato. Penso sia molto difficile trovare in Europa un utilizzatore abituale di penne stilografiche che non abbia mai preso in mano una Pelikan. Quando frequentavo le scuole elementari, l’unica penna che la mia maestra ammetteva in classe era la Pelikano scolastica, di un orribile colore verdino. Questa imposizione mi ha portato a sviluppare una specie di idiosincrasia verso le penne Pelikan, ho continuato ad usare penne stilografiche anche dopo le elementari, ma rigorosamente di altre marche. Solo recentemente ne ho comprata una a pistone, serie M200. La stessa idiosincrasia che ho sviluppato per l’inchiostro 4001 Royal Blue, l’unico ammesso e l’unico che anche dopo le elementari sono riuscito a trovare nelle cartolerie di paese. Già, perché se uno entra in una cartoleria, anche la più sperduta, e chiede un pacchetto di cartucce per la stilografica, se le hanno, quasi certamente è una scatoletta da 6 cartucce Pelikan 4001 Royal Blue e, se è fortunato, riuscirà a trovarlo anche nel calamaio da 30 ml. Infatti Le cartucce Pelikan nei due colori Royal Blue e Brillant Black, cioè quelli che vanno per la maggiore, sono praticamente ubiquitarie in Europa, al punto che “cartuccia internazionale corta” e “cartuccia Pelikan”, sono termini praticamente intercambiabili, anzi, il secondo è forse di maggiore uso del primo. Gli altri colori, compreso questo Blus-Black sono già un po’ più difficili da trovare, anche se comunque sono sempre più diffusi di altri marchi. Le cartucce Waterman lunghe, che vengono subito dopo le Pelikan in quanto a reperibilità. Ricordo ancora la gioia quando sono riuscito a trovare stabilmente le cartucce di Waterman Blue-Black (oggi Mysterious Blue) e ho potuto finalmente affrancarmi dalla dipendenza dall’onnipresente Pelikan Royal Blue. A rifletterci sopra oggi mi vien da sorridere, ma allora internet era ancora di là da venire e le scelte di uno studente in termini di penne stilografiche ed inchiostri erano condizionate dalla disponibilità della cartoleria di paese, oltre che (ovviamente) dalla scarsa capienza del proprio portafoglio.
A pensarci bene forse è proprio il fatto che gli inchiostri Pelikan sono ubiquitari a trasformarsi in svantaggio quando uno da semplice utilizzatore di penne stilografiche si trasforma in appassionato. Il fatto che si trovino ovunque e per giunta siano tra gli inchiostri che costano meno conferisce loro la patina di “inchiostri proletari”, che spinge quasi inesorabilmente l’appassionato a migrare verso altri prodotti, quasi a voler sottolineare il fatto di essere salito “un gradino più su”. La stessa Pelikan si deve essere resa conto di ciò, decidendo di affiancare alla linea “utilitaria” di inchiostri 4001, quella premium denominata Edelstein, con i nomi ispirati a quelli delle pietre preziose e un calamaio di design. Come ho avuto modo di verificare confrontando il Pelikan 4001 Blue-Black con l’Edelstein Tanzanite, non si è trattato di una semplice operazione di rimarchiautra, ma di vera e propria riformulazione. E’ un peccato perché gli inchiostri della serie 4001 sono comunque validi, il Royal Blue è una vera e propria pietra miliare che funziona in qualsiasi penna, sono facilissimi da trovare sia in cartuccia che in calamaio, e il prezzo contenuto ne permette l’uso in quantità industriali.
Parlando più specificamente del Pelikan Blue-Black, questo inchiostro è stato e continua ad essere uno dei miei cavalli di battaglia, anche se, rispetto al Waterman Mysterious Blue (ex Blue-Black) non è utilizzabile su qualsiasi penna. In passato lo ho utilizzato tantissimo in cartucce e più di recente ho cominciato a farlo anche in calamaio. E’ una semplice questione di praticità, preferisco la comodità e la semplicità delle cartucce quando devo fare scrittura itinerante, mentre posso usare calamaio e penna con caricamento a pistone quando sono a casa. In questo momento le penne dedicate a questo inchiostro sono la Monteverde Invincia Avenger Yellow a cartuccia e la Pelikan M200 Demonstrator a pistone, entrambe con pennino M ed entrambe, a mio parere, in grado di esaltarne le caratteristiche.
Per concludere la panoramica, ho scoperto che da qualche tempo non è più commercializzato nel Nord America. La ragione risiede nel fatto che la formulazione dell’inchiostro non risponde con la normativa locale sui prodotti chimici. In questi paesi il più costoso Tanzanite rappresenta l’unica possibilità di acquistare un inchiostro blu-nero di marca Pelikan. L’inchiostro continua ad essere commercializzato in Europa. Sapendo che la normativa europea sui prodotti chimici è tra le più severe al mondo, il fatto che non sia commercializzato in Nord America mi fa pensare che la questione non sia legata alla sicurezza del prodotto ma semplicemente al rapporto tra il guadagno dalla sua commercializzazione e l’impegno di risorse per adempiere alle prescrizioni normative.
Presentazione
L’unità di vendita è una scatola di cartoncino blu, all’interno della quale si trova il classico calamaio in vetro, chiuso con il tappo di plastica nera. Il design della scatola è lo stesso per tutti gli inchiostri della serie 4001, ovviamente cambiano il nome e l’indicazione del colore, un cerchio bianco di circa mezzo centimetro, riprodotto su più lati della scatola. Il cartoncino della scatola è molto sottile e non offre alcuna protezione contro gli urti. Oltre al formato da 30 ml, esiste quello da 62 ml, pari a due once, che ha la stessa forma di quello da 30 ml. Alcuni, ma non tutti gli inchiostri della serie 4001 sono venduti anche in un calamaio da 50 ml di forma rettangolare con un incavo sulla parte superiore per appoggiare la penna. Per chi non volesse cimentarsi con l’inchiostro in calamaio, sono disponibili le cartucce, sia nel classico formato internazionale corto, che in quello lungo.
Il calamaio in vetro Pelikan ha la forma del calamaio in vetro. Punto. Si tratta di un design al quale siamo talmente abituati da essere quasi uno standard, al punto che anche nei fumetti quando gli autori disegnano un calamaio di inchiostro, spesso gli danno la forma del calamaio Pelikan. In altre parole, è in uso da così tanti anni che di fatto è diventato un classico del design. Combina la mancanza di sofisticazioni, che ne mantiene basso il costo di produzione, con una ottima funzionalità. Del resto se continuano a produrlo immutato, anno dopo anno, un motivo ci sarà. L’imboccatura è sufficientemente larga da consentire la ricarica anche di penne di un certo diametro e quando l’inchiostro sta per finire, è possibile coricarlo su un fianco per recuperare le ultime gocce. Dal mio punto di vista è l’esempio di come si possa realizzare un calamaio funzionale senza indulgere in inutili complessità estetiche che incidono sui costi.
Il prezzo è uno degli altri punti di forza di questo inchiostro. Sia in calamaio che in cartuccia gli inchiostri Pelikan della serie 4001 sono tra i più economici in assoluto. Il pacchetto da 6 cartucce corte si trova a prezzi da 1 a 2 Euro (quindi 0,25 Euro circa a cartuccia), e il calamaio da 30 ml viaggia tra i 3 e i 4 Euro, il che vuol dire 0,12 Euro per millitro. Si tratta di un prezzo particolarmente conveniente, che permette di utilizzare questo inchiostro in grande quantità. Se il costo contenuto e la facile reperibilità sono vantaggi innegabili, sono anche le cause dell’immagine proletaria di questo inchiostro, immagine che per certi versi è immeritata, trattandosi di un inchiostro veramente particolare.
Prestazioni
E’ un inchiostro d’altri tempi, di quando le penne stilografiche erano gli strumenti di scrittura per eccellenza e il blu-nero era un colore molto utilizzato negli ambienti di lavoro (oggi si direbbe “in ambiente business”). E’ un inchiostro che si può usare quotidianamente, ma non nella prima penna che capita, perché alcune sue caratteristiche vanno tenute in debita considerazione, perché non sono affatto scontate. Differisce significativamente da molti inchiostri moderni e per qualcuno potrebbe essere una delusione. Tuttavia, se lo si impara a conoscere, diventa un amico dal quale è difficile separarsi e, una volta combinato il matrimonio con la penna adatta, lo si andrà avanti ad utilizzare con soddisfazione per anni.
Flusso e lubrificazione
Questa è la prima differenza. Gli inchiostri moderni puntano su flusso e lubrificazione ottimi ed abbondanti, che vanno a compensare la tendenza dei fabbricanti a realizzare pennini ed alimentatori con il flusso magro e pennini in acciaio economici che hanno bisogno di lubrificazione da parte dell’inchiostro per non grattare sulla carta. Dal Pelikan Blue-Black non si ha nulla di tutto questo. Sia flusso che lubrificazione sono sotto la media, e quello che potrebbe a prima vista sembrare un difetto, diventa un vero toccasana se lo si utilizza su una penna dal flusso abbondante, sulla quale molti inchiostri moderni sarebbero una ricetta perfetta per il disastro. E’ quindi particolarmente ideale per le penne d’annata, che probabilmente risalgono allo stesso periodo nel quale questo inchiostro è stato originariamente formulato. Non a caso si esprime benissimo sulle stilografiche della casa, che sono appunto caratterizzate dal flusso abbondante. Io lo sto usando con grandissima soddisfazione nella M200, ma anche sulla Monteverde Invincia si difende benissimo, anzi il pennino della Invincia ne esalta le sfumature. Se si ha l’accortezza di utilizzarlo su penne dal flusso almeno medio, non ci sono particolari problemi, le ripartenze sono molto buone e i salti di tratto praticamente assenti, sempre a meno che la penna non sia problematica di suo. Non ho notato particolari problemi in caso di mancato utilizzo. Anche dopo settimane di inutilizzo, la maggior parte delle mie penne sono ripartite senza problemi. A meno che non si lasci andare a secco la penna, a me è successo con una VAC 700 che avevo lasciato quasi scarica e inutilizzata per un paio di mesi. Seccando, l’inchiostro ha lasciato una patina sul meccanismo della siringa che ho penato non poco per rimuovere. Nelle altre penne, quelle che ho utilizzato più o meno quotidianamente, non ho riscontrato problemi di blocco o difficoltà di pulizia per il cambio inchiostro. Recentemente ho disinchiostrato la Invincia dopo mesi di utilizzo con questo inchiostro, non ho avuto bisogno di smontare l’alimentatore per pulirlo, mi sono limitato a tenere la sezione di alimentazione sotto il getto di acqua fredda per qualche minuto, fin che non ho più notato tracce di inchiostro. L’ho asciugata con un pezzo di carta assorbente e quando l’ho caricata con Waterman Blue-Black in cartucce, è ripartita senza problemi.
Aspetto cromatico
E’ il blu-nero d’annata. Il termine Blue-Black è quindi estremamente appropriato. Al momento di scrivere la tonalità è blu scuro, poi con il tempo si perde la brillantezza ed emerge la componente grigia, che lo trasforma in un bellissimo blu-grigio scuro, che mi ricorda tanto i vecchi registri parrocchiali. Un vero inchiostro dall’aspetto vintage. Non ho trovato molto attendibile il bollino sul calamaio, o meglio il colore è molto simile all’inizio, per diventare più grigio e meno brillante. Non che questo sia un difetto, anzi, a me piace proprio per questo. Mi piacciono molto anche le sfumature, anche se per apprezzarle serve una penna che abbia un flusso sopra la media. Gira che ti rigira, sembra fatto apposta per la M200. Una volta che il colore si è stabilizzato, cosa che avviene nel giro di 1-2 settimane, rimane invariato nel tempo, gli appunti che ho preso anni fa con questo inchiostro sono ancora perfettamente leggibili.
Da Pelikan blu-nero a grigio-verdino?
Utilizzo questo inchiostro con soddisfazione da anni. Prima in cartucce e di recente anche in calamaio. Qualche tempo fa mi è capitato di acquistare un pacchetto di cartucce e, invece che il solito tratto blu-scuro, trovarmi a scrivere in grigio-verdino pallido. Il flusso, già magro di suo, diminuisce ancora e sembra di scrivere a matita. Da allora mi è capitato ancora qualche pacchetto di cartucce e un calamaio di inchiostro che erano andati incontro a questo strano viraggio. Me ne sono chiesto le ragioni, le cartucce "buone" (il blu-bero come si deve) sono perfettamente indistinguibili da quelle che invece contengono inchiostro grigiastro. Non ci sono segni di decadimento, depositi o muffe. L'inchiostro si comporta anche bene, è solo il colore che non va. Dubito che si tratti di un lotto difettoso, mi sono capitate cartucce difettose in tempi diversi e posti diversi, la spiegazione più probabile (secondo me) è che lo scolorimento sia legato a cattiva conservazione, che provoca il decadimento della componente blu.
Feathering/Bleed Through
Un inchiostro dal flusso non abbondante è un toccasana da questo punto di vista, ed è una delle ragioni (l’altra è il colore) che me lo hanno reso di utilizzo quotidiano. Va benissimo per scrivere fronte-retro sulla normale carta per fotocopie. Infatti lo sto utilizzando in ufficio, dove ho meno controllo sulla qualità della carta. Gli unici problemi (ma non è una novità) li ho avuti dal quaderno Moleskine.
Asciugatura/Resistenza all’acqua
E’ un inchiostro a base di pigmenti organici (non mi risulta sia ferro gallico) e non viene dato come permanente. Ciononostante la resistenza all’acqua è notevolmente superiore a quella di altri inchiostri. Gli effetti del lavaggio sulla carta Clairefontaine da 90 g/m^2 sono visibili, ma le righe restano comunque leggibili. Questa è una situazione limite, la carta Clairefontaine presenta una superficie particolarmente vellutata, che non facilita l’assorbimento dell’inchiostro. Sono quindi le condizioni peggiori che si possano incontrare. Nella stessa situazione quasi tutti i miei altri inchiostri vengono completamente lavati via. Il tempo di “fuori pericolo”, dopo il quale è possibile toccare il testo o girare pagina senza problemi è di circa 18 secondi, che, per quella che è la mia esperienza, si riducono a 8-10 utilizzando una penna dal flusso meno abbondante o una carta meno vellutata. Sono valori molto alti, è un inchiostro che fatica ad asciugare, ma una volta asciutto è appunto molto resistente all’acqua, pur senza essere indelebile. Su carta Rhodia-Clairefontaine bisogna contare fino a 10 (meglio se in tedesco) prima di girare la pagina, ma una volta che ha “fatto presa”, si possono girare tranquillamente le pagine o sottolineare il testo senza temere che il contatto con i polpastrelli umidi possa creare sbavature, a meno di non avere una sudorazione alle mani particolarmente copiosa. Fino ad ora non ho riscontrato particolari problemi nel de-inchiostrare le numerose penne sulle quali l’ho usato. Il classico lavaggio con acqua è stato sufficiente per rimuoverne le tracce, anche su penne demonstrator. Più problematico si è rivelato disinchiostrare una penna che era andata a secco a causa del mancato utilizzo, per cui sconsiglio caldamente di lasciare penne cariche con questo inchiostro inutilizzate per tempi molto lunghi. Così come consiglio qualche cautela per evitare di macchiare i vestiti, togliere le macchie di Pelikan Blue-Black non è così facile come con altri inchiostri.
Utilizzo consigliato
Ambienti di lavoro.
Sicuramente si. E’ un inchiostro che si presta benissimo alle comunicazioni formali, il testo comunica serietà e il lettore è costretto, quasi obbligato, a focalizzarsi sul contenuto, lasciando perdere le considerazioni estetiche. Va benissimo quindi se si vuole trasmettere una sensazione di concretezza e serietà. Lo si può usare anche per le note e per le comunicazioni informali. Il testo è molto leggibile e perfettamente fotocopiabile. La maggior resistenza all’acqua è sicuramente un vantaggio aggiuntivo. Utilizzando una penna dal flusso buono ma non eccessivo, può essere utilizzato quasi su ogni tipo di carta, e anche questa non è cosa da poco. L’unica condizione è di farne uso quasi quotidiano, evitando di lasciare andare a secco la penna.
Studenti. Alternativa perfetta al classico Royal Blue per chi vuole un inchiostro più scuro. E’ un colore che non crea problemi, né per gli appunti personali né per compiti in classe o altri impegni formali. Gli appunti presi con questo inchiostro sono molto leggibili e possono essere sottolineati o evidenziati con colori vivaci, per facilitarne lo studio. Ovviamente non si possono usare evidenziatori ad inchiostro liquido, perché non è completamente resistente all’acqua. Anche in questo caso suggerisco una penna dal flusso sopra la media. E’ l’inchiostro che avrei voluto avere io alle superiori, quando in cartoleria trovavo solo il Pelikan 4001 e solo Royal Blue o Brillant Black. Rispetto ad altre scelte ha il vantaggio non trascurabile di essere reperibile in cartuccia e di costare esattamente come il Pelikan 4001 Royal Blue, essendo quindi alla portata di molti studenti.
Correzioni/Annotazioni.
Direi di no. E’ un inchiostro che passa troppo inosservato per consentirne l’utilizzo per evidenziare, annotare o correggere del testo. Finirebbe per confondersi con quest’ultimo, soprattutto se lo si usa per correggere un testo scritto in blu. Qualche speranza la si ha solo con il nero, ma anche in questo caso suggerisco un colore più vivace.
Personale.
E’ un inchiostro che si presta benissimo anche all’uso personale, in tutte quelle situazioni in cui si vuole che il messaggio prevalga sul contenuto. Ad esempio per un biglietto di ringraziamento che si vuole sobrio, perché destinato ad una persona che non apprezzerebbe gli svarioni cromatici. Lettere d’amore scritte con questo inchiostro catapultano inesorabilmente in una relazione d’altri tempi. Personalmente lo consiglio a chi vuole tenere un diario, in combinazione con carta leggermente giallina, a mio parere le combinazioni migliori per trasmettere il look vintage nelle proprie memorie ai posteri.
Conclusioni
Il semplice fatto che uso questo inchiostro da tanti anni è la migliore testimonianza delle sue qualità. Una volta che se ne sono compresi i difetti, è un inchiostro che regala più di qualche soddisfazione: tonalità vintage ed ampia gamma di situazioni e combinazioni di carta in cui utilizzarlo. Si tratta di trovare la penna adatta e farne uso quotidiano, il che non è molto difficile considerato il fatto che si tratta di uno tra gli inchiostri più economici e che lo si può trovare con relativa facilità, sia in calamaio che in cartucce. Dà il meglio di sé sulle penne Pelikan, e questa potrebbe essere una scusa per comprarsi una Pelikan M150 e dedicarla al Pelikan Blue-Black. Con quel che si risparmia rispetto ad altri inchiostri, dopo qualche calamaio si ammortizza la spesa per l’acquisto della penna a stantuffo.
Recensisco questo inchiostro su invito di Simone (inchino di rispetto), che lo ha già egregiamente recensito qualche giorno fa. Avendo una calligrafia molto simile a quella di una gallina con il Parkinson, io mi devo limitare ad una recensione informatica, nel mio solito formato. Mi incammino dunque sulle orme di Simone, sperando di essere utile.
Premessa
C’è bisogno di presentare l'azienda Pelikan? La casa di Hannover e il suo simbolo, il pellicano, sono stampati, pardon, dovrei dire vergati in bella calligrafia, nell’immaginario collettivo degli appassionati di penne stilografiche e non solo. Caratterizzata da prodotti di grande qualità, la gamma Pelikan si estende dalle umili ma comunque ben fatte penne scolastiche ad edizioni limitate di grande pregio, utilizzate anche da capi di stato. Penso sia molto difficile trovare in Europa un utilizzatore abituale di penne stilografiche che non abbia mai preso in mano una Pelikan. Quando frequentavo le scuole elementari, l’unica penna che la mia maestra ammetteva in classe era la Pelikano scolastica, di un orribile colore verdino. Questa imposizione mi ha portato a sviluppare una specie di idiosincrasia verso le penne Pelikan, ho continuato ad usare penne stilografiche anche dopo le elementari, ma rigorosamente di altre marche. Solo recentemente ne ho comprata una a pistone, serie M200. La stessa idiosincrasia che ho sviluppato per l’inchiostro 4001 Royal Blue, l’unico ammesso e l’unico che anche dopo le elementari sono riuscito a trovare nelle cartolerie di paese. Già, perché se uno entra in una cartoleria, anche la più sperduta, e chiede un pacchetto di cartucce per la stilografica, se le hanno, quasi certamente è una scatoletta da 6 cartucce Pelikan 4001 Royal Blue e, se è fortunato, riuscirà a trovarlo anche nel calamaio da 30 ml. Infatti Le cartucce Pelikan nei due colori Royal Blue e Brillant Black, cioè quelli che vanno per la maggiore, sono praticamente ubiquitarie in Europa, al punto che “cartuccia internazionale corta” e “cartuccia Pelikan”, sono termini praticamente intercambiabili, anzi, il secondo è forse di maggiore uso del primo. Gli altri colori, compreso questo Blus-Black sono già un po’ più difficili da trovare, anche se comunque sono sempre più diffusi di altri marchi. Le cartucce Waterman lunghe, che vengono subito dopo le Pelikan in quanto a reperibilità. Ricordo ancora la gioia quando sono riuscito a trovare stabilmente le cartucce di Waterman Blue-Black (oggi Mysterious Blue) e ho potuto finalmente affrancarmi dalla dipendenza dall’onnipresente Pelikan Royal Blue. A rifletterci sopra oggi mi vien da sorridere, ma allora internet era ancora di là da venire e le scelte di uno studente in termini di penne stilografiche ed inchiostri erano condizionate dalla disponibilità della cartoleria di paese, oltre che (ovviamente) dalla scarsa capienza del proprio portafoglio.
A pensarci bene forse è proprio il fatto che gli inchiostri Pelikan sono ubiquitari a trasformarsi in svantaggio quando uno da semplice utilizzatore di penne stilografiche si trasforma in appassionato. Il fatto che si trovino ovunque e per giunta siano tra gli inchiostri che costano meno conferisce loro la patina di “inchiostri proletari”, che spinge quasi inesorabilmente l’appassionato a migrare verso altri prodotti, quasi a voler sottolineare il fatto di essere salito “un gradino più su”. La stessa Pelikan si deve essere resa conto di ciò, decidendo di affiancare alla linea “utilitaria” di inchiostri 4001, quella premium denominata Edelstein, con i nomi ispirati a quelli delle pietre preziose e un calamaio di design. Come ho avuto modo di verificare confrontando il Pelikan 4001 Blue-Black con l’Edelstein Tanzanite, non si è trattato di una semplice operazione di rimarchiautra, ma di vera e propria riformulazione. E’ un peccato perché gli inchiostri della serie 4001 sono comunque validi, il Royal Blue è una vera e propria pietra miliare che funziona in qualsiasi penna, sono facilissimi da trovare sia in cartuccia che in calamaio, e il prezzo contenuto ne permette l’uso in quantità industriali.
Parlando più specificamente del Pelikan Blue-Black, questo inchiostro è stato e continua ad essere uno dei miei cavalli di battaglia, anche se, rispetto al Waterman Mysterious Blue (ex Blue-Black) non è utilizzabile su qualsiasi penna. In passato lo ho utilizzato tantissimo in cartucce e più di recente ho cominciato a farlo anche in calamaio. E’ una semplice questione di praticità, preferisco la comodità e la semplicità delle cartucce quando devo fare scrittura itinerante, mentre posso usare calamaio e penna con caricamento a pistone quando sono a casa. In questo momento le penne dedicate a questo inchiostro sono la Monteverde Invincia Avenger Yellow a cartuccia e la Pelikan M200 Demonstrator a pistone, entrambe con pennino M ed entrambe, a mio parere, in grado di esaltarne le caratteristiche.
Per concludere la panoramica, ho scoperto che da qualche tempo non è più commercializzato nel Nord America. La ragione risiede nel fatto che la formulazione dell’inchiostro non risponde con la normativa locale sui prodotti chimici. In questi paesi il più costoso Tanzanite rappresenta l’unica possibilità di acquistare un inchiostro blu-nero di marca Pelikan. L’inchiostro continua ad essere commercializzato in Europa. Sapendo che la normativa europea sui prodotti chimici è tra le più severe al mondo, il fatto che non sia commercializzato in Nord America mi fa pensare che la questione non sia legata alla sicurezza del prodotto ma semplicemente al rapporto tra il guadagno dalla sua commercializzazione e l’impegno di risorse per adempiere alle prescrizioni normative.
Presentazione
L’unità di vendita è una scatola di cartoncino blu, all’interno della quale si trova il classico calamaio in vetro, chiuso con il tappo di plastica nera. Il design della scatola è lo stesso per tutti gli inchiostri della serie 4001, ovviamente cambiano il nome e l’indicazione del colore, un cerchio bianco di circa mezzo centimetro, riprodotto su più lati della scatola. Il cartoncino della scatola è molto sottile e non offre alcuna protezione contro gli urti. Oltre al formato da 30 ml, esiste quello da 62 ml, pari a due once, che ha la stessa forma di quello da 30 ml. Alcuni, ma non tutti gli inchiostri della serie 4001 sono venduti anche in un calamaio da 50 ml di forma rettangolare con un incavo sulla parte superiore per appoggiare la penna. Per chi non volesse cimentarsi con l’inchiostro in calamaio, sono disponibili le cartucce, sia nel classico formato internazionale corto, che in quello lungo.
Il calamaio in vetro Pelikan ha la forma del calamaio in vetro. Punto. Si tratta di un design al quale siamo talmente abituati da essere quasi uno standard, al punto che anche nei fumetti quando gli autori disegnano un calamaio di inchiostro, spesso gli danno la forma del calamaio Pelikan. In altre parole, è in uso da così tanti anni che di fatto è diventato un classico del design. Combina la mancanza di sofisticazioni, che ne mantiene basso il costo di produzione, con una ottima funzionalità. Del resto se continuano a produrlo immutato, anno dopo anno, un motivo ci sarà. L’imboccatura è sufficientemente larga da consentire la ricarica anche di penne di un certo diametro e quando l’inchiostro sta per finire, è possibile coricarlo su un fianco per recuperare le ultime gocce. Dal mio punto di vista è l’esempio di come si possa realizzare un calamaio funzionale senza indulgere in inutili complessità estetiche che incidono sui costi.
Il prezzo è uno degli altri punti di forza di questo inchiostro. Sia in calamaio che in cartuccia gli inchiostri Pelikan della serie 4001 sono tra i più economici in assoluto. Il pacchetto da 6 cartucce corte si trova a prezzi da 1 a 2 Euro (quindi 0,25 Euro circa a cartuccia), e il calamaio da 30 ml viaggia tra i 3 e i 4 Euro, il che vuol dire 0,12 Euro per millitro. Si tratta di un prezzo particolarmente conveniente, che permette di utilizzare questo inchiostro in grande quantità. Se il costo contenuto e la facile reperibilità sono vantaggi innegabili, sono anche le cause dell’immagine proletaria di questo inchiostro, immagine che per certi versi è immeritata, trattandosi di un inchiostro veramente particolare.
Prestazioni
E’ un inchiostro d’altri tempi, di quando le penne stilografiche erano gli strumenti di scrittura per eccellenza e il blu-nero era un colore molto utilizzato negli ambienti di lavoro (oggi si direbbe “in ambiente business”). E’ un inchiostro che si può usare quotidianamente, ma non nella prima penna che capita, perché alcune sue caratteristiche vanno tenute in debita considerazione, perché non sono affatto scontate. Differisce significativamente da molti inchiostri moderni e per qualcuno potrebbe essere una delusione. Tuttavia, se lo si impara a conoscere, diventa un amico dal quale è difficile separarsi e, una volta combinato il matrimonio con la penna adatta, lo si andrà avanti ad utilizzare con soddisfazione per anni.
Flusso e lubrificazione
Questa è la prima differenza. Gli inchiostri moderni puntano su flusso e lubrificazione ottimi ed abbondanti, che vanno a compensare la tendenza dei fabbricanti a realizzare pennini ed alimentatori con il flusso magro e pennini in acciaio economici che hanno bisogno di lubrificazione da parte dell’inchiostro per non grattare sulla carta. Dal Pelikan Blue-Black non si ha nulla di tutto questo. Sia flusso che lubrificazione sono sotto la media, e quello che potrebbe a prima vista sembrare un difetto, diventa un vero toccasana se lo si utilizza su una penna dal flusso abbondante, sulla quale molti inchiostri moderni sarebbero una ricetta perfetta per il disastro. E’ quindi particolarmente ideale per le penne d’annata, che probabilmente risalgono allo stesso periodo nel quale questo inchiostro è stato originariamente formulato. Non a caso si esprime benissimo sulle stilografiche della casa, che sono appunto caratterizzate dal flusso abbondante. Io lo sto usando con grandissima soddisfazione nella M200, ma anche sulla Monteverde Invincia si difende benissimo, anzi il pennino della Invincia ne esalta le sfumature. Se si ha l’accortezza di utilizzarlo su penne dal flusso almeno medio, non ci sono particolari problemi, le ripartenze sono molto buone e i salti di tratto praticamente assenti, sempre a meno che la penna non sia problematica di suo. Non ho notato particolari problemi in caso di mancato utilizzo. Anche dopo settimane di inutilizzo, la maggior parte delle mie penne sono ripartite senza problemi. A meno che non si lasci andare a secco la penna, a me è successo con una VAC 700 che avevo lasciato quasi scarica e inutilizzata per un paio di mesi. Seccando, l’inchiostro ha lasciato una patina sul meccanismo della siringa che ho penato non poco per rimuovere. Nelle altre penne, quelle che ho utilizzato più o meno quotidianamente, non ho riscontrato problemi di blocco o difficoltà di pulizia per il cambio inchiostro. Recentemente ho disinchiostrato la Invincia dopo mesi di utilizzo con questo inchiostro, non ho avuto bisogno di smontare l’alimentatore per pulirlo, mi sono limitato a tenere la sezione di alimentazione sotto il getto di acqua fredda per qualche minuto, fin che non ho più notato tracce di inchiostro. L’ho asciugata con un pezzo di carta assorbente e quando l’ho caricata con Waterman Blue-Black in cartucce, è ripartita senza problemi.
Aspetto cromatico
E’ il blu-nero d’annata. Il termine Blue-Black è quindi estremamente appropriato. Al momento di scrivere la tonalità è blu scuro, poi con il tempo si perde la brillantezza ed emerge la componente grigia, che lo trasforma in un bellissimo blu-grigio scuro, che mi ricorda tanto i vecchi registri parrocchiali. Un vero inchiostro dall’aspetto vintage. Non ho trovato molto attendibile il bollino sul calamaio, o meglio il colore è molto simile all’inizio, per diventare più grigio e meno brillante. Non che questo sia un difetto, anzi, a me piace proprio per questo. Mi piacciono molto anche le sfumature, anche se per apprezzarle serve una penna che abbia un flusso sopra la media. Gira che ti rigira, sembra fatto apposta per la M200. Una volta che il colore si è stabilizzato, cosa che avviene nel giro di 1-2 settimane, rimane invariato nel tempo, gli appunti che ho preso anni fa con questo inchiostro sono ancora perfettamente leggibili.
Da Pelikan blu-nero a grigio-verdino?
Utilizzo questo inchiostro con soddisfazione da anni. Prima in cartucce e di recente anche in calamaio. Qualche tempo fa mi è capitato di acquistare un pacchetto di cartucce e, invece che il solito tratto blu-scuro, trovarmi a scrivere in grigio-verdino pallido. Il flusso, già magro di suo, diminuisce ancora e sembra di scrivere a matita. Da allora mi è capitato ancora qualche pacchetto di cartucce e un calamaio di inchiostro che erano andati incontro a questo strano viraggio. Me ne sono chiesto le ragioni, le cartucce "buone" (il blu-bero come si deve) sono perfettamente indistinguibili da quelle che invece contengono inchiostro grigiastro. Non ci sono segni di decadimento, depositi o muffe. L'inchiostro si comporta anche bene, è solo il colore che non va. Dubito che si tratti di un lotto difettoso, mi sono capitate cartucce difettose in tempi diversi e posti diversi, la spiegazione più probabile (secondo me) è che lo scolorimento sia legato a cattiva conservazione, che provoca il decadimento della componente blu.
Feathering/Bleed Through
Un inchiostro dal flusso non abbondante è un toccasana da questo punto di vista, ed è una delle ragioni (l’altra è il colore) che me lo hanno reso di utilizzo quotidiano. Va benissimo per scrivere fronte-retro sulla normale carta per fotocopie. Infatti lo sto utilizzando in ufficio, dove ho meno controllo sulla qualità della carta. Gli unici problemi (ma non è una novità) li ho avuti dal quaderno Moleskine.
Asciugatura/Resistenza all’acqua
E’ un inchiostro a base di pigmenti organici (non mi risulta sia ferro gallico) e non viene dato come permanente. Ciononostante la resistenza all’acqua è notevolmente superiore a quella di altri inchiostri. Gli effetti del lavaggio sulla carta Clairefontaine da 90 g/m^2 sono visibili, ma le righe restano comunque leggibili. Questa è una situazione limite, la carta Clairefontaine presenta una superficie particolarmente vellutata, che non facilita l’assorbimento dell’inchiostro. Sono quindi le condizioni peggiori che si possano incontrare. Nella stessa situazione quasi tutti i miei altri inchiostri vengono completamente lavati via. Il tempo di “fuori pericolo”, dopo il quale è possibile toccare il testo o girare pagina senza problemi è di circa 18 secondi, che, per quella che è la mia esperienza, si riducono a 8-10 utilizzando una penna dal flusso meno abbondante o una carta meno vellutata. Sono valori molto alti, è un inchiostro che fatica ad asciugare, ma una volta asciutto è appunto molto resistente all’acqua, pur senza essere indelebile. Su carta Rhodia-Clairefontaine bisogna contare fino a 10 (meglio se in tedesco) prima di girare la pagina, ma una volta che ha “fatto presa”, si possono girare tranquillamente le pagine o sottolineare il testo senza temere che il contatto con i polpastrelli umidi possa creare sbavature, a meno di non avere una sudorazione alle mani particolarmente copiosa. Fino ad ora non ho riscontrato particolari problemi nel de-inchiostrare le numerose penne sulle quali l’ho usato. Il classico lavaggio con acqua è stato sufficiente per rimuoverne le tracce, anche su penne demonstrator. Più problematico si è rivelato disinchiostrare una penna che era andata a secco a causa del mancato utilizzo, per cui sconsiglio caldamente di lasciare penne cariche con questo inchiostro inutilizzate per tempi molto lunghi. Così come consiglio qualche cautela per evitare di macchiare i vestiti, togliere le macchie di Pelikan Blue-Black non è così facile come con altri inchiostri.
Utilizzo consigliato
Ambienti di lavoro.
Sicuramente si. E’ un inchiostro che si presta benissimo alle comunicazioni formali, il testo comunica serietà e il lettore è costretto, quasi obbligato, a focalizzarsi sul contenuto, lasciando perdere le considerazioni estetiche. Va benissimo quindi se si vuole trasmettere una sensazione di concretezza e serietà. Lo si può usare anche per le note e per le comunicazioni informali. Il testo è molto leggibile e perfettamente fotocopiabile. La maggior resistenza all’acqua è sicuramente un vantaggio aggiuntivo. Utilizzando una penna dal flusso buono ma non eccessivo, può essere utilizzato quasi su ogni tipo di carta, e anche questa non è cosa da poco. L’unica condizione è di farne uso quasi quotidiano, evitando di lasciare andare a secco la penna.
Studenti. Alternativa perfetta al classico Royal Blue per chi vuole un inchiostro più scuro. E’ un colore che non crea problemi, né per gli appunti personali né per compiti in classe o altri impegni formali. Gli appunti presi con questo inchiostro sono molto leggibili e possono essere sottolineati o evidenziati con colori vivaci, per facilitarne lo studio. Ovviamente non si possono usare evidenziatori ad inchiostro liquido, perché non è completamente resistente all’acqua. Anche in questo caso suggerisco una penna dal flusso sopra la media. E’ l’inchiostro che avrei voluto avere io alle superiori, quando in cartoleria trovavo solo il Pelikan 4001 e solo Royal Blue o Brillant Black. Rispetto ad altre scelte ha il vantaggio non trascurabile di essere reperibile in cartuccia e di costare esattamente come il Pelikan 4001 Royal Blue, essendo quindi alla portata di molti studenti.
Correzioni/Annotazioni.
Direi di no. E’ un inchiostro che passa troppo inosservato per consentirne l’utilizzo per evidenziare, annotare o correggere del testo. Finirebbe per confondersi con quest’ultimo, soprattutto se lo si usa per correggere un testo scritto in blu. Qualche speranza la si ha solo con il nero, ma anche in questo caso suggerisco un colore più vivace.
Personale.
E’ un inchiostro che si presta benissimo anche all’uso personale, in tutte quelle situazioni in cui si vuole che il messaggio prevalga sul contenuto. Ad esempio per un biglietto di ringraziamento che si vuole sobrio, perché destinato ad una persona che non apprezzerebbe gli svarioni cromatici. Lettere d’amore scritte con questo inchiostro catapultano inesorabilmente in una relazione d’altri tempi. Personalmente lo consiglio a chi vuole tenere un diario, in combinazione con carta leggermente giallina, a mio parere le combinazioni migliori per trasmettere il look vintage nelle proprie memorie ai posteri.
Conclusioni
Il semplice fatto che uso questo inchiostro da tanti anni è la migliore testimonianza delle sue qualità. Una volta che se ne sono compresi i difetti, è un inchiostro che regala più di qualche soddisfazione: tonalità vintage ed ampia gamma di situazioni e combinazioni di carta in cui utilizzarlo. Si tratta di trovare la penna adatta e farne uso quotidiano, il che non è molto difficile considerato il fatto che si tratta di uno tra gli inchiostri più economici e che lo si può trovare con relativa facilità, sia in calamaio che in cartucce. Dà il meglio di sé sulle penne Pelikan, e questa potrebbe essere una scusa per comprarsi una Pelikan M150 e dedicarla al Pelikan Blue-Black. Con quel che si risparmia rispetto ad altri inchiostri, dopo qualche calamaio si ammortizza la spesa per l’acquisto della penna a stantuffo.