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Pilot Iroshizuku Tsuki-yo (Moonlight) - Recensione

Inviato: lunedì 22 aprile 2013, 12:03
da Phormula
Pilot Iroshizuku Tsuki-yo (moonlight)

Anzitutto desidero ringraziare Laura di “Goldpen”, che nell’ultimo ordine ha inserito un calamaio di questo inchiostro in omaggio, con il post it “recensione?” e lo smile ;) .

Premessa
La gamma di inchiostri Pilot Iroshizuku non ha bisogno di presentazioni. Per molti appassionati si tratta del non plus ultra degli inchiostri stilografici, anche nel prezzo. Qualcuno non ha dubbi e li definisce i migliori inchiostri al mondo. I nomi degli inchiostri, rigorosamente in giapponese, richiamano i colori del paesaggio del paese del sol levante. In particolare il nome di questo inchiostro vuole richiamare la luce della luna (moonlight) o meglio il colore del cielo in una notte di luna.

Personalmente, sono un utilizzatore soddisfatto di Iroshizuku Shin-kai (Deep Sea Blue), che considero uno dei migliori blu-neri, e infatti ne faccio un uso relativamente abbondante, nonostante il prezzo. Di solito i blu-neri non sono inchiostri dalle sfumature molto accentuate, tendono ad essere abbastanza monotoni. Questo fa eccezione, lo uso sulla mia Delta Gallery e ne apprezzo appunto le sfumature. Inoltre è un inchiostro al quale fatico a trovare un difetto. Che non sia il prezzo. Ed è proprio il prezzo il fattore che mi ha tenuto alla larga dallo sperimentare gli altri inchiostri della gamma. Il rischio è che, come le ciliegie, uno tiri l’altro e si finisca con l’avere un capitale nello scrittoio. Sviluppare dipendenza da Pilot Iroshizuku nuoce gravemente al portafogli. Il Pilot Iroshizuku Tsuki-yo era tra gli inchiostri che avevo addocchiato, ma me ne ero tenuto alla larga, proprio per non correre rischi.
Recensire un inchiostro come questo non è facile, per via del prezzo elevato. Quando uno spende 30 euro per un calamaio da 50 ml, quasi 10 volte il costo di un Diamine, come minimo si aspetta il massimo del massimo, e rischia di restare deluso. Oppure si comporta come i possessori di certe automobili tedesche reputate il massimo della tecnologia e dell’affidabilità, che, di fronte ad un guasto, negano persino l’evidenza per non ammettere di avere speso un sacco di soldi per comprare una macchina che alla resa dei conti si è dimostrata affidabile tanto quanto una utilitaria italiana o francese. Il rischio è cioè quello di parlarne bene per non ammettere di avere buttato i propri soldi. Infatti secondo me la prova del nove per un inchiostro come questo è l’acquisto del secondo calamaio… ma andiamo per ordine.

Presentazione
L’unità di vendita è una scatola di cartone grigia, con la scritta in giapponese in un riquadro che vorrebbe richiamare il colore dell’inchiostro. All’interno si trova il calamaio in vetro, il cui design a base ellissoidale ricorda quello di una boccetta di profumo. Il calamaio in vetro è un vero capolavoro, ha il fondo molto spesso, nel quale è ricavato un incavo a “V” che ha lo scopo di consentire il prelievo dell’inchiostro fino all’ultima goccia (e ti credo, con quel che costa…). E’ chiuso da un tappo in plastica con guarnizione di tenuta ed ulteriormente impreziosito da un nastrino. In pratica un calamaio che è quasi un peccato tenere nascosto nella scatola o in un cassetto, ma che può fare tranquillamente bella mostra di sé sulla scrivania. E’ anche estremamente pratico da utilizzare, l’imboccatura è sufficientemente larga da consentire la ricarica di penne oversize, la già citata scanalatura permette di pescare anche le ultime gocce di inchiostro e la base in vetro molto spesso conferisce la necessaria stabilità all’insieme durante le operazioni di ricarica. Tant’è che, esaurito il suo compito, io consiglio di lavarlo e “riciclarlo” per un altro inchiostro, venduto in un calamaio meno pratico e meno accattivante. Si potrebbe quasi dire che il calamaio merita l’acquisto, ma in realtà la questione è più filosofica. E’ chiaro che un calamaio del genere è molto costoso da produrre, e quindi incide significativamente sul prezzo di acquisto. Siamo all’estremo opposto rispetto all’umile calamaio Diamine da 80 ml, che non sarà il massimo dell’estetica o della praticità, ma sicuramente è molto economico da produrre e quindi il suo costo incide in misura marginale sul prezzo dell’inchiostro. Ci sarebbe da chiedersi quanto valga effettivamente questo inchiostro se fosse venduto in un calamaio anonimo, e soprattutto quanti sarebbero disposti ad acquistarlo sotto mentite spoglie. Io credo che, almeno al primo acquisto, il calamaio pesi parecchio nella scelta.
Tshki-yo.jpg
Tshki-yo.jpg (116.12 KiB) Visto 6091 volte
E ora parliamo di prezzo. Non siamo in fascia alta, … di più. Il calamaio da 50 ml costa intorno ai 30 Euro, quindi 0,6 Euro per millilitro. Circa 7 volte il costo di un inchiostro Diamine. Considerata la capacità del serbatoio della Delta, vuol dire che una ricarica costa circa un Euro, quasi come un pacchetto di cartucce da sei e, considerato il consumo della mia Delta con pennino M, una pagina A4 scritta con questo inchiostro mi costa circa 5 centesimi. Quasi come il blocco note. Non è un inchiostro da scialacquare, dubito che ci sia qualcuno che ha svuotato la penna nel lavandino per cambiare tonalità. Lo si usa con criterio e moderazione, anche se, come spiegherò in seguito, è un inchiostro che può indurre dipendenza.

Prestazioni
Messe da parte le considerazioni di carattere estetico e pratico, passiamo al motivo ultimo per il quale si compra un inchiostro. Scriverci. Ovvero, quando il pennino incontra la carta. I pareri degli internauti su questo inchiostro sono contrastanti. Ancora una volta è il prezzo ad essere discriminante: accanto a chi ne tesse le lodi, c’è chi lo stronca in pieno, sostenendo che le qualità non valgano la spesa e che ci siano inchiostri economici altrettanto validi. Cercando di essere razionali, dal mio punto di vista è un inchiostro molto valido, che si dimostra perfettamente all’altezza della situazione in tutte le penne, pur prediligendo quelle dal flusso mediamente abbondante, il perché lo spiego in seguito. In una scala da 1 a 10, molto probabilmente spunterebbe una media dell’8, con un 10 e lode per le sfumature e l’uniformità di colore ma con una sufficienza risicata nella resistenza all’acqua e nei tempi di asciugatura, decisamente inferiore alla media la prima e superiori i secondi. In parole povere, se uno riesce ad incassare la botta, si trova tra le mani un inchiostro estremamente valido, che non raggiunge livelli di eccellenza ma arriva molto vicino, e lo fa in quasi tutti gli aspetti.

Flusso e lubrificazione
Abbondante, ma non esagerato. E’ un inchiostro che dà il meglio di sé sulle penne dal flusso medio o medio-abbondante, con pennini dal medio-fine in su, che mettano una quantità dignitosa di inchiostro sulla carta. Lo si può usare anche su pennini fini e con penne dal flusso magro. Non crea problemi, ma così facendo se ne mortificano molte delle caratteristiche. Io l’ho usato con soddisfazione su una TWSBI VAC 700 con pennino fine, e poi ho trovato l’abbinamento ideale nella Delta Gallery Bluemoon (nome che sembra ritagliato su quello dell’inchiostro) con pennino M. Le considerazioni fatte per il flusso si possono ripetere per la lubrificazione. Molto buona ma non eccelsa. Se il pennino gratta, continuerà a farlo, ma se la penna non ha problemi da questo punto di vista, è un inchiostro che scorre sulla carta che è un piacere. Se poi la penna ha già un pennino molto scorrevole, un flusso un pochino sopra la media (in pratica la mia Delta) e la carta è quella liscia dei blocchi Rhodia, il piacere è assicurato. Prestazioni eccellenti anche per quanto riguarda le ripartenze, i salti di tratto e i “fermi penna”. Riparte senza problemi anche dopo che la penna è rimasta qualche minuto senza il cappuccio o dopo una settimana di mancato utilizzo. Quest’ultimo aspetto non è da sottovalutare, dal momento che il costo elevato potrebbe spingere qualcuno ad inchiostrare una penna che non usa tutti i giorni.

Aspetto cromatico
Il mio soggiorno in Giappone risale al 1997 e sinceramente non ricordo se il colore dei paesaggi illuminati dalla luna fosse effettivamente questo. E’ un colore un po’ difficile da classificare. E’ un blu con una carica di verde scuro, lo si potrebbe definire come un “blu petrolio chiaro”, ma questa definizione non rende affatto giustizia. Così come non rende giustizia il colore riportato sulla scatola. La vera forza di questo inchiostro sono le sfumature. Nella penna giusta, il colore varia dal blu dei mari del sud nei tratti in cui è meno intenso, ad quasi un blu-verde-nero in quelli in cui il pennino ha messo giù molto inchiostro. E’ impossibile non rendersi conto del fatto che il testo è stato scritto con una stilografica. Il testo prende vita sulla pagina, rivelando la complessità della scrittura. Inoltre mantiene una buona saturazione anche nelle zone più chiare. A questo punto il paragone con il paesaggio ed i suoi colori multiformi ci sta tutto, al pari del paesaggio questo è un inchiostro che si esprime in maniera diversa a seconda dell’intensità del tratto. Renderne la tonalità in un riquadro di colore stampato sulla scatola è una missione impossibile. Di conseguenza, utilizzare questo inchiostro in una penna dal flusso magro, magari con un pennino fine, significa mortificarne la caratteristica principale, tanto vale ripiegare su un più economico Diamine che abbia una tonalità simile. O lo si sfrutta appieno, oppure tanto vale andare di praticità (e risparmio).
Dal punto di vista cromatico, questo inchiostro presenta due caratteristiche interessanti. La prima è che asciugando tende a scurire, mentre la maggior parte degli inchiostri fa l’esatto contrario. Vale la pena di aspettare che il tratto sia completamente asciutto prima di giudicarne il colore. La seconda è che si tratta di uno dei pochi inchiostri, tra quelli da me provati, che non presenta il fastidioso fenomeno del cambio di colore quando si comincia a scrivere con una penna che non è stata utilizzata da un po’ di tempo. Ci sono inchiostri, come il Waterman Blue-Black o il Diamine Prussian Blue, che se vengono caricati in una penna che rimane inutilizzata per qualche tempo, tendono a scurire e saturare il tratto. Il risultato è che quando si prende in mano la penna e si comincia a scrivere, le prime righe sono molto scure, con un tratto molto saturo. Man mano che si va avanti a scrivere, il colore schiarisce per tornare quello tipico dell’inchiostro. E’ un fenomeno molto fastidioso, probabilmente un misto di evaporazione ed ossidazione, comune più o meno a tutti gli inchiostri, ma che per alcuni diventa veramente insopportabile, perché fa venir meno l’uniformità del testo, rendendolo meno bello a vedersi. E’ invece quasi del tutto assente con questo inchiostro, anche in una penna rimasta inutilizzata per una settimana, l’uniformità di colore tra la prima riga e quelle successive è encomiabile. Significa la possibilità, per esempio, di rivedere un testo senza che le aggiunte siano immediatamente visibili.

Feathering/Bleed Through
Abbastanza buoni entrambi. Se lo si vuole sfruttare al meglio, conviene utilizzarlo in una penna dal flusso medio o medio-alto, e questo potrebbe creare qualche problema con le carte più scadenti. Ma ancora una volta entra in gioco il fattore prezzo. Si presume che chi acquista questo inchiostro o ne fa un uso limitato, e quindi lo usa solo su carta pregiata, oppure oltre all’inchiostro premium, può permettersi anche una carta di conseguenza. Io l’ho usato sulla carta Rhodia o Clairefontaine da 90g/m^2 e non ho riscontrato nessun problema. Inchiostrarci una penna per poi usarla su carta scadente che lo assorbe come una spugna, di fatto cancellandone le bellissime sfumature, secondo me è uno spreco.

Asciugatura/Resistenza all’acqua
E’ un inchiostro a base di pigmenti organici (non ferro gallico) e non viene dato come permanente. E non poteva certo essere perfetto. La resistenza all’acqua è l’unico aspetto di questo inchiostro che si posiziona sotto la media. E’ lo scotto da pagare per avere prestazioni di eccellenza in termini di flusso, lubrificazione e sfumature. Nella situazione peggiore: Clairefontaine da 90 g/m^2, dalla superficie particolarmente vellutata, che non facilita l’assorbimento dell’inchiostro e penna dal flusso medio-alto, ci vogliono almeno 12 secondi perché le parti maggiormente inchiostrate vadano fuori pericolo. Attenzione quindi a non girare pagina troppo presto. Non ho molta esperienza di carte meno pregiate, ma ho il sospetto che non ci vogliano mai meno di 5-6 secondi. Una volta che l’inchiostro si è asciugato, a meno di non avere una sudorazione alle mani particolarmente copiosa, l’inchiostro è abbastanza resistente al contatto accidentale con i polpastrelli. Si possono girare le pagine toccando il testo scritto con le dita senza paura di creare sbavature. In questo campo non si va oltre la sufficienza, e solo per quel che si riceve in cambio. Fosse stato un inchiostro che impiega una vita ad asciugare e per di più con problemi di flusso, il voto sarebbe stato ben più basso.
La resistenza al lavaggio vero e proprio invece è forse il tallone d’Achille di questo inchiostro. A meno che non lo si usi su una carta che lo assorbe bene, se ci si rovescia sopra dell’acqua, si perde la leggibilità. Io non sono solito mettere in ammollo i miei appunti, ma se per qualcuno questo rappresenta un problema, farebbe bene a tenersi alla larga da questo inchiostro e puntare su altri con maggiori caratteristiche di permanenza. Al di là del colore, non è un inchiostro che utilizzerei per firmare documenti ufficiali. La scarsa resistenza al lavaggio diventa invece un vantaggio non trascurabile quando si tratta di rimuoverne le tracce. Fino ad ora non ho riscontrato particolari problemi nel de-inchiostrare le penne sulle quali l’ho usato. Il classico lavaggio con acqua è stato sufficiente per rimuoverne le tracce, anche su penne demonstrator, e lo stesso posso dire per mani e vestiti. Considerato che il comportamento di questo inchiostro non è tanto diverso dalla maggior parte degli inchiostri lavabili e appunto bilanciando la scarsa resistenza con la possibilità di de-inchiostrare facilmente le penne e le camicie, direi che una sufficienza ci può stare.
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Utilizzo consigliato
Ambienti di lavoro. Con cautela. Su una penna, magari di pregio, dal flusso relativamente abbondante, che quindi rende il tratto più scuro, non ci sono problemi nella maggior parte delle occasioni. Le zone più chiare del testo possono dare qualche problema di fotocopiabilità. Le uniche remore possono essere per le comunicazioni formali, nelle quali il colore potrebbe suggerire eccessiva confidenza o stravaganza, nel qual caso conviene pescare un inchiostro dall’aspetto meno conviviale tra quelli disponibili nella stessa gamma. Non ci sono invece problemi nelle comunicazioni informali o tra pari. Serve solo un po’ di cautela nella scelta della carta, evitando quella più economica. E’ ideale per prendere appunti in maniera intermittente, perché non presenta problemi di ripartenza dopo qualche minuto di “fermo penna”. Se invece lo si usa in una penna dal flusso magro, il colore si schiarisce alquanto, e diminuiscono di conseguenza le possibilità di utilizzo. Da tenere presente la scarsa resistenza all’acqua.
Studenti (ricchi). Considerato il fatto che lo studente è per definizione squattrinato, risulta difficile pensare che possa fare largo uso di un inchiostro che costa 60 centesimi al millilitro. In ogni caso non ci sono particolari problemi per gli appunti personali, se non il fatto che un colore del genere potrebbe essere stancante in sessioni di studio prolungate. E’ solo questione di gusti (e di entità della paghetta settimanale) Un po’ più critico è quando ci si interfaccia verso l’alto, ad esempio in un esame o in un compito in classe. Il rischio è che il colore venga male interpretato da chi è preposto alla correzione. Nel dubbio conviene usare un inchiostro dall’aspetto meno conviviale. La resistenza all’acqua è un parametro da considerare. Per uno studente, soprattutto se sbadato, l’incidente del tipo quaderno che si bagna nello zainetto sotto la pioggia, non è un evento che si possa escludere a priori, così come occorre prestare un po’ di attenzione al tipo di carta, soprattutto se lo si vuole usare sul tipo di penne che ne esaltano le caratteristiche. Infine se da una parte l’inchiostro si presta molto bene per prendere appunti in maniera intermittente, occorre mettere nel conto i tempi di asciugatura sopra la media quando si gira pagina. In ogni caso è un inchiostro che non dovrebbe dare problemi sulla maggior parte delle penne scolastiche.
Correzioni/Annotazioni. Può andare, anche se non è il massimo. E’ un colore vivace, ma forse non è abbastanza vivace per questo tipo di impiego e rischia di passare inosservato, nascondendosi tra il testo. E’ veramente una questione di situazioni e gusti personali. Da tenere conto il fatto che penne con pennini fini e flusso magro ne esaltano la brillantezza, a discapito delle sfumature.
Personale. Fatta sempre salva la resistenza all’acqua, che potrebbe essere un problema nelle lettere d’amore, se il colore piace, non ci sono problemi, se non quelli già abbondantemente elencati in precedenza. Ci possono essere situazioni in cui un blu più classico o un sobrio nero sono maggiormente indicati, ma quando si ha la ragionevole certezza che il colore dell’inchiostro non sarà male interpretato dall’interlocutore, si può usare. Ho ancora una esperienza troppo limitata per poter giudicare la resistenza all’invecchiamento, ma, data quella scarsa all’acqua, non userei questo inchiostro per scrivere le mie memorie.

Conclusioni
Che dire? Che costa 30 Euro, quindi è un inchiostro per molti ma non per tutti. Se poi si considera che la tonalità di blu per qualcuno potrebbe non essere il massimo, la conclusione a cui si arriva è che vale la pena di raccogliere qualche informazione in più e magari fare una prova prima di affrontare la spesa. Se il colore piace e la spesa sopportabile, ci si porta a casa un inchiostro tra i migliori sul mercato in quanto a prestazioni pure. Se utilizzato nella penna adatta, che ne mette in risalto le sfumature, il testo prende letteralmente vita sulla pagina. Serve solamente un pochino di cautela nella scelta della carta, evitando quella più scadente. Tutto bene quindi? No, perché le caratteristiche di eccellenza si pagano con i tempi di asciugatura biblici, soprattutto se ci si pone nella combinazione di carta e penna che maggiormente ne esalta le sfumature e con la resistenza all’acqua tipica di un inchiostro lavabile.
Vale dunque il prezzo? Difficile dirlo, forse a voler cercare, si trovano inchiostri più economici che ne imitano abbastanza fedelmente le caratteristiche, pur senza raggiungere i livelli di eccellenza e l’equilibrio generale. Sicuramente pescando nella ampia gamma Diamine, una alternativa “utilitaria” la si trova. Però, e questo bisogna dirlo, ci si priva della possibilità di usare un inchiostro considerato tra i migliori al mondo, e venduto in un calamaio che quasi certamente costa più del contenuto. Insomma, la Ferrari potrebbe non essere la miglior macchina sportiva in assoluto, ma quando si tiene in mano il volante con il cavallino rampante è un’altra cosa. Non è possibile fare una valutazione di questo inchiostro su basi esclusivamente razionali e la componente emozionale non ha per tutti lo stesso peso. Ulteriore motivo per riflettere prima di affrontare la spesa. Come le star del cinema viste dal vivo, potrebbe essere una delusione cocente come l’inizio di una relazione duratura.
Per quanto mi riguarda, penso di poter convivere benissimo con i difetti, considerata la splendida resa cromatica sulla Delta Gallery Bluemoon e le prestazioni di eccellenza, che lo rendono ideale per prendere appunti in maniera intermittente (e mentre non sto scrivendo mi scopro ad ammirare le striature della resina della penna invece che seguire il relatore…). Credo che il mio prossimo ordine ne conterrà un altro calamaio. Il che, scritto da un utilizzatore di blu scuri e blu neri, la dice lunga. Molto lunga... Qualcuno conosce una cura contro la Pilot-dipendenza? :D :D

Pilot Iroshizuku Tsuki-yo (Moonlight) - Recensione

Inviato: lunedì 22 aprile 2013, 13:11
da Alexander
Ehehe bellissima e simpaticissima recensione, complimenti!

Pilot Iroshizuku Tsuki-yo (Moonlight) - Recensione

Inviato: martedì 23 aprile 2013, 15:49
da Andrea C
Recensione davvero ben fatta e particolareggiata. Complimenti.
Ma come blu non mi piace proprio; lo trovo decisamente anonimo.

Pilot Iroshizuku Tsuki-yo (Moonlight) - Recensione

Inviato: martedì 23 aprile 2013, 15:55
da Phormula
Andrea C ha scritto:Recensione davvero ben fatta e particolareggiata. Complimenti.
Ma come blu non mi piace proprio; lo trovo decisamente anonimo.
Secondo me è un'inchiostro da prendere in considerazione solo se lo usi in una penna che evidenzia le sfumature, che sono il vero punto di forza di questo inchiostro, e dei Pilot Iroshizuku in generale.
Se non le apprezzi o non hai una penna adatta, è un blu-verde come ce ne sono tanti, e probabilmente nel catalogo Diamine trovi qualcosa che gli assomiglia e costa un settimo.
Inizialmente lo avevo caricato in una Lamy Safari con il pennino fine e il risultato mi era sembrato uguale a quello delle cartucce di Waterman Blue-Black. Per apprezzarlo in pieno ho avuto bisogno del pennino medio della Delta e del suo flusso medio-alto.

Pilot Iroshizuku Tsuki-yo (Moonlight) - Recensione

Inviato: martedì 23 aprile 2013, 16:02
da Andrea C
Il tono cromatico è del tipo Sheaffer Blue (con viraggi al grigio-verde), ma lo Sheaffer è molto più originale e "antico" a mio gusto.

Pilot Iroshizuku Tsuki-yo (Moonlight) - Recensione

Inviato: martedì 23 aprile 2013, 16:08
da Phormula
No, rispetto allo Sheaffer sfuma molto di più, nelle zone chiare assomiglia molto ad un turchese, mentre in quelle scure arriva ad essere scuro come il Diamine blue-black (che in realtà ha una forte componente verde). La scansione non rende molto giustizia, è un inchiostro molto più brillante di quanto appaia nell'immagine.

Pilot Iroshizuku Tsuki-yo (Moonlight) - Recensione

Inviato: martedì 23 aprile 2013, 16:26
da Irishtales
...già me lo immagino da utilizzare nel disegno acquerellato...belle nuance non c'è che dire.
Bella e dettagliatissima recensione, come al solito; le recensioni sul Forum stano diventando dei veri e propri trattati, dovremo istituire una specie di titolo ad honorem per i recensori :P

Pilot Iroshizuku Tsuki-yo (Moonlight) - Recensione

Inviato: martedì 23 aprile 2013, 17:40
da Guenda
Irishtales ha scritto:Bella e dettagliatissima recensione, come al solito; le recensioni sul Forum stano diventando dei veri e propri trattati, dovremo istituire una specie di titolo ad honorem per i recensori :P
:o accidenti! Eh si.. Se penso a quelle che ho postato io.. Impallidisco!! :lol:
Grazie Phormula.. Che dire, sei sempre ultra preciso!
Devo capire bene se questo colore mi piace ma.. Sulla Pilot dipendenza..presente.. :?
Utilizzo con grandissima soddisfazione Asa-gao e Kon-peki.. Non so se mi auto condiziono ma la differenza si nota..

Pilot Iroshizuku Tsuki-yo (Moonlight) - Recensione

Inviato: martedì 23 aprile 2013, 17:51
da Phormula
@Guenda. Sul colore all'inizio non ero molto convinto. OK, stai parlando con uno che apprezza colori "smorti" come il Diamine Prussian Blue... :lol:
E' un inchiostro che non ti prende al primo colpo, sembra uno di quei blu-verdi come ce ne sono tanti. A me venivano in mente le cartucce di Waterman Blue-Black.
Se il primo calamaio non mi fosse stato regalato, non lo avrei degnato di uno sguardo. Se poi facevo come quelli che al ristorante leggono il menù da destra verso sinistra... :shock:

Poi mi sono detto "vabbè, lo recensisco, giusto per fare il favore". Lo metto nella prima penna che mi capita e mi chiedo se uno deve spendere tutti quei soldi per avere un colore che trovi anche in un Diamine... dopodichè decido di dargli un'altra chance, lo metto nella Delta, ci scrivo una decina di pagine, le guardo alla luce del sole e... WOW!!! Ho ordinato il secondo calamaio...

Grazie a tutti :oops: per i complimenti, spero che le mie recensioni non vi addormentino e siano utili ;)

Pilot Iroshizuku Tsuki-yo (Moonlight) - Recensione

Inviato: martedì 23 aprile 2013, 18:11
da klapaucius
Non sono in grado di fare una recensione professionale come Phormula, ma posso garantire che questo blu con vaga tendenza al verde dal vivo è molto più attraente di quanto non appaia in queste foto. Ottimo shading. Rende soprattutto sui pennini con tratto variabile (flessibili, tagliati).

Non per sminuire le foto di Phormula ma se non vi convince provate a fare una ricerca su google immagini.

Poi ovviamente il costo è quello che è, e sono d'accordo che si possono trovare inchiostri più economici e con caratteristiche che questo non ha (resistenza all'acqua, per esempio).

Pilot Iroshizuku Tsuki-yo (Moonlight) - Recensione

Inviato: martedì 23 aprile 2013, 18:27
da Phormula
Confermo, la scansione non rende. Domani provo a farne una migliore. Ma credo che sarà difficile. Come un paesaggio, il colore cambia in funzione della luce sotto la quale lo osservi. Alla luce del neon è opaco come nella scansione, alla luce del sole diventa brillante. Non oso pensare alle tonalità che assumerebbe usando un pennino flessibile... Come dire: "la morte sua!"

Pilot Iroshizuku Tsuki-yo (Moonlight) - Recensione

Inviato: martedì 23 aprile 2013, 18:28
da vikingo60
Complimenti per l'ottima e dettagliata recensione!

Pilot Iroshizuku Tsuki-yo (Moonlight) - Recensione

Inviato: martedì 23 aprile 2013, 20:15
da Seamaster
Complimenti per la recensione.E' l'nchiostro che amo e che uso quotidianamente senza mai pentirmene.
Le sfumature che puo avere sulla carta bianca sono un puro piacere per gli occhi.
Lo consiglio a chi non lo avesse ancora provato.

Pilot Iroshizuku Tsuki-yo (Moonlight) - Recensione

Inviato: martedì 23 aprile 2013, 22:25
da piccardi
Phormula ha scritto: Grazie a tutti :oops: per i complimenti, spero che le mie recensioni non vi addormentino e siano utili ;)
Grrr...
Le tue recensioni di questi inchiostri sono maledettamente pericolose... hanno la spiacevole (per il mio portafogli) tendenza a istigare l'acquisto immediato. Tra un po' non avrò più spazio sulla scrivania.

Simone

Pilot Iroshizuku Tsuki-yo (Moonlight) - Recensione

Inviato: martedì 23 aprile 2013, 23:22
da AeRoberto
Come già detto in precedenza, qui rasentiamo il professionismo :D, ancora complimenti.
Riguardo l'inchiostro, non ho l'esemplare in questione, ma una cosa in comune di questi Iroshizuku (almeno di quelli che ho provato) è che hanno un bellissimo shading, spesso si nota anche il colore che cambia nel momento in cui si alza la penna dal foglio. L'unica cosa è che è quasi d'obbligo un pennino "innaffiatoio", con un fine o peggio ancora un extrafine sembrano molto più anonimi, ma quando ci metti su un doppio Broad o un flessibile il testo prende vita.
Poi hanno un calamaio stupendo, in una confezione anch'essa molto bella, peccato che (immagino) costi un botto, magari ne vendessero le "ricariche" (come per i detersivi).
Il grosso problema è che sono 24 colori diversi, e a 30€ a boccetta ci vuole un capitale per provarli tutti (700€ :shock: ).