Recensione su Sheaffer NoNonsense
Inviato: sabato 20 aprile 2013, 0:08
Vi propongo ora una breve recensione sulla Sheaffer NoNonsense.
Ne posseggo due esemplari, uno acquistato negli anni 80 ('87, se non ricordo male), uno acquistato prima di Natale dello scorso anno.
Come ne sono venuto in possesso
Allora studente universitario, andando in giro per Padova per riempire l'attesa di un treno per Venezia, vidi la penna in una cartoleria. In effetti, mi fermavo a guardarla tutti i giorni. Mi piaceva molto la sua linea. Alla fine, proprio perché il tempo a disposizione per decidere era poco, visto l'imminente arrivo del treno, la acquistai in tutta fretta, giustificando in questo modo la decisione “affrettata” e la spesa di 7000 lire
.
La prima sorpresa la ebbi in treno, quando mi resi conto che il colore fucsia della penna forse non si addiceva esattamente ad un masschietto... Ma pazienza. La penna mi piaceva e, tra le mani, dava una sensazione bellissima. La confrontai subito con la Waterman che portavo nel taschino della camicia: erano alte pressoché uguali, la Waterman forse un mezzo centimetro in più, ma la Sheaffer era più grossa e, tenendola in mano ad occhi chiusi, dava l'idea di una penna molto importante... Aprendo gli occhi e guardandola, invece, appariva buffa e tutto ciò mi divertiva molto.
Non persi tempo e la caricai subito con la cartuccia di inchiostro blu in dotazione (conservo ancora la stessa, che continuo a ricaricare con la siringa) e, dopo qualche minuto di pazienza e qualche leggera compressione della cartuccia, la penna iniziò a scrivere meravigliosamente bene.
Nei giorni seguenti, presi con quella penna un sacco di appunti. Sembrava avere una netta simpatia per l'esame che stavo preparando, visto che il suo pennino volava popolando tutti i fogli a sua disposizione uno dopo l'altro...
La seconda NoNonsense, la comperai in rete nello scorso periodo prenatalizio. Neanche questa fu pagata moltissimo. Sembra essere coeva della prima. Di color senape e con un pennino B italico che mi fece prender paura appena lo vidi, scriveva in un modo che non riesco a descrivere se non con l'aggettivo “sontuoso”... La usai subito per comporre i biglietti di auguri natalizi.
La sorellina color fucsia, nel frattempo, era rispuntata in mano a mia figlia che, come me, arrivata in prima media, ha voluto provare a scrivere con la stilografica... E non dà segno, dopo sette mesi, di volersene ancora distaccare, passando in pochi mesi ad usarne 3: questa, una Reform 1745 e una Bic, di cui non conosco il modello, ma che abbiamo trovato per caso in una cartoleria e della quale si è innamorata a prima vista.
La Sheaffer color fucsia, però, rimane la sua preferita. Lei ama usare il blu e io, puntualmente, ricarico la cartuccia con un bel Blu Quink Parker... E tre o quattro gocce di Viola Montblanc... Giusto per togliere alla pargola la sicurezza beffarda che, qualunque cosa scriva, tanto si può cancellare con il mitico Pirat...
Recensione delle penne
L'aspetto generale è quello di una penna di plastica come tante, la sua linea ha però qualcosa di diverso, e non è tanto la somiglianza con la Sheaffer Jade, con caricamento a levetta, e clip molto simile, con la pallina all'estremità inferiore e la foggia appena un po' diversa: la linea della NoNonsense è proprio un qualcosa di particolare.
Ha un'aria decisamente “poco impegnativa”, da penna scolastica, visto l'uso integrale della plastica, a parte la clip, l'ampia veretta del cappuccio ed il sistema di perforazione della cartuccia, che è metallico (oltre, ovviamente al pennino).
Eppure le sue forme sono perfettamente equilibrate, l'eleganza, credo, indiscutibile e l'essenzialità della forma cilindrica finisce per assumere un tono di sobrietà. I pennini sono metallici, marchiati “Sheaffer” “Made in USA” e con riportata, tra le due scritte, la misura del pennino. Il pennino non ha fregi particolari, solo due piccoli archi che si raccordano nel foro di sfiato centrale e slanciano un pochino un pennino, dandogli un tocco di raffinata eleanza. Le scritte sono disposte una sotto l'altra. Altre scritte sono sulla clip: “Sheaffer USA” in quella fucsia e “Sheaffer” soltanto in quella color senape. La veretta del cappuccio è liscia, senza alcuna scritta. Devo dire che la penna fucsia ha sempre scritto in modo esemplare, con un pennino “M” dal temperamento molto versatile, disposto a regalare tratti sempre perfetti, con un flusso d'inchiostro ben dosato ed uniforme.
Il B italico, invece, non mi sento di giudicarlo, non avendo la necessaria competenza in materia di calligrafia e di uso di strumenti calligrafici che mi consentano un giudizio attendibile. Posso soltanto dire che l'essere riuscito a scrivere qualche biglietto di auguri senza alcuna pratica pregressa in questa tipologia di tratto variabile, ottenendo un qualcosa di decente, mi fa supporre che questo sia un pennino “facile”.
Infine, ho comperato in rete un set di tre pennini calligrafici, ancora chiusi nella loro confezione sigillata (tipo “blister”) e denominati “extra fine”, “shadow” e “wide”.
Passando ai test di scrittura, si può notare che, mentre l'M va bene per tutte le occasioni, il B Italico è davvero per occasioni speciali. La discesa dell'inchiostro, pur da un pennino così largo, appare regolare, come il tratto che disegna (è il caso di dirlo!) sul foglio. In entrambe le penne, infine, i pennini “trasudano” un po' di inchiostro: dovrebbe essere un segno di buona salute della penna, a quanto leggo girovagando per il forum.
La penna, infine, indipendentemente dal tipo di pennino montato, appare ben bilanciata in mano, sia con cappuccio calzato che senza. Personalmente non ho simpatia per tenere calzato il cappuccio, mi dà sempre l'idea che la sua base possa in qualche modo segnare la parte superiore del fusto delle mie penne.
Conclusioni
Un modello intramontabile della Sheaffer che, pur molto semplice dal punto di vista costruttivo e dei materiali impiegati, assicura una qualità ed una personalità degni della Casa. La NoNonsense è ben bilanciata e molto leggera.
Indubbiamente una penna “giovanile”, non fosse altro che per i colori nei quali veniva proposta (ora si possono trovare le riedizioni con la clip in metallo, se non ricordo male, il modello in mio possesso è uscito di produzione nel 1999).
La scelta dei pennini è davvero ricca ed in rete se ne possono trovare ancora molti esemplari con i relativi pennini. So che vi è stata anche un'edizione con la clip in plastica, che però non ho mai visto dal vivo.
Saluti a tutti.
Andrea
Ne posseggo due esemplari, uno acquistato negli anni 80 ('87, se non ricordo male), uno acquistato prima di Natale dello scorso anno.
Come ne sono venuto in possesso
Allora studente universitario, andando in giro per Padova per riempire l'attesa di un treno per Venezia, vidi la penna in una cartoleria. In effetti, mi fermavo a guardarla tutti i giorni. Mi piaceva molto la sua linea. Alla fine, proprio perché il tempo a disposizione per decidere era poco, visto l'imminente arrivo del treno, la acquistai in tutta fretta, giustificando in questo modo la decisione “affrettata” e la spesa di 7000 lire
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La prima sorpresa la ebbi in treno, quando mi resi conto che il colore fucsia della penna forse non si addiceva esattamente ad un masschietto... Ma pazienza. La penna mi piaceva e, tra le mani, dava una sensazione bellissima. La confrontai subito con la Waterman che portavo nel taschino della camicia: erano alte pressoché uguali, la Waterman forse un mezzo centimetro in più, ma la Sheaffer era più grossa e, tenendola in mano ad occhi chiusi, dava l'idea di una penna molto importante... Aprendo gli occhi e guardandola, invece, appariva buffa e tutto ciò mi divertiva molto.
Non persi tempo e la caricai subito con la cartuccia di inchiostro blu in dotazione (conservo ancora la stessa, che continuo a ricaricare con la siringa) e, dopo qualche minuto di pazienza e qualche leggera compressione della cartuccia, la penna iniziò a scrivere meravigliosamente bene.
Nei giorni seguenti, presi con quella penna un sacco di appunti. Sembrava avere una netta simpatia per l'esame che stavo preparando, visto che il suo pennino volava popolando tutti i fogli a sua disposizione uno dopo l'altro...
La seconda NoNonsense, la comperai in rete nello scorso periodo prenatalizio. Neanche questa fu pagata moltissimo. Sembra essere coeva della prima. Di color senape e con un pennino B italico che mi fece prender paura appena lo vidi, scriveva in un modo che non riesco a descrivere se non con l'aggettivo “sontuoso”... La usai subito per comporre i biglietti di auguri natalizi.
La sorellina color fucsia, nel frattempo, era rispuntata in mano a mia figlia che, come me, arrivata in prima media, ha voluto provare a scrivere con la stilografica... E non dà segno, dopo sette mesi, di volersene ancora distaccare, passando in pochi mesi ad usarne 3: questa, una Reform 1745 e una Bic, di cui non conosco il modello, ma che abbiamo trovato per caso in una cartoleria e della quale si è innamorata a prima vista.
La Sheaffer color fucsia, però, rimane la sua preferita. Lei ama usare il blu e io, puntualmente, ricarico la cartuccia con un bel Blu Quink Parker... E tre o quattro gocce di Viola Montblanc... Giusto per togliere alla pargola la sicurezza beffarda che, qualunque cosa scriva, tanto si può cancellare con il mitico Pirat...
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Recensione delle penne
L'aspetto generale è quello di una penna di plastica come tante, la sua linea ha però qualcosa di diverso, e non è tanto la somiglianza con la Sheaffer Jade, con caricamento a levetta, e clip molto simile, con la pallina all'estremità inferiore e la foggia appena un po' diversa: la linea della NoNonsense è proprio un qualcosa di particolare.
Ha un'aria decisamente “poco impegnativa”, da penna scolastica, visto l'uso integrale della plastica, a parte la clip, l'ampia veretta del cappuccio ed il sistema di perforazione della cartuccia, che è metallico (oltre, ovviamente al pennino).
Eppure le sue forme sono perfettamente equilibrate, l'eleganza, credo, indiscutibile e l'essenzialità della forma cilindrica finisce per assumere un tono di sobrietà. I pennini sono metallici, marchiati “Sheaffer” “Made in USA” e con riportata, tra le due scritte, la misura del pennino. Il pennino non ha fregi particolari, solo due piccoli archi che si raccordano nel foro di sfiato centrale e slanciano un pochino un pennino, dandogli un tocco di raffinata eleanza. Le scritte sono disposte una sotto l'altra. Altre scritte sono sulla clip: “Sheaffer USA” in quella fucsia e “Sheaffer” soltanto in quella color senape. La veretta del cappuccio è liscia, senza alcuna scritta. Devo dire che la penna fucsia ha sempre scritto in modo esemplare, con un pennino “M” dal temperamento molto versatile, disposto a regalare tratti sempre perfetti, con un flusso d'inchiostro ben dosato ed uniforme.
Il B italico, invece, non mi sento di giudicarlo, non avendo la necessaria competenza in materia di calligrafia e di uso di strumenti calligrafici che mi consentano un giudizio attendibile. Posso soltanto dire che l'essere riuscito a scrivere qualche biglietto di auguri senza alcuna pratica pregressa in questa tipologia di tratto variabile, ottenendo un qualcosa di decente, mi fa supporre che questo sia un pennino “facile”.
Infine, ho comperato in rete un set di tre pennini calligrafici, ancora chiusi nella loro confezione sigillata (tipo “blister”) e denominati “extra fine”, “shadow” e “wide”.
Passando ai test di scrittura, si può notare che, mentre l'M va bene per tutte le occasioni, il B Italico è davvero per occasioni speciali. La discesa dell'inchiostro, pur da un pennino così largo, appare regolare, come il tratto che disegna (è il caso di dirlo!) sul foglio. In entrambe le penne, infine, i pennini “trasudano” un po' di inchiostro: dovrebbe essere un segno di buona salute della penna, a quanto leggo girovagando per il forum.
La penna, infine, indipendentemente dal tipo di pennino montato, appare ben bilanciata in mano, sia con cappuccio calzato che senza. Personalmente non ho simpatia per tenere calzato il cappuccio, mi dà sempre l'idea che la sua base possa in qualche modo segnare la parte superiore del fusto delle mie penne.
Conclusioni
Un modello intramontabile della Sheaffer che, pur molto semplice dal punto di vista costruttivo e dei materiali impiegati, assicura una qualità ed una personalità degni della Casa. La NoNonsense è ben bilanciata e molto leggera.
Indubbiamente una penna “giovanile”, non fosse altro che per i colori nei quali veniva proposta (ora si possono trovare le riedizioni con la clip in metallo, se non ricordo male, il modello in mio possesso è uscito di produzione nel 1999).
La scelta dei pennini è davvero ricca ed in rete se ne possono trovare ancora molti esemplari con i relativi pennini. So che vi è stata anche un'edizione con la clip in plastica, che però non ho mai visto dal vivo.
Saluti a tutti.
Andrea