Finalmente abolito il copyright sui contenuti prodotti con f
Inviato: lunedì 1 aprile 2013, 19:46
lunedì 1 aprile 2013
Finalmente abolito il copyright sui contenuti prodotti con fondi pubblici
Ci voleva l'intervento dei cosiddetti "saggi" per fare questo grande passo innovativo... ma l'importante è che sia stato fatto. Sì, perchè è proprio una mossa saggia quella di abolire il diritto d'autore su tutto ciò che è stato prodotto da enti pubblici e con finanziamento prevalentemente pubblico.
Una condizione già presente in altri ordinamenti giuridici e che l'Italia, presa da faccende più urgenti, non aveva mai preso seriamente in considerazione.
Ma ecco che con la prima riunione dei "saggi" (nominati da Napolitano) tenutasi questa mattina al Quirinale, il primo passo è stato effettuato.
La bozza definitiva, fresca di approvazione, sarebbe tra l'altro immediatamente esecutiva poichè rientrerebbe nell'ambito di una delega legislativa già attribuita con la legge 967 del 29 febbraio 2013 e necessiterebbe solo l'adozione sotto forma di Decreto Ministeriale.
Dunque, testi, immagini, video, musiche, tramissioni televisive, contenuti multimediali, siti web, banche dati e anche software: tutto senza vincoli di diritti d'autore e diritti connessi a condizione che siano prodotti da un ente pubblico o che comunque la loro produzione sia stata finanziata con fondi pubblici per più della metà.
Il provvedimento produrrebbe i suoi effetti a partire da 60 giorni dalla data della sua formale adozione. Dunque entro quest'estate dovremmo già riuscire ad avvantaggiarci di questa sostanziale innovazione.
Negativo ovviamente il parere del CPPC (Consorzio Produttori Pubblici di opere sotto Copyright), il quale minaccia si sollevare al più presto una questione di legittimità costituzionale.
"In effetti il provvedimento e soprattutto l'iter per la sua adozione destano qualche perplessità dal punto di vista costituzionale", dichiara il Professor Alvaro Meteccini dell'Università di Studi Giuridici e Sociali di Livorno.
Resta il fatto che nel periodo di operatività del provvedimento le opere prodotte prevalentemente con finanziamento pubblico saranno formalmente in pubblico dominio e potranno essere riutilizzate e ridistribuite da chiunque. Di conseguenza chiunque potrà diffonderle applicandovi strumenti per il rilascio in pubblico dominio (come ad esempio CC0) e quindi difficilmente esse potranno ritornare sotto il controllo degli originari titolari dei diritti.
Questo provvedimento realizza una situazione ancora più radicale e libera rispetta a quella che ho auspicato in un mio precedente post in materia di open data. Quindi, da parte mia, non posso far altro che salutare con giubilo questa scelta. Ma mi chiedo... davvero bisognava aspettare i saggi per farlo?
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Finalmente abolito il copyright sui contenuti prodotti con fondi pubblici
Ci voleva l'intervento dei cosiddetti "saggi" per fare questo grande passo innovativo... ma l'importante è che sia stato fatto. Sì, perchè è proprio una mossa saggia quella di abolire il diritto d'autore su tutto ciò che è stato prodotto da enti pubblici e con finanziamento prevalentemente pubblico.
Una condizione già presente in altri ordinamenti giuridici e che l'Italia, presa da faccende più urgenti, non aveva mai preso seriamente in considerazione.
Ma ecco che con la prima riunione dei "saggi" (nominati da Napolitano) tenutasi questa mattina al Quirinale, il primo passo è stato effettuato.
La bozza definitiva, fresca di approvazione, sarebbe tra l'altro immediatamente esecutiva poichè rientrerebbe nell'ambito di una delega legislativa già attribuita con la legge 967 del 29 febbraio 2013 e necessiterebbe solo l'adozione sotto forma di Decreto Ministeriale.
Dunque, testi, immagini, video, musiche, tramissioni televisive, contenuti multimediali, siti web, banche dati e anche software: tutto senza vincoli di diritti d'autore e diritti connessi a condizione che siano prodotti da un ente pubblico o che comunque la loro produzione sia stata finanziata con fondi pubblici per più della metà.
Il provvedimento produrrebbe i suoi effetti a partire da 60 giorni dalla data della sua formale adozione. Dunque entro quest'estate dovremmo già riuscire ad avvantaggiarci di questa sostanziale innovazione.
Negativo ovviamente il parere del CPPC (Consorzio Produttori Pubblici di opere sotto Copyright), il quale minaccia si sollevare al più presto una questione di legittimità costituzionale.
"In effetti il provvedimento e soprattutto l'iter per la sua adozione destano qualche perplessità dal punto di vista costituzionale", dichiara il Professor Alvaro Meteccini dell'Università di Studi Giuridici e Sociali di Livorno.
Resta il fatto che nel periodo di operatività del provvedimento le opere prodotte prevalentemente con finanziamento pubblico saranno formalmente in pubblico dominio e potranno essere riutilizzate e ridistribuite da chiunque. Di conseguenza chiunque potrà diffonderle applicandovi strumenti per il rilascio in pubblico dominio (come ad esempio CC0) e quindi difficilmente esse potranno ritornare sotto il controllo degli originari titolari dei diritti.
Questo provvedimento realizza una situazione ancora più radicale e libera rispetta a quella che ho auspicato in un mio precedente post in materia di open data. Quindi, da parte mia, non posso far altro che salutare con giubilo questa scelta. Ma mi chiedo... davvero bisognava aspettare i saggi per farlo?
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