Irish Tales
Inviato: sabato 11 maggio 2013, 22:10
Giocando sul mio nick (che è più di un nick, ma il titolo di una galleria di foto still life che mi ha portato fortuna...) inserisco i miei primi scarabocchi ibridi fra inchiostri annacquati, tratti di stilografica (ho usato tre Pilot Penmanship FP-50R dal pennino EF che più EF non si può!) pessima carta Fabriano ruvida e pennelli da olio datati e inadeguati...li inserisco solo perché segno così il mio punto di partenza nell'attesa di cimentarmi nella "tecnica Lafountain" che tanto mi piace.
Come si può con evidenza notare, il tratto della stilografica è un po' come un corpo estraneo che entra in un acquerello, ciò a testimoniare se ce ne fosse bisogno, di quanto sia inusuale e difficile per chi è avvezzo alle tecniche canoniche, applicare la tecnica di Marco che prevede una sintesi armoniosa tra colore in diluizione - inchiostro e non acquerello - e tratto, tracciato con una stilo.
Le tre Pilot hanno inchiostro nero Lamy, inchiostro Evergreen Diamine, inchiostro marrone (mix fra brilliant lack e brilliant brown Pelikan) e nell'acquerellare ho usato vari inchiostri: Malvenrot Standardgraf, Kelly green Diamine, Lamy turchese, Lamy blu washable, inchiostro di china colori carminio e terra bruciata, inchiostro rosso al pernambuco fatto da me su ricetta del Seicento. Acqua ovviamente e una buona dose di perdita di cognizione del tempo
anche se ci ho messo davvero poco a completare i test, non certo perché sono brava ma perché sono impaziente.
Mi fa "strano" usare le penne sugli inchiostri acquerellati, che ho dipinto istintivamente come fossero acquerelli, come se quindi dovesse bastare il tocco del pennello a disegnare e a dipingere, a campire e a definire allo stesso tempo. Vedo ancora il tratto a penna come corpo estraneo nel mio lavoro, perché devo ancora acquisire la mentalità, l'approccio giusto, trovare il meccanismo mentale che induca alla composizione dell'immagine e alla sua strutturazione con una tecnica nuova. Questo è un promemoria, non una giustificazione. Non miro al risultato con questi test, come dicevo, ma a fissare un punto di partenza. Infatti il primo test non lo volevo nemmeno inserire, ma poi ho detto, sì.
Irishtales punto zero.
Come si può con evidenza notare, il tratto della stilografica è un po' come un corpo estraneo che entra in un acquerello, ciò a testimoniare se ce ne fosse bisogno, di quanto sia inusuale e difficile per chi è avvezzo alle tecniche canoniche, applicare la tecnica di Marco che prevede una sintesi armoniosa tra colore in diluizione - inchiostro e non acquerello - e tratto, tracciato con una stilo.
Le tre Pilot hanno inchiostro nero Lamy, inchiostro Evergreen Diamine, inchiostro marrone (mix fra brilliant lack e brilliant brown Pelikan) e nell'acquerellare ho usato vari inchiostri: Malvenrot Standardgraf, Kelly green Diamine, Lamy turchese, Lamy blu washable, inchiostro di china colori carminio e terra bruciata, inchiostro rosso al pernambuco fatto da me su ricetta del Seicento. Acqua ovviamente e una buona dose di perdita di cognizione del tempo
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Mi fa "strano" usare le penne sugli inchiostri acquerellati, che ho dipinto istintivamente come fossero acquerelli, come se quindi dovesse bastare il tocco del pennello a disegnare e a dipingere, a campire e a definire allo stesso tempo. Vedo ancora il tratto a penna come corpo estraneo nel mio lavoro, perché devo ancora acquisire la mentalità, l'approccio giusto, trovare il meccanismo mentale che induca alla composizione dell'immagine e alla sua strutturazione con una tecnica nuova. Questo è un promemoria, non una giustificazione. Non miro al risultato con questi test, come dicevo, ma a fissare un punto di partenza. Infatti il primo test non lo volevo nemmeno inserire, ma poi ho detto, sì.
Irishtales punto zero.